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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 07/04/2005 : 22:01:10
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Hare Krishna a tutti, oggi parleremo della via del servizio devozionale.
In che modo un essere umano si puo’ liberare delle attivita’ peccaminose, per non essere costretto a cadere nei pianeti infernali dopo la morte ?
Nello Srimad-Bhagavatam (6.1.9) Maharaja Pariksit dice:
“E’ facile capire che il peccato e’ dannoso per noi stessi, se vediamo che un criminale e’ punito dal governo e disprezzato dalla gente, e se siamo informati attraverso le scritture e gli studiosi esperti che dopo la morte le condizioni infernali attendono colui che compie le attivita’ peccaminose. Ma nonostante tutta questa conoscenza, l’uomo si vede costretto a peccare continuamente anche dopo essersi sottoposto all’espiazione. Qual’e’ dunque il valore di tale espiazione ?”.
In alcune sette religiose il peccatore va da un prete per confessare i suoi peccati e paga una multa, ma di nuovo commette gli stessi errori per poi tornare a confessarsi. Questa e’ la pratica di un peccatore di professione.
Le osservazioni di Maharaja Pariksit ci permettono di capire che anche cinquemila anni fa i criminali espiavano i loro delitti, ma di nuovo tornavano a commettere gli stessi peccati, come se vi fossero costretti.
Basandosi sulla sua esperienza personale, Pariksit Maharaja constato’ che non ha alcun significato continuare a peccare e ad espiare i peccati, per poi tornare a peccare.
Anche dopo ripetute punizioni, una persona attaccata ai piaceri dei sensi continuera’ a commettere attivita’ peccaminose, finche’ non sara’ educato al controllo dei propri sensi.
Anche se una persona non ha il desiderio di commettere attivita’ peccaminose, vi sara’ costretta dall’abitudine . Secondo Maharaja Pariksit dunque, il metodo dell’espiazione non e’ abbastanza potente per salvarci dal peccato.
Succede talvolta che una persona, benche’ si preoccupi di non commettere attivita’ colpevoli, cada di nuovo vittima del peccato. A questo proposito Sukadeva Gosvami risponde (S.B. 6.1.11):
“Poiche’ le azioni che devono neutralizzare le azioni empie sono anch’esse interessate, non possono liberare l’uomo dalla tendenza ad agire in modo interessato. Cercare di neutralizzare un’azione con un’altra e’ del tutto inutile, perche’ non servira’ ad estirpare i nostri desideri. Percio’, anche se una persona che all’apparenza sembra virtuosa sara’ senza dubbio incline ad agire in modo empio”.
Studiare il Vedanta e limitarsi a fare qualche progresso nella conoscenza speculativa, senza comprendere il Signore Supremo, non e’ sufficiente. Krishna afferma che lo scopo dello studio dei Veda consiste nel capire Dio, la Persona Suprema.
Grazie,
Loretta
(continua)
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 08/04/2005 : 23:39:18
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Hare Krishna a tutti, continuiamo a discutere del servizio devozionale (parte 2).
La conoscenza speculativa e lo studio del Vedanta non sono sufficienti a farci comprendere Krishna e la relazione che ci unisce a Lui: solamente impegnandosi nel servizio devozionale offerto a Dio, la Persona Suprema, e’ possibile conoscerLo, e in questo modo e’ possibile sradicare in noi ogni desiderio materiale impuro, in modo da non rimanerne piu’ coinvolti. Contemporaneamente saremo liberati da tutte le reazioni delle attivita’ peccaminose compiute da migliaia di vite fino a oggi.
Nella Bhagavad-Gita (7.19) e’ affermato:
“La vera conoscenza si raggiunge quando si comprende Krishna e ci si arrende a Lui”.
Lo studio dei Veda serve per comprendere Krishna, ma chi si limita ad acquisire la conoscenza senza praticare il servizio devozionale e’ simile ad una persona che cerca di gustare il miele leccando fuori del barattolo.
Similmente la radice del peccato non puo’ essere distrutta nel cuore di una persona che coltiva la conoscenza, senza provare il minimo gusto per il servizio devozionale: in lei possono sempre riapparire i desideri peccaminosi.
