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 IL FONDATORE - LIBRI E LEZIONI DI SRILA PRABHUPADA
 LEZIONI SULLO SRIMAD BHAGAVATAM (in Italiano)
 Srimad Bhagavatam Canto 1 Capitolo 1 Verso 3
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Sangita Dasi
Moderatore



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Inserito il - 18/11/2024 : 19:29:01  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
RKC - RADIO KRISHNA CENTRALE PRESENTA:

Lezioni* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada su

Lo Srimad Bhagavatam



TRADUZIONE E TRASCRIZIONE IN ITALIANO A CURA DI SANGITA DEVI DASI



LEZIONE*
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
Tenuta a Londra (Regno Unito), il 19 Agosto 1971

Srimad-Bhagavatam
Canto 1 Capitolo 1 Verso 3

nigama-kalpa-taror galitam phalam
suka-mukhad amrita-drava-samyutam
pibata bhagavatam rasam alayam
muhur aho rasika bhuvi bhavukah

nigama—le letterature vediche; kalpa-taroh—l'albero dei desideri; galitam—completamente maturo; phalam—frutto; suka—Srila Sukadeva Gosvami, il primo a parlare dello Srimad-Bhagavatam; mukhat—dalle labbra di; amrita—nettare; drava—semisolido e morbido e quindi facilmente deglutibile; samyutam—perfetto sotto tutti gli aspetti; pibata—assapora; bhagavatam—il libro che tratta della scienza della relazione eterna con il Signore; rasam—succo (ciò che è gustoso); a-layam—fino alla liberazione, o anche in una condizione liberata; muhuh—sempre; aho—O; rasikah—coloro esperti nel gustare; bhuvi—sulla terra; bhavukah—esperto e riflessivo.

"O uomini d'intelligenza, gustate lo Srimad-Bhagavatam, il frutto maturo dell'albero dei desideri della letteratura vedica. Questo tenero frutto dal sapore di nettare ha toccato le labbra di Sri Sukadeva Gosvami, e ha preso un gusto ancora più soave, anche per le anime liberate".

Lo Srimad-Bhagavatam è nigama-kalpa-taru, il frutto maturo dell'albero dei desideri della letteratura vedica. Non abbiamo esperienza di un albero kalpa-taru in questo mondo materiale, ma nel mondo spirituale ci sono gli alberi che soddisfano tutti i desideri. Kalpa-taru: kalpa significa "desiderio" e taru significa "albero". In questo mondo, da un albero di mango si ottiene solo il frutto di mango e non altri frutti. La descrizione degli alberi dei desideri, kalpa-taru, è riportata nella Brahma-samhita (5.29),

cintamani-prakara-sadmasu kalpa-vriksa-
laksavritesu surabhir abhipalayantam
laksmi-sahasra-sata-sambhrama-sevyamanam
govindam adi-purusam tam aham bhajami

"Adoro Govinda, il Signore primordiale, il primo dei progenitori che porta le mucche al pascolo e che soddisfa tutti i desideri, che risiede in palazzi fatti di gemme spirituali e circondati da milioni di alberi dei desideri, e che è sempre servito con profondo rispetto e devozione da centinaia di migliaia di Lakshmi o gopi".

Krishna ha il Suo pianeta fatto di pietre di paragone (cintamani). Non sappiamo se qualcuno ne abbia fatto esperienza, ma esiste una pietra di paragone che a contatto con il ferro diventa oro. Nel mondo spirituale dunque ci sono dimore di pietre cintamani e le mucche surabhi che soddisfano i desideri come gli alberi kalpa-taru; ci sono i gopa, le gopi e Krishna. La loro descrizione è riportata nella Brahma-samhita. Non si deve pensare di aver immaginato qualcosa di artistico e di aver creato Krishna. No. È completamente supportato dalla letteratura vedica, la Brahma-samhita, nella quale si parla chiaramente del luogo di Krishna, la Sua dimora originale. Anche questo mondo è il luogo di Krishna, ma qui, poiché ci siamo dimenticati di Krishna, lo accettiamo come materiale. Proprio come il re possiede tutti i luoghi del paese, similmente, Krishna è il proprietario di tutto. Krishna dice nella Bhagavad-gita (5.29),

bhoktaram yajna-tapasam
sarva-loka-mahesvaram
suhridam sarva-bhutanam
jnatva mam santim ricchati
"Poiché i saggi Mi conoscono come il fine ultimo di tutti i sacrifici e di tutte le austerità, come il Signore Supremo di tutti i pianeti e di tutti gli esseri celesti, come l'amico e il benefattore di tutti gli esseri viventi, trovano fine alle sofferenze materiali".

