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 LEZIONI DEL FONDATORE IN ITALIANO
 La Bhagavad-gita cosi' com'e' - Cap. 3 Versi 18-30
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Sangita Dasi
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Inserito il - 29/09/2023 : 13:25:03  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
RKC - RADIO KRISHNA CENTRALE PRESENTA:

Lezioni* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada su

La Bhagavad-gita cosi' com'e'






LEZIONE*
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
Tenuta a Los Angeles (Stati Uniti), il 30 Dicembre 1968

Traduzione e trascrizione in Italiano a cura di Sangita devi dasi

Capitolo 3 Verso 18

naiva tasya kritenartho
nakriteneha kascana
na casya sarva-bhutesu
kascid artha-vyapasrayah

“L'uomo che ha realizzato la sua identità spirituale non ha interessi personali nell'adempiere i suoi doveri, né ha motivo di non compiere tali doveri. Inoltre non ha bisogno di dipendere da altri esseri viventi”.

Prabhupada: Questo è molto importante. Cos'è in realtà l’autorealizzazione? Di tutti i metodi religiosi, pratiche yoga, speculazioni filosofiche o qualsiasi altro metodo, qual è lo scopo? E qual è l'obiettivo finale dell’autorealizzazione? L'obiettivo è capire che "io sono un eterno servitore di Dio, Krishna". È tutto. Questa è la realizzazione della propria identità spirituale. Finché ci si identifica con il mondo materiale, con il corpo e la mente, non c'è autorealizzazione. Realizzazione del sè significa che io sono spirito, e anche il Signore Supremo è spirito, quindi sono parte integrante del Supremo. Prendiamo ad esempio questo dito, che è parte integrante del corpo. Quando il dito realizza che è parte del corpo e che il suo dovere è di servire tutto il corpo, questa è autorealizzazione. Finché non si comprende questo punto, si rimane illusi.

Supponiamo che questo dito sia una persona, qual è la sua posizione? Ogni spirito individuale è una persona. Ne abbiamo discusso nel secondo capitolo. Ognuno di noi è una persona individuale, quindi, come singola persona, qual è la mia posizione? Proprio come voi, che siete singoli cittadini dello Stato. Qual è la vostra posizione? Servire lo Stato. Questa è la posizione, essere dei buoni cittadini. Che significa essere un buon cittadino? Colui che cerca di servire lo Stato. Ad esempio la Russia e la Cina hanno reso lo Stato degno di venerazione: ogni membro dello Stato, o cittadino, deve sacrificare tutto per lo Stato. Anche nel vostro paese, la leva chiama, "Dovete andare a combattere"; non potete dire "No" perché siete parte integrante dello Stato. Se rifiutate, non siete buoni cittadini. Sarete arrestati, sarete perseguitati dal governo.

Allo stesso modo, noi siamo parti costituenti del tutto supremo. Questa è l’autorealizzazione. È molto semplice. Autorealizzazione non significa nulla di straordinario. ‘Hitva anyatha-rupam svarupena vyavasthitih’ (SB 2.10.6): “La liberazione è la condizione e la forma permanente dell'essere vivente dopo che egli abbandona i corpi materiali grossolani e sottili mutevoli”. Ciò è definito mukti. Mukti significa liberazione o autorealizzazione [realizzazione del sé]. Che cos'è? ‘Hitva anyatha-rupam’, abbandonare una diversa identità. Allo stato condizionato ci identifichiamo, "sono americano", "sono indiano", "sono un essere umano", "sono questo", "sono quello", "sono bianco", "sono nero". Sono tutte designazioni, non si tratta di autorealizzazione. L'autorealizzazione è che "Non sono americano, indiano, nero, bianco o altro. Sono un'anima spirituale, parte integrante del tutto, Krishna".

Questa è la realizzazione del sé. Finché non ci si rende completamente conto, finché abbiamo dei dubbi, dobbiamo cercare di fare progressi. E appena si arriva al punto e si è fermamente convinti, allora questa è autorealizzazione. Perciò qui si afferma: "Un uomo realizzato nel sé non ha alcun scopo da soddisfare nell'adempimento dei suoi doveri prescritti". In qualsiasi scrittura, Bibbia, Corano o Veda, ci sono dei doveri prescritti. Nella Bibbia ci sono i dieci comandamenti. "Non uccidere". Per chi è questo comandamento? Colui che è realizzato spiritualmente sa che "tutti gli esseri viventi sono parte integrante del Dio Supremo. L'essere umano, l'animale, la formica, l'acquatico, le bestie, gli uccelli, ogni entità vivente è parte integrante del Supremo". Questa è l’autorealizzazione, la realizzazione del sé spirituale. Pertanto, come possiamo uccidere altri esseri viventi?

