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 Guida alla Coscienza di Krishna
 La reale ed eterna felicita' dell'anima
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Emilia Romagna


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Inserito il - 04/06/2005 : 08:37:14  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, parleremo della reale ed eterna felicita’ dell’anima.

Questo corpo a favore del quale cerchiamo di procurarci tanti piaceri dei sensi puo’ perire in ogni momento, l’anima invece e’ eterna.

L’anima non e’ mai distrutta, anche quando il corpo viene annientato. L’uomo intelligente dovrebbe preoccuparsi quindi della felicita’ dell’anima spirituale, non di quella del corpo.

Anche se ricevessimo un corpo dotato di una lunga durata di vita, come quello di Brahma o di altri grandi esseri celesti, dobbiamo sapere che anche questo corpo sara’ distrutto; l’uomo intelligente dovrebbe quindi preoccuparsi dell’anima spirituale imperitura.

Per salvarsi bisogna prendere rifugio in un puro devoto. Chi vuole salvarsi dagli attacchi della natura materiale, che sono dovuti alla presenza del corpo materiale, deve diventare cosciente di Krishna e cercare di capire perfettamente Krishna, com’e’ affermato nella Bhagavad Gita (4.9):

“Colui che conosce la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attivita’, o Arjuna, non dovra’ piu’ nascere in questo mondo materiale quando avra’ lasciato il corpo, ma raggiungera’ la Mia eterna dimora”.

Bisogna capire Krishna cosi’ com’e’, e questo si puo’ ottenere solo servendo un puro devoto.

Bisogna seguire le orme di grandi personalita’ nel campo spirituale come Prahlada Maharaja. Egli non voleva godere delle proprieta’ lasciate da suo padre, voleva invece diventare un servitore del servitore del Signore.

La civilta’ umana illusoria che si sforza eternamente di raggiungere la felicita’ attraverso il progresso materiale e’ rifiutata da Prahlada Maharaja e da coloro che seguono scrupolosamente le sue orme.

Esistono diversi tipi di opulenza materiale, tecnicamente noti come “bhukti”, “mukti” e “siddhi”.

Bhukti si riferisce a una posizione molto favorevole come quella degli esseri celesti sui pianeti planetari superiori, dove e’ possibile godere della gratificazione materiale dei sensi a livello piu’ elevato.

Mukti indica il sentimento di disgusto nei confronti del progresso materiale, e ci porta a desiderare di fonderci nel Supremo.

Siddhi indica la meditazione rigida, come quella degli yogi che vogliono ottenere le otto perfezioni.

Tutti coloro che desiderano fare qualche progresso materiale mediante la mukti, la bhukti o la siddhi riceveranno una punizione nel corso del tempo e tornerano alle attivita’ materiali.

Prahlada Maharaja non desiderava questi benefici, ma voleva soltanto impegnarsi come apprendista sotto la guida di un puro devoto.


Grazie,

Loretta

Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore


Emilia Romagna


185 Messaggi

Inserito il - 07/06/2005 : 09:23:26  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare della reale ed eterna felicita’ dell’anima. (Parte 2)

Nello Srimad Bhagavatam (7.9.25) Prahlada Maharaja Dice:

“In questo mondo materiale, ogni essere desidera avere qualche prospettiva di felicita’, ma tale felicita’ e’ esattamente come un miraggio nel deserto. Dov’e’ l’acqua nel deserto o, in altre parole, dov’e’ la felicita’ nel mondo materiale? E per quanto riguarda il corpo, qual’e’ il suo vero valore? E’ solo fonte di varie malattie. I cosiddetti filosofi, scienziati e politici lo sanno bene, eppure aspirano a ottenere una felicita’ temporanea. La felicita’ e’ molto difficile da raggiungere ma, incapaci come sono di controllare i sensi, essi inseguono la cosiddetta felicita’ del mondo materiale, senza arrivare mai alla giusta conclusione”.

C’e’ una canzone bengali che afferma: “Ho costruito questa casa per trovare la felicita’, ma purtroppo e’ scoppiato un incendio e ora tutto e’ stato ridotto in cenere“.

Questo esempio illustra la natura della felicita’ materiale. Ognuno lo sa, ma progetta comunque di ascoltare e di pensare a qualche cosa di molto piacevole.