Le menti speculative possono sottoporsi a grandi fatiche per raggiungere una meticolosa comprensione del mondo materiale, facendo distinzione tra attivita’ virtuose e attivita’ peccaminose, ma finche’ non si situano nel servizio devozionale avranno la tendenza a compiere attivita’ materiali, e ad essere coinvolti nelle attivita’ interessate.
Chi invece si attacca al servizio devozionale vince automaticamente il desiderio per il piacere materiale senza fare sforzi separati: per chi progredisce nella coscienza di Krishna le attivita’ materiali peccaminose o virtuose diventano subito disgustose.
L’essere individuale, in quando servitore di Krishna, non ha alcun bisogno di agire per il proprio piacere dei sensi. Per questa ragione, non appena l’essere raggiunge il piano del servizio devozionale, abbandona il suo attaccamento per le attivita’ empie e pie e s’interessa solo di cio’ che soddisfa Krishna.
Questa via della bhakti, del servizio devozionale a Krishna, ci libera dalle reazioni di tutte le attivita’.
La piu’ alta conoscenza consiste nel comprendere Krishna, come Egli Stesso spiega nella Bhagavad-Gita (7.3):
“Tra migliaia di uomini forse uno cerchera’ la perfezione, e tra coloro che la raggiungono, raro e’ colui che Mi conosce veramente”.
Praticamente nessuno conosce Krishna cosi’ com’e’, perche’ Krishna non puo’ essere avvicinato attraverso le attivita’ virtuose, e nemmeno con la conoscenza empirica piu’ elevata.
Solo attraverso il servizio devozionale sara’ possibile comprendere in parte le qualita’, la forma e gli attributi di Dio, la Persona Suprema.
Grazie,
Loretta
(continua) |
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 10/04/2005 : 16:01:13
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Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare della via del servizio devozionale (parte 3).
Come e’ affermato nello Srimad-Bhagavatam (11.2.42), il servizio devozionale e’ cosi’ potente che una persona che vi si dedica, e’ immediatamente liberata da tutti i desideri colpevoli.
In questo mondo materiale tutti i desideri sono colpevoli; desiderio materiale, infatti, significa gratificazione dei sensi, e questa gratificazione comporta azioni che sono sempre piu’ o meno peccaminose.
La pura bhakti e’ invece libera dai desideri materiali generati dal karma e dal jnana (conoscenza speculativa).
I desideri materiali devono essere completamente eliminati, altrimenti, sebbene le austerita’, le penitenze e la carita’ ci possano liberare per un certo periodo dal commettere azioni colpevoli, i desideri riappariranno nel nostro cuore che e’ ancora impuro, e allora agiremo di nuovo in modo colpevole e dovremo soffrire.
Nello Srimad-Bhagavatam (1.2.17) e’ scritto:
“Sri Krishna, il Signore Supremo, che e’ il Paramatma, (l’anima Suprema) nel cuore di ogni essere, e il benefattore del devoto sincero, toglie ogni desiderio materiale dal cuore del devoto che ha sviluppato il vivo desiderio di ascoltare il Suo messaggio colmo di virtu’, quando viene trasmesso e ricevuto adeguatamente”.
Per una Sua speciale misericordia, non appena il Signore Supremo sa che una persona sta glorificando il Suo nome, la Sua fama e i Suoi attributi, la aiuta personalmente a rimuovere ogni sporcizia dal cuore.
Bisogna cantare costantemente i santi nomi del Signore e praticare il servizio di devozione offerto al Signore Supremo: in questo modo ci libereremo da ogni attivita’ peccaminosa.
Anche se non comprendiamo il significato del santo nome del Signore, dei Suoi divertimenti o delle Sue qualita’, saremo purificati semplicemente ascoltandoli o ripetendoli.
Lo scopo principale della vita umana dovrebbe essere quello di purificare la propria esistenza e di ottenere la liberazione.
La maggior parte degli uomini non sa come liberarsi da questa trappola dell’esistenza materiale, e non fa che impegnarsi ciecamente nelle attivita’ relative al corpo, per godere di una felicita’ vacillante e temporanea.
