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RKC Mayapur
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Estero
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Inserito il - 15/05/2005 : 08:09:42
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Hare Krishna, ecco il questionario sul capitolo 9:
1) Qual'e' il piu' segreto dei segreti ? Cita alcuni dei modi in cui questo segreto e' descritto da Krishna.
2) In che modo e con quale attitudine si puo' acquisire la conoscenza piu' confidenziale ?
3) Racconta la storia della purificazione di Narada Muni.
4) Krishna dice: "mat sthani sarva bhutani", "Tutti gli esseri viventi sono in Me". Poi dice: "na ca mat-sthani bhutani", "Tutta la creazione non e' situata in Me". Com'e' possibile cio' ?
5) Dove riposano tutti gli elementi del mondo spirituale e di quello materiale ?
6) Spiega l'esempio del giudice.
7) Spiega l'esempio del fiore.
8) Perche' alcune persone deridono Krishna ? Qual'e' la loro destinazione ?
9) Chi e' un mahatma ?
10) Descrivi le categorie di uomini che si trovano in una posizione intermedia tra gli atei e i mahatma, in ordine di importanza crescente.
11) Cita gli elementi con cui Krishna descrive se' Stesso, a beneficio dei diversi tipi di adoratori. Cosa sta indicando Krishna, menzionando questi elementi ?
12) Spiega come Krishna sia la meta di ognuno.
13) In che modo Krishna aiuta il Suo devoto ?
14) Nomina i diversi tipi di adoratori e le loro destinazioni.
15) Spiega questo verso: "samo'ham sarva-bhutesu".
16) Spiega questo verso: "api cet su-duracaro".
17) Quali sono le qualificazioni necessarie per poter prendere rifugio in Krishna ?
18) Krishna ci chiede di fare 4 cose: quali ?
Come di consueto, nella risposta riportate anche la domanda e i versi di riferimento. Buono studio e a presto, Haribol !
Gokula Tulasi das
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RKC Mayapur
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Estero
2281 Messaggi |
Inserito il - 18/06/2005 : 14:31:03
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Ecco le risposte:
1) Qual'e' il piu' segreto dei segreti ? Cita alcuni dei modi in cui questo segreto e' descritto da Krishna.
L’anima è sempre attiva. Se è eterna, essa è eternamente attiva e la conoscenza delle sue attività eterne, nel mondo spirituale, è descritta qui come la parte più "confidenziale" della conoscenza spirituale, il re del sapere. (Verso 9.2)
Questa conoscenza (idam jnanam) si riferisce al puro servizio di devozione, che consiste in nove attività:
_ascoltare ciò che riguarda il Signore _glorificarLo _ricordarLo _servirLo _adorarLo _rivolgerGli delle preghiere _obbedirGli _legarsi in amicizia con Lui _abbandonarGli tutto.
Queste nove attività devozionali ci elevano fino alla coscienza spirituale, la coscienza di Krishna. (Verso 9.1)
Krishna descrive questa conoscenza nel verso 9.2 :
raja-vidya raja-guhyam pavitram idam uttamam pratyaksavagamam dharmyam su-sukham kartum avyayam
raja-vidya: e' la regina dell’educazione. raja-guhyam: e' la regina della conoscenza confidenziale. pavitram: e' la più pura. uttamam: e' trascendentale (alle tenebre materiali). pratyaksavagaman: permette di sperimentare direttamente la nostra vera identita'. dharmyam: corrisponde al principio religioso piu' perfetto. su-sukham: e' molto gioiosa da applicare. avyayam: e' eterna.
2) In che modo e con quale attitudine si puo' acquisire la conoscenza piu' confidenziale ?
idam tu te guhyatamam pravaksyamy anasuyave jnanam vijnana-sahitam yaj jnatva moksyase ’subhat
"Mio caro Arjuna, poiché non sei invidioso di Me, ti rivelerò la conoscenza più confidenziale e la sua realizzazione, grazie alla quale sarai liberato dalle sofferenze dell’esistenza materiale".
Quanto più il devoto ascolta le glorie del Signore Supremo, come consiglia lo Srimad Bhagavatam, tanto più la sua visione spirituale s’illumina: "I racconti che riguardano Dio, la Persona Suprema, pieni di potenza, si possono capire solo se si discorre delle Sue glorie in compagnia dei devoti. Né gli speculatori mentali né gli accademici eruditi possono accedervi, perché si tratta di conoscenza che dev’essere realizzata".
