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Andrea.m
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Emilia Romagna


147 Messaggi

Inserito il - 26/01/2006 : 09:48:12  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
LA SOFFERENZA

Hare Krishna a tutti, oggi parleremo dell’origine della sofferenza e di come eliminarla.

Ognuno si interessa solo di se' stesso e del proprio benessere, trascurando il benessere dell’Anima Suprema.
In realtà il vero interesse dell’essere individuale risiede in Krishna.

I veda ci insegnano: na te vidhu svarta gatim hi Vishnu, gli uomini non sanno che il vero interesse, la più alta perfezione della vita, è conoscere Vishnu o Krishna.

L’anima condizionata dimentica questo principio, perciò subisce le sofferenze materiali.
Senza sapere che il proprio vero interesse risiede in Krishna, le anime condizionate cercano relazioni basate sul corpo e non sull’anima, sperando di trovarvi la felicità.
Illuse come sono, dimenticano che anche la felicità materiale proviene da Krishna.

A questo proposito è detto: “L’uomo intelligente, che sia pieno di desideri materiali, che sia privo di ogni desiderio o che desideri la liberazione, deve con tutto se stesso adorare Dio, il Tutto supremo e assoluto”. (S.B. 2.3.10)

Anche se abbiamo ancora dei desideri materiali, possiamo comunque adorare Dio, assicurandoci di riprendere il nostro servizio devozionale in una prossima vita.

Il punto fondamentale da capire, è che bisogna spostare la nostra attenzione su Dio, e cercare di soddisfarLo attraverso gli insegnamenti del maestro spirituale.

Se agiamo sempre per la soddisfazione di Krishna, le nostre azioni non produrranno più karma, perché si situeranno a livello trascendentale.
Quando invece si agisce per la propria gratificazione personale, ogni atto genera una serie di conseguenze, che a loro volta generano altre conseguenze; questo concatenarsi di azione e reazione, è la causa del condizionamento materiale e quindi della nostra condizione di sofferenza.

Attraverso lo studio delle scritture, ma anche con il semplice ragionamento, apprendiamo che ogni essere vivente è dotato di anima.
Questa anima, è eterna.
Così come esiste un’anima individuale, che agisce su un limitato campo di azione, esiste anche un Anima Suprema, che controlla tutta la creazione.
Anch’Essa è eterna, e al contrario dell’anima individuale, che è soggetta alla contaminazione dell’energia materiale, Essa è onnisciente e onnipotente poiché è la fonte di tutte le energie spirituali e materiali, quindi non cade mai dalla Sua posizione assoluta.

L’anima individuale è un infinitesimale frammento di questa Anima Suprema, ed è proprio a causa di questa posizione di inferiorità, che tende ad essere contaminata.

L’anima individuale, in qualità di particella di Dio, è Sua servitrice, e per essere felice deve servire il Signore.

Ecco cosa dice Krishna nella Bhagavad Gita: “Qualunque cosa tu faccia, qualunque cosa tu mangi, sacrifichi od offra in carità, come pure le austerità che compi, offri tutto a Me o figlio di Kunti...”. (B.G. 9.27)

Ciascuno deve organizzare la propria vita in modo da non dimenticare mai Krishna in nessuna circostanza.
Così, è necessario volgere tutte quelle azioni che prima compivamo per la nostra esclusiva gratificazione personale, verso la coscienza di Krishna (a parte le azioni peccaminose naturalmente, le quali vanno abbandonate).
Possiamo volgere la tendenza a fare la carità, verso la diffusione del Movimento per la Coscienza di Krishna.
E poiché la gente oggi si sente attratta dalla meditazione, è bene che abbandoni il metodo silenzioso e si volga verso il canto del maha-mantra Hare Krishna.
Anche la tendenza a mangiare, può essere rivolta verso Krishna, infatti possiamo offrire il nostro cibo a Lui, per poi prenderne i resti.
Questo cibo si chiama prasadam, e non provoca sofferenza, anzi ci permette di avanzare spiritualmente.

A questo proposito possiamo citare la storia di Narada Muni, che nella sua vita precedente si pote' elevare alla coscienza di Krishna, solamente mangiando i resti del prasadam dei brahmana che vivevano in casa sua.

Se agiamo in coscienza di Krishna, ci eleveremo automaticamente al piano spirituale dove non esistono sofferenze.

Tutto appartiene a Krishna, e il miglior modo di impiegare il nostro corpo, il nostro denaro, il nostro tempo o i nostri oggetti, è nella coscienza di Krishna.
Ignorare il legame che unisce tutte le cose a Krishna, significa essere situati nell’ignoranza.

In questo modo, assorti nella coscienza di Krishna, ci eleveremo al di la' di ogni gioia e sofferenza.

Sempre determinati a compiere il nostro servizio devozionale, ci immergeremo in una gioia costante.

Grazie

(fine)
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