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 Il maestro spirituale
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Andrea.m
Moderatore


Emilia Romagna


147 Messaggi

Inserito il - 22/09/2005 : 22:59:40  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna a tutti, nel corso di questo articolo saranno sviluppati quattro argomenti fondamentali riguardanti il maestro spirituale:

1) Chi è il maestro spirituale autentico ?
2) Quali sono le sue caratteristiche ?
3) Perché è importante ascoltare il messaggio di Krsna da una fonte qualificata ? E perché per avere successo nel progresso spirituale dobbiamo abbandonarci al puro devoto ?
4) Quale atteggiamento deve assumere un devoto nei confronti del maestro spirituale per trarre il pieno beneficio dai suoi insegnamenti ?


1) CHI E’ UN MAESTRO SPIRITUALE AUTENTICO ?

Il maestro spirituale è un’anima realizzata che ha il potere di guidare gli uomini sul sentiero della realizzazione spirituale e liberarli così dal ciclo di nascite e morti ripetute.
Per essere autentico deve inoltre appartenere ad una successione spirituale che risale a Dio, e trasmettere il Suo messaggio senza alterarazioni.

Egli mostra a tutti come seguire la via del Signore, e la sua vita è l’esempio stesso del suo insegnamento.

Esistono quattro linee di successione (sampradaya) di devoti che adorano il Signore: la Brahma sampradaya, la Rudra sampradaya, la Sri sampradaya e la Kumara sampradaya, che discendono rispettivamente da Brahma, da Siva, da Laksmidevi e da Sanat Kumara.

Tutte queste sampradaya sono impegnate nel servizio di devozione a Krishna, e tutte affermano che Egli è la suprema personalità di Dio.
Nel movimento per la coscienza di Krishna, il maestro spirituale di riferimento è Bhaktivedanta Swami Prabhupada, che appartiene alla catena disciplica Brahma (gaudiya) sampradaya.


2) QUALI SONO LE SUE CARATTERISTICHE ?

Come si legge nel Nettare della Devozione, se al puro devoto viene accordato di impegnarsi ininterrottamente nel servizio di devozione, giorno dopo giorno, egli è soddisfatto e non desidera nient’altro.
Il puro devoto non è affascinato dalle perfezioni mistiche, poiché la felicita' nata in lui con la pratica del servizio devozionale a Krishna è così sublime da superare tutte le altre forme di felicità.

Il puro devoto non pensa mai di essere elevato, ma pensa sempre che gli altri siano piu' elevati di lui.

Un vero maestro spirituale non deve perdere tempo nella lettura di numerose opere, solo per fare sfoggio della sua erudizione, o per farsi un nome; non è interessato a costruire numerosi templi, infatti succede spesso che numerosi guru, privi delle qualità richieste, avvicinino personaggi ricchi o famosi, solo per fare uso del loro denaro, approfittando di questo lusso senza poi effettuare nessun tipo di predica rilevante: il puro devoto si distingue da questi falsi guru, poiché al contrario di essi, prima di accettare un discepolo, valuterà molto seriamente le intenzioni di quest’ultimo.
Si assicurerà innanzitutto che sia veramente desideroso di avanzare.

Tuttavia, poiche' è impossibile espandere la coscienza di Krishna senza aumentare i discepoli, i maestri spirituali appartenenti alla successione di Sri Caitanya Mahaprabhu, si assumeranno talvolta il rischio di accettare un candidato non ancora pronto, che potra' poi diventerà pienamente qualificato, grazie alla misericordia del maestro spirituale.

Questo è confermato anche dalla Bhagavad-Gita (4.29): i puri devoti del Signore sono più benevoli del Signore Stesso, perché comprendono i Suoi piani. Perciò essi affrontano ogni rischio pur di avvicinare gli ignoranti ed impegnarli nelle attività della coscienza di Krishna.
Tuttavia, questi maestri sono ben differenti dai falsi guru, infatti nonostante abbiano tanti discepoli, non cadono dalla loro posizione, al contrario dei falsi guru che, aspirando ad un numero sempre maggiore di discepoli esclusivamente per una questione di prestigio, e per godere di onori immeritati, cadono.

Al contrario di questi guru, occupati solo a imbrogliare i discepoli, l’occupazione del maestro spirituale autentico è quella di predicare (ne è un grande esempio Sri Caitanya Mahaprabhu), e di pubblicare opere di spiritualità.

I puri devoti, che si impegnano veramente nel servizio devozionale, sono sempre molto attenti, e non si inorgogliscono per il servizio che offrono al Signore.


Grazie,

Andrea.m

(continua)

Andrea.m
Moderatore


Emilia Romagna


147 Messaggi

Inserito il - 24/09/2005 : 00:00:28  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna, continuiamo a parlare delle caratteristiche di un maestro spirituale (parte 2).

Per intraprendere la vita spirituale, sono necessarie due cose: la misericordia del Signore supremo, e quella del maestro spirituale.
Quest’ultimo in realtà diffonde la misericordia di Dio.
Infatti nella Bhagavad-Gita (7.17) Krishna dice: “Tra tutti [i 4 tipi di uomini che si avvicinano a Me], colui che ha la conoscenza perfetta ed è sempre impegnato nel puro servizio devozionale, è il migliore. Io gli sono molto caro e lui è molto caro a Me.”