Il devoto è sempre impegnato nel servizio di devozione al Signore Supremo. Sri Krishna, che conosce la sincerità del Suo devoto, la persona che ha adottato la coscienza di Krishna, gli dà l’intelligenza con cui potrà, in compagnia di altri devoti, comprendere la scienza di Krishna.
Soffermiamoci, in questo verso, sulla parola sanscrita anasuyave, "al non invidioso". Di solito i commentatori della Bhagavad-gita, anche i più "eruditi", sono invidiosi di Krishna, Dio, la Persona Suprema, e commentano questo testo in modo del tutto errato, perciò le loro osservazioni sono inutili. Soltanto i commenti dei devoti del Signore sono autorizzati. Nessuno, se è invidioso, può spiegare la Bhagavad-gita o trasmettere perfettamente la conoscenza di Krishna; d’altra parte, chi critica Krishna senza neanche conoscerLo non può essere che uno sciocco. Si deve perciò evitare accuratamente di leggere tali commenti. Chiunque riconosca che Krishna è Dio, la Persona Suprema, pura e trascendentale, potrà trarre pieno beneficio dalla lettura di questi capitoli. (Verso 9.1)
3) Racconta la storia della purificazione di Narada Muni.
Di umile nascita, figlio di una servitrice, egli non aveva ricevuto alcuna educazione, ma poiché sua madre era al servizio di grandi devoti del Signore, Narada l’aiutava e aveva l’occasione di sostituirla ogni volta che sua madre doveva assentarsi. Lo Srimad Bhagavatam riporta le sue parole:
ucchista-lepan anumodito dvijaih sakrit sma bhunjc tad-apasta-kilbisah evam pravrittasya visuddha-cetasas tad-dharma evatma-rucih prajayate
"Una volta soltanto, col loro permesso, mangiai i resti del loro pasto, e subito tutti i miei peccati furono cancellati. Così impegnato al loro servizio, il mio cuore si purificò e la loro natura di spiritualisti cominciò ad affascinarmi". (S.B. 1.5.25)
In questo verso Narada racconta al suo discepolo Vyasadeva che in una vita passata, quand’era bambino, aveva servito dei puri devoti del Signore durante i quattro mesi del loro soggiorno nel luogo dove abitava, ed ebbe con loro uno stretto legame. A volte i saggi lasciavano un po' di cibo nel piatto, e il bambino, che doveva pulire quei piatti, desiderò assaggiare i loro avanzi. Perciò un giorno chiese a questi grandi devoti il permesso di farlo, ed essi glielo accordarono. Questi alimenti santificati liberarono Narada dalle conseguenze di tutti i suoi atti colpevoli, e man mano che egli mangiava, il suo cuore diventava puro come quello dei saggi. Questi grandi devoti gustavano l’estasi di servire sempre il Signore con amore ascoltando e cantando le Sue glorie, e Narada, a contatto con loro, sviluppò lo stesso gusto per l’ascolto e il canto e delle glorie del Signore.
Così, in compagnia dei grandi saggi, crebbe in lui il desiderio ardente di adottare il servizio di devozione. (Verso 9.2)
4) Krishna dice: "mat sthani sarva bhutani", "Tutti gli esseri viventi sono in Me". Poi dice: "na ca mat-sthani bhutani", "Tutta la creazione non e' situata in Me". Com'e' possibile cio' ?
Agli uomini comuni Dio rimane invisibile. Nonostante la Sua onnipresenza, resta inconcepibile ai sensi materiali, come dice il verso (9.4), col termine avyakta-murtina. Krishna Stesso dice che Egli è ovunque, che tutto è in Lui, ma che Egli rimane al di là di tutto. Prendiamo l’esempio di un capo di stato: il governo da lui diretto è in realtà solo la manifestazione della sua potenza, i ministri rappresentano le sue differenti energie e ogni ministro dipende dal suo potere. Ma non si può evidentemente sperare di vedere il capo di Stato presente in persona in ognuno dei dipartimenti della sua amministrazione. (Verso 9.4)
5) Dove riposano tutti gli elementi del mondo spirituale e di quello materiale ?
