“L'anima sviata dal falso ego crede di essere l'autrice delle proprie azioni, che in realtà sono compiute dalle tre influenze della natura materiale”.
"Diffondiamo la coscienza di Krishna in tutto il mondo e stiamo ottenendo una buona risposta perché predichiamo la Bhagavad-gita così com’è. Qui è scritto “Così com'è”. Non diamo false interpretazioni che possano deviare il lettore e l'ascoltatore. Così, a volte molte persone si fanno avanti per darmi il merito di aver fatto una cosa straordinario. Allora rispondo: "Non so come fare cose straordinarie. Non posso fabbricare oro, non posso mostrare nessun gioco di prestigio. Ma se c'è qualche merito, allora l'unico merito è che non faccio alterazioni. Tutto qui. Non faccio mostra del mio servizio di esperto aggiungendo acqua al latte puro. Pertanto, presentiamo la Bhagavad-gita così com'è. Nella Bhagavad-gita e in tutta la letteratura vedica, Krishna è accettato come il Signore Supremo—la Suprema Personalità di Dio. Nella Brahma-samhita (5.1) si legge:
“Krsna, conosciuto come Govinda, è Dio, la Persona Suprema. Ha un corpo spirituale eterno di beatitudine. È l’origine di ogni cosa, ma non ha origine. È la causa prima di tutte le cause”.
Il Vedanta-sutra si chiede, ‘athato brahma jijnasa’. Cos'è Brahman? Questa vita umana è destinata a capire il Brahman. ‘Aham brahmasmi’. Questa è la vera educazione. Quindi quel Para-brahman... Noi siamo Brahman, ma Krishna è Para-brahman. ‘Nityo nityanam cetanas cetananam’ (Katha Upanishad 2.2.13). Egli è il supremo nitya, eterno. Krishna è eterno; anche noi siamo eterni. ‘Na hanyate hanyamane sarire’ (Bg. 2.20): “L’anima non muore quando il corpo muore”. Krishna non è pietra morta, e anche noi siamo esseri viventi. ‘Nityo nityanam cetanas cetananam’. Qual è la differenza tra me e Krishna? La differenza è, ‘eko yo bahunam vidadhati kaman’. Krishna mantiene tutti gli esseri viventi. ‘Nityo nityanam’. È un numero singolare. Che differenza c'è tra questo numero singolare o plurale? La differenza è che Krishna è il mantenitore e noi siamo i mantenuti. Krishna è il dominatore e noi siamo i dominati. Questa è la differenza.
La nostra predica, la coscienza di Krishna, è che le persone cercano Dio, speculando per tutta la vita, ma qui Krishna sta dicendo, “EccoMi”. Eppure, ‘avajananti mam mudhah’ (Bg. 9.11): “Gli stolti Mi denigrano quando scendo in questo mondo nella forma umana”. Dio annuncia: "EccoMi, sono qui", ma le persone continuano a cercare Dio. Perché? Qui è spiegato, ‘ahankara-vimudhatma’, perché sono confusi dal falso ego. ‘Ahankara-vimudhatma kartaham iti manyate’ (Bg. 3.27): “L'anima sviata dal falso ego crede di essere l'autrice delle proprie azioni”. Sono tutti completamente sotto il controllo della "prakritti" e tuttavia pensano in modo indipendente. Ciò significa che sono ‘vimudhatma’, sviati e disorientati. Perciò,
“L'anima sviata dal falso ego crede di essere l'autrice delle proprie azioni, che in realtà sono compiute dalle tre influenze della natura materiale”. (Bg. 3.27)
Nel mondo materiale, specialmente in quest’epoca, tutti pensano: "Io sono il più grande. Chi può superarmi?" ‘Ahankara-vimudhatma’, sono sviati dal faso ego. Questo mondo materiale è così; tutti pensano così—pravritti asurico ["demoniaco", la via del godimento dei sensi]. Pertanto, ‘kah adhyo sti mama samah’: "Chi è più grande di me?" C'è una lotta per questa competizione ‘vimudhatma’ (sviata dal falso ego). Ma alla fine sarà sotto il controllo della natura, tutti lo sanno, perché alla fine arriverà la morte e tutti gli ‘ahankara’ saranno portati via. "Non sono interessato a Dio, sono indipendente, io sono Dio"—tutti questi ‘ahankara’, falsi egotismi, dovuti allo smarrimento, all’essere disorientati, queste cose finiranno quando Krishna verrà come la morte. Tutto sarà finito, ‘mrityuh sarva-haras caham’ (Bg. 10.34): “Sono la morte che tutto divora e il principio generatore di tutto ciò che sarà”. Krishna ha così descritto Se stesso, "Io sono la morte e ti tolgo tutto ciò che possiedi, nient’altro, come la morte”. Tutto sarà portato via.
