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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Emilia Romagna
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Inserito il - 17/12/2004 : 23:43:45
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Hare Krishna a tutti. Oggi proponiamo questa discussione: come fare per ottenere il successo alla fine della vita ?
Krishna dice nella Bhagavad-Gita (8.5):
"Chiunque, alla fine della vita, lasci il corpo ricordando Me soltanto, raggiunge subito la Mia natura. Non vi e’ alcun dubbio".
Questo verso insiste sull'importanza della coscienza di Krishna. Infatti, chiunque abbandoni il corpo in piena coscienza di Krishna raggiunge subito la dimora trascendentale del Signore Supremo.
Il Signore Supremo e’ il piu’ puro del piu’ puro percio’ l’uomo che e’ sempre cosciente di Krishna e’ anche lui il piu’ puro.
Di qui l’importanza del termine "smaranam", "ricordarsi"; ma il ricordo di Krishna non potra’ sorgere nella mente dell’anima impura che non ha praticato il servizio di devozione in coscienza di Krishna. Si dovrebbe dunque praticare la coscienza di Krishna fin dall’inizio della vita.
Se si vuole ottenere il successo alla fine della vita e’ essenziale ricordare Krishna cantando incessantemente il maha–mantra :
Hare Krishna, Hare Krishna
Krishna Krishna, Hare hare
Hare Rama, Hare Rama
Rama Rama, Hare Hare
Inoltre Krishna dice (B.G. 8.6):
"Qualunque condizione di esistenza si ricordi all’istante di lasciare il corpo, o figlio di Kunti, quella stessa condizione sara’ senza dubbio raggiunta".
Il Signore spiega come trasformare la nostra condizione al momento critico della morte. Una persona che alla fine della vita lascia il corpo pensando a Krishna raggiunge la natura trascendentale del Signore Supremo, ma non e’ vero che una persona che pensa a qualcosa che non sia Krishna raggiunge lo stesso livello trascendentale.
Com’e’ dunque possibile morire nella giusta condizione mentale ?
Maharaja Bharata, per esempio, benche’ fosse una grande personalita’, mori’ pensando a un cervo e nella vita successiva fu trasferito in un corpo di cervo.
I nostri pensieri all’istante della morte sono determinati soprattutto dall’insieme delle azioni e dei pensieri accumulati durante tutta la nostra vita; percio’ sono le azioni di questa vita a determinare la nostra condizione futura.
Se nella vita presente siamo influenzati dalla virtu’ e pensiamo sempre a Krishna, ricordare Krishna al momento della morte diventa possibile. Cio’ favorira’ il nostro trasferimento nella natura trascendentale di Krishna.
Se siamo spiritualmente assorti nel servizio di devozione a Krishna nel corso di questa vita, avremo un corpo non piu’ materiale ma spirituale, quando lasceremo il nostro corpo presente.
Il canto del maha–mantra "Hare Krishna" e’ dunque il miglior metodo per cambiare con successo lo stato della nostra esistenza al momento della morte.
Grazie, a presto
Loretta
----continua----
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Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore
   
Emilia Romagna
185 Messaggi |
Inserito il - 18/12/2004 : 23:22:42
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Hare Krishna, continuiamo a parlare dell’argomento: "come ottenere il successo alla fine della vita". (seconda parte)
Krishna dice (B.G. 8.7) :
"Percio’ Arjuna, pensa sempre a Me nella Mia Forma di Krishna, pur continuando nel tuo dovere di combattere. Dedicando a me le tue azioni e fissando in Me la tua mente e la tua intelligenza, senza dubbio verrai a Me". Krishna da' un insegnamento molto importante per tutti noi che siamo impegnati in tante attivita’. Egli raccomanda di non abbandonare i doveri e le occupazioni abituali, ma di accompagnarli col ricordo costante di Krishna, che si ottiene grazie al canto del maha mantra Hare Krishna.
Questo canto ci purifichera’ da ogni contaminazione materiale e ci terra’ con la mente e con l’intelligenza assorti in Krishna. Cantando i santi nomi di Krishna raggiungeremo senza dubbio il pianeta supremo, Krishnaloka.
Inoltre, Krishna dice (B.G. 8.8) :
"Colui che medita su di Me, Dio, la persona suprema, con la mente costantemente assorta nel ricordo di Me, senza mai deviare, e’ sicuro di raggiungerMi, o Partha".
Krishna sottolinea ancora in questo verso quanto sia importante ricordarsi sempre di Lui. Il ricordo di Krishna si ravviva cantando il maha mantra "Hare Krishna".
Il canto e l’ascolto della vibrazione sonora del nome del Signore supremo occupano la mente, l’orecchio e la lingua, e rappresentano una meditazione facile da praticare, che ci aiuta a raggiungerLo.
Purusam significa "colui che gode".
Sebbene gli esseri viventi appartengano all’energia marginale del Signore supremo, ora sono contaminati dalla materia e credono di poter godere di tutti i piaceri del mondo. Ma proprio questo e’ l’errore, poiche' non e’ l’essere vivente il beneficiario supremo.