Questa forma umana deve servire unicamente a risvegliare la nostra latente coscienza di Krishna, in modo da liberarci da questa prigione.
Percio’ lo Srimad–Bhagavatam (5.5.1) afferma che bisogna compiere austerita’ (tapasya) per purificare la propria esistenza e raggiungere il piano spirituale. Il tapasya, che consiste nel cantare le glorie del nome, della fama e delle qualita’ del Signore, e’ un metodo di purificazione molto semplice che puo’ rendere tutti felici.
Chi desidera purificare definitivamente il proprio cuore deve dunque adottare questo metodo.
Grazie,
Loretta
(continua) |
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 12/04/2005 : 20:00:49
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Hare Krishna a tutti, oggi continuiamo a parlare dell'argomento “la via del servizio devozionale“. (parte 4)
Il servizio devozionale e’ un metodo religioso di natura trascendentale.
In generale la gente pensa che la religione abbia come fine un profitto materiale. Questo puo’ essere vero per coloro che sono interessati alla vita materiale, ma le persone che si interessano alla vita spirituale dovrebbero attaccarsi ai principi religiosi che ci permettono di diventare devoti del Signore Supremo.
I primi passi nella vita spirituale sono accompagnati da austerita’, da diversi sacrifici e da altre pratiche che mirano a favorire la realizzazione spirituale.
Tuttavia non e’ sufficiente compiere queste attivita’, per accedere al servizio di devozione. Inutile sara’ anche cercare di giungervi da soli, senza alcun aiuto; infatti Krishna non accorda facilmente la possibilita’ di servirLo. In realta’, il servizio di devozione si ottiene solo attraverso la misericordia di un puro devoto del Signore.
La religione Bhagavata (il Bhagavata-dharma e’ la religione universale e assoluta, il dovere eterno di ogni essere, che consiste nel servire Dio, la Persona Suprema) insegna che il Signore e l’essere individuale hanno una relazione eterna, e che l’essere vivente ha il dovere di sottomettersi al Signore.
Quando si e’ situati al livello del servizio devozionale, ci si libera da ogni ostacolo e si diventa completamente soddisfatti.
Contemporaneamente alla pratica del servizio devozionale, dobbiamo cantare costantemente il mantra Hare Krishna. Questo metodo e’ stato raccomandato dal Signore Caitanya Mahaprabhu durante la Sua permanenza sulla Terra 500 anni fa.
Haridasa Thakura che e’ un grande devoto, discepolo di Caitanya Mahaprabhu, conferma che il semplice canto del santo nome del Signore conferisce la liberazione (con liberazione generalmente si intende il fatto di sfuggire alle rigide leggi della natura materiale: nascita, malattia, vecchiaia, morte. Per i Mayavadi significa identificarsi col Brahman, cioe’ diventare uno con l’Assoluto, ma questa forma la liberazione non puo’ essere che artificiale. Infatti liberazione finale consiste nel ritrovare il legame personale che ci unisce eternamente all’Assoluto, a Dio, Sri Krishna).
Si puo’ ottenere la liberazione ascoltando costantemente il santo nome del Signore, ogni giorno, con grande rispetto. Bisogna sempre cantare e ascoltare le meravigliose e straordinarie attivita’ del Signore, meditare su queste attivita’ e cercare di soddisfare il Signore.
Per liberarsi da tutte le reazioni del peccato basta soltanto ricordare i piedi di loto del Signore giorno e notte.
Solo in questo modo e’ possibile ricordare Krishna al momento della morte, infatti Krishna nella Bhagavad-Gita dice:
“Chiunque, alla fine della della vita, lasci il corpo ricordando Me soltanto, raggiunge subito la Mia dimora. Non vi e’ alcun dubbio”.
Il ricordo che si ha nel momento della morte determinera’ il nostro corpo futuro, cosi’ se ricorderemo Krishna torneremo a casa nel mondo spirituale con un corpo spirituale. Altrimenti, saremo costretti ad accettare un corpo materiale in una delle 8.400.000 specie viventi, che la natura materiale ci offre.