Per quanto intelligenti e per quanto orgogliosi possiamo essere del nostro possesso, tuttavia la morte è certa. "Sicuro come la morte". E quando la morte arriverà—perché anche la morte è un'altra forma di Krishna—Egli porterà via ogni cosa. Proprio come Hiranyakasipu, che era molto, molto orgoglioso del suo possesso. Controllava i tre mondi e castigava il figlio vaisnava, Prahlada Maharaja. Così, era molto orgoglioso. Ma quando Krishna venne come Nrisimha-deva, tutto finì in un attimo; quindi non dovremmo essere confusi a riguardo. Pertanto Krishna ci offre la soluzione: “Il vostro vero problema è la nascita, la morte, la vecchiaia e la malattia. Questo è il vero problema. State cercando di risolvere tutti i problemi con il progresso scientifico, l'istruzione, le manovre politiche, ecc. D’accordo, ma come risolverete il problema di ‘janma-mrityu-jara-vyadhi-duhkha-dosanudarsanam’ (Bg. 13.9), il problema di nascita, malattia, vecchiaia e morte? Come lo risolverete?
In realtà la vita umana è destinata a risolvere questo problema, non quello temporaneo. I problemi temporanei continueranno. Se non risolvete il problema di ‘janma-mrityu-jara-vyadhi’, allora qualsiasi forma di vita avrà problemi. Anche se sarete elevati ai pianeti celesti, ci saranno problemi. Neppure Indra, il re dei pianeti celesti, è molto felice. Sebbene sui pianeti superiori, la durata della vita, lo standard di civiltà e di comfort siano molte, molte migliaia di volte superiori a quelli di questo mondo, tuttavia lo stesso problema, ‘janma-mrityu-jara-vyadhi’, vi è presente. Non potete evitarlo. Ma in realtà il problema è che nessuno vuole morire, è un dato di fatto, tuttavia la morte è forzata. Nessun giovane vuole diventare vecchio, ma è costretto. Non possiamo evitarlo. Quindi dovremmo capire—questo è il senso—che non siamo indipendenti. È un dato di fatto. ‘Prakriteh kriyamanani’ (Bg. 3.27), le proprie azioni sono compiute dalle tre influenze della natura materiale. E al di sopra di prakriti c'è Krishna. Pertanto,
mayadhyaksena prakritih suyate sa-caracaram hetunanena kaunteya jagad viparivartate “La natura materiale agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti e genera tutti gli esseri, mobili e immobili. Sempre per Mio ordine questa manifestazione è creata e poi annientata in un ciclo perpetuo”. (Bg. 9.10)
Krishna è quindi accettato come controllore supremo. ‘Isvarah paramah krishnah’ (Brahma-samhita 5.1). Isvara significa controllore, colui che controlla, quindi ognuno di noi ha una certa capacità di controllo—ognuno di noi. Anche voi controllate la vostra famiglia, i vostri affari, ed io controllo questa istituzione e così via. Tutti hanno una certa capacità di controllo; in tal senso tutti sono ‘isvara’, non c’è conflitto su questo punto. Tuttavia, controlliamo una cerchia limitata e siamo anche controllati. Questa è la nostra posizione. Non sono semplicemente un controllore, ma sono controllato da un’autorità superiore; pertanto non sono il controllore supremo. Sono un controllore, ‘isvara’; ma Krishna è ‘isvarah paramah’, il controllore supremo. Perché? Perché non è controllato da nessuno. Questa è la posizione di Krishna.
