Autore |
Discussione  |
|
Andrea.m
Moderatore
   
Emilia Romagna
147 Messaggi |
Inserito il - 04/01/2006 : 00:16:41
|
Hare Krishna a tutti !
In questo articolo cercheremo di studiare in modo approfondito il primo verso dello Srimad Bhagavatam, analizzando singolarmente tutte le affermazioni.
L’articolo si divide nelle seguenti parti:
1 VYASADEVA L’AVATARA SCRITTORE 2 KRISHNA, IL FIGLIO DI VASUDEVA, E’ DIO 3 BISOGNA METIDARE SU KRISHNA 4 KRISHNA E’ ONNISCIENTE E INDIPENDENTE 5 BRAHMA RICEVE LA CONOSCENZA VEDICA DA KRISHNA 6 PER VOLERE DI KRISHNA IL MONDO MATERIALE SEMBRA REALE 7 KRISHNA VIVE A VAIKUNTHA
S.B.1.1.1: “offro i miei rispettosi omaggi a Sri Krishna, figlio di Vasudeva, che è Dio, l’onnipresente Persona Suprema. Medito su Krishna, la Verità Assoluta, la causa prima di tutte le cause della creazione, mantenimento e distruzione di tutti gli universi manifestati. Egli è direttamente e indirettamente cosciente di tutte le cose manifestate ed è indipendente perché non c’è altra causa al di la' di Lui. In origine, Lui e nessun altro insegnò la conoscenza Vedica al primo essere creato, Brahmaji, nel suo cuore. Per Suo volere, questo mondo, semplice miraggio, assume un aspetto tangibile anche per i grandi saggi ed esseri celesti. Per Suo volere gli universi materiali, prodotti illusori delle tre influenze della natura, appaiono come l’immagine stessa della realtà. Medito dunque su di Lui, Sri Krishna, che è la Verità Assoluta, eternamente vivente nel Suo regno trascendentale, per sempre libero dalle illusorie manifestazioni del mondo materiale”.
Questo è il verso di cui ci occuperemo, ma prima di analizzarlo spiegherò chi è che sta parlando:
1 VYASADEVA, L’AVATARA SCRITTORE:
Sri Vyasadeva rappresenta il diciassettesimo avatara di Krishna: egli, vedendo che con l’avanzare del kali-yuga l’intelligenza degli uomini stava diminuendo, decise di mettere per iscritto la conoscenza vedica che fino ad allora era stata tramandata oralmente da maestro a discepolo.
Nelle ere precedenti gli uomini avevano il potere di vivere moltissime migliaia di anni e inoltre potevano ricordare alla perfezione qualsiasi insegnamento ascoltandolo una volta sola. Con il suo potere di veggente, Sri Vyasadeva aveva intuito che in questa era sarebbe stato molto difficile capire e ricordare gli insegnamenti e così, affinché non andassero perduti, li mise per iscritto.
In origine c’era un solo veda che poi fu diviso in quattro parti dette Sama, Yajus, Rik e Atharva. Queste 4 parti vennero a loro volta suddivise in varie parti come i Purana e il Mahabharata.
Dopo aver messo per iscritto questa conoscenza, Sri Vyasadeva non si sentiva ancora soddisfatto: questa sua insoddisfazione veniva dal fatto che pur avendo descritto i vari tipi di sacrifici, non aveva ancora trattato del servizio devozionale al Signore Supremo. Su consiglio del suo maestro spirituale, Sri Narada, Vyasadeva compose quindi lo Srimad Bhagavatam, e cioè una raccolta di avvenimenti riguardanti il Signore e i Suoi devoti.
In realtà tutto appare vuoto senza il trascendentale servizio di devozione al Signore, e Lui stesso è molto soddisfatto quando vengono cantate le Sue glorie e quelle dei Suoi devoti. Krishna preferisce essere soddisfatto tramite la soddisfazione del Suo devoto e non attraverso il sacrificio di animali agli esseri celesti. Lui stesso afferma: “Qualunque cosa tu faccia, mangi, sacrifichi od offra in carità, come pure le austerità che compi, offri tutto a Me”. (Bhagavad Gita 9.28)
2 KRISHNA, IL FIGLIO DI VASUDEVA, E’ DIO
“I miei rispettosi omaggi a Sri Krishna, figlio di Vasudeva, che è Dio, L’onnipresente Persona Suprema.”