Sfortunatamente, tutti i nostri piani sono distrutti nel corso del tempo. Molti politici nel passato hanno pianificato imperi, supremazia e controllo del mondo, ma a tempo debito tutti i loro piani e imperi, e anche gli stessi politici, sono stati annientati.

Tutti dovrebbero comprendere, con l’aiuto di Prahlada Maharaja, il modo in cui siamo impegnati nella cosiddetta felicita’ temporanea, relativa al piacere dei sensi.

Tutti noi elaboriamo progetti che sono invariabilmente frustrati. Bisogna dunque smettere di fare questi piani per il nostro beneficio.

Come non si puo’ spegnere un fuoco che divampa versandovi incessantemente del ghi (burro chiarificato), cosi’ non si puo’ trovare la soddisfazione intensificando i piani per il piacere dei sensi.

Questo fuoco ardente e’ la foresta in fiamme dell’esistenza materiale. La foresta prende fuoco automaticamente senza interventi esterni. Noi vogliamo essere felici nel mondo materiale, ma questo non sara’ mai possibile; alimenteremo soltanto il fuoco ardente dei desideri.

I nostri desideri non potranno mai essere soddisfatti da pensieri e progetti illusori; dobbiamo invece seguire le istruzioni di Sri Krishna, e allora saremo felici. Altrimenti nel nome della felicita’, continueremo a soffrire di queste miserabili condizioni.

Le istruzioni di Dio, la Persona Suprema, le riceviamo attraverso il maestro spirituale o da Krishna stesso. Il maestro spirituale non dev’essere mai considerato un uomo comune. Infatti nello Srimad Bhagavatam Narada Muni dice:

“Il maestro spirituale dev’essere considerato come il Signore supremo in persona perche’ ci trasmette la conoscenza trascendentale, allo scopo d’illuminarci. Per conseguenza, chi mantiene una concezione materiale e considera il maestro spirituale come un essere umano comune, non otterra’ mai il successo. La sua illuminazione e i suoi studi sulla conoscenza vedica sono simili al bagno di un elefante”.

E’ raccomandato di onorare il maestro spirituale considerandolo al medesimo livello di Dio, la Persona Suprema.


Grazie,

Loretta
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Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore


Emilia Romagna


185 Messaggi

Inserito il - 11/06/2005 : 02:02:59  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dell’argomento “La reale ed eterna felicita’ dell’anima” (Parte 3).

Krishna puo’ diventare la guida e il maestro spirituale di ogni persona che desideri seriamente ottenere la sua misericordia.

Il Signore invia il maestro spirituale per educare il devoto, e quando il devoto raggiunge una posizione elevata, il Signore agisce come maestro spirituale dall’interno.
Infatti nella Bhagavad gita (10.10) Krishna dice:

“A coloro che Mi servono e Mi adorano con amore e devozione do' l’intelligenza con la quale potranno venire a Me”.

Krishna non diventa il maestro spirituale diretto di chi non e’ stato perfettamente educato dal maestro spirituale, che e’ il Suo rappresentante.

Percio’ il maestro spirituale, che rappresenta il Signore, non dev’essere considerato un essere umano comune.

Il maestro spirituale rappresentativo non da' mai al suo discepolo una conoscenza falsa, ma solo la conoscenza perfetta. Percio’ egli e’ il rappresentante di Krishna.

Krishna nella forma del guru, del maestro spirituale, aiuta il Suo devoto dall’interno e dall’esterno. Dall’esterno aiuta il devoto nella forma del Suo rappresentante e dall’interno parla personalmente con il puro devoto e gli da' le istruzioni adatte per tornare a Dio, nella sua dimora originale.

A questo punto e’ molto facile capire che cercare di ottenere qualcosa che e’ temporaneo, cioe’ che e’ legato al corpo, non ci e’ di alcuna utilita’. Nonostante cio’ il corpo umano e’ molto importante, perche’ e’ l’unico mezzo che ci permette di purificare la nostra esistenza e tornare a casa, da Dio.

