Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 20/02/2005 : 20:49:57
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Hare Krishna a tutti, oggi parleremo del periodo che precede la morte.
Quando un uomo e’ giovane non si preoccupa della vecchiaia, ma cerca di avere il maggior numero di rapporti sessuali possibile.
Man mano che il corpo s’impegna nella gratificazione dei sensi, si indebolisce ogni giorno di piu’, e alla fine la forza vitale e’ molto debole.
Quando la forza vitale si indebolisce, anche il corpo si indebolisce, e allora i sintomi della morte sopraggiungono violenti.
Nella Bhagavad-gita (8.6) e’ affermato:
“Cio’ che l’essere ricorda al momento di lasciare il corpo, determinera’ sicuramente la sua condizione futura”.
Quando un essere individuale e’ abituato a pensare a un particolare argomento o si immerge in un certo tipo di pensieri, pensera’ a quelle cose al momento della morte. Al momento della morte il nostro pensiero andra’ a tutto cio’ che ha occupato la nostra vita.
Dopo essersi allontanato dalla compagnia del Signore Supremo, l’essere vivente trasmigra da una forma corporea all’altra, secondo le leggi naturali, finche’ alla fine raggiunge la forma umana.
Se egli si concentra in pensieri materiali e ignora la vita spirituale, evitando di prendere rifugio ai piedi di loto del Signore Supremo, Govinda, che risolve tutti i problemi della nascita e della morte, prendera’ un altro corpo materiale che e’ conforme ai suoi pensieri e ai suoi desideri al momento della morte, raccogliendo nello stesso tempo i frutti delle sue attivita’ virtuose o empie.
Poiche’ l’essere individuale vuole godere del mondo materiale in vari modi, per legge di natura gli e’ concesso di trasmigrare da un corpo all’altro, quando quest’ultimo si e’ deteriorato, esattamente come una persona passa dal corpo di bambino al corpo di ragazzo, poi al corpo di giovane, poi al corpo di uomo adulto.
Questo processo e’ continuo, ma all’ultimo stadio, quando il corpo grossolano diventa vecchio e invalido, l’essere vivente non desidera lasciarlo, benche’ esso non sia piu’ utilizzabile.
Sebbene l’esistenza materiale e il corpo materiale non siano comodi, perche’ l’essere vivente non vuole lasciarli ?
Non appena si ottiene un corpo materiale bisogna lavorare molto duramente per mantenerlo.
Purtroppo la societa’ non ha informazioni sulla trasmigrazione, e poiche’ l’essere vivente non spera di entrare nel regno spirituale, pieno di vita eterna, di conoscenza e di felicita’, si aggrappa al corpo attuale, anche se esso e’ diventato inutile.
L’essere vivente diventa completamente disperato al momento della morte, tanto che sebbene non lo voglia, e’ costretto a lasciare il corpo e a entrare in un altro corpo.
Nella Bhagavad-gita e’ affermato che l’uomo puo’ migliorare le condizioni temporanee della vita col progresso scientifico, ma non potra’ mai evitare le sofferenze della nascita, della malattia, della vecchiaia e della morte, perche’ queste sono sotto il controllo di Dio, la Persona Suprema, attraverso l’azione della natura materiale.
L’essere vivente e’ coperto da due differenti tipi di corpi, quello grossolano e quello sottile.
Al momento della morte possiamo vedere che il corpo grossolano e’ finito, ma in realta’ l’essere vivente e’ trasportato dal corpo sottile in un altro corpo grossolano.
I cosiddetti scienziati moderni non possono vedere come il corpo agisca mentre trasporta l’anima da un corpo all’altro.
Questo sta a significare che al momento della morte il nostro stato mentale determinera’ il nostro corpo futuro.
L’attivita’ piu’ benefica in questo mondo materiale e’ quindi l’impegno nella coscienza di Krishna.
Dio esiste, Krishna esiste, e tutti possono tornare a Dio e vivere eternamente una vita di felicita’ e piena conoscenza.
Quando una persona diventa cosciente di Krishna, non ha paura di lasciare il corpo perche’ la sua posizione e’ sempre eterna.
Una persona cosciente di Krishna si impegna nel trascendentale servizio d’amore al Signore eternamente, percio’ finche’ vive nel corpo e’ felice d’impegnarsi nel servizio d’amore a Dio, e quando lascia il corpo continua a essere eternamente situata nel servizio del Signore.
Se al momento della morte lasciamo il corpo pensando ai piedi di loto del Signore, siamo molto fortunati. Cosi’ le persone che per tutta la vita si impegnano nella coscienza di Krishna, non possono dimenticare Krishna in nessun momento perche’ sono abituati a cantare il mantra Hare Krishna, specialmente quando c’e’ un preavviso di morte.
Grazie,
Loretta
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