Se si vuole la felicità e la pace, shanti, bisogna sapere tre cose. La prima è che Krishna è il beneficiario di tutto, come Krishna stesso dichiara, 'bhoktaram yajna-tapasam sarva-loka-mahesvaram'. Si può compiere yajna, austerità, penitenze, ma il risultato deve essere per il piacere di Krishna. Questa è la coscienza di Krishna. Quando si vive nella consapevolezza che, "Lavoro duramente e guadagno tanto denaro, perciò solo io devo goderne. Perché qualcun altro?", allora questo è il modo di pensare materialista. Ma noi cerchiamo di cambiare la coscienza. Il movimento per la coscienza di Krishna significa che si può guadagnare quanto si desidera, ma chi ne gode deve essere Krishna, non noi. Questa è la coscienza di Krishna, non è difficile da capire. L'unica cosa che dobbiamo cambiare è il beneficiario. Tutto qui. I karmi (lavoratori interessati) lavorano duramente giorno e notte e l'obiettivo finale è di soddisfare i propri sensi, quindi lavorano duramente. Nel Bhagavatam (5.5.1) è perciò detto,

nayam deho deha-bhajan nriloke
kastham kaman arhate vid-bhujam ye...

"Non dovremmo faticare così duramente solo per la gratificazione dei sensi, che è accessibile anche ai cani e ai maiali che si nutrono di escrementi".

Il movimento per la coscienza di Krishna significa che dobbiamo cambiare prospettiva—non per la nostra gratificazione dei sensi perché il vero proprietario è Krishna. Se penso di essere il proprietario e il goditore, è un'illusione. 'Janasya moho yam aham mameti' (SB 5.5.8): "Egli accresce così le sue illusioni e finisce col pensare solo in funzione di 'io' e 'mio'." Così nella dimora di Krishna, cintamani-dhama—il mondo spirituale—vi è ogni cosa, ma la prospettiva è diversa. E qui, nel mondo materiale, vi è una diversa visione e scopo. Anche qui c'è tutto, ma ognuno cerca di godere per sé, quindi c'è competizione. Sia individualmente, da uomo a uomo, da famiglia a famiglia, da società a società o da nazione a nazione, c'è sempre competizione; ma tale competizione cesserà appena ci sarà la coscienza di Krishna—"Io non sono il proprietario, Krishna è il proprietario". Questo è il mezzo per ottenere la pace, shanti. Perciò, bhoktaram yajna-tapasam sarva-loka-mahesvaram (Bg. 5.29).

Se comprendiamo correttamente queste tre cose... Krishna è il supremo goditore, bhokta, ed è anche un amico. Krishna è un amico così gentile, 'isvarah sarva-bhutanam hrid-dese arjuna tisthati' (Bg. 18.61), Krishna, il Signore Supremo, è situato nel cuore di tutti come amico. Ciò è confermato nelle Upanishad: due uccelli sono seduti sullo stesso albero come amici. Un uccello mangia il frutto dell'albero, mentre l'altro sta semplicemente osservando. Egli è l'amico supremo, non è un amico ordinario. In realtà è il nostro amico supremo che cerca sempre di riportarci a casa, di riportarci a Dio. Non solo è seduto nel nostro cuore, ma scende come Krishna. 'Yada yada hi dharmasya glanir bhavati bharata' (Bg. 4.7): "Ogni volta che in qualche luogo dell'universo la religione declina e l'irreligione avanza, o discendente di Bharata, Io vengo in persona". Egli viene per sollecitarci e dare informazioni. Qual è questa informazione?

'Sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja' (Bg. 18.66). "Perché siete impegnati in così tante occupazioni? Semplicemente arrendetevi a Me". Ma siamo così immersi nella materia che non possiamo seguire il consiglio di Krishna, aham tvam sarva-papebhyo mokayisyami. Perciò Krishna torna di nuovo come devoto, il Signore Caitanya. Il Signore Sri Krishna ha detto: "Arrendetevi a Me". Lo stesso Krishna è venuto come devoto di Krishna. 'Bhaktakhyam bhaktavataram namami bhakta-saktikam' (Cc. Adi 1.14): "Offro i Miei omaggi al Signore Supremo, Krishna, che non è differente dai Suoi aspetti di devoto, di incarnazione devozionale, di manifestazione devozionale, di puro devoto e di energia devozionale". Questa è una preghiera del Signore Sri Caitanya. Così Krishna ci attira continuamente: Egli stesso viene come il Signore Supremo, o come devoto, o manda il Suo rappresentante solo per invitarci nel Suo regno, cintamani-dhama.

'Cintamani-prakara-sadmasu kalpa-vriksa' (Brahma-samhita 5.29), dove ci sono gli alberi dei desideri e la felicità eterna.... Perciò, qual è lo scopo della letteratura vedica? Veda significa conoscenza, 'vetti veda-vido jnanam'. Tutto ciò da cui si ottiene conoscenza, è chiamato Veda. Quindi dai Veda si deve acquisire la conoscenza suprema, perciò è chiamata Vedanta. Abbiamo tanti diversi tipi di conoscenza, ma qual è la conoscenza suprema? È chiamata Vedanta. Conoscenza ultima significa ottenere informazioni sul Supremo. Cerchiamo di ottenere la conoscenza e ci chiediamo: "Qual è il giornale di oggi? Cosa è successo?" Anche questa è conoscenza; ma non è la conoscenza ultima. La conoscenza ultima è Krishna. E Vedanta significa conoscere la Suprema Verità Assoluta. Questa è la conoscenza ultima, perciò Krishna dice nella Bhagavad-gita (15.15), vedais ca sarvair aham eva vedya,

sarvasya caham hridi sannivisto
mattah smritir jnanam apohanam ca
vedais ca sarvair aham eva vedyo
vedanta-krid veda-vid eva caham

"Sono nel cuore di ogni essere e da Me viene il ricordo, la conoscenza e l'oblio. Il fine di tutti i Veda è quello di conoscerMi. In verità, Io sono Colui che ha composto il Vedanta e sono Colui che conosce i Veda".

Le persone sono alla ricerca dei cosiddetti vedantisti, ma non conoscono Krishna, i cosiddetti vedantisti. Ma chi e' veramente un vedantista, conosce Krishna. Per questo, qualche tempo fa, i vaisnava mi hanno dato questo titolo, Bhaktivedanta. Bhaktivedanta significa che la comprensione ultima del Vedanta è la bhakti, non diventare impersonalisti. Perciò, qui è detto 'nigama-kalpa-taror galitam phalam' (SB 1.1.3). Tutti i Veda sono riassunti nel Vedanta-sutra. Avete ascoltato questo nome, Vedanta-sutra. Lo Srimad-Bhagavatam è la spiegazione del Vedanta-sutra. Pertanto, fin dall'inizio dello Srimad-Bhagavatam, si trova il primo aforisma del Vedanta-sutra: janmady asya yatah (SB 1.1.1). La prima spiegazione dal Vedanta-sutra è 'athato brahma jijnasa': "Ora dobbiamo indagare su Brahman, la Verità assoluta". Questo è il compito dell'essere umano. Perché in altre vite, diverse dalla forma umana, abbiamo semplicemente trascorso il tempo a occuparci delle necessità corporee della vita, ahara-nidra-bhaya-maithunam (Hitopadesha).