Nello Srimad Bhagavatam (7.15.41), Narada Muni dice:

“I trascendentalisti che sono avanzati nella conoscenza paragonano il corpo, che e’ dovuto alla volonta’ di Dio, la Persona Suprema, a un carro. I sensi sono come i cavalli; la mente, che controlla i sensi, e’ paragonata alle redini; gli oggetti dei sensi sono le destinazioni; l’intelligenza e’ l’auriga; e la coscienza, che e’ diffusa in tutto il corpo, e’ la causa della prigionia in questo mondo materiale”.

Per una persona confusa dalla vita materiale, il corpo, la mente e i sensi impegnati nella ricerca di gratificazione, sono la causa del legame al ciclo ripetuto di nascita, malattia, vecchiaia e morte.

Ma per una persona elevata nella conoscenza spirituale, lo stesso corpo, gli stessi sensi e la stessa mente sono causa di liberazione.

L’anima e’ il passeggero nel carro del corpo e il guidatore e’ l’intelligenza. La mente e’ la determinazione per raggiungere la meta, i sensi sono i cavalli, e anche gli oggetti dei sensi sono compresi in queste attivita’.

In questo modo e’ possibile raggiungere la destinazione, Vishnu, il fine supremo della vita.


Grazie,

Loretta


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Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore


Emilia Romagna


185 Messaggi

Inserito il - 14/06/2005 : 10:31:03  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dell’argomento “La reale ed eterna felicita’ dell’anima” (Parte 4).

Tutti noi pensiamo “sono questo corpo” oppure “questo e’ il mio corpo”, ma la realta’ e’ differente.

Dalle scritture vediche apprendiamo che il nostro corpo non e’ proprieta’ dell’anima individuale, ma e’ assegnato all’anima in base al suo karma. Il corpo che abbiamo ci e’ stato dato dal proprietario supremo.

La prakriti, la natura materiale, puo’ darci il corpo materiale, ma in quanto anime spirituali noi siamo frammenti di Dio, la persona suprema. L’essere individuale, essendo un frammento di Dio, non e’ un prodotto di questo mondo materiale. Per questa ragione il Signore e’ definito "la fonte originale di ogni cosa".

Nella Bhagavad Gita (9.10), Krishna lo conferma:

“o figlio di Kunti, questa natura materiale agisce sotto la mia direzione e produce tutti gli esseri, mobili e immobili”.

Le 8.400.000 diverse forme corporee sono macchine che l’anima individuale riceve. Cio’ e’ confermato da Krishna, nella Bhagavad Gita (18.61):

“Il Signore Supremo e’ situato nel cuore di ognuno, o Arjuna, e dirige l’errare di tutti gli esseri viventi che si trovano ciascuno come in una macchina, costituita di energia materiale”.

Il Signore, come Anima Suprema, risiede nel cuore di ogni essere e osserva i vari desideri dell’anima individuale. Il Signore e’ cosi’ misericordioso che concede all’essere vivente l’opportunita’ di godere della varieta’ di desideri in corpi adeguati, che non sono nient’altro che macchine.

Per esempio, noi possiamo prendere una casa in affitto e abitarci, ma in realta’ il proprietario e’ un altro. Similmente, noi riceviamo un certo tipo di corpo per poter godere di questo mondo materiale, ma il vero proprietario del corpo e’ Dio, la Persona Suprema.

Il Signore Supremo esiste in ogni luogo, all’interno e all’esterno di ogni cosa. Questo indica che possiamo trovare il Signore Supremo nel nostro stesso cuore.

Sono moltissimi gli yogi che cercano il Signore. Ma nemmeno i grandi yogi, esseri celesti, santi e saggi sono in grado di conoscere il Signore Supremo, ne’ riescono a capire il significato dei Suoi movimenti.

Che dire dunque dei comuni speculatori, come i cosiddetti filosofi di questo mondo materiale? Per loro e’ impossibile capirLo.

Dobbiamo dunque accettare le affermazioni del Signore, quando gentilmente appare per istruirci.

Dobbiamo soltanto accettare le parole di Sri Ramacandra, di Sri Krishna e di Sri Caitanya Mahaprabhu e seguire la via che essi hanno tracciato. Allora sara’ possibile per noi capire la ragione della loro discesa.

