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 RADIO KRISHNA CENTRALE
 DOMANDE E RISPOSTE N. 29
 Lakshmi (dea della fortuna) a casa mia
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Orlando
Utente Medio


Sicilia


24 Messaggi

Inserito il - 20/06/2024 : 16:23:15  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna!

Leggendo i libri vaishnava, mi è sembrato di capire una cosa.

Lakshmi,la dea della fortuna,è di natura instabile e non sta mai ferma sempre in un luogo se si esclude il petto di Vishnu,che è una espansione plenaria di Krishna.

La mia domanda è: se voglio che la dea della fortuna risieda a casa mia in modo da non trovarmi mai in condizione di miseria,la cosa giusta da fare è continuare ad adorare Krishna tramite la recita dei Santi Nomi e le pratiche devozionali in generale?

Chiarisco che non è mia intenzione diventare ricco e nemmeno benestante,soprattutto perchè non ho alcun modo di migliorare la mia condizione economica(se si esclude l'eventualità di togliermi il vizio di fumare),ma solo rimanere economicamente stabile.

Haribol,
Orlando

RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2315 Messaggi

Inserito il - 22/06/2024 : 10:54:10  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Caro Orlando, Hare Krishna !

Ben ritrovato sul forum di RKC e grazie per l'importante domanda: certamente la pratica della coscienza di Krishna, che comprende l'adorazione di Sri Narayana, la forma del Signore che giace sull'oceano causale, e sul Cui petto si dice risieda costantemente Sri Lakshmidevi, l'originale dea della fortuna, porta ogni beneficio, sia materiale che soprattutto, spirituale.

Tuttavia e' abbastanza raro vedere un devoto a livello neofita o intermedio come noi, beneficiare dell'attenzione di Lakshmidevi sottoforma di opulenza. Generalmente, poiche' la nostra devozione e' ancora mista, non del tutto libera da desideri materiali, non ci viene accordata alcuna ricchezza o agiatezza, che possa in qualche modo farci ricadere in cattive abitudini, o che possa essere utilizzata, non completamente al servizio del Signore.

Naturalmente i puri devoti, come Srila Prabhupada ha dimostrato, sono in grado di impegnare qualunque cosa nel servizio devozionale: ogni piu' piccolo pensiero, ogni parola ed ogni azione, e ogni centesimo che possiedono.
In tal caso si possono ottenere illimitate ricchezze da Lakshmidevi, ma solo affinche' il Signore sia adorato perfettamente, con piu' risorse a disposizione.

L'opulenza elargita da Lakshmidevi e' infatti destinata esclusivamente al servizio di Narayana.
Se invece tentassimo di ottenere la stessa opulenza, ma fossimo situati ad un livello non del tutto puro, come coscienza, nelle abitudini o nei principi religiosi, e soprattutto nella pratica della coscienza di Krishna, rischieremmo di utilizzarla erroneamente e di diventarne responsabili, peggiorando cosi' il nostro karma, e dovendone poi, pagare le conseguenze.

Come misura preventiva, per il nostro miglior beneficio, percio', il Signore di solito non concede ricchezze a chi non sia un puro devoto, stabile e costante nel servizio devozionale (sebbene venga concessa attraverso Lakshmidevi, l'opulenza appartiene in realta' a Dio, la persona suprema, in ultima analisi).

Infatti e' consigliato ai neofiti, a chi non sia del tutto libero dalle influenze materiali, non desiderare opulenze o agiatezze materiali, che non siano proprio indispensabili. Ma se ci si trovasse in difficolta', o in casi particolari, e' sempre meglio rivolgersi comunque al Signore, come ci insegna il famoso verso dello Srimad Bhagavatam, 2.3.10:

akamah sarva-kamo va
moksa-kama udara-dhih
tivrena bhakti-yogena
yajeta purusam param

TRADUZIONE

"L’uomo intelligente, che sia pieno di desideri materiali, che sia privo di ogni desiderio o che desideri la liberazione, deve con tutto se’ stesso adorare Dio, il Tutto supremo e assoluto".

SPIEGAZIONE di Sua Divina Grazia Bhaktivedanta Svami Prabhupada:

"Nella Bhagavad-gita Sri Krishna, il Signore Supremo, e’ designato col termine purusottama, la Persona Suprema. Lui solo e’ in grado di dare la liberazione agli impersonalisti assorbendoli nel brahmajyoti, lo splendore luminoso che emana dal Suo corpo. Come i raggi solari non possono esistere senza il sole, il brahmajyoti non puo’ avere un’esistenza separata dal Signore.

Chi desidera dunque fondersi nel brahmajyoti impersonale e supremo dovra’ ugualmente adorare il Signore con la pratica del bhakti-yoga, come raccomanda questo verso dello Srimad-Bhagavatam. Questo verso mette in risalto che il bhakti-yoga e’ la via che porta a ogni perfezione.