Poco prima che iniziasse il kali-yuga, Sri Krishna apparve nella famiglia di Vasudeva e Devaki. La sua nascita avvenne nella prigione dove i Suoi genitori erano tenuti prigionieri da Kamsa, il fratello di Devaki. Una predizione infatti, voleva che l’ottavo figlio di Devaki fosse destinato ad uccidere Kamsa, il quale per questo motivo decise di imprigionare i coniugi, uccidendo tutti i figli che ne sarebbero nati. Così i primi sei figli furono tutti uccisi uno per uno, mentre il settimo (Balarama) fu trasferito nel grembo di Rohini, la seconda sposa di Nanda Maharaja. L’ottavo figlio era Krishna, che essendo Dio non poteva essere ucciso da nessuno: Egli con il Suo potere riuscì a far addormentare tutte le guardie della prigione e permise al padre Vasudeva di metterLo in salvo portandoLo nella fattoria di Nanda Maharaja, sotto la protezione della prima moglie Yasoda.
Durante i Suoi divertimenti di infanzia, Krishna dimostrò chiaramente di essere Dio, la Persona Suprema, infatti uccise uno per uno tutti i demoni che Kamsa inviava allo scopo di ucciderLo, e inoltre manifesto' la sua forma virat-rupa a madre Yasoda.
Ancora una volta manifestò questa stessa forma impersonale ad Arjuna, sul campo di battaglia di Kuruksetra, su sua richiesta. Il potere di manifestare questa particolare forma è proprio di Dio, la Persona Suprema. Infatti Arjuna pote' vedere in questa manifestazione, tutto ciò che esiste nell’universo: questo è possibile perché Sri Krishna Si manifesta nella forma di Paramatma in ogni atomo del creato, e percio' è direttamente ed indirettamente cosciente di tutto. Solo Lui quindi può mostrare tutto ciò che esiste.
Alcuni potrebbero obbiettare dicendo che Krishna è soltanto uno dei numerosi avatara, noi invece possiamo affermare sulla base delle scritture che Krishna è Dio, La Persona Suprema, fonte di tutto ciò che esiste di materiale e di spirituale, origine di tutti gli avatara di ogni universo.
Krishna stesso lo afferma nella Bhagavad-Gita: “Di tutto ciò che è materiale e di tutto ciò che è spirituale in questo mondo, Io sono l’origine e la fine”. (B.G. 7.6)
In questo verso Krishna afferma di essere all’origine di tutto, sia spirituale che materiale: è ovvio quindi che Egli sia anche all’origine di tutti i numerosi avatara.
Anche la Brahma Samhita lo conferma: “la Verità Assoluta è il Signore Supremo, Sri Krishna, Govinda, che è il Signore Originale, la fonte di tutti i piaceri e la forma eterna della conoscenza e della felicità assoluta”. (Brahma Samhita 5.1)
Un altro verso della stessa opera conferma ancora più chiaramente questa verità: “Adoro Govinda, il Signore Supremo, la persona originale, infallibile e senza inizio. Pur espandendoSi in innumerevoli forme, Egli rimane sempre lo stesso e sebbene sia la Persona originale, la più antica, conserva una giovinezza perenne. Le Sue forme eterne, tutte di conoscenza e felicità assoluta, sono inaccessibili alla comprensione dei filosofi, anche dei più esperti nelle scritture vediche, ma diventano visibili agli occhi dei puri devoti”. (B.s. 5.33)
Govinda è uno degli innumerevoli nomi di Krishna, e possiamo notare che è Lui l’origine di tutti gli avatara, i quali non sono altro che espansioni della Sua persona, dotate di conoscenza e felicità assoluta.
Grazie,
Andrea.m
(continua)
|
|
Andrea.m
Moderatore
   
Emilia Romagna
147 Messaggi |
Inserito il - 06/01/2006 : 01:02:32
|
Hare Krishna a tutti, continuiamo nello studio del verso 1.1.1 dello Srimad Bhagavatam (parte 2).
3 BISOGNA MEDITARE SU KRISHNA
“Medito su Krishna, la Verità Assoluta, la causa prima di tutte le cause della creazione, mantenimento e distruzione di tutti gli universi manifestati”.
È Krishna l’oggetto della meditazione, non un vuoto impersonale: la teoria secondo cui è possibile concentrarsi su qualunque oggetto come se fosse Dio, non sussiste.
In realtà questo è soltanto un imbroglio: innanzitutto la mente è per natura instabile e quindi non è possibile fissarla su qualcosa di vuoto, percio' tali discipline si riducono ad uno spreco di tempo, o al massimo un buon rimedio per rilassarsi e riposare.