E ancora: "Tutti questi devoti sono certamente grandi anime, ma io considero come Me Stesso solo colui che Mi conosce veramente. Assorto nel mio servizio trascendentale, tale devoto senza dubbio raggiunge Me, la destinazione più alta e perfetta”. (B.G. 7.18)

Inoltre nello Srimad Bhagavatam (9.4.68) Il Signore dice: ”I Miei devoti, Io li porto sempre nel cuore, ed essi portano sempre Me nel loro cuore. Come loro non conoscono altri che Me, così io non posso mai dimenticarmi di loro. La relazione che Mi unisce ai puri devoti è la più intima. Situati fermamente nella conoscenza, essi non perdono mai il legame che li unisce a Me, perciò mi sono molto cari”.

Da questi versi si capisce come il puro devoto sia molto caro a Krishna, e Krishna non esiterà ad essere misericordioso con noi, se riusciremo ad abbandonarci ad un puro devoto.

Un’altra caratteristica del puro devoto, è che non avvicina il Signore per trarne qualche beneficio materiale, ma al contrario aspira sempre a gustare i divertimenti coniugali di Radha e Krsna.
Il maestro spirituale non dirà mai: io sono Dio, io posso darti la misericordia, ma dirà: io sono un servitore di Dio e porto la Sua misericordia.

Inoltre, per verificare l’autenticità di un guru, esistono 2 prove: la prima è quella dell’ansietà; se il guru è autentico, allora seguendo scrupolosamente i suoi insegnamenti, diventeremo liberi dall’ansia che ci affligge. Questo metodo è pratico ed efficace.

La seconda prova è che egli è sempre impegnato nel canto, nella glorificazione di Sri Caitanya Mahaprabhu, perché questo è il rimedio per tutte le calamità.

Come conferma la Bhagavad-Gita (7.3), coloro che conoscono veramente Krishna sono molto pochi e Krishna si rivela a loro perché essi sono sempre impegnati nella Sua glorificazione.
Quindi è inutile cercare un guru alla moda o a buon mercato, sarà solo una perdita di tempo.
Non dobbiamo fidarci di una persona solo perché è famosa o perché è ricca, se vogliamo un guru autentico, dobbiamo preoccuparci che stia diffondendo il messaggio di Dio e che con la sua conoscenza perfetta e inalterata sia in grado di liberarci dall’ansia.

Un’altra caratteristica del puro devoto è che se ad esempio vede un albero, egli dimentica la forma dell’albero, perché in esso vede l’energia di Krsna. E non appena vede l’energia di Krsna, vede anche Krsna. Per un devoto perfetto tutto è spirituale.

Lo scopo del guru è quello di volgere gli sguardi delle anime condizionate verso Krsna. Questo è il suo solo interesse.

Inoltre, nella spiegazione del verso 4.22 della Bhagavad-Gita è detto che, praticando la coscienza di Krsna, il devoto di primo ordine non lascia mai che il suo servizio venga ostacolato ed è pronto a fare qualsiasi cosa e in qualunque condizione per servire Krishna, senza lasciarsi turbare dalle dualità di questo mondo materiale.

"La persona pienamente cosciente di Krsna è sicura di raggiungere il regno spirituale grazie alle sue attività spirituali". (B.G. 4.24)

"Chi è diventato perfetto nella pratica del servizio di devozione gode in se stesso di questa conoscenza nel corso del tempo". (B.G. 4.38)

“I saggi dissero: o venerabile Suta Gosvami, tu sei totalmente libero da ogni vizio e possiedi la conoscenza di tutti i testi spirituali, compresi i Purana e i racconti storici, perché li hai studiati adeguatamente da un maestro qualificato e li hai spiegati tu stesso”. (S.B. 1.1.6)

In questo verso risulta chiaro che un gosvami, per essere tale, deve essere libero da ogni tipo di vizio, altrimenti non ha nessun diritto di sedersi sul vyasasana. I 4 vizi principali di questa epoca di discordia sono: il gioco di azzardo, il sesso illecito, gli intossicanti e l’abbattimento di animali.
Inoltre deve possedere la conoscenza di tutte le scritture rivelate, e per assimilare gli insegnamenti di questi testi bisogna ascoltarli e spiegarli.

I puri devoti sono anime completamente sottomesse al signore, perché hanno compreso che dio è il proprietario supremo e tutti gli esseri sono suoi servitori. (S.B. 1.5.29)

Il puro devoto è indifferente di fronte agli svantaggi e ai vantaggi di questo mondo, perciò non desidera mai reagire contro coloro che lo diffamano, lo maledicono e lo disprezzano. Egli non da' nessuna importanza a questi attacchi, quando sono diretti alla sua persona, ma quando sono diretti a Krishna, allora reagisce con forza. (S.B. 1.18.48)

Qualsiasi potere abbia un puro devoto, lo utilizza soltanto per il servizio al Signore a ai Suoi devoti.