L’energia di Dio si estende a tutta la creazione, come lo splendore del sole illumina l’universo intero, e tutto riposa su questa energia. (Verso 9.4)
Krishna Stesso afferma: "sebbene tutto riposi in Me, Io sono al di là della Mia creazione". I sistemi planetari fluttuano nello spazio, che è l’energia del Signore, ma la Sua Persona è differente dallo spazio, ed è situata al di là di esso. Perciò Egli dichiara che sebbene tutto riposi sulla Sua energia inconcepibile, Lui, Dio, la Persona Suprema, è al di là di tutto. Questa è la grandezza inconcepibile del Signore. (Verso 9.5)
All’uomo comune è praticamente impossibile concepire l’enorme creazione materiale riposi sul Signore. Ma per aiutarci a capire, Krishna ci dà quest’esempio. Lo spazio, in cui è situata la creazione cosmica, è la manifestazione più gigantesca che possiamo concepire. In quello spazio, il vento, ossia l’aria, è la più grande manifestazione del mondo cosmico. Il movimento dell’aria influenza il movimento di ogni cosa. Ma, sebbene sia grande, il vento è situato all’interno del cielo, non al di là di esso. Similmente, le meravigliose manifestazioni cosmiche esistono per volontà suprema del Signore, e tutte sono subordinate a questa volontà suprema. (Verso 9.6)
6) Spiega l'esempio del giudice.
na ca mam tani karmani nibadhnanti dhananjaya udasina-vad asinam asaktam tesu karmasu
"O Dhananjaya, tutte queste attività materiali non possono legarMi. Sempre distaccato, Io rimango neutrale". (Verso 9.9)
Non dobbiamo pensare, leggendo questo verso, che Dio, la Persona Suprema, rimanga inattivo. Anzi nel Suo regno spirituale Egli è sempre attivo, come conferma la Brahma-samhita (5.6): atmaramasya tasyasti prakritya na samagamah: Il Signore è sempre impegnato nei Suoi divertimenti spirituali, eterni e beati, ma non interviene mai nell’andamento dell’universo materiale. Come spiega questo verso, sono le Sue diverse potenze a prendersi cura dell’universo materiale. Il Signore rimane sempre neutrale per quanto riguarda le attività del mondo creato. Questa neutralità è espressa qui col termine udasina-vat. Sebbene controlli ogni minimo particolare dei movimenti della materia, il Signore resta neutrale, come un giudice della corte suprema seduto sul suo seggio. Per ordine del giudice, un uomo è impiccato, un altro è gettato in prigione, un altro ancora è ricompensato con grandi ricchezze, ma il giudice rimane neutrale, per niente toccato da queste gioie. Così il Signore, che presiede a tutti i movimenti dell’universo, resta sempre neutrale. Il Vedanta-sutra (2.1.34) afferma, vaisamya-nairghrinye na: il Signore non è soggetto alle dualità dell’universo materiale, ma le trascende completamente. Egli non è legato né dalla creazione né dalla distruzione dell’universo materiale, e non interviene quando l’essere condizionato deve nascere in differenti corpi, da una specie all’altra, secondo le sue azioni passate.
7) Spiega l'esempio del fiore.
mayadhyaksena prakritih suyate sa-caracaram hetunanena kaunteya jagad viparivartate
"La natura materiale, che è una delle Mie energie, agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, generando tutti gli esseri, mobili e immobili. Secondo le sue leggi questa manifestazione è creata e annientata in un ciclo senza fine".
Il Signore non Si associa mai direttamente con la creazione materiale; posa un semplice sguardo sulla natura, e questo è sufficiente a metterla in movimento e a farvi apparire tutto immediatamente. Col Suo sguardo Egli esercita senza dubbio un ruolo attivo, ma indiretto, perché non Si impegna direttamente nella creazione dell’universo materiale. La smriti spiega questo fenomeno col seguente esempio: quando ci troviamo vicino a un fiore, l’odore entra in contatto col suo profumo, a l’odorato e il fiore rimangono separati l’uno dall’altro. Un rapporto simile esiste tra Dio, la Persona Suprema, e l’universo materiale: Egli crea l’universo col Suo sguardo e vi stabilisce l’ordine, ma non entra mai in contatto diretto con esso. In breve, la natura materiale non può agire senza l’approvazione del Signore Supremo. Il Signore, tuttavia, rimane completamente distaccato dalle attività materiali. (Verso 9.10)
8) Perche' alcune persone deridono Krishna ? Qual'e' la loro destinazione ?
avajananti mam mudha manusim tanum asritam param bhavam ajananto mama bhuta-mahesvaram
"Gli sciocchi Mi deridono quando discendo nella forma umana. Non conoscono la Mia natura trascendentale e la Mia supremazia su tutto ciò che esiste".