Se tutti sono parte integrante, figli del Supremo, come si può uccidere il proprio fratello? Questa è autorealizzazione. Esiterete perfino ad uccidere una formica. Proprio come l'immagine del cacciatore che abbiamo pubblicato nel nostro Back to Godhead: Il cacciatore provava piacere nell'uccidere gli animali mezzi morti, ma quando raggiunse la realizzazione, esitava ad uccidere anche una formica. Perché? Autorealizzato. Significa che non ha doveri prescritti, non è necessario dirgli di "Non uccidere". Automaticamente non ucciderà, perché è autorealizzato. La persona autorealizzata non fa male a nessuno perché conosce tutti in relazione al Supremo. Il suo punto centrale è Krishna. Né farà cattivo uso di nulla; piuttosto farà un uso appropriato di ogni cosa. "Questo buon cibo è dato da Krishna, che sia offerto a Krishna". Questo non è un uso improprio, ma è l’uso corretto.

“Questo bel fiore di rosa è prodotto dall'energia di Krishna, lascia che sia offerto a Krishna". Questa è autorealizzazione. Quindi, chi ha questa coscienza di Krishna è autorealizzato. Tutto combacia con Krishna. Che cosa deve fare per seguire un'altra prescrizione? È già tutto completo. ‘Aradhito yadi haris tapasa tatah kim’ (Narada-pancaratra): Se uno ha realizzato il Signore Supremo, non ha più il dovere di sottoporsi a severe austerità e penitenze, questo o quello, a tutte le regole prescritte. Il suo lavoro è completo. Quando un uomo è guarito, non ha più bisogno di medicine, è in uno stato di salute. Essere impegnato nel servizio di devozione in coscienza di Krishna, significa essere in uno stato di salute. Non ha alcun dovere prescritto, quindi non ha alcun motivo per non eseguire tale lavoro.

Inoltre non si deve pensare, "Poiché sono in coscienza di Krishna, non mi alzerò presto al mattino". No, bisogna farlo, perché ‘loka-sangraham’ (Bg. 3.20), per dare l’esempio alle persone in generale, diventa un dovere prescritto. In pratica non ha alcun dovere, ma per dare l'esempio alla massa della gente, ha molti doveri. Anche Krishna, che è Dio, la Persona Suprema, è andato a scuola per studiare, ha accettato un maestro spirituale e ha portato rispetto a Suo fratello maggiore. Pertanto chi è spiritualmente realizzato è sempre impegnato nella coscienza di Krishna, tuttavia non si allontana dai doveri prescritti, perché altri lo seguiranno. Anche gli altri diranno: "Oh, anch'io sono autorealizzato". Perciò deve farlo.

Né ha bisogno di dipendere da nessun altro essere vivente. È libero perché sa, "Sono parte integrante di Krishna, quindi dipendo da Krishna. Krishna sta rifornendo milioni e trilioni di esseri viventi. Perché non me? Sono direttamente impegnato nel servizio di Krishna". Questa è la posizione della persona autorealizzata. ‘Narayana-parah sarve na kutascana bibhyati’ (SB 6.17.28): “I devoti impegnati esclusivamente nel servizio di devozione della Persona Suprema, Narayana, non temono mai alcuna condizione di vita”. Leggi questo verso e la spiegazione del verso successivo.

Capitolo 3 Verso 19

Devoto: “L'uomo che ha realizzato la sua identità spirituale non ha interessi personali nell'adempiere i suoi doveri, né ha motivo di non compiere tali doveri. Inoltre non ha bisogno di dipendere da altri esseri viventi”. Spiegazione: “Per il devoto il Supremo è la Persona di Dio, mentre per l’impersonalista è la liberazione”.