I puri devoti non tentano di fermare artificialmente i loro sensi, infatti per natura noi dobbiamo continuamente agire, e anche l’anima è sempre dinamica, per questo è impossibile bloccare le attività dei sensi. Percio' i puri devoti, sapendo di dover in ogni caso agire, preferiscono impiegare le attività dei sensi nella coscienza di Krsna. (S.B. 1.10.23)

Il puro devoto vede in ogni circostanza una benedizione in cui si manifesta la volontà del Signore. Sa che la prosperità materiale è uno stato di febbre che incatena l’anima condizionata a questo mondo, ma grazie al Signore, il devoto può ritrovare la salute spirituale. (S.B. 1.6.10)


Grazie,

Andrea.m

(continua)
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lorettacenni
Utente Medio


Emilia Romagna


23 Messaggi

Inserito il - 25/09/2005 : 08:10:08  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna Andrea, ti prego di accettare i miei piu' umili omaggi, tutte le glorie a Srila Prabhupada.
Grazie per gli argomenti che esponi, che sono di particolare importanza, sono contenta di vedere che la tua comprensione e conoscenza sono veramente buone, complimenti e a presto !

Tua servitrice in coscienza di Krishna,

Loretta

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Andrea.m
Moderatore


Emilia Romagna


147 Messaggi

Inserito il - 25/09/2005 : 11:40:02  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna, continuiamo a parlare delle caratteristiche di un maestro spirituale (parte 3).

Il maestro spirituale conosce perfettamente l’arte di impiegare tutto nella glorificazione del Signore, e sotto la sua guida l’intero universo può trasformarsi nel regno spirituale. (S.B. 1.5.23)

Il puro devoto è libero da ogni colpa. Infatti il signore può essere servito in modo puro solo da un’anima libera da ogni contaminazione materiale. (S.B. 1.5.25)

Il puro servizio devozionale è fonte di una felicità così grande che il devoto perde ogni interesse per i piaceri materiali. È proprio questo distacco, l’indice del nostro avanzamento verso la perfezione del bhakti yoga.
Se un maestro non dimostra questo distacco, con l’esempio, allora non può essere considerato qualificato. (S.B 1.5.29)

I puri devoti sono molto vicini al Signore, e quando vengono per salvare l’umanità dai pericoli dell’ateismo prendono il nome di figli, compagni, o servitori del Signore; ma nessuno di loro pretende di essere Dio. Questa è una bestemmia di cui sono capaci solo gli asura (i demoni), e i loro seguaci non esitano ad accettarli come incarnazioni di Dio. I testi sacri danno un’ampia descrizione delle manifestazioni di Dio, e nessuno dovrebbe essere accettato come Dio se non corrisponde a queste descrizioni. (S.B. 1.2.16)

Il vero maestro spirituale ha il potere di guidare il discepolo, qualunque sia il suo livello. Persino un candala (mangiatore di carne) puo’ essere elevato al piano del servizio di devozione grazie ad un tale maestro spirituale. (S.B. 1.2.24)

I mahatma, i puri devoti, sono sempre sotto l’influenza della potenza interna del signore, e ciò si rivela dall’impegno con cui essi servono il Signore. (S.B. 1.2.29)

I puri devoti diffondono la conoscenza trascendentale del servizio di devozione in modo imparziale, per loro non vi è amico o nemico, saggio o ignaro: essi vedono che la maggior parte degli uomini spreca il tempo in attività sensuali illusorie, e quindi cercano di condurre questa massa ignorante verso Dio. Grazie ai loro sforzi, anche il piu' caduto degli uomini può ritornare a Dio.
Accettando l’iniziazione da questi puri devoti, ogni uomo si eleverà sulla via della realizzazione spirituale. (S.B. 1.5.24)

Il puro devoto non lascia mai che il suo servizio venga ostacolato, ma è pronto a fare qualunque cosa in qualsiasi condizione pur di servire Krishna, senza lasciarsi turbare dalle dualità di questo mondo materiale. Inoltre egli rimane sempre risoluto, sia nel successo che nel fallimento. Ogni sua azione diventa così un sacrificio, perché sacrificio significa agire per la soddisfazione di Krishna. Le conseguenza di queste azioni si fondono nella trascendenza, e non legano più il loro autore. (B.G. 4.22-23)

I puri devoti del Signore non si preoccupano affatto del momento o del modo in cui lasceranno il corpo. Si affidano completamente a Krishna e in questo modo tornano a Lui facilmente e gioiosamente. (B.G. 8.23)

Niente distrae l’attenzione del mahatma, niente l’attira se non Krsna, perché con certezza assoluta il mahatma riconosce in Krishna la persona originale e suprema, la causa di tutte le cause, senza possibilità di dubbio.
Un mahatma si forma a contatto con altri mahatma, puri devoti di Krishna: essi non sono attratti neanche dalle altre forme del Signore, come per esempi quella di Maha-Vishnu, e tanto meno da quelle degli esseri celesti o degli uomini.
Sono affascinati solo dalla forma a due braccia di Krishna, meditano solo su di Lui e Lo servono con una costanza infallibile, nella coscienza di Krishna. (B.G. 9.13)