Solo uno sciocco che ignora tutto delle attività intime di Krishna e delle Sue energie, può scambiarLo per un uomo comune. Può denigrarLo in questo modo solo uno sciocco che non conosce i Suoi attributi trascendentali, che non è capace di vedere nel Suo corpo l’incarnazione stessa della conoscenza e della felicità perfette ed è ignorante del fatto che tutto Gli appartiene e che Lui può accordare la liberazione a tutti gli esseri.
Questi sciocchi non capiscono che Dio, la Persona Suprema, appare in questo mondo grazie alla Sua potenza interna. Abbiamo già spiegato più volte che Egli è il maestro dell’energia materiale; Lui stesso dichiara che quest’energia, in realtà così potente, è sotto il Suo controllo (mama maya duratyaya), e aggiunge che chiunque si abbandoni a Lui si libera dal dominio dell’energia materiale. E se un’anima condizionata può sfuggire all’energia materiale abbandonandosi a Krishna, come si può pensare che Krishna, il maestro della creazione, del mantenimento e della distruzione dell’universo materiale, possieda un corpo di materia simile al nostro? Pura assurdità! Ma gli sciocchi non riescono a concepire che Krishna, Dio, la Persona Suprema, possa apparire come un uomo comune ed essere anche controllore dell’atomo e della gigantesca manifestazione della forma universale. L’infinito come l’infinitesimale superano la capacità di comprensione di questi sciocchi, che non possono immaginare come un essere dall’aspetto umano possa controllare l’uno e l’altro simultaneamente. (Verso 9.11)
Il Brihad-vishnu-smriti stabilisce:
yo vetti bhautikam deham krishnasya paramatmanah sa sarvasmad bahis-karyah srauta-smarta-vidhanatah mukham tasyavalokyapi sa-celam snanam acaret
"Chiunque consideri materiale il corpo di Krishna dovrebbe essere espulso da ogni rituale, cioè da ogni atto relativo alla sruti e alla smriti; e chiunque, per caso, veda il volto di un simile offensore dovrebbe andare subito a bagnarsi nel Gange per purificarsi dalla contaminazione".
Coloro che deridono Krishna danno prova d’invidia verso Dio, la Persona Suprema, e il loro destino è quello di rinascere infinite volte tra le specie demoniache e atee. La pura conoscenza, che è insita in ogni essere resta perpetuamente velata dall’illusione per queste persone, che potranno solo regredire fino ai recessi più tenebrosi della creazione. (verso 9.12)
9) Chi e' un mahatma ?
mahatmanas tu mam partha daivim prakritim asritah bhajanty ananya-manaso jnatva bhutadim avyayam
"O figlio di Pritha, coloro che non sono illusi, le grandi anime, sono protetti dalla natura divina. Poiché essi Mi riconoscono come Dio, la Persona Suprema, originale e inesauribile, si dedicano pienamente al servizio di devozione".
Il mahatma è innanzitutto colui che vive sotto la protezione della natura divina. Non è più sotto il controllo della natura materiale. Com’è possibile? La risposta è nel settimo capitolo: abbandonarsi a Sri Krishna, Dio, la Persona Suprema, è la condizione per liberarsi subito dal controllo della natura materiale. Una volta liberato, l’essere individuale, che è l’energia marginale del Signore, passa sotto la direzione della natura spirituale, detta anche daivi prakriti, o natura divina. Chi riesce a elevarsi così, abbandonandosi a Dio, la Persona Suprema, raggiunge lo stadio di mahatma, di grande anima. (Verso 9.13)
satatam kirtayanto mam yatantas ca dridha-vratah namasyantas ca mam bhaktya nitya-yukta upasate
"Cantando sempre le Mie glorie, sforzandosi con grande determinazione, prosternandosi davanti a Me, questi grandi anime Mi adorano eternamente con devozione".