Prabhupada: Quindi, cos'è il Supremo? La concezione del Supremo. Per l'impersonalista, lo splendore impersonale del Brahman è il Supremo. Come la luce. Quando si arriva alla luce del sole, quella è luce, ma i devoti non sono soddisfatti con la luce del sole, vogliono penetrare il pianeta sole e vedere il dio del sole. Questa è la posizione del devoto. Chi non può farlo, si accontenta della luce del sole. Tutto è luce. I raggi del sole sono luce, il globo solare è luce e al suo interno c'è luce. Sono tutte posizioni spirituali, personaliste o impersonaliste. Ma l'obiettivo degli impersonalisti è limitato, perché sono soddisfatti semplicemente nel vedere la luce. Al contrario i devoti non sono soddisfatti solo con questo, ma vogliono entrare nella luce per vedere da dove essa proviene. Questa è la differenza tra impersonalisti e personalisti. Quest’ultimi sono più avanzati.

Sac-cid-ananda-vigrahah (Bs 5.1): “Il Signore è pieno di beatitudine e conoscenza eterna”. Ma gli impersonalisti si accontentano solo della conoscenza, il jnana, o luce, tutto qui. La conoscenza è luce. E coloro che sono più avanzati, diciamo gli yogi, vogliono vedere ciò che è localizzato, come il globo solare; e i devoti vogliono vedere la persona che presiede al globo solare. È un esempio di base. Quindi lo scopo ultimo è così descritto: "Per il devoto il Supremo è la Persona di Dio, e per l'impersonalista è la liberazione". Gli impersonalisti vogliono solo liberarsi dall'atmosfera materiale e passare all'atmosfera spirituale. Come una persona che si trova nell'oscurità di una stanza, la sua aspirazione è di vedere la luce. È tutto. Impersonalista significa vedere la luce o la conoscenza; e personalista significa essere in contatto diretto con Dio, la Persona Suprema. Continua.

Spiegazione: “Così Arjuna andrà a combattere sul campo di battaglia di Kurukshetra per il piacere di Krishna, perché Krishna vuole che combatta. Anche ritenersi un uomo buono o non violento è un attaccamento personale, ma agire secondo il desiderio del Supremo significa agire senza attaccamento per il risultato. Questa è la perfezione dell’agire, prescritta dal Signore Supremo, Sri Krishna. Una persona cosciente di Krishna non ha attaccamento al risultato, ma agisce solo per conto di Krishna. S’impegna in tutti i tipi di attività, ma è completamente distaccata”.

Prabhupada: Sì. Se lavori in un particolare ufficio. Il tuo dovere è di svolgere l'attività che ti è stata affidata. E riguardo alla perdita o al guadagno di quel dipartimento o struttura, non hai niente a che fare. Così la persona cosciente di Krishna agisce per conto di Krishna. Questi ragazzi stanno predicando la coscienza di Krishna. La gente può accettarla o meno, non importa, il loro dovere è di predicare. Le persone fortunate sono attratte, quelle sfortunate non lo sono, ma devono compiere il loro dovere. È molto semplice. Perciò una persona cosciente di Krishna non deve preoccuparsi se la sua attività di predica è accettata o meno dalla gente. Non importa. Il mio Guru Maharaja era solito dire – quando qualcuno si lamentava, "Siamo andati a predicare, ma c’erano solo due o tre persone"... Egli li incoraggiava: “Due o tre persone sono sufficienti. Se non c’era nessuno, potevi parlare alle pareti ed esse ti avrebbero ascoltato".

Ed è un fatto. Perché rimanere delusi? Anche le pareti ascoltano, quindi il nostro kirtana è sufficiente. Non dovete scoraggiarvi, poiché solo le persone fortunate, ‘bahunam janmanam ante’ (Bg. 7.19), dopo numerose nascite e morti; ‘manusyanam sahasresu’ (Bg. 7.3), tra molte migliaia di uomini, uno soltanto cercherà la perfezione. Essere coscienti di Dio, Krishna, non è cosa da poco. Richiede una grande quantità di austerità e penitenze per arrivare a questo livello. Perciò non siate mai delusi se le persone non rispondono. Ci sono molti esempi. Quando Gesù Cristo predicava la coscienza di Dio, c'erano pochi seguaci, e dovette sacrificare la propria vita, ma non si è mai scoraggiato. Questa dovrebbe essere l’attitudine del predicatore. Se la gente accetta o meno, dobbiamo andare avanti. Perché se Krishna è soddisfatto, "Oh, questi ragazzi stanno facendo del loro meglio per predicare", questa è la vostra ricompensa. È tutto. La gente può accettare oppure no, non ha importanza. Continua.

