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 RADIO KRISHNA CENTRALE
 DOMANDE E RISPOSTE N. 02
 Purusha e Prakriti
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RKC Mayapur
Amministratore

RKC

Estero


2316 Messaggi

Inserito il - 19/11/2003 : 21:33:25  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Gentile forum RKC sono uno studioso dell'antica scienza vedica e al momento sono accostato in un livello didattico, sebbene nasca una forma tiepida di spiritualità e profondo rispetto a volte mi è difficile concettualizare la sintesi più elevata di questa enorme sapere dell'india antica.

Come ben spiegato in Bhagavad-gita II.25, l'atman è avikarya, ovvero 'immutabile', e questa immutabilità è ovviamente sinonimo di perfezione, di assenza di qualsiasi macchia, difetto o cedimento. Nei loro insegnamenti più alti, infatti, i grandi acarya (insegnanti spirituali) hanno rivelato che non è l'atman a subire i condizionamenti dei guna e ad incarnare caratteristiche poco nobili, bensì il suo riflesso, l'ego condizionato, una sorta di sosia virtuale che si muove nel mondo della materia. Questo è confermato anche dalla dottrina secondo la quale il jiva appartiene alla categoria tatastha shakti ovvero: pur rimanendo ontologicamente immutabile, le sue potenzialità, i suoi attributi sono soggetti all’influsso della prakriti, che è a sua volta energia divina. Soltanto riarmonizzandosi col Sé supremo, il sé individuale può evitare il potente condizionamento della prakriti.



La mia domanda è:



Perché mai l’essere libero e puro deve trovarsi alla mercè della materia?

Come mai l’anima perfetta può venire ingannata e credere di essere imperfetta?

Come mai l’essere perfetto l’Atman è giunto a considerarsi imperfetto, avvinto alla materia e sottomesso alle sue condizioni? In quale modo l’esistenza perfetta può mutare una particella per quanto infima essa sia della propria natura?
Ivano

RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2316 Messaggi

Inserito il - 19/11/2003 : 21:44:06  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Caro Ivano, Hare Krishna, grazie molte per il tuo

intervento sul forum e per le tue interessantissime

domande, alle quali cerchero' qui di dare una

risposta solo sommaria, in quanto i punti toccati

richiedono spiegazioni molto vaste.

(Ho numerato le righe per distinguerli meglio).

Rimando ad eventuali discussioni verbali una piu'

ampia analisi degli argomenti, informandoti che sono

a tua disposizione presso gli studi di RKC Pisa al

numero 050 2201411.



Come doverosa premessa, dato il linguaggio che usi,

chiaro e preciso anche dal punto di vista accademico,

non puo' mancare da parte mia il suggerimento di

visitare (e magari, se lo ritenessi opportuno, prendere

contatto ed assistere personalmente a qualche conferenza

o incontro) il sito del Centro Studi Bhaktivedanta, che si

occupa proprio di cultura vedica da una prospettiva anche

accademica: http://www.c-s-b.org



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Gentile forum RKC sono uno studioso dell'antica scienza vedica e al momento sono accostato in un livello didattico, sebbene nasca una forma tiepida di spiritualità e profondo rispetto a volte mi è difficile concettualizare la sintesi più elevata di questa enorme sapere dell'india antica.

Come ben spiegato in Bhagavad-gita II.25, l'atman è avikarya, ovvero 'immutabile', e questa immutabilità è ovviamente sinonimo di perfezione, di assenza di qualsiasi macchia, difetto o cedimento. Nei loro insegnamenti più alti, infatti, i grandi acarya (insegnanti spirituali) hanno rivelato che non è l'atman a subire i condizionamenti dei guna e ad incarnare caratteristiche poco nobili, bensì il suo riflesso, l'ego condizionato, una sorta di sosia virtuale che si muove nel mondo della materia. Questo è confermato anche dalla dottrina secondo la quale il jiva appartiene alla categoria tatastha shakti ovvero: pur rimanendo ontologicamente immutabile, le sue potenzialità, i suoi attributi sono soggetti all#8217;influsso della prakriti, che è a sua volta energia divina. Soltanto riarmonizzandosi col Sé supremo, il sé individuale può evitare il potente condizionamento della prakriti.