Il mahatma s’impegna costantemente in varie attività devozionali, che sono descritte nello Srimad Bhagavatam: sravanam kirtanam visnoh smaranam, cioè l’ascolto e il canto delle glorie di Visnu (e non quelle di qualche essere celeste o umano) e il ricordo costante di Lui. Questa è la vera devozione. Il mahatma è fermamente determinato a raggiungere il fine ultimo, la compagnia del Signore Supremo in uno dei cinque rasa trascendentali. A questo scopo dedica tutto se stesso, mente, corpo e parole, al servizio del Signore Supremo, Sri Krishna. Questa è la piena coscienza di Krishna.
Il mahatma è dunque l’anima che sviluppa attaccamento per la Persona Divina e Suprema. (Verso 9.14)
10) Descrivi le categorie di uomini che si trovano in una posizione intermedia tra gli atei e i mahatma, in ordine di importanza crescente.
1) Coloro che, identificandosi col Signore Supremo, adorano la propria persona (i monisti). 2) Coloro che adorano una forma di Dio immaginaria (corrispondente agli esseri celesti, eccetera). 3) Coloro che adorano la visva-rupa, la forma universale del Signore Supremo (incapaci di comprendere qualcosa oltre a questo universo). 4) Coloro che avvicinano il Signore Supremo con qualche motivazione (il sofferente, il bisognoso, il curioso e il saggio che coltiva la conoscenza) - (Verso 9.15).
11) Cita gli elementi con cui Krishna descrive se' Stesso, a beneficio dei diversi tipi di adoratori. Cosa sta indicando Krishna, menzionando questi elementi ?
1) Il rito e il sacrificio 2) L’offerta agli antenati 3) L’erba medicinale 4) Il canto trascendentale 5) Il burro, il fuoco e l’offerta (Verso 9.16)
6) Il padre e la madre (dell'universo) 7) Il sostegno e l’antenato 8) L'oggetto della conoscenza 9) Il purificatore 10) La sillaba om 11) Il Rig, il Sama e lo Yajur Veda (Verso 9.17)
12) La meta, il sostegno 13) Il maestro, il testimone 14) La dimora, il rifugio 15) L'amico più caro 16) La creazione e la dissoluzione 17) Il fondamento di tutto ciò che esiste 18) Il luogo di riposo 19) Il seme eterno (Verso 9.18)
20) La fonte del calore 21) Il controllore della pioggia e della siccita' 22) L'immortalità e la morte personificata (Verso 9.19)
Krishna menziona questi elementi per indicarci che tutte le manifestazioni dell’universo, mobili e immobili, provengono da differenti combinazioni della Sua energia. Sotto l’influsso dell’energia materiale, la prakriti, noi creiamo vari legami con altri esseri. Qualcuno di loro appare come nostro padre o nostra madre, come nonno o antenato, ma in realtà questi diversi esseri non sono altro che parti dell’energia marginale di Krishna. Questo vale non solo per nostro padre e nostra madre, ma anche per i LORO antenati (indicati in questo verso dalla parola dhata), cioè nostro nonno e nostra nonna, e così via. (Verso 9.17)
12) Spiega come Krishna sia la meta di ognuno.
gatir bharta prabhuh saksi nivasah saranam suhrit prabhavah pralayah sthanam nidhanam bijam avyayam
"Sono la meta, il sostegno, il maestro, il testimone, la dimora, il rifugio e l’amico più caro. Sono la creazione e la dissoluzione, il fondamento di tutto ciò che esiste, sono il luogo di riposo e il seme eterno.
Gati indica la destinazione da raggiungere. Sebbene la gente lo ignori, il fine ultimo è Krishna, e chi non conosce Krishna è sviato e compie solo falsi progressi, parziali o perfino illusori, allucinatori.
Molti si prefiggono lo scopo di raggiungere gli esseri celesti, e applicando rigidamente i diversi metodi prescritti per ottenere i loro favori, giungono sui pianeti desiderati, quali Candraloka, Suryaloka, Indraloka, Maharloka, e così via. Tuttavia, questi pianeti sono manifestazioni dell’energia di Krishna e dunque Lo rappresentano, ma allo stesso tempo sono solo un gradino verso la realizzazione di Krishna. Avvicinare le energie di Krishna significa accostarsi a Lui indirettamente; meglio quindi avvicinarLo direttamente, in persona, e risparmiare così tempo ed energia. Perché prendere la scala e salire i gradini uno ad uno, quando l’ascensore può portarci direttamente in cima ? (Verso 9.18)
13) In che modo Krishna aiuta il Suo devoto ?
ananyas cintayanto mam ye janah paryupasate tesam nityabhiyuktanam yoga-ksemam vahamy aham
"A coloro che Mi adorano con devozione esclusiva, meditando sulla Mia forma trascendentale, Io fornisco il necessario e preservo ciò che possiedono".