Grazie,
Loretta
(continua) |
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 19/04/2005 : 22:16:15
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Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare della via del servizio devozionale (parte 5).
Nella Bhagavad-Gita Sri Krishna definisce il Bhagavata-dharma, il principio religioso piu’ intimo.
Krishna dice ad Arjuna: ”Poiche’ tu sei un amico infinitamente caro a Me, ti spieghero’ la religione piu’ confidenziale: abbandona ogni altro dovere e sottomettiti a Me“.
Si potrebbe domandare qual’e’ l’utilita’ di questo principio se esso e’ di cosi’ difficile comprensione. In realta’ questo principio religioso puo’ essere compreso da colui che segue la parampara’ (la catena disciplica di maestri spirituali).
Sono quattro le linee di successione di maestri spirituali: la linea di Brahma, quella di Siva, quella di Laksmi, la dea della fortuna, e quella dei Kumara.
La successione dei maestri spirituali che discende da Brahma e’ chiamata Brahma sampradaya, quella che discende da Siva e’ chiamata Rudra sampradaya, quella che discende dalla dea della fortuna, Laksmi, e’ chiamata Sri sampradaya e quella dei Kumara e’ chiamata Kumara sampradaya.
Bisogna prendere rifugio in una di queste quattro sampradaye per riuscire a comprendere il piu’ confidenziale metodo religioso. Se non seguiamo una delle quattro sucessioni di maestri spirituali autorizzate, il nostro mantra non funziona o la nostra iniziazione sara’ inutile.
Ai giorni nostri esistono molte sampradaye non autentiche, cioe’ prive di collegamento con autorita’ quali Brahma, Siva, i Kumara o Laksmi.
Molti si fanno sviare da qualche sampradaya non autentica; le scritture affermano, pero', che prendere l’iniziazione in una di queste sampradaye e’ solo una perdita di tempo, perche’ attraverso di loro non sara’ mai possibile capire i veri principi della religione.
I veri principi della religione sono bhagavata-dharma, sono cioe’ quei principi che lo Srimad Bhagavatam stesso e la Bhagavad-gita, descrivono.
Nello Srimad-Bhagavatam, non c’e’ posto per i sistemi religiosi che si basano sull’inganno: ogni cosa nel Bhagavatam e’ direttamente collegata a Dio, la Persona Suprema.
La religione suprema e’ quella che insegna a suoi seguaci come amare Dio, la Persona Suprema, che e’ situato al di la’ della portata della conoscenza sperimentale.
Questo metodo ha inizio col canto del santo nome del Signore (sravanam kirtanam visnoh smaranam pada sevanam).
E’ possibile, con questo metodo, arrivare a capire il Signore, come discende in questo mondo materiale, come nasce e le attivita’ che compie, ma cio’ sara’ possibile solo grazie al compimento del servizio devozionale. Solo il servizio devozionale ci dara’ la completa comprensione del Signore Supremo.
Se qualcuno arrivera’ a capire il Signore Supremo in questo modo, otterra’ di non dover piu’ rinascere in questo mondo materiale, dopo aver lasciato il corpo, e tornera’ a Dio, nella sua dimora originale. Questa e’ la perfezione suprema. Percio’, Sri Krishna, afferma nella Bhagavad-Gita (8.15):
“Dopo averMi raggiunto, le grandi anime, yogi colmi di devozione, mai piu’ torneranno in questo temporaneo e pieno di sofferenza, perche’ hanno ottenuto la perfezione piu’ alta”.
Grazie,
Loretta
(continua) |
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 22/04/2005 : 09:42:53
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Hare Krishna a tutti, oggi continuiamo a parlare della via del servizio devozionale (parte 6).
Vi siete mai chiesti in che modo un essere umano si possa liberare dalle attivita’ peccaminose, per non essere costretto a cadere nei pianeti infernali dopo la morte ?
Srila Narottama dasa Thakura dice: “Senza servire un maestro spirituale autentico, chi potra’ essere liberato dalle reti di maya?” (Maya e’ l’energia illusoria del Signore Supremo, che ci induce a commettere attivita’ peccaminose).
Srila Narottama dasa Thakura e’ un vaisnava, un puro devoto del Signore.