Il mahatma si impegna costantemente in varie attività devozionali, tutte descritte nello Srimad Bhagavatam, in particolare l’ascolto e il canto delle glorie di Krishna, senza mai dimenticarLo.
Il mahatma è fermamente determinato a raggiungere il fine ultimo, la compagnia del Signore in uno dei 5 rasa trascendentali, e a questo scopo dedica tutto se' stesso. (B.G. 9.14)

Il puro devoto non deve preoccuparsi delle necessità della vita, perché appena si sono allontanate le tenebre dal suo cuore, il Signore che è soddisfatto del suo amore e del suo servizio, provvede subito a tutti i suoi bisogni.
Dal momento che il Signore si prende cura di lui, il puro devoto non deve più fare sforzi materiali per le sue necessità. (B.G. 10.11)


Grazie,

Andrea.m


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Andrea.m
Moderatore


Emilia Romagna


147 Messaggi

Inserito il - 29/09/2005 : 00:48:02  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna, continuiamo a parlare delle caratteristiche di un maestro spirituale (parte 4).


3) PERCHE’ E’ IMPORTANTE ASCOLTARE IL MESSAGGIO DI KRISHNA DA UNA FONTE QUALIFICATA ? PERCHE’ PER AVERE SUCCESSO NEL PROGRESSO SPIRITUALE DOBBIAMO ABBANDONARCI AL PURO DEVOTO?

4) QUALE ATTEGGIAMENTO DEVE ASSUMERE UN DEVOTO NEI CONFRONTI DEL MAESTRO SPIRITUALE PER TRARRE IL PIENO BENEFICIIO DAI SUOI INSEGNAMENTI?

Può accadere che un discepolo segua l’insegnamento del suo maestro spirituale, e che questo differisca leggermente da quello di un altro maestro spirituale, questa differenza però, è solo marginale. Bisogna inoltre considerare sempre le circostanza di luogo e di tempo.
Nonostante questa lieve differenza accettare un maestro spirituale è essenziale sotto tutti i punti di vista.

Srila Rupa Gosvami ci da inoltre una serie di 10 regole da seguire, di cui le prime 5 si riferiscono al maestro spirituale, e le prime 3 sono le più importanti:
1) Prendere rifugio ai piedi di loto di un maestro autentico.
2) Ricevere da lui l’iniziazione spirituale e imparare sotto la sua direzione la pratica del servizio devozionale.
3) Sottomettersi alle sue istruzioni con fede e devozione.
4) Seguire le orme di grandi acarya sotto la sua guida
5) Rivolgergli domande sul modo di progredire nella coscienza di Krishna.

Dallo Srimad Bhagavatam (11.3.21), abbiamo ulteriori informazioni sull’importanza del maestro spirituale:
“[...] Chiunque desideri veramente raggiungere la vera felicità deve cercare un maestro spirituale autentico e prendere rifugio in lui mediante l’iniziazione. Per essere qualificato, tale maestro deve avere realizzato la conclusione delle scritture con mature riflessioni e giusti ragionamenti, e deve essere capace di convincere gli altri di questa conclusione.[...] Ognuno deve cercare tale maestro spirituale per portare a termine la propria missione di uomo.”

Il significato di questo verso è che nessuno deve accettare come maestro uno stolto, che non agisce in accordo con gli insegnamenti delle scritture e che ha un carattere equivoco, che non segue i principi della devozione o che non ha controllato i sensi.
Invece, chi ha la fortuna di incontrare un vero maestro spirituale, camminerà con passo sicuro verso la via della liberazione.

"[...] Il discepolo non deve limitarsi a considerare il suo maestro come una guida, ma deve anche sapere che egli rappresenta il Signore, deve vedere Dio in lui, perché il maestro spirituale è la manifestazione esterna di Krishna, come confermano le scritture [...]".

Inoltre il discepolo deve avere per il suo maestro grande rispetto e venerazione, e il suo atteggiamento deve essere quello di soddisfarlo. Solo allora gli sarà facile accedere alla conoscenza trascendentale.
Rupa Gosvami aggiunge: ogni cosa si rivela facilmente a chi possiede una ferma fede in Dio e nel maestro spirituale.

Nello Srimad Bhagavatam 11.12.17 Krishna dice: “Caro Uddhava, non si deve solo vedere il maestro spirituale come un Mio rappresentante, bensì riconoscere in lui la Mia persona. Non si deve mai vedere in lui un uomo ordinario e invidiarlo o mancargli di rispetto, poiché chiunque lo serva, automaticamente serve tutti gli esseri celesti”.

Inoltre la brahma-yamala avverte: “Chi si atteggia a grande devoto, ma rifiuta di seguire le autorità in materia di scritture rivelate, non riuscirà a progredire sulla via del servizio devozionale. Non farà che creare confusione tra coloro che aspirano sinceramente al servizio devozionale.”
Queste persone, chiamate sahajiya, sono coloro che prendono alla leggera il servizio di devozione; essi obbediscono solo alle loro speculazioni mentali, e trascurano l’insegnamento delle scritture, intralciando la giusta pratica.