Chi non può vivere un solo attimo fuori della coscienza di Krishna, cioè senza servire il Signore con devozione, senza ascoltare e cantare le Sue glorie, senza ricordarsi di Lui e offrirGli preghiere e adorarLo, senza servire i Suoi piedi di loto e offrirGli altri servizi, senza legarsi d’amicizia con Lui e abbandonarsi totalmente a Lui, non può fare a meno di pensare a Krishna in ogni istante del giorno e della notte. Queste azioni sono infinitamente propizie per il devoto e cariche di potenza spirituale, tanto da condurlo alla perfetta realizzazione spirituale. Allora il devoto non ha più altro desiderio se non quello di vivere in compagnia del Signore Supremo. Questo è lo yoga. Grazie alla misericordiosa protezione del Signore (ksema), il devoto non torna mai alla vita materiale. Il Signore lo aiuta a diventare cosciente di Krishna attraverso lo yoga; poi, quando è arrivato alla perfezione di questa coscienza, lo protegge impedendogli di cadere di nuovo nell’esistenza condizionata, piena di miserie. (Verso 9.22)
14) Nomina i diversi tipi di adoratori e le loro destinazioni.
yanti deva-vrata devan pitrin yanti pitri-vratah bhutani yanti bhutejya yanti mad-yajino ’pi mam
"Chi adora gli esseri celesti nascerà tra gli esseri celesti, chi adora gli antenati raggiungerà gli antenati, chi adora i fantasmi e gli altri spiriti rinascerà tra questi esseri, e chi adora Me vivrà con Me.
Se si desidera andare sulla luna, sul sole o su qualsiasi altro pianeta, è possibile farlo seguendo le regole vediche proposte a questo fine. La sezione dei Veda che tratta dell’azione interessata, tecnicamente detta darsa-paurnamasi, espone in modo dettagliato queste regole, raccomandando a chi desidera recarsi su un pianeta superiore di rendere culto all’essere celeste che vi regna. Altri tipi di yajna permettono di raggiungere i pianeti dei pita (antenati) o quello degli spiriti, dove si diventa uno yaksa, un raksasa o un pisaca (il culto dei pisaca, praticato oggi sotto il nome di magia nera, è completamente materiale, anche se i suoi numerosi adepti lo considerano spirituale). Ma l’adorazione di Dio, la Persona Suprema, e di Lui soltanto, come fa il puro devoto, conduce senza il minimo dubbio ai pianeti Vaikuntha o a Krishnaloka. (Verso 9.25)
15) Spiega questo verso: "samo'ham sarva-bhutesu".
samo ’ham sarva-bhutesu na me dvesyo ’sti na priyah ye bhajanti tu mam bhaktya mayi te tesu capy aham
"Non invidio e non favorisco nessuno. Sono imparziale con tutti, ma chiunque Mi offra un servizio con devozione vive in Me; egli è un amico per me come Io sono un amico per lui".