Questo concetto e’ espresso in molti altri passi delle Scritture. Nello Srimad Bhagavatam (5.5.2) per esempio, e’ affermato: “Chi desidera liberarsi dalle grinfie di maya deve stare in compagnia di un mahatma, di un puro devoto”.
Mahatma e’ colui che si impegna per ventiquattro ore al giorno nel servizio d’amore a Dio. Il mahatma si riconosce dunque dal fatto che si impegna soltanto al servizio di Krishna.
L’unico modo, quindi, per liberarsi dalle reazioni del peccato e’ offrire il proprio servizio a un vaisnava, risvegliare la nostra coscienza di Krishna e imparare ad amare Krishna.
Impegnandosi al servizio di un puro devoto le reazioni dei nostri peccati sono subito distrutti; ma il servizio devozionale non ha lo scopo di spazzare via innumerevoli peccati, bensi’ quello di risvegliare il nostro amore addormentato per Krishna.
Come la nebbia svanisce al primo raggio di sole, cosi’ le reazioni dei nostri peccati svaniscono automaticamente non appena cominciamo a servire un puro devoto, senza la necessita’ di fare altri sforzi separati.
Il nostro scopo dovrebbe essere solo quello di soddisfare Dio, la Persona Suprema.
Soddisfare un vaisnava, un puro devoto, significa soddisfare Krishna, e quando Krishna e’ soddisfatto del nostro servizio offerto con amore, la nostra vita’ avra’ pieno successo. Dovremmo dunque preoccuparci solo del modo di soddisfare un vaisnava. Questo e’ cio’ che Krishna stesso vuole.
Krishna si sente grato verso il Suo devoto per il sentimento d’amore che questi Gli manifesta. Nessuno puo’ veramente servire Krishna in modo completo, perche’ Egli e’ cosi’ perfetto e sufficiente in se’ Stesso che non ha alcun bisogno di essere servito dal Suo devoto. E’ piuttosto l’atteggiamento affettuoso e amorevole del devoto che Lo fa sentire riconoscente.
Cosi’, solo il Signore e i vaisnava elevati, sanno in quale modo e’ possibile per noi raggiungere la liberazione (per liberazione si intende essere impegnati costantemente nel servizio di devozione offerto al Signore), e liberarci, cosi’, da ogni sofferenza dovuta all’esistenza materiale.
Le istruzioni dei vaisnava, cioe’ dei devoti del Signore, non differiscono dalle istruzioni del Signore Stesso. I devoti sottomessi al Signore ricevono direttamente le Sue istruzioni nel cuore, dove il Egli Si trova.
Per poter risvegliare la nostra latente ed eterna relazione con il Signore Supremo abbiamo bisogno di un intermediario trasparente, il maestro spirituale autentico. Nessuno torna alla sua dimora senza aver ricevuto il favore di un vaisnava.
Grazie,
Loretta
(continua) |
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 25/04/2005 : 10:18:36
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Hare Krishna a tutti, oggi continueremo a parlare della via del servizio devozionale (parte 7).
Se ci impegnamo nella coscienza di Krishna, sara’ possibile capire Krishna, e certamente ci immunizziamo contro la nascita e la morte ripetuta.
Come e’ affermato da Krishna stesso nella Bhagavad-Gita (4.9):
“O Arjuna, chi conosce la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attivita’, non dovra’ piu’ rinascere nel mondo materiale quando lascia il corpo, ma raggiunge la Mia dimora eterna”.
Quindi e’ sufficiente impegnarsi nella coscienza di Krishna e conoscere Krishna, il Signore Supremo, per diventare degni di tornare a Dio, nella nostra dimora originale.
Anche se siamo ossessionati dai desideri materiali dobbiamo adorare Dio, la Persona Suprema, con tale costanza da poter tornare a Lui.
Il fatto e’ che se ci impegniamo nella coscienza di Krishna, pur mantenendo molti desideri materiali, saremo via via sempre piu’ attratti dai piedi di loto del Signore, grazie al canto del santo nome che ci permette di essere a contatto col Supremo.