Nell'adi-purana Krishna dice: ”Sappi o Arjuna, che chi dice di essere Mio devoto, non lo è affatto. Solo chi dice di essere il devoto del Mio devoto è veramente Mio devoto”.

Da questa frase si può capire che nessuno può avvicinare direttamente Dio senza la mediazione dei Suoi devoti. Perciò, il primo dovere di un vaisnava, è quello di accettare tra i devoti un maestro spirituale e servirlo.

Grazie,

Andrea.m

(continua)
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Andrea.m
Moderatore


Emilia Romagna


147 Messaggi

Inserito il - 30/09/2005 : 23:22:32  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare delle caratteristiche di un maestro spirituale (parte 5).

Lo Srimad Bhagavatam deve essere ricevuto attraverso una successione ininterrotta di maestri spirituali.
Un frutto maturo colto sulla cima di un albero, non rischierà di ammaccarsi se è passato con cura da una mano all’altra fino a terra. Similmente il Bhagavatam, quando è trasmesso da una successione di maestri qualificati, resta intatto.
Questo è il solo modo corretto di ricevere la conoscenza spirituale.
Anche il Signore Caitanya lo conferma: lo Srimad Bhagavatam dev'essere ricevuto da una persona bhagavata, cioè in relazione al supremo.

Noi tutti siamo molto orgogliosi dei nostri due piccoli occhi, e gonfi di orgoglio siamo sempre entusiasti di vedere tutto grazie ad essi. Non sappiamo però che tutto ciò che vediamo grazie ad essi, è coperto dall’oscurità dell’ignoranza, e quindi frainteso.
I nostri occhi possono assumere la conoscenza soltanto in condizioni favorevoli particolari. Non possono vedere gli oggetti troppo lontani, o quelli troppo vicini, e non possono penetrare l’oscurità. Quindi siamo orgogliosi dei nostri occhi solo grazie ad alcune condizioni favorevoli create dalla natura materiale.
Altrimenti, non siamo in grado di vedere la realtà nella giusta prospettiva.

Questa situazione, è simile a quella di un gruppo di ciechi che incontrano un elefante e cercano di descriverlo l’uno agli altri.
Per il cieco che tocca la proboscide, al suo tatto sembrerà un grosso serpente, quello che toccherà le zampe, le scambierà per colonne, e così nessuno riuscirà a capire che si tratta di un elefante.
Quindi, solo se qualcuno porta la luce nell’oscurità, è veramente possibile vedere le cose come stanno.

La luce della conoscenza è accesa dai nostri precettori, e noi siamo in grado di vedere attraverso l’oscurità solo grazie alla loro misericordia.
Possiamo avanzare sulla via della conoscenza progressiva, soltanto con l’aiuto di tali precettori, dai quali raccogliamo l’esperienza mediante un ascolto sottomesso.
E se intendiamo spingerci oltre, e acquisire la conoscenza trascendentale, dobbiamo prima di tutto cercare dei precettori trascendentali qualificati che possono guidarci su questo sentiero.

Infatti, in qualsiasi campo, per raggiungere il successo è necessario stabilire una relazione con un maestro in quell’area specifica.
Questo metodo di avvicinarsi ad un maestro spirituale, è una verità eterna, nessuno può violare questa regola eterna.
Il procedimento dell’iniziazione, inizia nel momento in cui stabiliamo la nostra relazione trascendentale con il maestro spirituale.

Le Upanisad ci intimano di avvicinare questo maestro con rispetto e venerazione. Un discepolo non può disobbedire agli ordini del maestro spirituale. Questa è la relazione tra il discepolo e il maestro.

Si deve attingere alla conoscenza solo da una fonte qualificata.
La gente sciocca, che non appartiene ad una successione autentica di maestri spirituali, commette gravi errori quando tenta di capire il mistero del più alto tra i rasa trascendentali (la danza rasa di Krishna con le gopi), senza seguire le tracce di Sukadeva Gosvami. Bisogna dunque essere abbastanza intelligenti da riconoscere allo Srimad Bhagavatam il suo giusto valore, e quindi ascoltarlo da un reale rappresentante di Sukadeva Gosvami.

Non è possibile pensare di trarre vantaggio dal Bhagavatam narrato da recitatori a pagamento.
Essi desiderano solo assicurarsi da vivere, e lo dimostra il fatto che per appagare il desiderio delle masse a cui recitano, saltano tutti i primi 9 canti, per narrare subito le avventure del 10°, ignorando del tutto il metodo graduale che permette di cogliere li significato profondo dell’opera.

Questi imbroglioni interpretano male la parte confidenziale del 10° Canto e così, alcune persone, considerano questi divertimenti come immorali. Nessuno di loro prova il minimo desiderio di seguire gli insegnamenti delle autorità in materia, come Sukadeva Gosvami.

