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 IL FONDATORE - LIBRI E LEZIONI DI SRILA PRABHUPADA
 LEZIONI SULLA BHAGAVAD GITA (in Italiano)
 La Bhagavad-gita cosi' com'e' - Cap. 2 Versi 62-72
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Sangita Dasi
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Inserito il - 25/09/2022 : 16:58:45  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
RKC - RADIO KRISHNA CENTRALE PRESENTA:

Lezioni* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada su

La Bhagavad-gita cosi' com'e'






LEZIONE*
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
tenuta a Los Angeles (Stati Uniti), il 19 Dicembre 1968

Traduzione e trascrizione in Italiano a cura di Sangita devi dasi

Capitolo 2
Verso 62

dhyayato visayan pumsah
sangas tesupajayate
sangat sanjayate kamah
kamat krodho 'bhijayate

“Contemplando gli oggetti dei sensi si sviluppa attaccamento per essi; dall’attaccamento si sviluppa la cupidigia e dalla cupidigia nasce la collera”.
Spiegazione: “Chi non è cosciente di Krishna è sommerso dai desideri materiali appena contempla gli oggetti dei sensi. I sensi sono sempre attivi, e se non sono impegnati nel trascendentale servizio d’amore al Signore, cercheranno qualche impegno al servizio del materialismo”.

Prabhupada: Ecco il segreto del sistema yoga. 'Yoga indriya-samyama' [la piattaforma del sattva-guna] (Bg. 4.26, spiegazione), il vero scopo dello yoga è controllare i sensi. Le attività materiali evidenziano l’impegno dei sensi in un particolare obiettivo o piacere materiale; e il metodo yoga evidenzia il bisogno di controllare i sensi, distaccarli dal piacere o dal dolore materiale, e divergerli, concentrando l'attenzione sull'Anima Suprema, Vishnu, all'interno della propria anima (sé).
Questo è il vero scopo dello yoga. Certamente, all'inizio ci sono regole e regolamenti, la posizione seduta per tenere la mente sotto controllo, ma non sono fini a se stessi. Il fine è interrompere l'impegno materiale, e iniziare quello spirituale. Questa è la spiegazione. Continua.

Devoto: (spiegazione) "Nel mondo materiale tutti, inclusi Shiva e Brahma, per non parlare degli altri esseri celesti nei pianeti celesti, sono soggetti all'influenza degli oggetti dei sensi. E l'unico metodo per uscire da questo enigma dell'esistenza materiale è diventare coscienti di Krishna".

Prabhupada: Questo si apprende dalla letteratura vedica, e in modo lampante ci è stato mostrato da Shiva e da Brahma: anch’essi a volte sono rimasti affascinati dagli oggetti dei sensi. Brahma fu attratto da sua figlia Sarasvati, che è considerata la forma più perfetta di bellezza femminile. Brahma rimase così incantato dalla bellezza di sua figlia solo per mostrarci l'esempio che anche una personalità come lui a volte è ammaliata. Maya è così forte da fargli dimenticare che era sua figlia, allora Brahma dovette abbandonare il corpo come espiazione. Queste storie sono nello Srimad-Bhagavatam. Allo stesso modo, anche Shiva, quando Krishna apparve davanti a lui nella forma di Mohini-murti – Mohini significa “la forma femminile più incantevole e bella” – impazzì per lei. Ovunque andava, Shiva la inseguiva; e si dice che mentre la inseguiva, ebbe perdite di fluidi. Pertanto ci sono questi esempi. Com’è affermato nella Bhagavad-gita, 'daivi hy esa gunamayi mama maya duratyaya' (Bg. 7.14): “Questa Mia energia divina, costituita dalle tre influenze della natura materiale, è difficile da superare. Ma chi si abbandona a Me ne varca facilmente i limiti”.

L'intera energia materiale affascina l’uomo con la bellezza femminile. In realtà, non c'è bellezza. È illusione. Sankaracarya dice: "Sei alla ricerca della bellezza, ma hai analizzato questa bellezza? Che cos’è?" ‘Etad rakta-mamsa-vikaram’. Come il lavoro dei nostri studenti Govinda dasi e Nara-narayana che stanno lavorando ai modelli in ‘gesso di Parigi’ [un tipo di gesso]; per il momento non c’è attrazione, ma quando sarà ben dipinto allora sarà molto attraente. Allo stesso modo, questo corpo è una combinazione di sangue, muscoli e vene. Se ne tagliamo una parte e vi guardiamo dentro, vedremo cose orribili e disgustose; ma all’esterno, così ben dipinto dal colore illusorio di maya, oh, sembra molto attraente. Questo attrae i nostri sensi e questa è la causa della nostra schiavitù. Siamo legati da una falsa bellezza illusoria di questo mondo. Un miraggio. Il miraggio è l’esempio perfetto. Continua.

Devoto: (spiegazione) "Una volta Shiva era in profonda meditazione, ma quando la bella fanciulla Parvati lo agitò per il piacere dei sensi, accettò la proposta e come risultato nacque Karttikeya."
Prabhupada: Oh, ecco Karttikeya. Sì. Hare Krishna. Vai avanti.
Devoto: "Quando Haridasa Thakura era un giovane devoto del Signore, era similmente attratto dall'incarnazione di Maya devi".