Quando Krishna era presente sul pianeta, ha praticamente dimostrato di controllare tutti, ma nessuno Lo controllava. Ciò è definito ‘paramesvara’. Tutti possono essere isvara, chiunque può pensare di essere Dio. Ma la Divinità è Krishna. ‘Nityo nityanam cetanas cetananam’ (Katha Upanishad 2.2.13). [Il Signore è il principale essere vivente individuale, la guida degli esseri viventi subordinati]. Dovremmo quindi capirlo molto bene, non è difficile. Lo stesso controllore si presenta come uno di noi, come un un essere umano; ma non lo accettiamo. Questa è la difficoltà, ‘avajananti mam mudhah manusim tanum asritam’ (Bg. 9.11): “Gli stolti Mi denigrano quando scendo in questo mondo nella forma umana”. Ciò è molto deplorevole. Krishna dice: "Vengo a dimostrare chi è il controllore supremo e interpreto il ruolo di un essere umano in modo che tutti possano capire. Le Mie istruzioni sono nella Bhagavad-gita, ma gli sciocchi e i mascalzoni non riescono a capire".
Pertanto, Dio è presente. Abbiamo il nome di Dio, Krishna; l'indirizzo di Dio, Vrindavana; e anche il nome del padre di Dio e della madre. Allora, dov'è la difficoltà di scoprire Dio? Ma non accettano, né accetteranno. Mudha. Sono stati descritti come mudha. Stamani i giornalisti mi hanno chiesto: "Qual è lo scopo del vostro movimento?" Così ho risposto: "Educare i mudha, ecco tutto". Questa è l’essenza del movimento della coscienza di Krishna: cercare di educare i mudha. E chi è mudha? Krishna stesso lo spiega, ‘na mam duskritino mudhah prapadyante naradhamah (Bg. 7.15): “Gli stolti, gli ultimi tra gli uomini, coloro la cui conoscenza è rubata dall'illusione e coloro che hanno una natura atea e demoniaca: questi miscredenti non si abbandonano a Me”. Perchè? ‘Mayayapahrita-jnanah’, perché maya, l’illusione, ha loro portato via la conoscenza; e ‘asuram bhavam asritah’, partecipano della stessa natura atea dei demoni.
Proprio come un chimico che in una piccola provetta può analizzare del liquido, anche noi abbiamo un test molto semplice—non siamo tanto intelligenti, anche noi siamo uno dei tanti mudha, ma abbiamo la provetta. Preferiamo rimanere mudha e ricevere istruzioni da Krishna. Questa è la coscienza di Krishna. Non ci atteggiamo a studiosi molto dotti ed eruditi, "Sappiamo tutto". No. Anche Caitanya Mahaprabhu cercò di rimanere un mudha. Parlava con Prakasananda Sarasvati, che era un sannyasi mayavadi, e danzava e cantava. Così i sannyasi mayavadi Lo criticavano, dicendo: “È un sannyasi, ma semplicemente danza e canta con altri sentimentali come Lui. Cos’è questo?" Così, fu organizzato un incontro tra Prakasananda Sarasvati e Caitanya Mahaprabhu, che vi partecipò come un umile sannyasi. Prakasananda Sarasvati disse: “Signore, sei un sannyasi. Il Tuo dovere è studiare sempre il Vedanta. Allora, perché canti, danzi e non leggi il Vedanta?".