Capitolo 3 Verso 20

“Re come Janaka raggiunsero la perfezione compiendo i doveri prescritti. Compi dunque il tuo dovere, se non altro per educare il popolo”.
Prabhupada: Non c'è motivo di delusione. Devi fare il tuo dovere. Questo è tutto. ‘Karyam’ (Bg 3.19) significa "è mio dovere, devo farlo". Vai avanti.

Spiegazione: “Krishna e Arjuna, l’eterno amico del Signore, non avevano bisogno di combattere nella battaglia di Kurukshetra, ma combatterono ugualmente per insegnare alla gente che la violenza è necessaria nei casi in cui i buoni argomenti non abbiano effetto. Si tentò di tutto per evitare la guerra, e anche la Persona Suprema intervenne per impedirla, ma il campo avverso era così deciso che la guerra fu inevitabile. Talvolta è necessario combattere, se la causa è giusta. Perciò, sebbene colui che è situato nella coscienza di Krishna non abbia alcun interesse per il mondo, continua ad agire per insegnare alla gente come vivere e come agire. Chi è avanzato nella coscienza di Krishna è in grado di agire in modo che gli altri seguano il suo esempio, come mostrerà il verso seguente”.

Capitolo 3 Verso 21

“Qualunque cosa faccia un grande uomo, la gente segue le sue tracce. Tutto il mondo segue la norma che egli stabilisce con il suo esempio”.

Prabhupada: Questo è molto importante. Perciò i leader devono essere uomini ideali. Allora automaticamente il paese o la società si troveranno in una buona posizione. Perché se il leader della società è perfetto ... Per questo motivo, in passato, era in vigore la monarchia e il re riceveva un'educazione molto elevata per poter amministrare lo Stato. Proprio come Maharaja Yudhisthira, re ideale, e anche Sri Ramacandra. Qualcuno andò da Sri Ramacandra e lo rese responsabile del seguente fatto: “Come sta andando il Tuo regno quando mio figlio è morto in presenza di suo padre?" Vedete, il re era responsabile di questo. Se c’era un freddo rigido o un caldo intenso, il re ne era responsabile. Cercate di capire quanto un re sia responsabile della felicità dei cittadini.

Erano re ideali e quindi anche i cittadini li seguivano; diventavano coscienti di Krishna ed erano tutti devoti. E se il leader è un uomo peccaminoso e compie ogni attività empia, come ci si può aspettare che i cittadini siano tutti virtuosi e pii? Non è possibile. Si tratta quindi di un argomento molto importante. "Qualunque azione sia compiuta da un grande uomo, gli uomini comuni seguiranno le sue orme". Perciò è necessario un buon leader. Non si deve educare individualmente ogni cittadino. Se si ha un buon leader, i cittadini diventano automaticamente buoni. E qualsiasi standard egli stabilisca con atti esemplari, tutto il mondo lo seguirà. Continua.

Capitolo 3 Verso 22

“O figlio di Pritha, non c'è lavoro prescritto per Me all'interno di tutti e tre i sistemi planetari. Né ho bisogno di nulla né ho bisogno di ottenere nulla, eppure sono impegnato nei Miei doveri”.

Prabhupada: Sì. Krishna, è Dio, la Persona Suprema. Noi lavoriamo perché abbiamo bisogno di qualcosa, ma di cosa ha bisogno Dio? Egli è completo e autosufficiente, eppure viene in questo mondo, ‘yada yada hi dharmasya glanir bhavati bharata’ (Bg. 4.7): “Ogni volta che in qualche luogo dell'universo la religione declina e l'irreligione avanza, o discendente di Bharata, Io vengo in persona”. Perché Krishna scende? È spiegato da Krishna stesso. Egli viene di persona, oppure manda il Suo rappresentante, o Suo figlio, per informare e riformare. Krishna, o il devoto di Krishna, o il figlio di Krishna. Perché Gesù Cristo ha sacrificato la sua vita? Per dimostrare che la società umana deve essere cosciente di Dio. Ma, sfortunatamente, le persone non se ne curano, credono di seguire e si definiscono cristiani, ma non seguono l'esempio del Signore Gesù. Eppure tutti dovrebbero seguire. Anche in coscienza di Krishna, si dovrebbe seguire ciò che Krishna e il devoto di Krishna insegnano. Questo è richiesto.