La verità è che questa disciplina dello yoga in otto fasi non è più praticabile al giorno d’oggi, e comunque, se anche qualcuno volesse provare, deve sapere che il fine di questa disciplina non è dormire o acquistare longevità: il vero scopo è quello di vedere il paramatma presente nel proprio cuore.
Tuttavia anche questa realizzazione non è perfetta, infatti la perfezione consiste nel meditare su Bhagavan, Dio La persona Suprema, e non sul Brahmajyoti impersonale o sul paramatma. Queste ultime due sono soltanto fasi preliminari, che gradualmente possono portare alla realizzazione ultima, quella di Bhagavan. Senza questa realizzazione finale, anche queste pratiche diventano inutili.
BHAGAVAN E' KRISHNA
Seguendo l’esempio dei maestri della nostra catena disciplica, anche noi dovremmo meditare costantemente su Krishna, e possiamo fare questo cantando costantemente il maha mantra Hare Krishna. Questo è il tipo di meditazione raccomandato per questa era.
Srila Vyasadeva ci consiglia di meditare sulla persona di Krishna, lo stesso che venne sulla terra 5000 anni fa come figlio di Vasudeva, e non su un vuoto impersonale o su qualche altra manifestazione. La vera meditazione si raggiunge quando si è completamente assorti nel servizio devozionale al Signore Supremo.
Come Krishna sia la causa suprema della manifestazione materiale, lo abbiamo gia visto in uno degli articoli precedenti. Riassumendo brevemente i concetti chiave, da Krishna emana il maha-tattva, ovvero l’agglomerato da cui emanano gli innumerevoli universi. Questo maha-tattva è una parte del mondo spirituale, che viene oscurato e reso idoneo per la vita degli esseri condizionati. Per ogni universo Krishna prende la forma di Garbhodakasayi Vishnu, dal quale nasce Brahma. È Brahma, che dopo essere stato istruito da Krishna, crea l’ordine universale. Tutto ciò che esiste è mantenuto da Ksirodakasayi-Vishnu, il paramatma onnipresente.
In conclusione è Krishna che crea, mantiene e distrugge l’universo materiale attraverso le sue varie manifestazioni: Brahma si occupa della creazione, Siva della distruzione e Vishnu del mantenimento del mondo.
Grazie,
Andrea.m
(continua) |
 |
|
Andrea.m
Moderatore
   
Emilia Romagna
147 Messaggi |
Inserito il - 08/01/2006 : 22:25:32
|
Hare Krishna a tutti, continuiamo nello studio del verso 1.1.1 dello Srimad Bhagavatam (parte 3).
4 KRISHNA E’ ONNISCIENTE E INDIPENDENTE
“Egli è direttamente e indirettamente cosciente di tutte le cose manifestate ed è indipendente perché non c’è altra causa al di la' di Lui”.
A questo proposito, possiamo citare un verso della Bhagavad-Gita: “Sono nel cuore di ognuno nella forma di Anima Suprema...”. (B.G. 7.22)
È in questo modo che Dio riesce a conoscere tutto ciò che esiste: l'Anima Suprema, il paramatma localizzato, viene paragonata ad uno spettatore che osserva i movimenti dell’anima individuale. In altre parole il paramatma non è altro che un testimone delle nostre azioni e pensieri, ed è Lui che ci da l’intelligenza per perseverare nei nostri desideri. Infatti nello stesso verso è detto: ”... Non appena un uomo desidera adorare un essere celeste, Io rafforzo la sua fede...”. (B.G. 7.22)
Ogni qual volta noi desideriamo qualcosa, Krishna ci permette di esaudire questo desiderio, così se noi durante questa vita ci comportiamo in modo abominevole, Krishna nella Sua immensa misericordia ci darà nella prossima vita un corpo altrettanto abominevole, adatto ai nostri desideri. È per questo motivo che dobbiamo assicurarci di desiderare solamente di servire Krishna, così nella prossima vita potremo soddisfare questo desiderio, che è la più grande perfezione della vita.
Inoltre è detto: “poiché Io sono Dio, la Persona Suprema, conosco tutto del passato, presente e futuro. Conosco tutti gli esseri viventi, ma nessuno conosce Me”. (B.G. 7.28)
Come possiamo vedere, Krishna è perfettamente cosciente del presente, passato e futuro. Questo conferma che Lui è Dio, e che la Sua forma è eterna: infatti, se Egli subisse il condizionamento di maya e fosse così costretto a mutare corpo sotto le leggi della natura, non potrebbe ricordare le attività svolte nelle vite precedenti.