Ci si potrebbe chiedere qui perché Krishna, se è l’amico di tutti ed è imparziale con tutti, mostri un interesse particolare per i Suoi devoti, che sono sempre assorti nel Suo servizio. Non si tratta qui di parzialità o di preferenza, il Suo atteggiamento è del tutto naturale. Anche nel mondo materiale, un uomo, per quanto caritatevole sia, rivolgerà sempre un’attenzione particolare verso i propri figli. Così il Signore che riconosce tutti gli esseri come Suoi figli, qualunque sia la loro forma, provvede generosamente ai bisogni di tutti, come la nuvola che versa la sua acqua tanto sulla roccia sterile quanto sulla terra e perfino sull’oceano, ma dedica una cura particolare ai Suoi devoti. I devoti, afferma questo verso, sono sempre assorti nella coscienza di Krishna perciò vivono eternamente nel Signore, al livello assoluto, al di là della materia. L’espressione stessa di "coscienza di Krishna" indica che coloro che hanno tale coscienza sono puri spiritualisti, che vivono nel Signore: "mayi te", dice il Signore senza ambiguità, "in Me". Essi sono in Lui, e il Signore a Sua volta è in loro (questo chiarisce anche il significato delle parole "ye yatha mam prapadyante tams tathaiva bhajamy aham": "Io li ricompenso in proporzione al loro abbandono a Me" del verso 4.11). Si paragona spesso il Signore a un albero dei desideri, che soddisfa le aspirazioni di tutti. Ma il verso spiega più chiaramente che Krishna predilige i Suoi devoti, e questa particolare attenzione rivela la speciale misericordia che Egli accorda loro. Non si deve però pensare che il Signore ricambi i sentimenti dei Suoi devoti sotto l’influsso della legge del karma. La loro relazione è sul piano trascendentale, dove essi vivono. Il servizio di devozione offerto al Signore non è affatto un’attività materiale, ma appartiene al mondo spirituale, dove regnano l’eternità, la conoscenza e la felicità. (Verso 9.29)
16) Spiega questo verso: "api cet su-duracaro".
api cet su-duracaro bhajate mam ananya-bhak sadhur eva sa mantavyah samyag vyavasito hi sah
"Anche se commettesse l’azione più detestabile, chi è impegnato nel servizio devozionale dev’essere considerato santo perché è situato con determinazione sul giusto sentiero".
Il termine su-duracarah, usato in questo verso, è molto significativo e dovremmo cercare di comprenderlo bene. Quando l’essere e' condizionato ha la possibilità di compiere due tipi di attività: l’una corrisponde al suo stato condizionato e l’altra al suo stato originale. La prima comprende tutte le attività che sono in rapporto all’esistenza materiale e che sono definite "condizionate", come, per esempio, mantenere il proprio corpo, seguire le leggi dello Stato, della società e così via, attività che sono compiute anche dai devoti perfetti. Ma questi ultimi, che sono pienamente coscienti della loro natura spirituale, fanno in più delle attività spirituali, cioè s’impegnano nel servizio di devozione al Signore, nella coscienza di Krishna, attività, queste, che sono in accordo alla loro funzione originale ed eterna e sono conosciute col nome di "servizio di devozione".
Allo stato condizionato, il servizio a Dio e il servizio al corpo, cioè il servizio devozionale e il servizio condizionato, seguono talvolta vie parallele e talvolta vie opposte. Così, per quanto è possibile, il devoto sta bene attento a non fare nulla che possa rompere l’equilibrio della sua condizione sana perché sa che la perfezione delle sue attività dipende dalla sua realizzazione progressiva della coscienza di Krishna. Può succedere che un devoto compia una certa azione che in un determinato quadro politico e sociale possa sembrare reprensibile, ma questa caduta temporanea non lo squalifica affatto. A questo proposito lo Srimad Bhagavatam afferma che se una persona perfettamente assorta nel servizio trascendentale del Signore Supremo commette un errore, il Signore, dall’interno del suo cuore, la rialza, la ripulisce e le perdona l’errore, per quanto grave sia. il potere di contaminazione della materia è così grande che può sedurre perfino uno yogi pienamente impegnato nel servizio del Signore, ma la coscienza di Krishna ha un potere talmente superiore che rialza subito colui che è caduto. La via del servizio devozionale porta sempre al successo, e nessuno dovrebbe condannare un devoto per aver deviato accidentalmente dal sentiero ideale perché, come spiega il prossimo verso, non avrà più questi sbandamenti una volta stabilito completamente nella coscienza di Krishna.