Caitanya Mahaprabhu rispose: "Sì, signore, questa è la verità. Lo faccio perché il mio Guru Maharaja Mi vedeva come un mudha, un mascalzone". "Come mai?" Disse: "Guru more murkha dekhi' karila sasana (Cc. Adi 7.71). Il mio Guru Maharaja Mi vedeva come uno sciocco numero uno e Mi castigava". "In che modo?" Mi diceva: "Non hai competenza per studiare il Vedanta, non è possibile per Te. Tu sei un mudha, faresti meglio a cantare Hare Krishna". Qual è dunque il Suo scopo? Lo scopo è che, al momento attuale, come potranno questi mudha capire il Vedanta? Meglio cantare Hare Krishna, allora si otterrà tutta la conoscenza. In quest'epoca le persone sono così decadute, come possono capire il Vedanta? Chi ha tempo per leggere il Vedanta? È meglio accettare l’insegnamento del Vedanta direttamente, come Krishna dice, ‘vedais ca sarvair aham eva vedyo’ (Bg. 15.15): “Io sono Colui che ha composto il Vedanta e Colui che conosce i Veda”. Così la conoscenza Vedanta è sabdad anavritti (liberazione attraverso il suono), e cantando sabda-brahma (suono trascendentale), ci si può liberare. Perciò, negli sastra è raccomandato (Cc. Adi 17.21):
harer nama harer nama harer namaiva kevalam kalau nasty eva nasty eva nasty eva gatir anyatha
"In quest'epoca di litigi e ipocrisia, l'unico mezzo di liberazione è il canto dei santi nomi del Signore. Non c'è altra via. Non c'è altra via. Non c'è altra via". Generalmente le persone nel Kali-yuga sono così decadute che non è possibile per loro ottenere la perfezione semplicemente studiando i Vedanta-sutra. Occorre quindi dedicarsi seriamente al canto costante del santo nome del Signore. Se si è veramente interessati a come liberarsi da questa schiavitù materiale, ‘janma-mrityu-jara-vyadhi’ (Bg. 13.9)—questi sono i problemi—allora, secondo gli sastra e i mahajana, bisogna dedicarsi al canto del maha-mantra Hare Krishna. Questo è il nostro scopo. Così anche Caitanya Mahaprabhu era uno studioso molto colto, come sapete, ed era una guida molto popolare a Navadvipa. Quando aveva solo sedici anni sconfisse un grande studioso, Keshava Kashmiri, ed era conosciuto come Nimai Pandita. In realtà era uno studioso molto erudito tanto che spiegò il verso, ‘atmaramas ca munayo nirgantha apy urukrame’, in sessantaquattro modi diversi. Era uno studioso così colto; quindi non era uno sciocco, ma rappresentava lo sciocco di quest'epoca.
"Se vuoi la liberazione dalla schiavitù materiale..." Perché la forma di vita umana è destinata a questo scopo, ‘janma-mrityu-jara-vyadhi-duhkha-dosanu’ (Bg. 13.9). La vita umana è pensata per uscire da questa prigionia di ripetizione di nascita, morte, vecchiaia e malattia. Questa è la forma di vita umana; è destinata a tale scopo. Purtroppo non esiste un'educazione del tipo: Non desidero la vecchiaia e la morte; perché sono obbligato a invecchiare e a morire? Perché la nascita è obbligatoria, se non desidero nascere? Queste sono le domande, i problemi reali della vita. E tutta la letteratura vedica ha lo scopo di risolvere tale problema. Questo è lo scopo. La civiltà vedica non è destinata a lavorare giorno e notte come animali solo per preservare il cibo e la gratificazione dei sensi—questa non è civiltà, è un'altra forma di vita animale. Rishabhadeva dice, ‘nayam deho deha-bhajam nriloke kastan kaman arhate vid-bhujam ye, tapo divyam putraka yena suddhyet sattvam (SB 5.5.1): “Coloro cui hanno assegnato una forma umana non dovrebbero faticare giorno e notte solo in vista del piacere dei sensi, accessibile anche ai cani e i maiali che si nutrono di escrementi”.
Questo è lo scopo. ‘Sattvam suddhyet’. Sattva, la nostra esistenza è ormai contaminata, infetta; perciò dobbiamo accettare nascita, morte, vecchiaia e malattia. I cani e i gatti non possono avere l’opportunità di purificare la loro esistenza e liberarsi dai quattro princìpi dell’infelicità materiale. Non possono capire o studiare le letterature vediche, né ricevere istruzioni dalla Bhagavad-gita o dallo Srimad-Bhagavatam. Se non sfruttiamo quindi la conoscenza vedica, che si trova in India, stiamo rovinando la nostra vita. Perciò Narottama dasa Thakura canta una canzone molto bella, ‘hari hari biphale janama gonainu’: "Mio Signore Hari, Krishna, ho semplicemente sprecato il mio tempo”. Perché? ‘Manusya-janama paya, radha-krishna na bhajiya, janiya suniya bisha khainu’: "Ho ottenuto la forma di vita umana, ma non ho approfittato del vantaggio offertomi in questa vita per comprendere Krishna; quindi ho preso il veleno consapevolmente. Ho preso il veleno consapevolmente”.