Chi desidera seriamente approfondire lo studio del rasa dovrà ricevere il messaggio dello Srimad Bhagavatam da un rappresentante autentico di Sukadeva Gosvami nella successione di maestri spirituali, poiché essi lo narrano dal suo inizio, e senza speculazioni, non in modo capriccioso, atto a soddisfare le menti materialistiche. (S.B. 1.1.3)


La persona bhagavata non è un professionista che si guadagna la vita recitando il bhagavatam, bensì un rappresentante di Sukadeva, che predica il servizio di devozione per il bene di tutti gli uomini.
Il neofita però prova ben poco interesse per gli insegnamenti delle autorità in campo spirituale e non è raro che preferisca ascoltare un qualsiasi narratore fingendo di essere un ascoltatore sincero, mentre in realtà ricerca solo la soddisfazione dei sensi.

Questo genere di ascolto rovina tutto.

Gli insegnamenti di Dio sono senza dubbio trascendentali, tuttavia bisogna evitare di riceverli da un narratore di professione, che li contamina, come il serpente avvelena il latte semplicemente toccandolo con la lingua. (S.B. 1.2.12)

Il devoto che desidera sinceramente ritornare a Dio mostra tanto rispetto ai Suoi servitori quanto al Signore Stesso.
Mettendosi al servizio di un servitore di Dio, si può soddisfare il Signore ancor più che servendoLo direttamente.
Il Signore infatti è più felice quando vede che i Suoi servitori sono rispettati, perché essi rischiano tutto per servirLo.

Servendo i servitori del Signore, si diventa qualificati per ascoltare le Sue glorie, e l’ardente desiderio di ascoltare ciò che lo riguarda è una delle prime qualità richieste al devoto per entrare nel regno di Dio. (S.B. 1.2.16)

Quando il Signore vede un devoto perfettamente sincero nella sua volontà di offrirsi al Suo trascendentale servizio e fortemente desideroso di ascoltare ciò che Lo riguarda, il Signore agisce dal suo cuore guidandolo, affinché possa tornare a Lui.
Infatti il Signore desidera riaverci nel Suo regno più di quanto non lo vogliamo noi stessi. (S.B. 1.2.17)

“Ascoltando regolarmente lo Srimad Bhagavatam e servendo i puri devoti del Signore, tutto ciò che turba il cuore è completamente distrutto, e il servizio di devozione al Signore supremo, glorificato con inni trascendentali, vi si stabilisce in modo irrevocabile”.

Questo è il modo per eliminare dal cuore tutti gli elementi sfavorevoli: rimanere a contatto con i bhagavata.
Ci sono 2 tipi di bhagavata: il libro bhagavata e la persona bhagavata.
La persona bhagavata ha valore quanto il libro bhagavata, perché la sua vita è vissuta secondo gli insegnamenti di questo libro. Essi non differiscono l’uno dall’altro, perché sono situati sul piano trascendentale.

La ragione umana non può comprendere come si possa progredire sulla via spirituale, servendo la persona o il libro bhagavata, ma Sri Naradadeva, grazie alla sua esperienza personale, chiarisce questo punto.
Infatti, nella sua vita precedente, egli era il figlio di una donna impegnata a servire i puri devoti del signore, e il figlio si trovò a contatto con loro. Semplicemente grazie alla loro compagna, e al prasadam che gli avevano offerto, questo bambino divenne il celebre devoto Sri Naradadava.

Ricercando con sincerità la compagnia dei bhagavata si è sicuri di acquisire facilmente la conoscenza trascendentale.
Il messaggio del libro bhagavata deve essere ricevuto dalla persona bhagavata, e l’unione di questi 2 bhagavata aiuterà il neofita a progredire sempre più verso la meta desiderata. (S.B. 1.2.18)

Grazie,

Andrea.m
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Andrea.m
Moderatore


Emilia Romagna


147 Messaggi

Inserito il - 02/10/2005 : 23:44:06  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare delle caratteristiche di un maestro spirituale (parte 6).

Il maestro spirituale può far divampare il fuoco spirituale dal legno che rappresenta l’essere individuale, trasmettendogli le istruzioni spirituali adeguate.

È dunque necessario avvicinare un maestro spirituale qualificato, e ascoltarlo con sottomissione.

Ecco ciò che distingue l’uomo dall’animale: l’uomo può ascoltare in modo intelligente, l’animale no. (S.B. 1.2.32)

Non serve a niente ricevere lo Srimad Bhagavatam dagli infedeli o dagli atei e recitatori di professione, che fanno di questa scienza un commercio per la massa degli uomini.
Srila Sukadeva Goswami non praticò mai un tale commercio per mantenere la sua famiglia, perciò il messaggio di questa grande opera deve essere ricevuto da un suo rappresentante autentico.