Il capitolo precedente affermava gia’ che il bhakti-yoga e’ lo scopo finale del karma-yoga e del jnana-yoga, e questo capitolo insegna a sua volta che il bhakti-yoga e’ il fine ultimo delle diverse forme di adorazione dedicate agli esseri celesti. Questo verso raccomanda dunque a tutti, anche a coloro che aspirano ai piaceri materiali o a liberarsi dai legami della materia, di dedicarsi seriamente a questa via suprema di realizzazione spirituale.

Il termine akamah indica l’assenza di ogni desiderio materiale. Poiche’ per natura, l’essere individuale fa parte integrante del tutto supremo e assoluto, il purusam purnam, ha come funzione naturale quella di servire l’essere Supremo, proprio come le diverse parti del copro sono destinate, per natura, a servire il corpo intero. Non avere desideri non significa dunque essere inerti come la pietra, ma significa essere coscienti della propria vera posizione e desiderare soltanto la soddisfazione del Signore Supremo.

Nel suo Sandarbha, Srila Jiva Gosvami descrive questa mancanza di desideri: bhajaniya-parama-purusa-sukha-matra-sva-sukhatvam, il che significa che bisogna trovare la felicita’ unicamente nella felicita’ del Signore Supremo. Questa verita’ e’ talvolta intuita dall’anima condizionata in questo mondo materiale, ma questa intuizione scaturita dalla mente incolta di uomini dall’intelligenza debole si concretizza nell’altruismo, nella filantropia, nel socialismo e nel comunismo. Questa tendenza a voler aiutare il prossimo in questo mondo a livello di una famiglia, di una collettivita’, di un popolo, di una societa’ o dell’umanita’ intera riflette parzialmente il sentimento originale dell’anima pura, che trova la propria felicita’ nella felicita’ del Signore Supremo.

Le gopi di Vrajabhumi sono l’esempio perfetto di questi sentimenti sublimi diretti al Signore. Le gopi amavano il Signore senza aspettarsi nulla in cambio; questa e’ la perfezione della mentalita’ detta akama. Il kama, cioe’ il desiderio di trovare la propria soddisfazione, si manifesta pienamente nel mondo materiale, mentre l’akamah trova la sua manifestazione perfetta nel mondo spirituale.

Anche il desiderio di diventare tutt’uno col Signore, cioe’ di fondersi nel brahmajyoti, puo’ essere considerato kama se si vuole provare la soddisfazione di essere liberi dalle sofferenze prodotte dalla materia. Il puro devoto non aspira affatto a essere liberato da queste sofferenze. Anche se privato di questa cosiddetta liberazione, il puro devoto non desidera altro che soddisfare il Signore. Sotto l’influenza del kama, Arjuna rifiutava di combattere sul campo di battaglia di Kuruksetra perche’ desiderava risparmiare i componenti della sua famiglia per assicurarsi il proprio piacere. Ma essendo un puro devoto accetto’ di combattere secondo l’ordine del Signore, perche’ comprese che il suo primo dovere era quello di sacrificare il proprio piacere per il piacere del Signore. Fu cosi’ che raggiunse l’akama, la perfezione stessa dell’essere perfetto.

Quanto alle parole udara-dhih, esse indicano una persona che ha una visione ampia. Coloro che sono pieni di desideri materiali adorano esseri celesti minori e cio’ e’ definito nella Bhagavad-gita (7.20) con le parole hrita-jnana, che indicano l’intelligenza di chi ha perduto la ragione.

E’ impossibile ottenere un qualsiasi beneficio da un essere celeste senza che il Signore Supremo lo permetta. Percio’ chi possiede una visione ampia sa riconoscere nel Signore la volonta’ sovrana, fosse anche per ottenere benefici materiali; di conseguenza si dedichera’ direttamente all’adorazione del Signore, anche se aspira ancora al piacere dei sensi o alla liberazione. E’ dunque dovere di ognuno –l’akama, il sakama e il moksa-kama- adorare il Signore con tutto se’ stesso, praticando il bhakti-yoga senza mischiarlo col karma o col jnana. Come un raggio di sole inalterato possiede una grande potenza –ed e’ percio’ chiamato tivra-, cosi’ e’ per la pratica inalterata del bhakti-yoga: il canto, l’ascolto e le altre attivita’ devozionali possono essere compiute da tutti, indipendentemente dall’interesse personale di ognuno".

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Quindi si, caro Orlando, la tua intuizione e' corretta, la cosa migliore da fare e' continuare comunque la pratica del bhakti yoga, qualunque desiderio si possa avere, e lasciare che sia Krishna a decidere, se questo desiderio debba essere soddisfatto, oppure no.

In entrambi i casi possiamo rimanere sereni e felici, sapendo che Krishna ha deciso la cosa migliore, per il nostro massimo beneficio.

Spero di averti in qualche modo risposto, ti saluto fraternamente e ti auguro un buon proseguimento in coscienza di Krishna.

Haribol !

Gokula Tulasi das
(RKC Pisa)
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