Si deve ricordare che una persona situata nella coscienza di Krishna, che recita con determinazione il mantra Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare, è sempre situata al livello trascendentale, anche in caso di caduta fortuita o accidentale. Le parole "sadhur eva", "e' una persona santa", hanno un tono particolare, perché avvertono i non devoti di non deridere un devoto del Signore per un suo errore occasionale, ma di vederlo sempre come un santo, cosa che il termine "mantavyah" sottolinea ancora di più. Chi non osserva questa regola e manca di rispetto a un devoto solo perché ha momentaneamente deviato, va contro l’ordine del Signore Supremo. L’unica qualifica richiesta al devoto è di essere inflessibilmente ed esclusivamente impegnato nel servizio di devozione. Nel Nrisimha Purana c’è la seguente affermazione:
bhagavati ca harav ananya-ceta bhrisa-malino ’pi virajat mansuyah na hi sasa-kalusa-cchabih kadacit timira-parabhavatam upaiti candrah
Ciò significa che anche se si è impegnati nel servizio devozionale del Signore può capitare di trovarsi coinvolti in attività detestabili che possono essere considerate simili alle macchie sulla luna. Le macchie che si notano sulla luna non ne offuscano lo splendore. Così è per il devoto; una deviazione occasionale dal sentiero della santità non lo rende condannabile. Non si dovrà tuttavia cadere nell’eccesso opposto e concludere che un devoto del Signore può commettere qualsiasi atto reprensibile nel suo servizio devozionale assoluto; il verso parla solo di errori accidentali dovuti alla terribile forza degli influssi materiali. Servire Krishna con devozione significa in qualche modo dichiarare guerra all’energia illusoria, e finché il devoto non è abbastanza forte da respingere gli assalti di maya, rischia eventuali cadute. Ma come abbiamo già detto, ogni pericolo sarà eliminato non appena il devoto avrà acquisito la necessaria fermezza. Nessuno deve dunque avvalersi di questo verso per commettere atti infami, pur continuando a considerarsi un devoto del Signore. Non migliorare il proprio comportamento nonostante la pratica del servizio di devozione, rivela una mancanza di coscienza spirituale. (Verso 9.30)
17) Quali sono le qualificazioni necessarie per poter prendere rifugio in Krishna ?
mam hi partha vyapasritya ye ’pi syuh papa-yonayah stryò vaisyas tatha sudras te ’pi yanti param gatim
"Coloro che si rifugiano in Me, o figlio di Pritha, anche se sono di bassa nascita (donne, vaisya o sudra), possono raggiungere la destinazione suprema.
Il Signore Supremo afferma chiaramente che nel servizio di devozione non si fanno considerazioni di classe sociale. Tali divisioni esistono solo a livello materiale, ma non si applicano sul piano della devozione al Signore. Tutti possono raggiungere la destinazione suprema. Lo Srimad Bhagavatam (2.4.18) afferma che anche gli uomini più degradati, i candala, o mangiatori di cani, possono elevarsi se entrano in contatto con un puro devoto. Il servizio di devozione e le istruzioni di un puro devoto del Signore sono così potenti da purificare ogni uomo, e tutti, senza distinzione di rango o di classe, possono aderirvi. Anche l’uomo più semplice può purificarsi centrando la sua vita sulle istruzioni di un puro devoto del Signore.
Secondo le tre influenze della natura materiale a cui sono soggetti, gli uomini si dividono in varie categorie: i brahmana, che sono sotto l’influenza della virtù; gli ksatriya, che sono sotto l’influenza della passione; i vaisya, che sono sotto l’influenza della passione e dell’ignoranza; e i sudra, che sono sotto l’influenza dell’ignoranza. Più in basso si trovano i candala, nati in famiglie contaminate dal peccato. Generalmente coloro che nascono in famiglie di bassa condizione sono rifiutati dai gruppi superiori; ma anche loro possono raggiungere la perfezione ultima grazie alla potenza del servizio di devozione e alla compagnia di un puro devoto. È sufficiente fare di Krishna il centro della propria esistenza e abbandonarsi completamente a Lui come sta a indicare il termine vyapasritya. Si potranno allora superare i più grandi jnani e yogi. (Verso 9.32)
18) Krishna ci chiede di fare 4 cose: quali ?
man-mana bhava mad-bhakto mad-yaji mam namaskuru mam evaisyasi yuktvaivam atmanam mat-parayanah
"Pensa sempre a me, diventa Mio devoto, offriMi i tuoi omaggi e adoraMi. Completamente assorto in Me, certamente verrai a Me".
Questo verso indica la coscienza di Krishna come l’unico modo per sfuggire alle reti della natura materiale, che è fonte di contaminazione. Afferma che ogni devozione, ogni servizio, dev’essere offerto a Krishna, Dio la Persona Suprema. (Verso 9.34)
La prossima volta vedremo lo svolgimento storico-filosofico del capitolo 10. Buono studio e a presto, Haribol !
Gokula Tulasi das |
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