Per spiegare questo concetto, poniamo ancora una volta l’esempio del latte.
Il latte è certamente un alimento sano e nutriente, ma se viene toccato dalla lingua di un serpente, perde tutte le sue qualità, e può diventare persino causa di morte.
Così, coloro che non aderiscono alla disciplina vaisnava, dovrebbero guardarsi bene dal fare un commercio del racconto dello Srimad Bhagavatam, perché diventano causa di morte spirituale per tutti quelli che li ascoltano. (S.B. 1.3.41)

Tutti i messaggi spirituali devono essere ricevuti attraverso la successione di maestri spirituali.
Ogni altro metodo deteriora l’autenticità di questo messaggio. (S.B. 1.3.42)

La realizzazione personale non sta nello sforzo pretenzioso di superare l’acarya precedente con lo sfoggio della propria conoscenza, bensì nel riporre in lui una fiducia totale, e assimilare perfettamente il suo insegnamento, per poterlo trasmettere a sua volta secondo le circostanze.
Il messaggio del testo sacro deve essere mantenuto intatto, senza volerne estrarre qualche significato oscuro: ma si deve presentarlo in modo da facilitarne la comprensione e suscitare l’interesse di chi ascolta. (S.B. 1.4.1)

Gli pseudo narratori del Bhagavatam sono per lo più narratori di professione, e gli impersonalisti cosiddetti eruditi, sono incapaci di cogliere la natura trascendentale delle attività del Signore Supremo.
Questi impersonalisti attribuiscono generalmente al Bhagavatam un significato adatto alle loro teorie; i recitatori di professione invece passano immediatamente al 10° canto, spiegandolo in modo sbagliato.
Queste due categorie di oratori sono totalmente privi delle qualità richieste per trasmettere il Bhagavatam. (S.B. 1.4.2)

Chi ascolta deve essere sincero e desideroso di ascoltare, e chi parla deve appartenere alla linea di un acarya autentico.
Il messaggio trascendentale rimane incomprensibile agli uomini troppo assorti nella materia. Ma chi segue le istruzioni di un maestro spirituale autentico, gradualmente si purifica.
Bisogna dunque affidarsi a questa successione di maestri autentici, e ascoltare in modi sottomesso. (S.B. 1.1.13)

I puri devoti del Signore possiedono un potere superiore a quello delle acque sacre del Gange.
Prendere rifugio ai piedi di loto del Signore, significa prendere rifugio nei Suoi puri devoti.
A questi devoti si porta il rispetto che si offre al Signore Stesso.
Il discepolo sincero considera il suo maestro uguale al Signore Stesso. (S.B. 1.1.13)

Il processo che permette di raggiungere la perfezione spirituale si può riassumere come segue:

1) Si deve innanzitutto ricercare la compagnia dei puri devoti, che non sono solo esperti nello studio del Vedanta, ma sono anche anime realizzate, interamente dedite al servizio di devozione al Signore Supremo.

2) Sotto la loro guida, si deve impegnare senza riserve il corpo e la mente nel servizio di devozione.

Questo atteggiamento di servizio, indurrà maggiormente i mahatma a benedire il neofita con la loro grazia, che gli conferirà tutte le qualità spirituali dei puri devoti del Signore. (S.B. 1.5.34)

Per servire il Signore, dobbiamo agire sotto la guida di un maestro spirituale autentico, che agisce come intermediario trasparente tra il neofita e il Signore.
Il neofita infatti, non ha alcuna possibilità di avvicinare il Signore con i suoi mezzi materiali imperfetti, perciò deve essere istruito nella pratica del servizio devozionale, da un maestro qualificato.
Grazie a questa educazione, anche solo dopo pochi giorni la sua intelligenza si sarà fissata nella pratica di questo servizio sublime. (S.B. 1.6.23)

Senza libertà non c'e' possibilità di servizio devozionale.
La libertà votata al servizio del Signore in un abbandono totale non comporta affatto la schiavitù del devoto.
Al contrario, abbandonarsi al Signore attraverso l’intermediario trasparente del maestro spirituale, rappresenta la conquista della più grande libertà. (S.B. 1.6.37)


Grazie,

Andrea.m

(continua)
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Andrea.m
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Inserito il - 04/10/2005 : 00:15:32  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare delle caratteristiche di un maestro spirituale (parte 7).


Il Signore Si rivela gradualmente a chi possiede una fede incrollabile nel maestro spirituale e nella Sua Persona. (S.B. 1.5.39)

Il servizio offerto al Signore inizia con il servizio reso ai Suoi servitori autentici. Il Signore Stesso afferma che servire i Suoi devoti e' ancora piu' glorioso che servirLo direttamente.
Il Signore infatti acconsente a rivelarsi solo a chi serve un maestro spirituale autentico, e in proporzione al servizio offerto.

Senza possedere il controllo di se', senza essere disciplinati e perfettamente sottomessi, nessuno puo' seguire con successo gli insegnamenti del maestro spirituale, e senza riuscirvi nessuno può tornare a Dio.