Questo Movimento per la Coscienza di Krishna è molto importante. Non è qualcosa di inventato, una speculazione mentale. No. È un movimento autorizzato. Autorizzato. Krishna dice, ‘sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja’ (Bg. 18.66): “Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le reazioni del peccato. Non temere”. ‘Mattah parataram nanyat kincid asti dhananjaya’ (Bg. 7.7): “O conquistatore delle ricchezze, nessuna verità Mi è superiore. Tutto su di Me riposa, come perle su un filo”. Non esiste verità superiore a Krishna. Dobbiamo capirlo. E in che modo è superiore? Riteniamo che la natura sia meravigliosa, ma dietro ad essa, il controllore e l’artefice è Krishna. Dobbiamo capirlo. Questa è la comprensione di Krishna. Grandi, grandi scienziati stanno scoprendo le meravigliose leggi naturali, ma è loro dovere scoprire: "Chi ha fatto questa legge e come viene applicata così bene?" Ecco la risposta,
mayadhyaksena prakritih suyate sa-caracaram hetunanena kaunteya jagad viparivartate “La natura materiale agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti e genera tutti gli esseri, mobili e immobili. Sempre per Mio ordine questa manifestazione è creata e poi annientata in un ciclo perpetuo”. (Bg. 9.10)
Prakrti è molto potente. Non c'è dubbio. Anche nella Brahma-samhita (5.44) si afferma, ‘sristi-sthiti-pralaya-sadhana-saktir eka chayeva yasya bhuvanani vibharti durga’. Durga, la dea Durga. Lei è il potere della prakriti e può creare, mantenere, annientare; ma si comporta proprio come un'ombra, non in modo indipendente. ‘Icchanurupam api yasya ca cestate sa govindam adi-purusam tam aham bhajami’. Quindi Govinda è lo sfondo definitivo. Sarva-karana-karanam (Bs. 5.1). Isvarah paramah... E questa è la Brahma-samhita, scritta dal Signore Brahma. Pertanto egli sta spiegando personalmente. Qual è la difficoltà nel comprendere Krishna, Dio, la Persona Suprema? Dovremmo quindi cogliere l’opportunità di questa forma di vita umana per comprendere. E anche se si ha questa forma di vita umana, è molto difficile. Krishna dice,
manusyanam sahasresu kascid yatati siddhaye yatatam api siddhanam kascin mam vetti tattvatah
“Tra migliaia di uomini, forse uno cercherà la perfezione, e tra coloro che la raggiungono, raro è colui che Mi conosce veramente”. (Bg. 7.3) Ci sono così tante cose da imparare su Krishna. Krishna dichiara, "Io controllo la natura materiale". Pertanto, se siete davvero grandi scienziati, scoprirete come Krishna controlla la materia. Difatti, ‘idam hi pumsas tapasah srutasya va’ (SB 1.5.22): “Grandi eruditi sono giunti alla ferma conclusione che lo sviluppo della conoscenza attraverso l’austerità (tapasya)..., culmina nella trascendentale descrizione del Signore”. In realtà l’istruzione, ottenuta con tapasya, significa che dovreste capire qual è la Verità Ultima e come Egli agisce. Allora la vostra istruzione, la vostra conoscenza scientifica, è perfetta. Nello Srimad-Bhagavatam (1.2.13) è detto, a Naimisharanya,
“O migliori tra i nati-due-volte, è stato concluso dunque che la più alta perfezione che si possa raggiungere adempiendo i propri doveri nell’istituzione del varnasrama è soddisfare il Signore, Sri Hari”. Pertanto, qualunque cosa facciate, non ha importanza, ma cercate di soddisfare il Signore Supremo con il vostro lavoro. Questa è la perfezione della vita. ‘Samsiddhir hari-tosanam’. Non potete dire, "Oh, Dio non esiste ". È una follia. Siete completamente sotto il controllo delle leggi della natura e la natura è controllata da Dio. Come potete dire di essere indipendenti da Dio? Perciò non è un buon affare ciò che gli uomini continuano a fare, spingendo verso un tipo di civiltà, una civiltà senza Dio. Non saranno mai felici, perché siamo così controllati che dopo la morte dobbiamo accettare, ‘tatha dehantara-praptih’ (Bg. 2.13): “L'anima passa in un altro corpo all'istante della morte”. Non potete fermare la morte.