Ma Lui stesso ci dice “Entrambi, tu ed Io, abbiamo attraversato innumerevoli nascite. Io posso ricordarle tutte, ma tu non puoi...”. (B.G. 4.5)
Krishna può ricordare tutto del passato, infatti afferma di essere stato Lui ad istruire Vivasvan, il deva del sole, sulla disciplina dello Yoga.
Krishna è Dio, e quindi è Lui la prima causa di tutto ciò che esiste. Egli è il non nato.
Uno degli aggettivi che si possono dare a Krishna è atmarama, cioè completo in Se' stesso. Anche le grandi anime, i mahatma, sono atmarama, cioè traggono felicità dalla conoscenza del sé. Krishna è completamente indipendente, e con la Sua potenza mistica può creare tutto ciò di cui ha bisogno. Sebbene in realtà Dio non abbia bisogno di niente, accetta il servizio D’amore incondizionato dei Suoi devoti come le Gopi, le dee della fortuna e i mahatma.
Tutto questo fa parte della immensa misericordia di Krishna, Dio, la Persona Suprema.
5 BRAHMA RICEVE LA CONOSCENZA VEDICA DA KRISHNA
“Lui e nessun altro insegnò la conoscenza Vedica al primo essere creato, Brahmaji, nel suo cuore”
Non esiste alcuna ragione per cui si possa credere che sia Brahma la causa ultima del mondo materiale, infatti è proprio lui che smentisce questa concezione. Il grande saggio Narada, vedendo le attività del padre Brahma, ne rimase affascinato e sorse in lui il dubbio che fosse suo padre l’origine del mondo materiale. Tuttavia Narada non ne era completamente convinto, e infatti diss: “quando penso alle grandi austerità che hai compiuto con una disciplina perfetta, sono portato a pensare che esista un essere più potente di te, e ciò, nonostante la grande potenza che tu manifesti nell’opera di creazione”. (S.B. 2.5.7)
Brahma rispose: “tutto ciò che hai detto di me non può essere falso perché se non si ha coscienza della Persona Suprema, la verità ultima che è al di sopra di me, si sarà certamente sviati dalla potenza delle mie attività”. (S.B. 2.5.10)
Talvolta un uomo che può essere definito potente secondo i criteri materiali viene considerato Dio o una Sua incarnazione senza che si abbia veramente conoscenza di chi sia Dio. Colui che dedica un culto alla propria persona sperando di diventare Dio è definito "ahangrahopasita"; questa persona è certamente un grande imbroglione, poiché nessuno può diventare Dio seguendo un metodo di realizzazione spirituale. Infatti quando Narada vide che il padre era impegnato nell’austerità, smise di considerarlo Dio.
Non è difficile vedere dei cosiddetti “maestri spirituali” che pretendono di essere Dio, e spesso approfittano di qualche loro potere per convincere la gente ignorante di ciò. Questi creduloni, non conoscendo la potenza mistica di Dio, si lasciano ingannare da qualche gioco di magia o da qualche grammo d’oro che questi maestri riescono a far apparire. In realtà, se questi maestri fossero Dio, perché non mostrano la virat-rupa ai loro discepoli ? Perché non sollevano le colline con la sola forza di un dito ? La verità è che tali persone sono imbroglioni e imbrogliati, e se la gente si fa imbrogliare e' perché non ha nessuna conoscenza delle attività di Dio e della Sua incommensurabile potenza.
È categorico rifiutare qualsiasi maestro che pretenda di essere Dio o una Sua manifestazione. Devono essere i fatti a dimostrarlo, e non le parole, comunque sia un avatara per dare l’esempio non si atteggerebbe mai a grande devoto, ma continuerebbe con umiltà il suo servizio devozionale. Il maestro spirituale insegna innanzitutto che per avvicinare Dio bisogna diventare servitori del Suo servitore, e lui stesso non pretende di essere un diretto servitore di Dio.
In questo verso Brahma conferma definitivamente la sua subordinazione a Dio: “Io creo dopo che il Signore stesso ha creato con la sua radiosità personale (il brahmajyoti), proprio come il sole comunica la sua luce alla luna, al firmamento, agli astri influenti e alle stelle scintillanti”. (S.B. 2.5.11)
Brahmaji conferma l’impressione di Narada affermando di non essere l’autorità suprema nell’opera di creazione.