Anche gli animali hanno necessità corporee di vita: ahara, mangiare; nidra, dormire; e bhaya, temere o difendersi; e maithuna, rapporto sessuale. Così i gatti e i cani hanno tutte queste funzioni, e anche l'essere umano ha le stesse funzioni—forse in modo più raffinato, ma sono le stesse. Allora qual è l'attività supplementare della forma di vita umana? Se siete semplicemente impegnati in questi quattro principi di vita—mangiare, dormire, accoppiarsi e difendersi o temere—allora qual è la differenza tra un uomo e un cane? In queste attività non vi è differenza. L'unica differenza è 'athato brahma jijnasa'. Una persona può venire al tempio e informarsi su Krishna o sulla Verità Assoluta. Questa è la differenza. Così, il movimento per la coscienza di Krishna significa che diamo la possibilità a tutti di informarsi sul Brahman, 'athato brahma jijnasa'. O, in altre parole, tutte le attività di questo movimento sono Vedanta—una vita basata sul Vedanta. E per chiunque s'informi su Krishna, o sulla Verità Assoluta, vi sono diverse fasi di ricerca. Ciò è spiegato nello Srimad-Bhagavatam (1.2.11),

vadanti tat tattva-vidas tattvam yaj jnanam advayam
brahmeti paramatmeti bhagavan iti sabdyate

"I saggi trascendentalisti che conoscono la Verità Assoluta chiamano questa sostanza unica, al di là di ogni dualità, col nome di Brahman, Paramatma, o Bhagavan".

La Verità Assoluta è una, ma secondo la nostra comprensione, alcuni accettano la Verità Assoluta come il Brahman impersonale, altri come il Paramatma localizzato e altri ancora come la Suprema Personalità di Dio, Krishna o Vishnu. Quindi, il movimento per la coscienza di Krishna significa comprendere la Verità Assoluta come il fine ultimo, o la Persona Suprema. Pertanto, all'inizio lo Srimad-Bhagavatam descrive la Verità Assoluta, "om namo bhagavate vasudevaya". Vasudeva significa Krishna, il figlio di Vasudeva. È apparso come figlio di Vasudeva, ma spiritualmente, a meno che non si giunga alla posizione "vasudeva" [pura virtù], nessuno può capire Vasudeva. Vasudeva è un altro nome di suddha-sattva, la pura virtù. Non la virtù contaminata. In questo mondo ci sono tre tipi di condizioni: virtù, passione e ignoranza. L'ignoranza e la passione sono semplicemente materiali. Il sintomo di ignoranza e passione è avidità e lussuria. Al di sopra di questa avidità e bramosia c'è un'altra posizione, che è la piattaforma Vedanta, per comprendere ogni cosa chiaramente. Questa è chiamata virtù.

Pertanto, pura virtù significa che bisogna trascendere anche la piattaforma materiale della virtù, perché nella virtù materiale vi è la possibilità di essere contaminati dalle altre due qualità, passione e ignoranza, che a volte si confondono. La virtù materiale di un puro brahmana che possiede tutte le buone qualità—satyam samo damas titiksa—veridicità, controllo dei sensi e della mente, tolleranza e conoscenza del Supremo. Queste sono le qualifiche brahminiche. Ma, a volte, le qualifiche brahminiche sono contaminate dalle altre qualità di passione e ignoranza. Ne abbiamo fatto esperienza. Anche allo stadio attuale, vediamo che molti provenienti dalla famiglia brahminica, sono stati influenzati da passione e ignoranza. Vi è quindi la possibilità, nella virtù materiale, di essere contaminati dalle altre due qualità e quindi si può cadere. Ma quando si trascende il livello materiale di virtù e si giunge al livello trascendentale della pura virtù, non si cade.

Questo è detto, sattvam visuddham vasudeva-sabditam (SB 4.3.23): Quel sattva, quell'esistenza di pura virtù, è chiamata 'vasudeva'; in questa pura piattaforma trascendentale di virtù si può comprendere Vasudeva. Significa che in quello stadio di vita, Vasudeva è già presente, basta realizzarlo. Isvarah sarva-bhutanam hrid-dese 'rjuna tisthati (Bg. 18.61). Vasudeva è già presente nel vostro cuore, ma dovete solo realizzarlo, situandovi nella coscienza pura, al livello della pura virtù. Ciò può essere fatto solo discutendo lo Srimad-Bhagavatam. Poiché, nigama-kalpa-taror galitam phalam idam (SB 1.1.3), è il frutto maturo della conoscenza vedica; e poiché, suka-mukhad amrita-drava-samyutam, ha toccato le labbra di Sri Sukadeva Gosvami, perciò ha un gusto ancora più dolce. Lo Srimad-Bhagavatam fu scritto da Vyasadeva e fu pronunciato per la prima volta da Sukadeva Gosvami, suo figlio.