Appare chiaro in questo verso che il beneficiario Supremo e’ Dio, la Persona Suprema, che nelle Sue diverse manifestazioni ed emanazioni plenarie, come Narayana e Vasudeva, gode di tutto cio’ che esiste.
Come la meditazione permette allo yogi di concentrarsi sull’Anima Suprema che abita nel cuore di ognuno, cosi’ il canto del mantra "Hare Krishna" permette al devoto di fissare sempre la mente sull’oggetto della sua adorazione, sul Signore Supremo, in una delle Sue forme personali (Krishna, Rama, Narayana e innumerevoli altre).
Questa pratica costante purifica il devoto e gli permette di accedere al regno di Dio al termine della vita. E’ necessario imporre alla mente il pensiero di Krishna perche’ per natura la mente e’ instabile e turbolenta .
Come il bruco diventa farfalla in una sola vita a forza di meditare sulla metamorfosi che desidera compiere, cosi’ l’uomo, a forza di pensare a Krishna, e’ sicuro di ottenere alla fine della vita gli stessi attributi fisici di Krishna.
Grazie,
Loretta
--------------continua--------------
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Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore
   
Emilia Romagna
185 Messaggi |
Inserito il - 20/12/2004 : 23:07:42
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Hare Krishna a tutti, oggi continuiamo a parlare dell’argomento "come avere successo alla fine della vita". (terza parte)
Krishna dice (B.G. 8.9 ) :
"Si deve meditare sulla Persona Suprema come l’essere onnisciente, il piu’ antico, Colui che controlla e mantiene tutto, che e’ il piu’ piccolo del piu’ piccolo, che e’ inconcepibile e rimane quindi al di la’ di ogni comprensione materiale, pur restando sempre una persona. Luminoso come il sole, Egli trascende questa natura materiale".
Questo verso ci insegna come pensare al Signore Supremo e dimostra , senza lasciare il minimo dubbio, che Egli non e’ una forza impersonale ne’ un semplice "vuoto".
Se la nostra meditazione e’ rivolta verso un oggetto o al Brahman impersonale, rimane incompleta, perche’ l’anima non puo’ mai smettere di agire, e’ attiva per natura, quindi e’ costretta a riprendere un altro corpo materiale fino a quando non abbiamo rivolto la nostra meditazione verso Krishna che e’ la fonte di ogni cosa, risvegliando gradualmente la nostra latente relazione con Dio, la Persona Suprema e agendo di conseguenza.
E molto facile concentrarsi su Krishna, se pensiamo a Suoi numerosi attributi. Il Signore e’ "purusa", una persona.
Questo verso descrive Krishna come "kavi", cioe’ perfettamente cosciente del passato, del presente e del futuro di tutti gli esseri, dunque onnisciente.
E’ descritto come l’essere piu’ antico, essendo l’origine di tutto poiche’ tutto e’ nato da Lui.
Come colui che controlla l’universo, il sostegno e la guida dell’ umanita’.
Come il piu’ piccolo del piu’ piccolo: se l’anima infinitesimale misura solo un decimillesimo della punta di un capello, il Signore e’ cosi’ inconcepibilmente piccolo da penetrare a sua volta nel cuore di questa particella spirituale.
Come Assoluto, Egli ha il potere di penetrare nell’atomo e nel cuore del piu’ infinitamente piccolo, per dirigerlo, come Anima Suprema; di qui l’attributo "piu’ piccolo del piu’ piccolo" che Gli conferisce questo verso.
Sebbene cosi’ minuscolo, Egli rimane onnipresente, il sostegno di tutto cio’ che esiste, compresi i sistemi planetari.
Ci chiediamo spesso come gli immensi pianeti possano fluttuare nello spazio, ma da questo verso sappiamo che e’ il Signore Supremo, con la Sua inconcepibile potenza, che sostiene tutti gli astri di tutte le galassie.
Il termine "acintya" che significa inconcepibile, e’ qui particolarmente significativo; infatti la potenza di Dio supera la nostra comprensione e immaginazione, percio’ e’ inconcepibile, o "acintya": Krishna e’ presente ovunque nel mondo materiale a Si trova simultaneamente al di la’ di esso.
Noi non siamo neppure capaci di comprendere questo mondo, come cogliere dunque cio’ che si trova al di la’, nel mondo spirituale , infinitamente piu’ vasto ? Come percepire l’acintya, l’inconcepibile, che trascende la materia, che supera la logica e la speculazione umana ?
Percio’ le discussioni inutili e le ipotesi varie non possono portare alla vera comprensione sulla Verita’ Assoluta: solo se ci affidiamo alle scritture come i Veda, la Bhagavad-Gita e lo Srimad- Bhagavatam, studiandone il contenuto e applicandone i principi nella nostra vita, potremo conoscere l’inconcepibile.
Grazie, a presto
Loretta
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