Il Signore Supremo e il Suo santo nome sono identici. In questo modo, cantando costantemente i santi nomi del Signore, e praticando il servizio devozionale, si perde l’attaccamento per il piacere materiale. Infatti la perfezione della vita consiste nel perdere questo attaccamento e nell’interessarsi di Krishna.
Cosi’, se in un modo o in un altro giungiamo alla coscienza di Krishna, anche per un profitto materiale, il risultato sara’ che potremo liberarci.
Che sia per soddisfare i sensi materiali, oppure spinti dall’invidia o dalla paura, per affetto o per qualsiasi altra ragione, se ci avviciniamo a Krishna avremo successo.
Mediante il servizio devozionale si avanza gradualmente fino al livello dell’amore per Dio, allora si vede Dio in ogni momento. Quando ci si impegna nel servizio devozionale per ventiquattro ore al giorno, aderendo alle istruzioni del maestro spirituale, si provera’ un piacere sempre maggiore nel servire il Signore.
Allora Dio, la Persona Suprema, che e’ situato nel profondo del cuore di ognuno, parla al devoto.
La perfezione dell’esistenza consiste nel ricevere un’educazione spirituale e nel capire l’esistenza del Signore e il modo in cui Egli crea, mantiene e distrugge la manifestazione cosmica.
Benche’ il Signore sia illimitato, grazie alla Sua misericordia senza causa diventa visibile al devoto, che acquisisce allora la capacita’ di vederLo.
Nella nostra condizione di anime condizionate non possiamo vedere o capire Dio, la Persona Suprema. Nessuno puo’ capire la natura trascendentale del nome, della forma, delle qualita’ e dei divertimenti di Sri Krishna mediante i sensi contaminati.
Soltanto quando si e’ saturi di energia spirituale grazie al trascendentale servizio del Signore, il nome, la forma, le qualita’ e i divertimenti del Signore vengono rivelati.
Si devono seguire le istruzioni del maestro spirituale. In questo modo si acquisiscono le qualita’ che in seguito ci permetteranno di vedere Dio, la Persona Suprema. Grazie,
Loretta |
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 27/04/2005 : 22:15:37
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Hare Krishna a tutti, oggi continuiamo a parlare della via del servizio devozionale (parte 8).
L’esistenza materiale e’ il risultato di azioni peccaminose. Ognuno in questo mondo materiale e’ condannato, eppure come esistono differenti categorie di prigionieri, cosi’ esistono differenti categorie di uomini. Ma tutti, in qualsiasi condizione di vita, stanno soffrendo. Per porre rimedio alla sofferenza dell’esistenza materiale si deve aderire al movimento del “sankirtana”, al Movimento Hare Krishna, e condurre una vita cosciente di Krishna.
Il semplice ascolto del santo nome del Signore permette di liberarci immediatamente. Percio’ in quest’eta’ di Kali, poiche’ la gente e’ molto contaminata, il canto del santo nome del Signore e’ raccomandato come l’unico rimedio.
Sri Caitanya Mahaprabhu, che e’ il Signore Stesso, introdusse il canto del santo nome cinquecento anni fa, e ora, grazie al movimento per la coscienza di Krishna, molti uomini considerati i piu’ degradati si liberano dalle attivita’ colpevoli col semplice ascolto del santo nome del Signore.
Se si ascolta il santo nome di Dio, la Persona Suprema, una sola volta senza offese, ci si puo’ purificare, anche se si e’ la persona piu’ degradata; che dire quindi di vedere il Signore faccia a faccia?
Nella Bhagavad Gita, Krishna dice ad a Arjuna:
“Mio caro Arjuna, soltanto con una totale dedizione al Mio servizio posso essere conosciuto cosi’ come sono, in piedi di fronte a te, e posso essere visto direttamente. Soltanto cosi’ e’ possibile penetrare il mistero della Mia persona”.
Nella nostra condizione attuale, Dio, la Persona Suprema, puo’ essere visto nella forma della divinita’ nel tempio. La murti del Signore non e’ differente dal Signore Supremo.