La mia domanda è:

(1) Perché mai l'essere libero e puro deve trovarsi alla mercè della materia?

(2) Come mai l'anima perfetta può venire ingannata e credere di essere imperfetta?

(3) Come mai l'essere perfetto l'Atman è giunto a considerarsi imperfetto, avvinto alla materia e sottomesso alle sue condizioni?

(4) In quale modo l'esistenza perfetta può mutare una particella per quanto infima essa sia della propria natura?



===============================================

(1) L'essere individuale e' una particella infinitesimale del Supremo,

e come tale ne rispecchia tutte le qualita', ma in misura ridotta.

Una delle qualita' del Supremo e' quella di essere completamente

indipendente, e tale qualita' si traduce nel jiva come liberta' di

scelta, o libero arbitrio che dir si voglia, di servire il Supremo

o di servire la materia. Si riprende qui il concetto di "tatastha

shakti", ossia di energia marginale, che puo' situarsi sia

nell'energia spirituale, sia in quella materiale, a scelta.



Sempre di servizio si tratta, in quanto la natura intrinseca

stessa del jiva (cioe' il suo dharma) e' quello di fornire gli

elementi per la soddisfazione del Signore, e partecipare

cosi' alla Sua felicita' eterna.

Quando l'essere decide di imitare il Supremo, cercando di

mettersi al Suo posto, viene ricoperto dagli elementi

materiali, grossolani e sottili, ed inserito in un contesto

formato sempre dagli stessi elementi in varie combinazioni

di guna, virtu', passione e ignoranza, dove potra' manifestare

il suo desiderio di essere Dio.

(D'altra parte non sarebbe possibile per lui rimanere nel

mondo spirituale, dove tale discordanza rispetto al dharma

non esiste).

L'essere servira' cosi', senza rendersene ben conto (in accordo

alla forza che l'energia materiale esercita su di lui), i suoi

sensi materiali, pensando di essere il corpo, grossolano o

sottile, dal quale e' rivestito.

Il corpo materiale e' cosi' diventato un surrogato di quello

spirituale.

Per cui, l'essere deve trovarsi alla merce' dell'energia materiale

a causa della sua scelta di voler godere come il Supremo.



(2) Non possedendo pero' la grandezza del Supremo, l'essere

cade vittima dell'inganno di Maya, l'energia materiale, e il suo

cosiddetto godimento e' solo un'illusione, in quanto il corpo

materiale non ha niente a che fare con l'anima spirituale.

E' solo una copertura, e le attivita' che si svolgono sul

piano della materia sono paragonabili ad un sogno, rispetto

alla vera esistenza spirituale. Il "sogno", pero', si svolge sotto

le rigide regole della natura materiale, che l'essere non ha il

potere di controllare a causa della sua natura infinitesimale.

Come l'energia materiale sia un'energia divina e agisca sotto

la direzione di Krishna, il Supremo, e' spiegato in molti passi

della Bhagavad-Gita, per esempio nel cap. 10 v. 9, che puoi

confrontare (mayadhyaksena prakritih - suyate sa-caracaram...).

Maya e' quindi subordinata al Supremo, ma non all'essere

individuale, che e' una piccola particella del Supremo, e

non ha lo stesso Suo potere di controllo.

La prova di tale situazione e' che tutti gli esseri condizionati

devono sottostare alle leggi della materia, dalla nascita alla

morte, alla vecchiaia, alla malattia, mentre Krishna, il

Supremo, quando scende nel mondo materiale e' comunque

libero di agire in piena indipendenza, e non e' legato dai

risultati delle Sue attivita'.