Come la decisione della corte suprema di uno Stato è considerata definitiva, così le parole di Brahma, autorità suprema dell’universo, sono considerate definitive nel sistema vedico di acquisizione della conoscenza.
Fu Krishna che diede l’ispirazione a Brahma per creare l’universo, infatti mentre Brahma era intento a cercare l’origine del fiore di loto sul quale si trovava all’inizio della creazione, Dio gli parlò senza però rivelarsi a lui direttamente, e pronunciò due sillabe: ta-pa, ovvero austerità. Brahma allora si impegno per mille anni nell’austerità, e quando il Signore Supremo fu soddisfatto, Si manifestò direttamente a lui.
Nessuno può forzare Dio a manifestarsSi, ne' con la conoscenza ne' con l’austerità o la forza: il parametro con cui Dio Si mostra, è la Sua soddisfazione. Tutte le azioni impregnate di bhakti permettono di raggiungere un certo grado di perfezione, ma è solo questa sfumatura di devozione che ci qualifica per vedere Dio. Altrimenti le attività si riducono ad una perdita di tempo.
Non è possibile comprendere Dio senza la bhakti, e se i karmi, gli yogi o gli jnani riescono a percepire una particolare manifestazione di Dio, è solo perché in un qualche modo Gli rendono un servizio. Questo servizio, per quanto piccolo o involontario sia, qualifica queste persone a percepire una delle svariate forme di Dio. Krishna stesso dice che anche il più piccolo atto devozionale non è mai perduto.
Grazie,
Andrea.m
(continua) |
 |
|
Andrea.m
Moderatore
   
Emilia Romagna
147 Messaggi |
Inserito il - 08/01/2006 : 22:25:55
|
Hare Krishna a tutti, continuiamo nello studio del verso 1.1.1 dello Srimad Bhagavatam (parte 3).
4 KRISHNA E’ ONNISCIENTE E INDIPENDENTE
“Egli è direttamente e indirettamente cosciente di tutte le cose manifestate ed è indipendente perché non c’è altra causa al di la' di Lui”.
A questo proposito, possiamo citare un verso della Bhagavad-Gita: “Sono nel cuore di ognuno nella forma di Anima Suprema...”. (B.G. 7.22)
È in questo modo che Dio riesce a conoscere tutto ciò che esiste: l'Anima Suprema, il paramatma localizzato, viene paragonata ad uno spettatore che osserva i movimenti dell’anima individuale. In altre parole il paramatma non è altro che un testimone delle nostre azioni e pensieri, ed è Lui che ci da l’intelligenza per perseverare nei nostri desideri. Infatti nello stesso verso è detto: ”... Non appena un uomo desidera adorare un essere celeste, Io rafforzo la sua fede...”. (B.G. 7.22)
Ogni qual volta noi desideriamo qualcosa, Krishna ci permette di esaudire questo desiderio, così se noi durante questa vita ci comportiamo in modo abominevole, Krishna nella Sua immensa misericordia ci darà nella prossima vita un corpo altrettanto abominevole, adatto ai nostri desideri. È per questo motivo che dobbiamo assicurarci di desiderare solamente di servire Krishna, così nella prossima vita potremo soddisfare questo desiderio, che è la più grande perfezione della vita.
Inoltre è detto: “poiché Io sono Dio, la Persona Suprema, conosco tutto del passato, presente e futuro. Conosco tutti gli esseri viventi, ma nessuno conosce Me”. (B.G. 7.28)
Come possiamo vedere, Krishna è perfettamente cosciente del presente, passato e futuro. Questo conferma che Lui è Dio, e che la Sua forma è eterna: infatti, se Egli subisse il condizionamento di maya e fosse così costretto a mutare corpo sotto le leggi della natura, non potrebbe ricordare le attività svolte nelle vite precedenti.
Ma Lui stesso ci dice “Entrambi, tu ed Io, abbiamo attraversato innumerevoli nascite. Io posso ricordarle tutte, ma tu non puoi...”. (B.G. 4.5)
Krishna può ricordare tutto del passato, infatti afferma di essere stato Lui ad istruire Vivasvan, il deva del sole, sulla disciplina dello Yoga.
Krishna è Dio, e quindi è Lui la prima causa di tutto ciò che esiste. Egli è il non nato.
Uno degli aggettivi che si possono dare a Krishna è atmarama, cioè completo in Se' stesso. Anche le grandi anime, i mahatma, sono atmarama, cioè traggono felicità dalla conoscenza del sé. Krishna è completamente indipendente, e con la Sua potenza mistica può creare tutto ciò di cui ha bisogno. Sebbene in realtà Dio non abbia bisogno di niente, accetta il servizio D’amore incondizionato dei Suoi devoti come le Gopi, le dee della fortuna e i mahatma.