Se per la grazia del Signore riusciremo a comprenderLo, saremo immediatamente liberati, anche all’interno di questo corpo materiale. Il corpo materiale non avra’ piu’ alcuna fuzione, e qualunque attivita’ vi si svolga sara’ un’attivita’ cosciente di Krishna.

In questo modo e’ possibile lasciare il proprio corpo e tornare a Dio, nella nostra dimora originale.



Grazie,

Loretta






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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Emilia Romagna


185 Messaggi

Inserito il - 16/06/2005 : 22:56:38  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dell’argomento “La reale ed eterna felicita’ dell’anima” (Parte 5).

Nella Bhagavad gita e’ detto che e’ possibile vedere Dio, la Persona Suprema, con gli occhi della conoscenza.

Colui che apre gli occhi degli uomini alla conoscenza e’ definito maestro spirituale. Per questa ragione e’ nostro dovere offrire preghiere al maestro spirituale col seguente sloka (verso):

“Offro i miei rispettosi omaggi al mio maestro spirituale, che con la torcia della conoscenza ha aperto i miei occhi, resi ciechi dalle tenebre dell’ignoranza”.

Quando il discepolo si risveglia alla conoscenza dal suo stato d’ignoranza, puo’ vedere dappertutto Dio, la Persona Suprema, perche’ il Signore e’ veramente presente in ogni luogo.

Il Signore abita all’interno di questo universo, cosi’ come abita nel cuore di tutti gli esseri viventi, e anche in ogni atomo.

A causa della nostra conoscenza imperfetta non possiamo vedere Dio, ma un po’ di ponderatezza puo’ aiutarci a vedere che Dio e’ in ogni luogo. Per ottenere cio’ e’ necessaria un’educazione.

Con un minimo di riflessione anche la persona piu’ degradata puo’ percepire la presenza di Dio. Se noi consideriamo a chi appartengono il vasto oceano, le vaste distese di terra, se consideriamo lo spazio, gli innumerevoli Milioni di stelle e pianeti sospesi nel cielo, chi ha creato l’universo e a chi esso appartiene, arriveremo certamente alla conclusione che esiste un proprietario di tutto.

Quando sosteniamo il nostro diritto di proprieta’ su un certo pezzo di terra, sia come individui, sia come famiglia o nazione, dovremmo anche considerare in che modo ne siamo diventati i proprietari.

La terra esisteva gia’ prima che noi nascessimo, prima che noi venissimo sulla terra. Com’e’ diventata nostra proprieta’?

Queste riflessioni ci aiutano a capire che esiste un proprietario Supremo di ogni cosa: Dio, la Persona Suprema.

Il Signore Supremo e’ sempre sveglio. Allo stato condizionato noi dimentichiamo perche’ siamo soggetti al cambiamento di corpo, ma Egli ricorda il passato, il presente e il futuro di tutti gli esseri viventi. Infatti nella Bhagavad gita (4.1), il Signore afferma:

“Io ho trasmesso questa scienza di Dio, la Bhagavad gita, al deva del Sole, almeno quaranta milioni di anni fa”.

Quando Arjuna chiese a Krishna come potesse ricordare gli eventi accaduti tanto tempo prima, il Signore rispose che anche Arjuna esisteva a quel tempo.

Arjuna e’ infatti l’amico di Krishna, e dovunque Krishna vada, Arjuna lo accompagna. Ma la differenza che li separa e’ che Krishna ricorda ogni cosa mentre l’essere individuale, che e’ una particella infinitesimale del Signore Supremo come Arjuna, dimentica.

Percio’ e’ detto che la vigilanza del Signore non viene mai a meno.


Grazie,

Loretta
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Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore


Emilia Romagna


185 Messaggi

Inserito il - 19/06/2005 : 12:56:13  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dell’argomento “La reale ed eterna felicita’ dell’anima” (Parte 6).

Nella Bhagavad Gita (15.15), il Signore afferma:

“Sono nel cuore di ogni essere e da Me viene il ricordo, la conoscenza e l’oblio. Il fine di tutti i Veda e’ quello di conoscerMi. In verita’ Io sono Colui che ha composto il Vedanta e sono Colui che conosce i Veda”.

Dio, la Persona Suprema, nel Suo aspetto di Paramatma, e’ sempre presente nel cuore di tutti gli esseri e da Lui vengono la memoria, la conoscenza e l’oblio.