Le Sue attivita', anzi, hanno il potere di liberare anche chi

semplicemente le ascolta, le ripete o le ricorda, dai legami

della materia, come chiaramente affermato sempre nella

Bhagavad-Gita:

"janma karma ca me divyam - evam yo vetti tattvatam..."

(cfr. cap.4, v.9).



In particolare, l'anima individuale e' ingannata da Maya

a causa della sua tendenza a dimenticare:

"Entrambi, tu ed Io, abbiamo attraversato numerose nascite.

Io posso ricordarle tutte, ma tu no, o vincitore dei nemici.".

(cfr. Bhagavad-Gita, cap. 4 v. 5).

E' facile per Maya nascondere la conoscenza trascendentale

dell'anima individuale, e farle credere di essere il corpo,

grossolano o sottile (e quindi mente, intelligenza e falso

ego). Una volta identificatosi con il corpo, l'essere agisce

di conseguenza, credendo di essere cio' che, in realta', e'

solo un veicolo che gli permette di muoversi nell'ambiente

circostante.

Si puo' fare il paragone con una persona che guida la sua

un'automobile: a volte si immedesima talmente con la

macchina, che soffre moltissimo se c'e' un danno anche

leggero, come un graffio sulla carrozzeria.

In realta' il guidatore non e' stato danneggiato, ma a causa

della sua identificazione con il possesso della macchina

ne soffre ugualmente. qualcosa di simile accade all'anima

condizionata, finche' non si risveglia alla realta' spirituale.



(3) Se intendi la motivazione originale che ha costretto l'essere

puro ad essere circondato da un'ambiente materiale, il

nostro maestro spirituale fondatore Bhaktivedanta Swami

Prabhupada spiega che e' ancora a causa del libero arbitrio

proprio del jiva.

La perfezione del jiva e' quella di scegliere di rimanere al

servizio del Signore, nel puro amore per Dio, ma la capacita'

di scegliere che gli e' propria, e che non viene mai meno,

neanche nel mondo spirituale mentre si manifesta la perfetta

purezza e felicita', gli permette di usare il proprio libero

arbitrio per sospendere il servizio diretto al Supremo e

cominciare a servire la materia, credendo erroneamente di

poter godere alla stessa maniera del Supremo, situandosi

cosi' nello stato chiamato "nitya-baddha".

Quando decide di riprendere il suo servizio al Supremo,

e si libera effettivamente dal suo condizionamento

materiale, ritorna al suo stato originale, detto

"nitya-mukta", o "nitya-siddha".



(4) A causa della diversa natura delle due energie in gioco.

L'energia materiale non si mescola mai all'energia spirituale,

ne' a quella marginale, ma rimane sempre separata.

Percio', seguendo un corretto procedimento, che permetta

all'essere individuale di liberarsi dai condizionamenti dovuti

alle influenze dei guna, e in particolare dell'errata identificazione

del se' con il corpo o con la mente, si puo' ritrovare l'eterna

perfezione che mai era andata perduta, ma era stata solo

ricoperta.



=============================



Naturalmente l'argomento e' inesauribile, cosi' ti invito

ad approfondirlo con lo studio di scritture autentiche e

con la discussione, con persone che stanno praticando

il metodo e possono parlare per esperienza vissuta.



Ancora complimenti per la serieta' e l'intensita' delle tue

domande; in accordo ai grandi saggi dell'antica India,

queste sono le domande che ogni uomo di buon senso

dovrebbe farsi, e questi argomenti sono degni di essere

discussi, perche' possono portare chi ne parla e chi

ascolta alla liberazione dai legami materiali e al puro

amore per Dio, che e' lo scopo dell'esistenza.



Sperando di esserti stato utile, ti saluto con un

Hare Krishna, e spero di risentirti presto.



Tuo servitore in coscienza di Krishna

Gokula Tulasi das

(RKC Pisa)
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