Vyasadeva scrisse lo Srimad-Bhagavatam su istruzione del suo maestro spirituale, Narada, e in seguito istruì il suo amato figlio, Sukadeva Gosvami, di predicare questa letteratura. Questo è il dovere dello studente. Il maestro spirituale scrive e il discepolo ha il dovere di predicare. E se anche lo studente è puro come il maestro spirituale, allora ogni cosa diventa ancora più dolce, 'suka-mukhad amrita-drava-samyutam'. Un'altra spiegazione di questo verso è che un frutto maturato sull'albero è già molto dolce. Se si coglie un frutto acerbo e lo si tiene in casa, anch'esso matura, ma non è così gustoso; se invece è maturato sull'albero, allora diventa molto gustoso. Penso che abbiate avuto questa esperienza. Inoltre, se quel frutto è toccato dalle labbra o dal becco del pappagallo, che si chiama suka, diventa ancora più gustoso. Similmente, il frutto maturo della conoscenza vedica, lo Srimad-Bhagavatam, è già molto gustoso, ma è ancora più gustoso, drava-samyuta, perché è stato assaggiato dalle labbra di Sukadeva Gosvami. Perciò si raccomanda, 'pibata bhagavatam rasam', "Ora, assapora il frutto maturo della letteratura vedica".

Quando mangiamo qualcosa, ne assaggiamo il rasa, succo. Raso 'ham apsu kaunteya (Bg. 7.8). Proprio come Krishna dice nella Bhagavad-gita: "Kaunteya, Mio caro Arjuna, Io sono il sapore dell'acqua". Tutti, quando hanno sete, vogliono bere acqua, perché nell'acqua c'è un sapore che placa immediatamente la sete. Così godiamo di ogni cosa perché vi è un sapore. Questo si chiama rasa, in qualsiasi cosa facciamo. Come un uomo che lavora duramente giorno e notte. Perché? Per mantenere la famiglia, moglie e figli; quindi, se non c'è un po' di rasa, o gusto, non può lavorare duramente. Così prova un certo gusto nel mantenere la famiglia con il suo duro lavoro. E talvolta vediamo che chi non ha famiglia, o affetti familiari, non lavora tanto duramente. Non gli interessa lavorare; è un aspetto pratico. Perciò nella civiltà vedica è raccomandata la vita familiare, a meno che uno non sia confuso o senza speranza, perché non ha alcun gusto per la vita familiare.

Così, in ogni cosa c'è un rasa, o gusto, senza il quale nessuno può vivere. Perciò qui è raccomandato, 'srimad-bhagavatam rasam alayam' (assaporate il dolce succo dello Srimad-Bhagavatam). Ecco un gusto che si può assaporare fino alla fine della vita o fino al punto della liberazione. Perché la vita è fatta per liberarsi dalla dolorosa esistenza materiale. Questa è la vita. Tutti cercano di uscire da questa situazione dolorosa—è la lotta per l'esistenza. Ma non sanno quale sia la vita ultima, libera da tutte le attività dolorose—è la liberazione. L'intera civiltà vedica si basa su questo punto, come diventare liberati e godere della felicità eterna. Ramante yogino 'nante satyanande cid-atmani (Cc. Madhya 9.29). La parola 'rama' deriva da ramana: ram-dhatu, godimento. Anche qui, nel mondo materiale sono impegnati in 'ramana', ma si tratta di vita sessuale. Tutto qui: vita sessuale. E anche questo è ramana, piacere. Tuttavia, c'è un altro ramana, quello di Rama. Se si prende rifugio in Rama, questa è la vera felicità.