Tutto questo fa parte della immensa misericordia di Krishna, Dio, la Persona Suprema.
5 BRAHMA RICEVE LA CONOSCENZA VEDICA DA KRISHNA
“Lui e nessun altro insegnò la conoscenza Vedica al primo essere creato, Brahmaji, nel suo cuore”
Non esiste alcuna ragione per cui si possa credere che sia Brahma la causa ultima del mondo materiale, infatti è proprio lui che smentisce questa concezione. Il grande saggio Narada, vedendo le attività del padre Brahma, ne rimase affascinato e sorse in lui il dubbio che fosse suo padre l’origine del mondo materiale. Tuttavia Narada non ne era completamente convinto, e infatti diss: “quando penso alle grandi austerità che hai compiuto con una disciplina perfetta, sono portato a pensare che esista un essere più potente di te, e ciò, nonostante la grande potenza che tu manifesti nell’opera di creazione”. (S.B. 2.5.7)
Brahma rispose: “tutto ciò che hai detto di me non può essere falso perché se non si ha coscienza della Persona Suprema, la verità ultima che è al di sopra di me, si sarà certamente sviati dalla potenza delle mie attività”. (S.B. 2.5.10)
Talvolta un uomo che può essere definito potente secondo i criteri materiali viene considerato Dio o una Sua incarnazione senza che si abbia veramente conoscenza di chi sia Dio. Colui che dedica un culto alla propria persona sperando di diventare Dio è definito "ahangrahopasita"; questa persona è certamente un grande imbroglione, poiché nessuno può diventare Dio seguendo un metodo di realizzazione spirituale. Infatti quando Narada vide che il padre era impegnato nell’austerità, smise di considerarlo Dio.
Non è difficile vedere dei cosiddetti “maestri spirituali” che pretendono di essere Dio, e spesso approfittano di qualche loro potere per convincere la gente ignorante di ciò. Questi creduloni, non conoscendo la potenza mistica di Dio, si lasciano ingannare da qualche gioco di magia o da qualche grammo d’oro che questi maestri riescono a far apparire. In realtà, se questi maestri fossero Dio, perché non mostrano la virat-rupa ai loro discepoli ? Perché non sollevano le colline con la sola forza di un dito ? La verità è che tali persone sono imbroglioni e imbrogliati, e se la gente si fa imbrogliare e' perché non ha nessuna conoscenza delle attività di Dio e della Sua incommensurabile potenza.
È categorico rifiutare qualsiasi maestro che pretenda di essere Dio o una Sua manifestazione. Devono essere i fatti a dimostrarlo, e non le parole, comunque sia un avatara per dare l’esempio non si atteggerebbe mai a grande devoto, ma continuerebbe con umiltà il suo servizio devozionale. Il maestro spirituale insegna innanzitutto che per avvicinare Dio bisogna diventare servitori del Suo servitore, e lui stesso non pretende di essere un diretto servitore di Dio.
In questo verso Brahma conferma definitivamente la sua subordinazione a Dio: “Io creo dopo che il Signore stesso ha creato con la sua radiosità personale (il brahmajyoti), proprio come il sole comunica la sua luce alla luna, al firmamento, agli astri influenti e alle stelle scintillanti”. (S.B. 2.5.11)
Brahmaji conferma l’impressione di Narada affermando di non essere l’autorità suprema nell’opera di creazione.
Come la decisione della corte suprema di uno Stato è considerata definitiva, così le parole di Brahma, autorità suprema dell’universo, sono considerate definitive nel sistema vedico di acquisizione della conoscenza.
Fu Krishna che diede l’ispirazione a Brahma per creare l’universo, infatti mentre Brahma era intento a cercare l’origine del fiore di loto sul quale si trovava all’inizio della creazione, Dio gli parlò senza però rivelarsi a lui direttamente, e pronunciò due sillabe: ta-pa, ovvero austerità. Brahma allora si impegno per mille anni nell’austerità, e quando il Signore Supremo fu soddisfatto, Si manifestò direttamente a lui.
Nessuno può forzare Dio a manifestarsSi, ne' con la conoscenza ne' con l’austerità o la forza: il parametro con cui Dio Si mostra, è la Sua soddisfazione. Tutte le azioni impregnate di bhakti permettono di raggiungere un certo grado di perfezione, ma è solo questa sfumatura di devozione che ci qualifica per vedere Dio. Altrimenti le attività si riducono ad una perdita di tempo.