Poiche’ non possiamo vedere il Signore con i nostri occhi grossolani, il Signore acconsente gentilmente a farsi vedere in una forma che noi possiamo contemplare. Percio’ la murti nel tempio non dovrebbe essere considerata materiale.
Offrendo del cibo alla murti, ornandola e servendola si ottiene il medesimo risultato che si otterrebbe servendo personalmente il Signore a Vaikuntha.
Dobbiamo dunque capire che glorificando il santo nome del Signore, le Sue qualita’ e le Sue attivita’, e’ possibile essere alleviati da tutte le reazioni del peccato.
Questo e’ l’unico metodo raccomandato per liberarsi dalle conseguenze delle nostre colpe. Anche cantando il santo nome del Signore con una pronuncia imperfetta ci si puo’ liberare dai legami materiali, sempre che non si commettano offese.
Il canto dei santi nomi del Signore e’ raccomandato anche alle persone che commettono offese; infatti, se continueranno a cantare, vedranno le loro offese cessare gradualmente. In questo modo, cantando il mantra Hare Krishna senza commettere offese, il nostro amore per Krishna aumenta.
Sri Caitanya Mahaprabhu, insegna che la nostra piu’ grande preoccupazione dovrebbe essere quella di accrescere il nostro attaccamento e il nostro amore per Dio, la Persona Suprema.
Il metodo religioso piu’ elevato e’ quello che puo’ risvegliare l’amore latente per Dio.
Sri Caitanya Mahaprabhu, cita questo verso:
“In questa era di discordia e d’ipocrisia, l’unica via di liberazione consiste nel cantare il santo nome del Signore. Non c’e’ altro modo, non c’e’ altro modo, non c’e’ altro modo”.
Grazie,
Loretta |
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 01/05/2005 : 12:44:07
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Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dell’argomento “la via del servizio devozionale” (parte 9).
L’uomo, che abbia desideri materiali, che sia libero da ogni desiderio, o che desideri diventare tutt’uno col Supremo, deve impegnarsi, in ogni caso, nel servizio di devozione.
Dovremmo impegnarci completamente nel servizio devozionale, in modo che tutti i nostri desideri siano soddisfatti e alla fine potremmo tornare a Dio, nella nostra dimora originale.
Molta gente adora gli esseri celesti per ottenere dei benefici temporanei ed effimeri, ed ignora la posizione del Signore Supremo. Infatti gli esseri celesti sono, per cosi’ dire, differenti funzionari e dirigenti nel governo del Signore Supremo.
Come bisogna seguire le leggi promulgate dal Governo, e non dai funzionari o dai dirigenti, similmente tutti devono offrire la propria adorazione solo al Signore Supremo; in questo modo potranno automaticamente soddisfare tutti i vari funzionari e i dirigenti del Signore.
Sri Krishna afferma nella Bhagavad Gita (9.23.24):
“Cio’ che l’uomo sacrifica agli esseri celesti, o figlio di Kunti, e’ un realta’ destinato a Me soltanto, ma e’ offerto senza vera conoscenza. Io sono l’unico beneficiario e l’unico oggetto del sacrificio. Coloro che non riconoscono la Mia vera natura trascendentale si degradano”.
Se per esempio, un uomo innaffia le foglie e i rami di un albero senza innaffiare la radice, dimostra la sua mancanza di conoscenza o la sua negligenza verso i principi regolatori.
Il metodo giusto per innaffiare un albero e’ quello di versare acqua sulle radici. Analogamente, il metodo per giovare alle diverse parti del corpo consiste nel fornire cibo allo stomaco.
In altre parole, Krishna non approva l’inutile l’adorazione agli esseri celesti.
Esistono molti tipi di yajna che sono raccomandati nelle scritture vediche, ma in realta’ tutti questi yajna sono destinati a soddisfare il Signore Supremo. Yajna significa Vishnu.
Nel terzo capitolo della Bhagavad gita, Krishna afferma chiaramente che bisogna agire solo per soddisfare Yajna, ossia la Sua Persona, Percio’ dice:
“Io sono il destinatario di tutti i sacrifici, perche’ sono il Signore Supremo”.
Gli esseri celesti non sono separati dal Signore, essi devono la loro potenza al fatto di essere servitori di Dio.