Ramante yoginah 'nante. Coloro che sono yogi... Yogi significa trascendentalisti. Coloro che aspirano alla perfezione spirituale sono chiamati yogi. Quindi il sistema yoga preliminare che è generalmente praticato—hatha-yoga, astanga-yoga—è preliminare. Nessuno raggiunge la perfezione nemmeno con il sistema di yoga preliminare. E che dire di ulteriori progressi. Pertanto, i bhakti-yogi, coloro che sono impegnati nel sistema del bhakti-yoga, sono i veri yogi. 'Mam ca yo vyabhicarena bhakti-yogena sevate sa gunan samatityaitan...' (Bg. 14.26): "Colui che s'impegna completamente nel servizio di devozione, senza mai deviare, trascende subito le tre influenze della natura materiale e raggiunge così il livello del Brahman".
Krishna dice, "Se aderisci a questo sistema di bhakti-yoga..." Che cos'è il sistema bhakti-yoga?

sravanam kirtanam visnoh
smaranam pada-sevanam
arcanam vandanam dasyam
sakhyam atma-nivedanam

"Ascoltare e cantare il santo nome trascendentale, la forma, le qualità, i divertimenti di Sri Vishnu e ciò che lo circonda, ricordare ogni cosa, servire i piedi di loto del Signore, offrire al Signore una rispettosa adorazione mediante sedici differenti oggetti, offrire preghiere al Signore, diventare Suo servitore, considerare il Signore come il proprio migliore amico, e sottomettere ogni cosa a Lui [in altri termini, servirlo con il corpo, la mente e le parole]—questi nove metodi sono considerati puro servizio devozionale". (SB 7.5.23)

Pertanto, se si aderisce al sistema del bhakti-yoga, senza alcuna deviazione, avyabhicarena, rigorosamente su rigidi principi, si trascendono le tre influenze della natura materiale e si raggiunge il livello del Brahman, 'mam ca yah avyabhicarena bhakti-yogena sevate'. Chi è così impegnato nel servizio di devozione al Signore accettando il sistema bhakti-yoga, 'sa gunan samatityaitan brahma-bhuyaya kalpate' (Bg. 14.26), immediatamente trascende le tre qualità materiali di sattva, rajo e tamo-guna—questo è chiamato mukti. Mukti non significa che una volta liberati avrete tante teste o tante gambe, no. Mukti significa 'svarupena vyavasthitih' (SB 2.10.6), essere situati nella propria posizione originale, costituzionale. Questa è la coscienza di Krishna. Perciò questo verso raccomanda, 'pibata bhagavatam rasam alayam'.

Rasam alayam. Laya significa "fondersi". Anche noi siamo fusi (immersi) in questo mondo materiale; proprio come voi ed io siamo fusi nel proprio corpo materiale. Ma io sono l'anima, tu sei l'anima, e siamo fusi in questo mondo materiale... Ma poiché siamo spirito, sebbene siamo fusi, non otteniamo felicità. Se ci immergiamo nell'oceano Atlantico, ci fondiamo in esso, ma poiché non siamo l'entità vivente dell'acqua, non possiamo essere felici. Non è possibile. Dobbiamo fonderci nell'esistenza spirituale; allora saremo felici. Questo è 'bhagavatam rasam alayam' [Assaporare il frutto maturo dell'albero della letteratura vedica].
Grazie mille.



Fine
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Altro sull'autore, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

Biografia:
www.radiokrishna.com/vsp_online.php

Altre opere: www.radiokrishna.com/books_online.php

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Buon ascolto, Hare Krishna !

La redazione di Radio Krishna Centrale

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Le lezioni, a volte sono riportate sottoforma di estratto, per una presentazione adatta anche ai lettori estranei agli argomenti trattati, o in generale al metodo del bhakti yoga, la coscienza di Krishna.
Cio' allo scopo di evitare possibili fraintendimenti, sul significato di alcuni termini e concetti espressi, non sempre corrispondenti alle accezioni linguistiche attuali, e quindi talvolta, causa di una comprensione errata o distorta delle vere intenzioni, del maestro spirituale fondatore.

Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.







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