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 Guida alla Coscienza di Krishna
 Il servizio devozionale
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Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore


Emilia Romagna


185 Messaggi

Inserito il - 02/03/2005 : 21:58:03  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, oggi parleremo del servizio devozionale.

Tra tutti gli esseri gli umani si possono distinguere diversi tipi di uomini, e tra questi, coloro che sono avanzati nella coscienza spirituale, nella coscienza di Krishna, sono chiamati arya.

Tra gli arya, colui che si impegna nel servizio devozionale al Signore ottiene il piu’ grande successo della vita.

In una societa’ umana perfetta, tutti dovrebbero impegnarsi nel servizio di devozione, a prescindere dal fatto che siano nati poveri o ricchi, neri o bianchi.

Le distinzioni materiali nell’ambito della societa’ umana possono essere tante, ma ogni persona nata in questa forma di vita dovrebbe impegnarsi nel servizio devozionale al Signore.

Oggi in tutte le nazioni civili gli uomini hanno lasciato la coscienza di Dio a favore dello sviluppo economico; non sono piu’ interessati ad avanzare nella coscienza di Dio.

Una volta i loro antenati si impegnavano nell’osservanza dei principi religiosi e tutti, indu’, musulmani, buddhisti, ebrei e cosi’ via, seguivano qualche istituzione religiosa.

Vera religione, comunque, significa diventare coscienti di Dio.

Il vero successo della vita lo raggiunge colui che s’interessa della coscienza di Krishna.

L’attivita’ e’ un successo se sfocia nel servizio offerto al Signore.

La speculazione filosofica o la speculazione mentale sono un successo se ci si impegna nella comprensione di Dio, la Persona Suprema.

Possedere dei sensi che si impegnano al servizio del Signore e’ utile.
In realta’, servizio devozionale significa proprio impegnare i sensi al servizio del Signore.

Al presente i nostri sensi non sono ancora purificati, percio’ si impegnano al servizio della societa’, dell’amicizia, dell’amore, della politica, della sociologia e cosi’ via.

Ma quando i sensi si impegnano al servizio del Signore si raggiunge la “Bhakti”, il servizio devozionale.

La nostra vita, per quanto possa essere lunga, diventa inutile se non siamo devoti.
Poiche’ l’essere individuale e’ un eterno servitore del Signore Supremo, deve arrivare al livello del servizio devozionale, altrimenti la durata della sua vita, la sua buona nascita, le attivita’ gloriose e tutto il resto equivalgono a “zero“.


Grazie,

Loretta

(continua)

Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore


Emilia Romagna


185 Messaggi

Inserito il - 05/03/2005 : 14:15:03  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, oggi continueremo a parlare del servizio devozionale. (Parte 2)

L’unico metodo che ci permette di conoscere, almeno in parte, le qualita’, gli attributi e i divertimenti del Signore Supremo, e la relazione che ci unisce a Lui, e’ il servizio devozionale reso alla Sua persona.

Se non pratichiamo il servizio devozionale mettendo al servizio del Signore Supremo ogni cosa che possediamo, sprechiamo la nostra esistenza in sforzi inutili.

Lo studio dei Veda non e’ sufficiente da solo a raggiungere il fine ultimo dell’esistenza, ne' le rigide austerita’, ne' il possesso di buone qualita’ e’ sufficiente.

Infatti nello Srimad-Bhagavatam (4.31.11) e’ scritto:

“Senza servizio devozionale, a che servono le rigide austerita’, l’ascolto, la facolta’ di parlare, la capacita’ speculativa della mente, una grande intelligenza, la forza e il potere dei sensi ?”.

Non potremo mai approfondire la nostra relazione col Signore Supremo limitandoci a studiare i Veda.

Sono molti i sannyasi mayavadi pienamente impegnati nello studio dei Veda, del Vedanta-sutra e delle Upanisad, ma sfortunatamente essi non riescono a cogliere l’essenza vera della conoscenza.

In altre parole, non conoscono Dio, la Persona Suprema.

A che serve quindi lo studio completo dei Veda se esso non ci permette di cogliere l’essenza dei Veda, Krishna ?

Il Signore conferma nella Bhagavad-gita (15.15):

“... il fine di tutti i Veda e’ quello di conoscerMi”.

Molti metodi religiosi attribuiscono grande importanza alle austerita’e alle penitenze, eppure nessuno tra coloro che li seguono capisce Krishna, Dio, la Persona Suprema.
Non c’e’ dunque alcuna utilita’ in questo genere di penitenze (tapasya).

Chi ha veramente avvicinato Dio, la persona suprema, non ha bisogno di sottoporsi a rigide austerita’.

Il Signore Supremo puo’ essere compreso col metodo del servizio devozionale, che e’ definito nel 9° capitolo della Bhagavad-Gita con le parole raja-guhyam, il re di ogni conoscenza confidenziale.

Sono molti i narratori che sanno recitare bene i testi vedici come il Ramayana, lo Srimad-Bhagavatam e la Bhagavad-Gita. Talvolta questi narratori professionisti danno prova di grande erudizione e sono abili nei giochi di parole, ma sfortunatamente non sono mai devoti del Signore Supremo, percio’ non possono trasmettere al loro pubblico la vera essenza della conoscenza, Krishna.

Ci sono molti scrittori, pensatori e filosofi che, nonostante tutta la loro cultura, non possono avvicinare Dio, la Persona Suprema; restano quindi soltanto degli speculatori intellettuali, e il loro sforzo e' del tutto inutile.

In questo mondo materiale ci sono molte persone dall’intelligenza acuta che sono abili nell’inventare tutto cio’ che serve per la gratificazione dei sensi. Anche loro studiano in modo analitico tutti gli elementi materiali, ma nonostante la loro conoscenza sperimentale, basata sull’analisi scientifica dell’intera manifestazione cosmica, si applicano in tentativi inutili perche’ non possono capire Dio, la Persona Suprema.

Per quanto si riferisce ai nostri sensi, esistono molti animali, sia mammiferi sia uccelli, che sono esperti nell’usare i sensi meglio degli esseri umani.
Falchi e avvoltoi, per esempio, possono alzarsi molto in alto nel cielo e possono vedere nitidamente un minuscolo essere sulla terra. Questo significa che la loro vista eccezionale permette loro di individuare un cadavere commestibile anche a grande distanza.

Certamente la loro vista e’ molto migliore di quella degli uomini, ma cio’ non significa che la loro esistenza sia piu’ importante di quella di un uomo.

Cosi’ un cane puo’ percepire molti odori a grande distanza e molti pesci capiscono grazie alle vibrazioni sonore che un nemico sta arrivando.

Tutti questi esempi sono descritti nello Srimad-Bhagavatam.

Per concludere, quindi, se i nostri sensi non ci possono aiutare a raggiungere la piu’ alta perfezione della vita, la realizzazione suprema, sono tutti inutili.


Grazie,

Loretta
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