Se il Signore Supremo ritirasse il potere di cui ha investito gli esseri celesti, questi non sarebbero piu’ in grado di offrire benedizioni a coloro che li adorano.
Anche se una persona ha desideri materiali, invece di adorare gli esseri celesti dovrebbe pregare il Signore Supremo in modo da ristabilire la sua relazione con Lui.
Poiche’ Vishnu e’ il Supremo, adorando Vishnu si possono soddisfare tutti i desideri. Non c’e’ bisogno di distogliere la propria attenzione per rivolgerla verso qualche essere celeste.
Grazie,
Loretta |
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Loretta (LakshmiPriya dd)
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Inserito il - 03/05/2005 : 23:39:16
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La via del servizio devozionale (parte 10).
A volte qualcuno prova un grande desiderio di vedere Dio.
Dovete sapere che la capacita’ di capire Dio, la Persona Suprema, di vederLo o di parlare con Lui dipende dal nostro avanzamento nel servizio devozionale, cioe’ dalla bhakti.
La bhakti indica l’impegno nel servizio devozionale offerto a Dio, la Persona Suprema, e a nessun altro.
Per compiere il servizio devozionale bisogna essere liberati dal concetto della vita basata sul corpo e dall’aspirazione a trovare la felicita’ sui pianeti planetari superiori.
In altre parole, l’azione compiuta solo per la soddisfazione del Signore Supremo, senza alcun desiderio di ottenere benefici materiali, e’ detta bhakti.
La bhakti comprende nove diverse attivita’, “sravanam kirtanam (visnoh) smaranam pada sevanam arcanam vandanam dasyam sakhyam atma-nivedanam”.
Prahlada Maharaja disse (S.B. 7.5.23-24):
“Ascoltare e cantare il santo nome trascendentale, la forma, le qualita’, i divertimenti di Sri Visnu e cio’ che lo circonda, ricordare ogni cosa, servire i piedi di loto del Signore, offrire al Signore una rispettosa adorazione mediante sedici differenti oggetti, offrire preghiere al Signore, diventare Suo servitore, considerare il Signore come il proprio migliore amico, e sottomettere ogni cosa a Lui (in altri termini, servirLo con il corpo, la mente e le parole), questi nove metodi sono considerati puro servizio devozionale. Colui che ha dedicato la propria vita al servizio di Krishna mediante questi nove metodi dev’essere considerato la persona piu’ colta perche’ ha raggiunto la perfetta conoscenza”.
(Prahlada Maharaja e’ una grande personalita’, un grande devoto del Signore, completamente assorto nella coscienza di Krishna).
Lo sforzo sincero di praticare questi nove metodi del servizio devozionale e’ detto tecnicamente bhakti.
Poiche’ tutte queste attivita’ devozionale sono assolute, non esiste una vera, fondamentale, differenza tra il fatto di adorare la Divinita’ del tempio, quello di vederLa o di cantare le Sue glorie.
In realta’, tutti questi sono modi di vedere il Signore, perche’ tutto cio’ che viene compiuto nel servizio devozionale e’ un mezzo per entrare in contatto diretto con Lui.
Contrariamente alla legge del mondo materiale, non c’e’ differenza tra il fatto di vedere il Signore, di offrirGli preghiere e ascoltare la vibrazione trascendentale. Per questa ragione i puri devoti sono perfettamente soddisfatti di glorificare il Signore. Questa glorificazione e’ detta kirtana.
Dedicarsi al kirtana e ascoltare la vibrazione del suono Hare Krishna equivale, in realta’, a vedere direttamente Dio, la Persona Suprema.
Una volta realizzata questa posizione, sara’ possibile capire la natura assoluta delle attivita’ del Signore.
I nove diversi metodi enunciati, possono non essere tutti necessari per il compimento del servizio devozionale; se un devoto compie senza deviare anche uno soltanto di questi nove metodi puo’ ottenere la misericordia di Dio, la Persona Suprema.
Dedicarsi a uno di questi nove metodi e’ sufficiente, perche’ ogni metodo contiene gli altri otto.
Grazie,
Loretta |
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