Non è possibile comprendere Dio senza la bhakti, e se i karmi, gli yogi o gli jnani riescono a percepire una particolare manifestazione di Dio, è solo perché in un qualche modo Gli rendono un servizio. Questo servizio, per quanto piccolo o involontario sia, qualifica queste persone a percepire una delle svariate forme di Dio. Krishna stesso dice che anche il più piccolo atto devozionale non è mai perduto.
Grazie,
Andrea.m
(continua) |
 |
|
Francis
Utente Master
    
Lazio
257 Messaggi |
Inserito il - 10/01/2006 : 22:55:39
|
farai tutto il bhagavatam? |
 |
|
Andrea.m
Moderatore
   
Emilia Romagna
147 Messaggi |
Inserito il - 11/01/2006 : 01:05:09
|
Hare Krishna a tutti, continuiamo nello studio del verso 1.1.1 dello Srimad Bhagavatam (parte 4).
6 PER VOLERE DI KRISHNA IL MONDO MATERIALE SEMBRA REALE
“Per Suo volere, questo mondo, semplice miraggio, assume un aspetto tangibile anche per i grandi saggi ed esseri celesti. Per Suo volere, gli universi materiali, prodotti illusori delle tre influenze della natura, appaiono come l’immagine stessa della realtà”.
Come è stato detto prima, con la sola forza delle attività interessate, della logica o dell’acquisizione dei poteri mistici, non è possibile comprendere Dio. Così, i grandi saggi eruditi, spesso cadono dalla loro posizione poiché non possono fronteggiare maya solamente grazie alle loro forze. Ne è un grande esempio la vita del saggio Maharaja Bharata. Questo grande devoto si attaccò ad un cerbiatto e così iniziò a trascurare i suoi doveri devozionali, e dopo la morte dovette accettare un corpo di cervo. Il Signore Supremo, nella Sua immensa misericordia, gli diede però la possibilità di ricordare chi era, e così il saggio Bharata, anche nel corpo di cerbiatto, pote' mantenere il ricordo di Dio. Nella sua terza vita, rinacque come Brahmana e prese il nome di Jada Bharata. Ricordandosi delle sue due vite precedenti, si finse pazzo per non essere disturbato da nessuno e poter così rimanere mentalmente sempre cosciente di Krishna. Questa storia ci può dare moltissimi insegnamenti, ma quello che più ci interessa è che nella sua prima vita, come Maharaja Bharata, il grande saggio si distaccò dalle attività materiali attraverso la comprensione dei Veda.
Il problema è che egli non accettò mai un maestro spirituale, e per questo prima o poi dovette cadere. Senza la misericordia di un maestro spirituale, non si può sperare di essere abbastanza forti da poter sconfiggere la forza di maya. Infatti il saggio, quando vide il piccolo cerbiatto, si affezionò a lui, trascurando il servizio di devozione, e così dovette soffrire per altre due vite. Se si seguono gli ordini del maestro spirituale non si richia di cadere dalla propria posizione; invece, appena un discepolo sciocco cerca di superare il maestro spirituale e nutre l’ambizione di occupare il suo posto, cade immediatamente.
Nonostante una vita di devozione moto rigida, Maharaja Bharata non consultò un maestro spirituale quando si attaccò indebitamente al cerbiatto; di conseguenza il suo attaccamento crebbe ed egli cadde.
Qualsiasi problema sorga nella nostra vita, dobbiamo consultare il maestro spirituale; poiché egli è perfettamente esperto e può trovare una soluzione sulla base degli insegnamenti delle sacre scritture.
È Krishna che ci da l’intelligenza per comprendere che questo mondo è illusorio. Quando proviamo anche un po' di attrazione per il Suo servizio, Krishna ci spinge in questa direzione dandoci l’intelligenza per tornare a Lui. In questo modo ci libereremo dalla concezione illusoria di essere il corpo. Anche quando proviamo attrazione verso le divinità inferiori o altre forme di religione, è sempre Krishna che ci permette di soddisfare il nostro desiderio e ci guida verso questa via. Seguendo queste altre vie però, non ci si libera dalla condizione di nascite e morti, anzi, ne rimaniamo sempre più incatenati.
7 KRISHNA VIVE A VAIKUNTHA
“Medito dunque su di Lui, Sri Krishna, che è la Verità Assoluta, eternamente vivente nel Suo regno trascendentale, per sempre libero dalle illusorie manifestazioni del mondo materiale”.