Come un bambino che dice: "No, no, non crescerò". Il padre risponde: "Mio caro ragazzo, giochi tutto il giorno. Vai a scuola e impara qualcosa, altrimenti in futuro sarai infelice, non potrai mantenerti". Perciò, se il bambino dice: "No, no, non ho futuro, non diventerò un giovane, ma giocherò", non è un fatto reale. Deve diventare un giovane uomo e assumersi la responsabilità. Allo stesso modo, Krishna dichiara (Bg. 2.13):
dehino 'smin yatha dehe kaumaram yauvanam jara tatha dehantara-praptir dhiras tatra na muhyati
“Come l'anima incarnata passa, in questo corpo, dall'infanzia alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così l'anima passa in un altro corpo all'istante della morte. L'anima realizzata non è turbata da questo cambiamento”. Quindi il cambiamento di corpo, dehantara-prapti, è una realtà. Come potete dire: "Io sono indipendente"? È una follia. Non siete indipendenti. Come avviene dehantara-prapti? ‘Karmana daiva-netrena’ (SB 3.31.1), secondo il vostro karma e sotto la supervisione del Signore Supremo. In questa vita ci stiamo preparando per la prossima vita. Come funziona?
yanti deva-vrata devan pitrin yanti pitri-vratah bhutani yanti bhutejya yanti mad-yajino 'pi mam
“Coloro che adorano gli esseri celesti nasceranno tra gli esseri celesti; coloro che adorano gli spettri e gli altri spiriti rinascerà tra questi esseri; coloro che adorano gli antenati raggiungeranno gli antenati, e coloro che adorano Me vivranno con Me”. (Bg. 9.25). Dovete prepararvi. Così, lasciando da parte il lato scuro, prendete il lato positivo: state cercando di andare sul sistema planetario superiore, Svargaloka, Janaloka, Maharloka, Tapoloka, quindi dovete prepararvi. Attualmente stanno cercando di andare sul pianeta luna, ma secondo i nostri calcoli non vi sono mai andati; perché, come leggiamo negli sastra, il pianeta luna è situato a 1.600.000 miglia sopra il sole. E loro calcolano che il sole si trova a 93.000.000 di miglia; quindi, novantatrè milioni più un milione e secentomila fanno novantacinque milioni di miglia. Com’è possibile percorrere novantacinque milioni di miglia in quattro giorni? Pertanto, secondo i nostri sastra, non possiamo credere a questa affermazione.
A parte questa discussione, è possibile andare sul pianeta luna; che è uno dei pianeti celesti. Ma deve prepararsi per questo, caro signore. Ciò è detto karma-kandiya, compiere determinati yajna. Non è che con la forza si possa andare su qualsiasi altro pianeta. Per forza non si può andare nemmeno in altre parti di questo mondo. Se si vuole andare in America si deve avere il passaporto, il visto e tante altre cose. Credete che vi sarà permesso andare sul pianeta lunare senza visto o passaporto? Com'è possibile? Si tratta di buon senso. Sono così sciocchi che qualche mascalzone cercherà di andare là con una macchina. Non è possibile. Pertanto dobbiamo prepararci. Così Krishna dice, ‘yanti deva-vrata devan’ (Bg. 9.25), “Se vuoi andare sui pianeti celesti, puoi farlo. Preparati”. Pitrin yanti, “Se vuoi, puoi andare a Pitriloka”. Mad-yajino 'pi yanti mam, "Ma se vuoi venire da Me e tornare a casa, puoi farlo, preparati". E se vuoi andare su un altro sistema planetario più elevato... ‘A-brahma-bhuvanal lokah punar avartino 'rjuna’ (Bg. 8.16): “Tutti i pianeti del mondo materiale, dal più alto al più basso, sono luoghi di sofferenza dove nascita e morte si susseguono”.