Pertanto, Krishna o il Suo rappresentante che vengono sul pianeta o in questo mondo solo per mostrare come si dovrebbe vivere e utilizzare la propria forma di vita umana, non hanno nulla da guadagnare. Sono completi in se stessi. Coloro che provengono dal regno spirituale non hanno nulla da desiderare né hanno bisogno di fare nulla. Sono perfetti, ma lo fanno lo stesso. Similmente, coloro che vogliono essere leader della società, dovrebbero essere persone ideali, persone coscienti di Krishna, e allora tutto il mondo sarà felice. Altrimenti, con tutte le loro assurdità, come manipolare i voti per essere leader, che potranno fare? Non hanno istruzione né formazione su come fare del bene alle persone. Non sono in grado di farlo. Solo i devoti, coloro che sono coscienti di Krishna o di Dio, possono fare del bene alla società. Gli altri non possono.

Spiegazione: Poiché in Dio, la Persona Suprema, tutto è perfezione, verità pura, infinita e assoluta, Egli non ha doveri da compiere. Chi ha bisogno di ricevere i risultati del proprio lavoro, ha qualche dovere da compiere; ma chi non ha nulla da desiderare nei tre sistemi planetari non ha certamente alcun dovere. Eppure Krishna, il Signore stesso, è impegnato sul campo di battaglia di Kurukshetra come capo degli ksatriya, perché gli ksatriya hanno il dovere di dare protezione e proteggere gli oppressi. Sebbene non sia soggetto alle regole enunciate nelle Scritture rivelate, Egli non fa assolutamente nulla che possa contraddirle”.

Capitolo 3 Versi 23 e 24

“Perché se non M'impegnassi nei Miei doveri, o Partha, certamente tutti gli uomini seguirebbero la la Mia via”. “Se Mi astenessi dal compiere i Miei doveri, tutti questi mondi andrebbero in rovina. Sarei la causa di una popolazione indesiderata e turberei così la pace di tutti gli esseri senzienti”.

Spiegazione (3.24): “Varna-sankara è la popolazione non desiderata, che turba la pace della società. Per evitare questo squilibrio sociale l’uomo deve seguire alcuni principi regolatori e rispettare certe regole di organizzazione che, apportando la pace e l’armonia nella società, facilitano la realizzazione spirituale. Quando il Signore, Sri Krishna, discende nell’universo materiale Si sottopone a queste regole al fine di mantenere il prestigio e l’importanza di questi importanti principi. Il Signore è il padre di tutti gli esseri viventi, e se gli esseri sono fuorviati, indirettamente la responsabilità al Signore. Perciò, ogni volta che l’umanità trascura i principi regolatori, il Signore discende in persona per riportare gli uomini sulla giusta via. È nostro dovere seguire sempre le Sue tracce ricordando però che è assolutamente impossibile imitarLo. Seguire e imitare sono due cose ben diverse”.

Prabhupada: All'età di sette anni Krishna sollevò la collina Govardhana. E se proviamo ad imitare, "Oh, Krishna ha sollevato la collina Govardhana, lo farò anch’io, lasciatemi provare". Questo non è seguire le orme. Non potete farlo. (ride) Vedete? Poiché, a volte gli sciocchi mascalzoni dicono: "Oh, Krishna ha eseguito la rasa-lila, lasciate che anch’io mi esibisca nella rasa-lila". Pertanto è proibito discutere la rasa-lila di Krishna con persone ordinarie. Non possono capire, penseranno solo, "Oh, che bello danzare con le ragazze; ragazzi e ragazze che danzano". No. Dobbiamo seguire le Sue istruzioni che ci sono date nella Bhagavad-gita. Non possiamo imitarLo. Lui è onnipotente. Lo stesso esempio del sole. Il sole può assorbire l'umidità da un luogo sporco e tuttavia non rimane infetto. Ma se voi andate in un luogo molto sporco, sarete immediatamente contaminati. Perciò nessuno dovrebbe provare ad imitare l'onnipotente, ma si dovrebbe cercare di seguire le Sue istruzioni. Questo deve essere il motto nella vita: "Seguire e imitare non sono allo stesso livello”. Continua