Srila Prabhupada ci da' un esempio molto appropriato, quello dei due uccelli amici che si trovano sullo stesso albero. Uno dei due uccelli mangia i frutti dell’albero, mentre l’altro si limita ad osservare.

Questo uccello che osserva e’ sempre presente come amico per l’uccello che mangia, e gli ricorda le cose che voleva fare.

Cosi’, se noi nella nostra vita quotidiana prendiamo in considerazione Dio, la Persona Suprema, possiamo vederLo, o almeno percepire la Sua presenza in ogni luogo.

La nostra impossibilita’ di vedere il Signore, non significa che Egli non possa vedere noi, ne' significa che Egli muoia quando la manifestazione cosmica e’ annientata.

A questo proposito si fa l’esempio dei raggi del sole che sono presenti quando e’ presente il sole; tuttavia il fatto che i raggi del sole non siano visibili o che noi non possiamo vedere il sole, non significa che il sole sia stato distrutto.

Il sole continua a esistere, ma noi non lo possiamo vedere. Similmente, nelle tenebre in cui ci troviamo a causa della nostra scarsa conoscenza non possiamo vedere Dio, la Persona Suprema.
Ma Egli e’ sempre presente ed osserva le nostre attivita’. In quanto Paramatma, Egli e’ il testimone e il consigliere. Per questa ragione, seguendo le istruzioni del maestro spirituale e studiando le scritture autorizzate possiamo capire che Dio e’ presente davanti a noi e che vede tutto, anche se noi siamo sprovvisti di occhi adatti per vedere Lui.

Sukadeva Gosvami, nello Srimad Bhagavatam (8.1.12) dice:

“Dio, la Persona Suprema, non ha ne’ inizio, ne’ fine, ne’ meta’. Non appartiene a una particolare persona o nazione. Non ha ne’ interno ne’ esterno. Le dualita’ presenti in questo mondo materiale, come l’inizio e la fine, il mio e il loro, sono completamente assenti nella persona del Signore Supremo. L’universo che emana da Lui e’ un altro aspetto del Signore. Percio’ il Signore Supremo e’ la verita’ suprema ed e’ completo nella Sua grandezza”.


Grazie,

Loretta
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Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore


Emilia Romagna


185 Messaggi

Inserito il - 22/06/2005 : 22:38:03  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dell’argomento “la reale ed eterna felicita’ dell’anima” (Parte 7).

Nello Srimad Bhagavatam (8.5.43), gli esseri celesti si rivolgono a Krishna con queste preghiere:

“Tutti gli uomini colti affermano che i cinque elementi, il tempo eterno, le attivita’ interessate, le tre influenze della natura materiale e le varieta’ prodotte da queste influenze sono tutte creazioni di yogamaya. Questo mondo materiale e’ quindi molto difficile da capire, ma coloro che sono molto colti l’hanno rifiutato. Possa Dio, la Persona Suprema, essere soddisfatto di noi”.

Nessuno puo’ capire come ogni cosa accada in questo mondo materiale secondo il piano di Dio, la Persona Suprema, e mediante le Sue energie materiali.

Come Krishna stesso afferma nella Bhagavad Gita (9.10):

“La natura materiale, che e’ una delle mie energie, agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, generando tutti gli esseri, mobili e immobili. Secondo le sue leggi questa manifestazione e’ creata e annientata in un ciclo senza fine”.

Questo verso spiega chiaramente che sebbene il Signore Supremo sia indipendente dalle attivita’ di questo mondo, Egli e’ la volonta’ Suprema, lo sfondo della manifestazione materiale, la cui direzione vera e propria e’ condotta dall’energia materiale.

Krishna dichiara inoltre, sempre nella Bhagavad Gita, di essere il padre di tutti gli esseri viventi, qualunque sia la loro forma o la loro specie. Come il padre pone nel grembo della madre il seme da cui nascera’ il bambino, cosi’ il Signore Supremo, con un semplice sguardo, introduce gli esseri condizionati nel grembo della natura materiale, da dove appariranno sotto svariate forme, in differenti specie, secondo le loro attivita’ e i loro desideri passati.