Krishna è eterno, altrimenti come potrebbe essere Dio ?
La Sua residenza è situata al di la' del maha-tattva ,dopo le 10 coperture dell’universo. Krishna abita eternamente in un pianeta chiamato Goloka Vrindavana: è da qui che dirige tutto il creato. Grazie alla Sua potenza non ha bisogno di abbandonare la Sua eterna dimora per svolgere le altre attività, ma invia delle Sue manifestazioni plenarie o le Sue energie.
Al di la' di questo mondo materiale è situato il Brahmajyoti e, immersi in questo sfolgorio, si trovano i pianeti Vaikuntha. Questi pianeti sono eterni, non hanno niente a che fare con la creazione e o la distruzione del mondo materiale. Come sappiamo, i pianeti Vaikuntha sono i tre quarti dell’intera creazione, ed è qui che risiede la maggioranza delle anime. Questa anime però sono differenti da quelle che abitano il mondo materiale, infatti vengono dette nitya mukta, ossia eternamente liberate; mentre invece le anime condizionate sono dette nitya baddha. Tutto ciò che osserviamo in questo mondo, non è altro che una distorsione di ciò che esiste nel mondo spirituale. Su questi pianeti abitano tutti i devoti del Signore, tutti gli avatara e tutte le Sue altre manifestazioni. L’unico scopo di chi vive su questi pianeti è soddisfare Dio la Persona Suprema, traendo da questo servizio una fonte illimitata di piacere, tanto da considerare superficiale il piacere sessuale.
Quando il nostro amore per Dio viene contaminato dalla passione, si tramuta in lussuria. Quando questa lussuria non è appagata, genera rabbia. Dalla rabbia nasce l’illusione, che ci fa identificare col corpo. Questa falsa identificazione è la causa delle infinite trasmigrazioni da un corpo all’altro. A causa di questi passaggi di corpo dobbiamo soffrire in condizioni abominevoli (in effetti tutto in questo mondo materiale può essere considerato abominevole).
Gli abitanti di Vaikuntha sono tutti puri devoti, e sono costantemente immersi in un sentimento di amore puro verso Krishna. Non c’è la minima traccia di lussuria nei loro sentimenti, poiché provano un piacere superiore, e vedono con disgusto il piacere dei sensi tipico del mondo materiale. In questo mondo materiale, il piacere più alto che si possa sperimentare è quello della gratificazione sessuale, ma dobbiamo capire che questo piacere è soltanto una distorsione del puro ed eterno amore per Krishna. Questo amore è infinitamente più piacevole di quello sessuale, poiché ne è l’origine.
Una volta capito tutto questo, il nostro compito è quello di praticare la coscienza di Krishna così come ci è stata data da Srila Prabhupada, poiché è veramente l’unico metodo efficace per risvegliare il nostro latente amore per Krishna, Dio, la Persona Suprema.
Risvegliando il nostro amore per Krishna ci qualificheremo per raggiungere i pianeti Vaikuntha, dove non esiste alcun tipo di sofferenza. Una volta arrivati la', non torneremo mai più in questo mondo di sofferenza, a meno che non siamo noi stessi a desiderarlo.
Grazie,
Andrea.m
(Fine)
|
 |
|
Andrea.m
Moderatore
   
Emilia Romagna
147 Messaggi |
Inserito il - 11/01/2006 : 14:50:00
|
caro francis,
no non farò tutto il bhagavatam, anche perchè i versi sono stati tutti spiegati molto chiaramente da Sua Divina Grazia Srila Prabhupada.
ho trattato il primo verso perchè esprime dei concetti fondamentali, e il mio intento voleva essere quello di analizzare questi concetti secondo il punto di vista delle altre scritture rivelate, e di raccogliere tutte le spiegazioni di Srila Prabhupada a proposito di questi concetti, in un unico articolo.
vale la stessa cosa per la preghiera di Siva, mi sembrava interessante e ho cercato di analizzarla approfonditamente.
in realtà ogni verso del Bhagavatam è importante, ma per ovvi motivi, mi limito ad approfondire quelli che mi sembrano più significativi.
inoltre, hai idea di quanti sono tutti i versi del Bhagavatam....? 
grazie.
|
 |
|
Francis
Utente Master
    
Lazio
257 Messaggi |
Inserito il - 11/01/2006 : 18:48:53
|
Si, so che è molto lungo.. ecco perchè chiedevo... |
 |
|
|
Discussione  |
|
|
|