Spiegazione: “Noi non possiamo imitare il Signore sollevando la collina Govardhana come Egli fece nella Sua infanzia; nessuno potrebbe farlo. Dobbiamo seguire le istruzioni del Signore, ma non dobbiamo mai imitarLo. Lo Srimad-Bhagavatam lo conferma: “Si devono solo seguire le istruzioni del Signore e dei Suoi rappresentanti. I loro insegnamenti sono un beneficio supremo e l’uomo intelligente li applicherà senza omissioni. Guardiamoci tuttavia dal volerli imitare. Chi cercherebbe di bere l’oceano di veleno per imitare Shiva?” (SB 10.33.30-31)”

Capitolo 3 Verso 25

“Come l'ignorante compie il suo dovere con attaccamento al risultato, così anche il saggio agisce, ma senza attaccamento, al solo fine di guidare gli uomini sulla giusta via”.

Prabhupada: Stamani il rappresentante della stampa si è stupito: “Swamiji, si presentano così tante persone che dichiarano ‘io sono Dio’. Che cos’è?” Questi furfanti si comportano in tal modo, perciò ci sono così tante incarnazioni di Dio senza poteri. Ma perché la gente dovrebbe essere ingannata? Se qualcuno viene a dire che ‘io sono Dio’, perché non lo mettete alla prova? Quando Krishna assunse la forma del Signore Supremo, ovviamente Arjuna ne fu convinto. Accettò, ‘param brahma param dhama’ (Bg 10.12), ma per una guida futura, chiese a Krishna: "Per favore mostrami la Tua forma universale". Questa è la prova che Krishna è Dio, la Persona Suprema; eppure continuano a sostenere ‘io sono Dio’. Dio non è cosa da poco. Stanno imitando e questo è molto pericoloso. E coloro che accettano questi furfanti non sono intelligenti. Dovrebbero capire. Così ho detto al rappresentante della stampa: "Supponiamo che se io vengo a dire che sono il presidente Johnson, mi accetterete?" Allo stesso modo, le persone dovrebbero sapere cos'è Dio, qual è la definizione di Dio. Come posso accettare un mascalzone come Dio? Non ha alcun senso. Qualcuno dice, "Io sono Dio", e loro accettano, "Sì, è Dio." Cos'è questa assurdità? Continua a leggere.

Capitolo 3 Versi 26 e 27

“Che il saggio non turbi la mente degli ignoranti attaccati all'azione interessata. Non devono essere incoraggiati ad astenersi dall'agire, ma piuttosto ad agire in uno spirito di devozione”.
“L'anima sviata dal falso ego crede di essere l'autrice delle proprie azioni, che in realtà sono compiute dalle tre influenze della natura materiale”.

Prabhupada: Proprio come Haridasa Thakura, che cantava sempre in un luogo appartato. Ora, se qualcuno, senza essere situato in una posizione elevata, imita, "Oh, anche Haridasa Thakura cantava, perciò anch’io siederò in un luogo solitario a cantare". Non può farlo. Non è possibile. Imiterà soltanto e farà simili sciocchezze. Quindi ognuno dovrebbe dedicarsi alla propria occupazione e, con il frutto del proprio lavoro, servire Krishna. Non si può imitare Haridasa Thakura. È una posizione molto elevata. Se qualcuno si è elevato a quella posizione, è un'altra cosa; ma in generale non è per le persone comuni. Pertanto tutti dovrebbe fare il proprio dovere professionale e cercare di servire il Signore con il risultato del loro lavoro. Questo dovrebbe essere il motto della vita. Continua.

Capitolo 3 Verso 28

“O Arjuna dalla braccia potenti, colui che conosce la Verità Assoluta non si preoccupa dei sensi e della gratificazione dei sensi, perché sa qual è la differenza tra l'azione devozionale e l'azione interessata”.

Spiegazione: “Chi conosce la Verità Assoluta vede chiaramente che il contatto con la natura materiale lo mette in una posizione scomoda. Sa di essere parte integrante di Krishna, Dio, e che la sua condizione naturale non è quella di vivere nella creazione materiale. Conosce la propria vera identità come parte integrante del Supremo, che è felicità e conoscenza eterne, e comprende di essere per qualche ragione prigioniero della concezione materiale dell’esistenza. La sua vocazione naturale è di dedicare con amore e devozione ogni atto al Signore Supremo, Sri Krishna. Perciò s’impegna nelle attività della coscienza di Krishna e si distacca in modo naturale dalle attività dei sensi materiali, che sono contingenti e temporanee, e che considera come la misericordia del Signore”.