Questo universo e’ veramente difficile da capire, eppure i grandi saggi ci hanno consigliato, come anche Krishna consiglia, di considerare questo mondo materiale un luogo di sofferenza e di temporaneita’.

Bisogna lasciare questo mondo per tornare a Dio, nella nostra dimora originale.

Ci si potrebbe chiedere: “Se questo mondo materiale e le sue funzioni sono impossibili da capire, come possiamo respingerle ?”.

La risposta e’ che dobbiamo rifiutare questo mondo materiale perche’ esso e’ stato rifiutato da coloro che sono esperti nella conoscenza vedica.

Anche se non riusciamo a capire che cosa sia questo mondo materiale dovremmo essere pronti a rifiutarlo seguendo il consiglio di persone sagge, soprattutto i consigli di Krishna, infatti Egli dice (nella B.G. 8.15):

“Dopo averMi raggiunto, le grandi anime, yogi colmi di devozione, mai piu’ torneranno in questo mondo temporaneo e pieno di sofferenza poiche’ hanno ottenuto la perfezione piu’ alta”.

Si deve tornare a Dio, nella nostra dimora originale, perche’ questa e’ la piu’ alta perfezione della vita. Tornare a Dio, significa respingere questo mondo materiale.

Anche se non possiamo capire le funzioni di questo mondo materiale, e nemmeno comprendere se per noi sia un bene o un male, dobbiamo seguire il consiglio dell’autorita’ suprema al fine di tornare a Dio, nella nostra dimora originale.


Grazie,

Loretta
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Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore


Emilia Romagna


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Inserito il - 25/06/2005 : 10:12:49  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dell’argomento “La reale ed eterna felicita’ dell’anima” (Parte 8).

Sukadeva Gosvami nello Srimad Bhagavatam (8.5.48) dice:

“Le attivita’ dedicate a Dio, la Persona Suprema, anche se compiute in misura minima, non vanno mai perdute. Dio, la Persona Suprema, essendo il padre supremo e’ naturalmente molto affettuoso e sempre pronto ad agire per il bene degli esseri viventi”.

Inoltre nella Bhagavad Gita (2.40) il Signore Stesso afferma:

“In questo sforzo non vi e’ perdita o diminuzione, e un piccolo passo verso questa via ci protegge dalla paura piu’ temibile”.

L’azione compiuta nella coscienza di Krishna, cioe’ per soddisfare il Signore e senza altro desiderio, e’ la piu’ elevata attivita’ trascendentale.

Anche il minimo sforzo per far piacere a Krishna non e’ mai perduto. Sul piano materiale ogni impresa non portata a termine e’ un’insuccesso, ma sul piano spirituale, quello della coscienza di Krishna, la minima attivita’ genera benefici duraturi.

Percio’ colui che agisce nella coscienza di Krishna non e’ mai un perdente, anche se la sua opera rimane incompleta. Anche solo l’uno per cento fatto in coscienza di Krishna porta risultati permanenti, e se ci si ferma si riparte dal due per cento.

Sono molti gli esempi nella storia del mondo in cui l’essere e’ stato salvato dal piu’ grande pericolo grazie a un piccolo servizio offerto al Signore.

Ajamila, per esempio, fu salvato dal Signore dal piu’ grande pericolo, quello di finire all’inferno. Egli nella giovinezza aveva seguito i principi della coscienza di Krishna ma li aveva poi abbandonati: ma alla fine della vita fu totalmente ricompensato, per la grazia del Signore.

Se alla fine della vita una persona in un modo o nell’altro ricorda il santo nome di Narayana, Krishna o Rama, raggiunge immediatamente il risultato trascendentale che consiste nel tornare a Dio, nella nostra dimora originale.

Sempre nello Srimad Bhagavatam (1.5.17), Sukadeva Gosvami afferma:

“Che cosa perde colui che per un momento mette fine alla ricerca dei piaceri materiali per servire Krishna, anche se non continua il suo sforzo e ritorna sulla vecchia via? Ma che cosa guadagnera’ chi compie alla perfezione le sue attivita’ materiali?”.

Oppure come dicono i cristiani: “A che serve all’uomo guadagnare il mondo intero se perde la vita eterna ?”.