Anche se andiamo sul sistema planetario più elevato, Brahmaloka... Brahmaloka significa che non possiamo calcolare la durata di un giorno. Come affermato nella Bhagavad-gita (8.17), ‘sahasra-yuga-paryantam ahar yad brahmano viduh': “Un giorno di Brahma equivale a mille ere secondo il calcolo terrestre”. Sahasra-yuga. Uno yuga significa quarantatre' lakh di anni, e moltiplicato per mille, tale anno equivale a sole dodici ore di vita su Brahmaloka. Allo stesso modo, ventiquattro ore, un mese, un anno... Quindi la durata della vita è molto, molto lunga là dove vive Brahma. Ma in ogni caso si deve morire, "a-brahma-bhuvanal lokah punar avartino 'rjuna". Perciò, "mam upetya tu kaunteya punar janma na vidyate": "Colui che raggiunge la Mia dimora, o figlio di Kunti, non rinasce piu'". Le istruzioni ci sono e stiamo cercando di educare le persone alla coscienza di Krishna. Ma se scioccamente pensiamo che "sono indipendente", di certo possiamo pensarlo, ma non lo siamo. È un dato di fatto. ‘Prakriteh kriyamanani’ (Bg. 3.27), siamo completamente sotto il controllo di prakriti, e dobbiamo cambiare diversi tipi di corpo.
Esistono 8.400.000 tipi diversi di corpi, sono tutti descritti. ‘Jalaja nava-laksani sthavara laksa-vimsati’ (Padma Purana). [Ci sono 900.000 specie di acquatici. All'inizio il mondo intero era pieno d'acqua perciò si doveva vivere nell'acqua. E quando l’acqua si prosciugò ed emerse la terra, gli alberi e le piante cominciarono a crescere, due milioni di tipi di alberi e piante. In questo modo esistono 8.400.000 specie di vita (lezione, Los Angeles, 1969]. E questa forma di vita umana è molto, molto raramente ottenuta. Pertanto Prahlada Maharaja disse, ‘durlabham manusam janma: "La forma di vita umana è molto difficile da ottenere". In un modo o nell’altro, abbiamo questa forma di vita umana. Krishna suggerisce di utilizzarla bene affinché possiamo risolvere i problemi della vita, e inoltre questa conoscenza è molto facile. Krishna dichiara, "janma karma ca me divyam evam yo vetti tattvatah" (Bg. 4.9). Cercate semplicemente di capire Krishna. E' tutto. Questo risolvera' tutti i problemi. E Krishna spiega Se' Stesso. Dov'è la difficoltà? A meno che non interpretiate scioccamente, è tutto molto chiaro, potete capire Krishna. E se comprendete Krishna, il risultato è,
janma karma ca me divyam evam yo vetti tattvatah tyaktva deham punar janma naiti mam eti so 'rjuna
“O Arjuna, colui che conosce la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attività non dovrà più rinascere nel mondo materiale quando lascia il corpo, ma raggiunge la Mia dimora eterna”. (Bg. 4.9)
Dov'è la difficoltà? Non c'è alcuna difficoltà. Pertanto la nostra richiesta è: adottate la coscienza di Krishna. Se gli stranieri possono accerttarla molto sul serio, perché non gli indiani? È la conoscenza del popolo indiano. La Bhagavad-gita è stata enunciata in India. Perché la state trascurando? Perché non ne approfittate? Perché siete falsamente orgogliosi di essere indipendenti? Queste sono le nostre domande. Non siete indipendenti, siete sotto il pieno controllo di prakriti, perciò dovete rettificare. ‘Tapo divyam yena suddhyet sattvam yasmad brahma-saukhyam anantam’ (SB 5.5.1): “Coloro cui hanno assegnato una forma umana non dovrebbero faticare giorno e notte solo in vista del piacere dei sensi, accessibile anche ai cani e i maiali che si nutrono di escrementi”. Vogliamo la felicità, ma qui non c'è felicità, è solo sofferenza. Ma anche se la prendiamo come felicità, è temporanea. Tuttavia, vogliamo una felicità illimitata e senza fine. E potete averla se eseguite tapasya. Tapasya. ‘Tapasa brahmacaryena samena damena ca’ (SB 6.1.13):
“Per concentrare la mente si deve vivere nella continenza senza mai deviare. Bisogna sottoporsi all’austerità abbandonando volontariamente il piacere dei sensi”. Questa è la vita. La vita umana è fatta per tapasya, solo un po’ di tapasya, non è molto difficile. Chiediamo a questi ragazzi europei, e ad altri, "Semplicemente rinunciate ai quattro princìpi di vita peccaminosa, perché rimanendo peccatori non potete capire Dio. Non è possibile”. Perciò Krishna dice, ‘na mam duskritino mudhah’ (Bg. 7.15): “Questi miscredenti non si abbandonano a Me”. Chi è impegnato in attività peccaminose, non può farlo. Non è possibile. Perciò è spiegato,