Prabhupada: C'è un verso nello Srimad-Bhagavatam, ‘vadanti tat tattva-vidas tattvam yaj jïanam advayam tattva-vit’ (1.2.11). Tattva significa verità e vit significa uno che sa. Quindi una persona che conosce tutte queste cose è chiamato tattva-vit. Continua

Capitolo 3 Verso 29

“Sviato dalle influenze della natura materiale, l'uomo ignorante s'impegna completamente nelle attività materiali, a cui rimane attaccato. Ma il saggio non deve turbarlo, sebbene queste attività siano inferiori per la mancanza di conoscenza di chi le compi”.

Spiegazione: "Gli uomini ignoranti non possono apprezzare le attività in coscienza di Krishna, e perciò il Signore Supremo, Krishna, ci consiglia di non disturbarli e di non perdere quindi del tempo prezioso. Ma i devoti del Signore sono più gentili del Signore Stesso, perché comprendono il Suo scopo. Di conseguenza, si assumono ogni tipo di rischio, fino ad avvicinarsi agli uomini ignoranti per cercare di coinvolgerli nelle attività della coscienza di Krishna, che sono assolutamente necessarie per l'essere umano".

Prabhupada: Sì. Krishna spiega che non si dovrebbe disturbare questo tipo di persone. Ma i devoti sono così gentili da assumersi tutti i rischi. Proprio come Sri Nityananda Prabhu ha corso tutti i rischi, il Signore Gesù Cristo ha corso tutti i rischi. Perciò un devoto è più gentile di Dio. Un devoto è più misericordioso di Dio. Dovremmo sempre ricordarlo. Per questo Krishna dice, ‘mad-bhaktah pujyabhyadhika’(SB 11.19.21): "L’adorazione offerta al Mio devoto, è superiore all’adorazione offerta a Me”. Significa che Egli apprezza l'adorazione del Suo devoto più dell’adorazione offerta a Sè stesso. Perciò, in realtà i devoti sono molto gentili. Krishna dice, “Non disturbate chi è troppo assorto nella coscienza materiale”, ma i devoti si assumono il rischio, anche a costo della vita. Così il devoto è molto caro a Krishna. Questo verrà spiegato nel diciottesimo capitolo. Quindi Krishna dichiara che "Nessuno, nella società umana, Gli è più caro di colui che si assume tutti i rischi per predicare la coscienza di Dio”. Continua

Capitolo 3 Verso 30

“Perciò, dedicando a Me tutte le tue attività e con la mente assorta in Me, combatti, o Arjuna, libero da ogni motivazione personale, dall'egoismo e dall'indolenza”.

Spiegazione: "Questo verso indica chiaramente l'intero scopo della Bhagavad-gita. Il Signore dice che bisogna diventare pienamente coscienti di Krishna per adempiere ai propri doveri come in una disciplina militare. Tale ingiunzione può rendere le cose un po' difficili, ma questa è la posizione costituzionale dell'essere. L'essere vivente non può essere felice indipendentemente dalla cooperazione con il Signore Supremo, perché la sua posizione costituzionale eterna è di essere subordinato ai desideri del Signore. Perciò Così accettò l'ordine da Sri Krishna di combattere come se il Signore fosse il suo comandante militare. Bisogna sacrificare tutto per la buona volontà del Signore Supremo e allo stesso tempo adempiere ai doveri prescritti senza pretendere di essere proprietari di qualcosa. Arjuna non doveva discutere l'ordine del Signore; doveva solo eseguirlo. Il Signore Supremo è l'anima di tutte le anime. Perciò colui che dipende unicamente e interamente dall'Anima Suprema, senza alcuna considerazione personale, o in altre parole, colui che è pienamente cosciente di Krishna, è chiamato ‘adhyatma-cetas’ (pienamente cosciente dell’anima)".



Fine
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Cio' allo scopo di evitare possibili fraintendimenti, sul significato di alcuni termini e concetti espressi, non sempre corrispondenti alle accezioni linguistiche attuali, e quindi talvolta, causa di una comprensione errata o distorta delle vere intenzioni, del maestro spirituale fondatore.

Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.

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