Molti fattori possono ostacolare il nostro ingresso nel servizio di devozione, per esempio il contatto con gli pseudo-devoti, di cui dobbiamo diffidare.
Ma in compagnia di puri devoti, tutti questi ostacoli svaniscono e il discepolo si arricchisce delle loro qualità spirituali. (S.B. 1.5.23, 24 e 25)

Il desiderio di interrogare il maestro spirituale rappresenta un passo fondamentale sul sentiero del progresso spirituale ed è detto sad-dharma-priccha. (S.B. 1.6.2)

Il trascendentale servizio di devozione al Signore è la funzione naturale di ogni essere, ma a causa del contatto della materia, questo “istinto” si e' ora assopito.
Tuttavia, se l’essere ha la fortuna di venire a contatto con i puri devoti e ascoltare da loro le glorie del Signore, certamente comincerà a scorrere in lui il flusso del servizio di devozione.
Questo flusso non si arresta mai, cresce senza fine dissipando le influenze dell’ignoranza e della passione. (S.B. 1.5.28)

Non si può giudicare un saggio guardandolo, ma ascoltando le sue parole.
Si devono avvicinare i sadhu non per vederli, ma per ascoltare; e se non si è pronti ad ascoltare le loro parole, non si avrà alcun beneficio dalla loro presenza. (S.B. 1.4.6)

Se si ascolta da fonti autorizzate, ciò porterà rapidamente i suoi frutti, ma se si ascolta da narratori di professione, anche se sono stimati come grandi eruditi, ma non praticano il servizio di devozione, sarà solo una perdita di tempo.
Questi falsi maestri infatti, osano perfino interpretare i testi sacri secondo la moda, allo scopo di servire i loro interessi.
Dunque il primo passo sulla via della devozione consiste nel cercare un maestro veramente qualificato e nell’ascoltare da lui ciò che riguarda il Signore.
Tale ascolto è molto importante, poiché quando è perfetto e completo, tutte le altre attività nel servizio di devozione raggiungono la perfezione. (S.B. 1.8.36)

Lo studio dei Veda non è un passatempo per pensatori da poltrona, ma e' destinato a formare uomini perfetti.
Bisogna ascoltare la Bhagavad gita e lo srimad Bhagavatam da un devoto del Signore, perché soltanto un devoto può comprendere questi testi.
Questo è confermato anche dalla B.G. 4.2, 3 e 4.
La fede consiste nell’ascoltare queste opere da un devoto, invece che nel cercare le aride speculazioni mentali dei commentatori non qualificati. (B.G. 8.28)

Dio, la persona suprema, disse: "Mio caro Arjuna, poiché non sei invidioso di Me, ti rivelerò la conoscenza più confidenziale e la sua realizzazione, grazie alla quale sarai liberato dalle sofferenze dell’esistenza materiale.”
In questo verso, ha un particolare valore la parola sanscrita anasuyave, “al non invidioso”.
Di solito, i commentatori della Bhagavad Gita sono invidiosi di Krishna, e commentano questo testo in modo del tutto errato, perciò le loro osservazioni sono inutili.
Soltanto i commenti del puri devoti sono autorizzati, poiche' essi non invidiano il Signore, ne' alcun altro essere vivente. (B.G. 9.1)

Avere fede significa essere convinti dell’autorità di questa filosofia.
I devoti di terza classe non hanno fede, e tra loro, quelli che sono ufficialmente impegnati nel servizio di devozione, ma perseguono qualche scopo materiale, non possono raggiungere la perfezione della vita.

Questa fede si sviluppa solo a contatto con i puri devoti del Signore. (B.G. 9.3)

Se il devoto non migliora il suo comportamento nonostante la pratica del servizio di devozione, rivela una mancanza di costanza spirituale.
Naturalmente finche' il devoto non è abbastanza forte da respingere gli assalti di Maya, rischia eventuali cadute, ma l’importante è che riesca a ritornare sulla retta via, e non ricada nello stesso errore. (B.G. 9.30)

Coloro che non sono situati nella paramparà, non possono capire la Bhagavad Gita, e l’educazione accademica non sarà loro di alcun aiuto. Chi si vanta di questa educazione, continuerà a considerare Krishna come una persona comune, nonostante i Veda ci offrano innumerevoli prove del contrario. (B.G. 10.12-13)

Per compiere puramente il servizio di devozione, bisogna essere liberi ad ogni contaminazione materiale e dal desiderio per la compagnia di persone indesiderabili.
Quando si coltiva la coscienza di Krishna sotto queste condizioni ed in modo favorevole, si è situati nel puro servizio di devozione. (B.G. 11.55)

Senza dubbio, le attività svolte secondo i principi regolatori del bhakti yoga, sotto la guida di un maestro spirituale, ci aiuteranno ad elevarci al piano dell’amore per Dio e ci condurranno al Suo regno spirituale. (B.G. 12.9)

Il fatto di accettare un maestro spirituale autentico, è essenziale, perché senza le sue istruzioni non si può progredire nella scienza spirituale.
Si deve avvicinare il maestro con grande umiltà, pronti a servirlo in tutto, in modo che egli sia felice di accordare la sua benedizione al discepolo.
Poiché il maestro rappresenta Dio, la potenza delle sue benedizioni è tale da garantire al discepolo un progresso immediato. (B.G. 13.8-12)


Fine.
Tutte le glorie a Swami Prabhupada.

Grazie,

Andrea.m

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