yesam tv anta-gatam papam jananam punya-karmanam te dvandva-moha-nirmukta bhajante mam dridha-vratah
“Le persone che furono virtuose nelle loro vite passate e in questa vita, le cui attività peccaminose sono state completamente estirpate, sono libere dalla dualità nata dall'illusione e Mi servono con determinazione”. (Bg. 7.28)
Dobbiamo essere liberi dalla vita peccaminosa. È pratico. Secondo gli sastra, abbiamo prescritto: "Niente sesso illecito, niente consumo di carne, niente gioco d'azzardo, niente intossicazioni". Questi quattro “no”. Allora diventerete liberi dalle attività peccaminose. E poi cantate Hare Krishna; e la vostra vita sarà un successo. Non è molto difficile, a condizione che siate seriamente intenzionati a intraprenderlo. Pertanto, questa è la nostra richiesta, ‘harer nama harer nama harer namaiva kevalam’ (Cc. Adi 17.21), “in quest’era, l'unico mezzo di liberazione è il canto dei santi nomi del Signore”. Anche se non riuscite ad abbandonare immediatamente i quattro princìpi della vita peccaminosa, ma vi avvicinate alla coscienza di Krishna e cantate il mantra Hare Krishna, allora gradualmente otterrete la forza. Proprio come questi ragazzi europei e americani. Fin dall'infanzia sono stati educati a questa vita peccaminosa, ma si sono completamente arresi. Giovani uomini, eppure si sono arresi. Così il metodo è molto semplice. ‘Ceto-darpana-marjanam bhava-maha-davagni-nirvapanam’ (Cc. Antya 20.12).
“Gloria al canto del santo nome di Sri Krishna, che purifica lo specchio dei nostri cuori ed estingue il fuoco ardente dell’esistenza materiale. È la più grande benedizione per tutta l’umanità perché diffonde i suoi raggi come la luna benevola. È la vita e l'anima di tutta la conoscenza. Il canto del santo nome di Krishna espande l'oceano beato della vita trascendentale. Dona a tutti un effetto rinfrescante e permette ad ogni passo di assaporare pienamente il nettare che desideriamo da sempre”.
Se cantiamo il mantra Hare Krishna, lo specchio del cuore sarà purificato, ceto-darpana-marjanam. E bhava-maha-davagni-nirvapanam, la ripetizione di nascita, morte, vecchiaia e malattia è come un incendio nella foresta. Nessuno lo vuole, ma ci viene imposto. Così come nessuno vuole appiccare il fuoco nella foresta, ma avviene in modo naturale; allo stesso modo, se rimanete in questo mondo materiale, allora siete costretti a subire le tribolazioni di uno stile di vita materialistico. Non c'è via di fuga. Samsara-davanala. È proprio come ‘davanala’, un incendio nella foresta. Quindi, ‘ceto-darpana-marjanam bhava-maha-davagni-nirvapanam’. Appena si comprende che "Io non appartengo a questo mondo materiale"—brahma-bhutah prasannatma na socati na kanksati’ (Bg. 18.54): “Colui che raggiunge il livello trascendentale realizza subito il Brahman Supremo. Non si lamenta mai e non aspira mai a niente” —allora tutti i problemi della vita saranno risolti. Aham brahmasmi. Questo è ‘ceto-darpana-marjanam’ (Cc. Antya 20.12). Pertanto, appena una persona è purificata dalla sporcizia nel cuore, allora può capire che "Io sono parte integrante di Krishna. Il mio dovere è servire Krishna, quindi lasciate che io sia impegnato nel Suo servizio e trovi il successo in questa mia vita umana”. Grazie mille. Hare Krishna".
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Altro sull'autore, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
DISCLAIMER * Le lezioni, a volte sono riportate sottoforma di estratto, per una presentazione adatta anche ai lettori estranei agli argomenti trattati, o in generale al metodo del bhakti yoga, la coscienza di Krishna. Cio' allo scopo di evitare possibili fraintendimenti, sul significato di alcuni termini e concetti espressi, non sempre corrispondenti alle accezioni linguistiche attuali, e quindi talvolta, causa di una comprensione errata o distorta delle vere intenzioni, del maestro spirituale fondatore.
Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.