Andrea.m
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Emilia Romagna
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Inserito il - 31/03/2006 : 21:38:42
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Hare Krishna a tutti, oggi parleremo del verso finale della Bhagavad-Gita:
“Ovunque si trovi Krishna, il maestro di tutti i mistici, ovunque si trovi Arjuna, l’arciere supremo, la senza dubbio regneranno anche opulenza, vittoria, straordinaria potenza e moralità. Questa è la mia opinione”. (B.G. 18.78)
Chi sta parlando in questo verso è Sanjaya, egli è il discepolo di Vyasadeva, e per sua grazia, può assistere, pur non essendo sul campo di battaglia di Kuruksetra, allo scontro fratricida e in particolare al colloquio tra Krishna e Arjuna. Il compito di Sanjaya è quello di informare Dhritharastra a proposito della guerra tra le due famiglie, quella di Pandu e la sua. Dhritharastra vuole capire quale tra le due famiglie riuscirà a vincere la battaglia per assicurarsi il titolo di imperatore del mondo, e Sanjaya in quest’ultimo verso cancella ogni dubbio: ovunque ci siano Krishna e Arjuna, vi è anche la vittoria.
Questa affermazione, è naturale: ovunque vi siano Krishna e i Suoi puri devoti, non possono che esserci anche tutte le buone qualità; analizziamole una per una:
VITTORIA:
Nel mondo materiale, non si può essere vittoriosi in nessun modo. Perché ? Semplicemente perché nessun può sconfiggere la morte. Si può essere vittoriosi solamente in senso lato, artificialmente, ma mai fino in fondo.
Gli scienziati affermano di essere vittoriosi, di avere successo, magari perché hanno scoperto la bomba atomica, una nuova medicina, un nuovo tipo di confort, ma in realtà ogni loro impresa finisce col ridursi al fallimento, sia perché è temporanea sia perché non ha posto rimedio al vero problema della vita: la MORTE. Nessuno di noi vuole morire, e se non si riesce a risolvere il problema della morte, che senso ha parlare di successo negli altri settori ? il vero problema è la morte.
La vittoria può essere conosciuta soltanto da chi si situa a livello spirituale. Perché ? Perché situarsi a livello spirituale significa comprendere Dio, Krishna, e ovunque vi sia Krishna, la morte non può esistere, e per questo si diventa automaticamente vittoriosi. Ovunque vi sia Krishna, non può che esserci anche la vita, e lo possiamo vedere bene sul campo di battaglia di Kuruksetra, dove tutti gli uomini che morirono, per il solo fatto di avere combattuto vicino a Krishna, ritrovarono la loro vera posizione costituzionale (svarupa) nel mondo spirituale.
Anche la morte, in presenza di Krishna, si trasforma in vita, e in particolare in vita spirituale.
I devoti, poiché portano il messaggio di Dio (non differente da Dio stesso), portano automaticamente la vittoria in ogni luogo che visitano.
Solo per la grazia di un puro devoto infatti si può raggiungere il servizio devozionale, che costituisce il fine ultimo di tutta l’esistenza. Non è forse una vittoria, raggiungere la più alta perfezione della vita ?
STRAORDINARA POTENZA:
Le persone abbastanza intelligenti, non avranno problemi a comprendere che ovunque vi sia Dio, Krishna, vi è anche un’immensa potenza.
Basti pensare che per mantenere regolare il moto dei pianeti, e la loro capacità di fluttuare nello spazio, non ha neanche bisogno di “sporcarSi le mani personalmente” ma lo fa attraverso una Sua energia; la quale non governa solamente i pianeti di questo universo, ma bensì quelli di tutti gli universi presenti nella creazione materiale.
A volte le persone si stupiscono delle forza della natura, basti pensare ai fulmini, ai maremoti, ai terremoti, agli incendi eccetera. Ma una persona intelligente si dovrebbe chiedere: da dove vengono queste forze? Chi le gestisce ?
Le varie forme della natura materiale sono gestite dagli esseri celesti, i quali a loro volta sono gestiti da Dio, Krishna. Se ci spaventiamo di fronte a tali forze, e le crediamo indomabili (come effettivamente sono), quanto più grande dovrà essere la potenza di Krishna ?
A volte alcune etnie tribali venerano gli elementi della natura come il mare e il cielo, proprio per la loro forza; ma allora, quanto maggiore dovrà essere la venerazione per Dio, creatore di queste stesse forze ?
MORALITA’:
I precetti vedici hanno lo scopo di costituire una società pura, all’interno della quale, ogni cittadino possa raggiungere la liberazione alla fine della vita.
Questi precetti, sono tesi a regolare ogni minimo particolare della vita umana, al fine di renderla pura, e quindi si possono considerare la più alta forma di moralità.
Tuttavia esiste un livello superiore di moralità, chiamato appunto “Coscienza di Krishna”. Chi segue questa via, segue automaticamente anche tutte le norme vediche, poiché Krishna stesso è il fine dei veda ed il loro compositore.
La via della coscienza di Krishna, è la più pura, perché permette di conoscere Krishna, Dio, La Persona Suprema, il quale non può essere conosciuto neanche attraverso lo studio analitico dei veda.
Fine
(grazie)
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