Le attivita’ materiali e i loro frutti scompaiono col corpo, mentre l’azione compiuta per il piacere di Krishna, anche se interrotta, finisce sempre col condurre il suo autore alla coscienza di Krishna, se non altro in una prossima vita.

Agendo per il piacere di Krishna si ha almeno la sicurezza di rinascere in un corpo umano, in una famiglia di saggi Brahmana o in una famiglia ricca e colta, con la possibilita’ di avanzare ancora sulla via della realizzazione spirituale.

Questa e’ l’incomparabile virtu’ del servizio di devozione.

Dio, la Persona Suprema, e’ in realta’ l’unico oggetto del nostro amore.

Finche’ ci troviamo in questo mondo materiale abbiamo molti desideri da soddisfare, ma se entriamo in contatto con Dio, la Persona Suprema, diventiamo immediatamente perfetti e completamente soddisfatti, proprio come un bambino quando e’ in braccio alla madre.



Grazie,

Loretta
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Loretta (LakshmiPriya dd)
Moderatore


Emilia Romagna


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Inserito il - 29/06/2005 : 23:22:21  Mostra Profilo
Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dell’argomento “La reale ed eterna felicita’ dell’anima” (Parte 9).

Nello Srimad Bhagavatam (2.3.10), Sukadeva Gosvami spiega:

“L’uomo intelligente, che sia pieno di desideri materiali, che sia privo di ogni desiderio o che desideri la liberazione, deve con tutto se’ stesso adorare Dio, il Tutto Supremo e assoluto”.

Nella Bhagavad Gita Sri Krishna, il Signore supremo, e’ designato col termine "purusottama", la persona piu' elevata.

Lui solo e’ in grado di dare la liberazione agli impersonalisti assorbendoli nel brahmajyoti, lo splendore luminoso che emana dal Suo corpo. Come i raggi solari non possono esistere senza il sole, il brahmajyoti non puo’ avere un’esistenza separata dal Signore.

Chi desidera dunque fondersi nel brahmajyoti impersonale e supremo dovra’ ugualmente adorare il Signore con la pratica del bhakti yoga.

Questo verso mette in risalto che il bhakti yoga e’ la via che porta a ogni perfezione, e raccomanda dunque a tutti, anche a coloro che aspirano ai piaceri materiali o a liberarsi dai legami della materia, di dedicarsi seriamente a questa via suprema di realizzazione spirituale.

Poiche’ per natura, l’essere individuale fa parte integrante del Tutto Supremo e assoluto, ha come funzione naturale quella di servire l’Essere Supremo, proprio come le diverse parti del corpo sono destinate, per natura, a servire il corpo intero.

Il Signore insegna che i materialisti, desiderando ottenere i piaceri materiali, cercano il favore di differenti esseri celesti e si dedicano ad attivita’ inutili, perche’ non hanno alcun controllo dei sensi.

Bisogna dunque respingere ogni desiderio materiale, diventando sensibili all’adorazione del Signore Supremo.

Non avere desideri non significa dunque essere inerti come la pietra, ma significa essere coscienti della propria vera posizione e desiderare soltanto la soddisfazione del Signore Supremo. Bisogna dunque trovare la felicita’ unicamente nella felicita’ del Signore Supremo.

Questa verita’ e’ talvolta intuita dall’anima condizionata in questo mondo materiale, ma questa intuizione scaturita dalla mente incolta di uomini dall’intelligenza debole si concretizza nell’altruismo, nella filantropia, nel socialismo, e nel comunismo.

Questa tendenza a voler aiutare il prossimo in questo mondo al livello di una famiglia, di una collettivita’, di un popolo, di una societa’ o dell’umanita’ intera riflette parzialmente il sentimento originale dell’anima pura, che trova la propria felicita’ nella felicita’ del Signore Supremo.

E’ dunque dovere di ognuno, adorare il Signore con tutto se’ stesso, praticando il bhakti yoga.

Come un raggio di sole inalterato possiede una grande potenza, cosi’ e’ per la pratica inalterata del bhakti yoga: il canto, l’ascolto e le altre attivita’ devozionali possono essere compiute da tutti, indipendentemente dall’interesse personale di ognuno.

Grazie,

Loretta
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