Prabhupada: Ecco la differenza. Shiva è il più grande degli esseri celesti e anche lui fu sedotto da Parvati, e come risultato di quell'attrazione nacque questo ragazzo, Karttikeya. C’era una cosiddetta cospirazione degli esseri celesti, secondo cui, se un figlio non fosse nato dal seme di Shiva sarebbe stato impossibile sconfiggere i demoni. Perciò Karttikeya è considerato il comandante in capo degli esseri celesti. Ma c’è un altro esempio, quello di Haridasa Thakura.
Haridasa Thakura era un giovane di circa venti/ventitré anni che cantava Hare Krishna costantemente; ma il padrone di casa in quel villaggio era molto invidioso di lui, e cospirò ingaggiando una giovane prostituta per provocarlo. La prostituta accettò, e nel cuore della notte, vestita in modo molto attraente, cercò di affascinare Haridasa Thakura; ma lui non rimase affascinato. Questa è la differenza. Una persona cosciente di Krishna, anche ordinaria, e non al livello di Shiva o di Brahma, non è mai conquistata da maya. Ma chi non è completamente impegnato nella coscienza di Krishna, che sia Shiva o Brahma, sarà conquistato da maya, che dire degli altri. Questa è la situazione. Continua a leggere.

Devoto: (spiegazione) "Quando Haridasa Thakura era un giovane devoto del Signore, è stato similmente attratto dall'incarnazione di Maya devi, ma Haridasa ha superato facilmente la prova a causa della sua pura devozione a Sri Krishna. Un sincero devoto del Signore impara a odiare tutti i piaceri dei sensi materiali a causa del suo gusto superiore per il godimento spirituale in compagnia del Signore. Questo è il segreto del successo. Chi non è nella coscienza di Krishna, per quanto potente possa essere nel controllare i sensi mediante la repressione artificiale, è sicuro che alla fine cadrà, perché il minimo pensiero del piacere dei sensi lo spingerà a soddisfare i suoi desideri”.

Prabhupada: ‘Param dristva nivartate’ (Bg. 2.59), “Sperimentando un piacere superiore, resterà fissa nella coscienza spirituale”. Param, se si ottengono cose migliori, si rinuncia a quelle di qualità inferiore. È la natura umana. Come i nostri studenti americani, abituati a mangiare carne, che ora preparano le “palline dolci Isckon” e hanno dimenticato la carne, a loro non piace più. Hanno scoperto un impegno migliore, la dolcezza. (risate). Questo è il metodo, avere un impegno migliore... ‘Anandamayo 'bhyas#257;t’ (Vedanta-sutra 1.1.12). Ogni essere vivente cerca il piacere. È la sua natura. Non può fermarsi. Come un bambino che è in cerca di divertimento e rompe ogni cosa; non lo fa di proposito, ma ci prova gusto. Similmente, la gente non sa cosa sia il godimento nel concetto materiale di vita. Rompono e costruiscono. Nel vostro paese l'ho visto in vari luoghi. Un bell'edificio è smantellato e di nuovo, nello stesso punto, è innalzato un altro edificio. Rompere e costruire. "Oh, questo edificio è vecchio, distruggiamolo." Lo stesso gioco infantile. Capite?

Stanno solo sprecando il tempo prezioso di questa forma umana – rompere e costruire. "Questo tipo di automobile è diventato inutile, creiamo un altro modello”. E migliaia di persone sono impegnate in quel modello. Che significa? In sostanza, significa rompere e costruire, proprio come un bambino. Pertanto, se non si ha un impegno migliore, la coscienza di Krishna, sicuramente saremo impegnati in questo continuo “rompere e costruire”. Un impegno infantile. ‘Param dristva nivartate’ (Bg. 2.59). I nostri studenti della coscienza di Krishna vorrebbero avere due ore in più oltre che alle solite ventiquattro – hanno così tanti impegni. Se una persona non è impegnata dalla coscienza di Krishna, allora dovrà essere impegnata da maya. E gli altri elogiano tale impegno: "Oh, è un uomo tanto ricco, ha smantellato un bell’edificio e ne ha costruito un altro".

Secondo il calcolo materiale può essere bello, ma secondo il calcolo spirituale stanno semplicemente perdendo tempo. ‘Hari hari biphale janama gonainu’. Conoscete questa canzone? (canta) ‘Manusya-janama paiya, radha-krishna na bhajiya, janiya suniya bisa khainu’ [da Prarthana di Bhaktivinoda Thakura]. Consapevolmente e intenzionalmente, sto bevendo veleno. Perché veleno? Perdere tempo nella preziosa forma di vita umana è come bere veleno. Un uomo che beve veleno non sa quale sarà la sua prossima vita – diventerà un fantasma. Per molto tempo non avrà un corpo materiale come punizione. Capite? Gaurasundara ha scritto un articolo a proposito dei fantasmi sulla nostra rivista Ritorno a Dio [Back to Godhead]. In Inghilterra, quel fantasma, che combatté con Cromwell, sta ancora combattendo, e di notte si sente il rumore di combattimenti in corso. Pertanto, bere veleno significa che la forma di vita umana è la nostra possibilità per entrare nella coscienza di Krishna e tornare a Dio, e se non ci impegniamo nella coscienza di Krishna, ma solo in questo “rompere e costruire”, allora stiamo semplicemente bevendo veleno. Significa che nella prossima vita sarò gettato nel ciclo di nascita e morte, nelle 8.400.000 specie di vita, e la mia esistenza sarà rovinata.

Non sappiamo per quanti milioni di anni dovrò viaggiare nel ciclo di nascita e morte, quindi è veleno. ‘Janiya suniya bisa khainu’, proprio come un ladro. Queste due parole, ‘janiya suniya’, sono molto significative: janiya significa conoscere, e suniya ascoltare. Perciò un ladro assuefatto sa che, "Se rubo andrò in prigione". E dalle scritture ha ascoltato: "Non rubare, o andrai all'inferno".
Perciò l’ha inteso dalle scritture e l’ha vissuto nella pratica, eppure, appena libero dal carcere, commette di nuovo lo stesso errore. ‘Janiya suniya bisa khainu’. Ascoltando dalle scritture, la letteratura vedica, e dalle autorità, ho appreso che ho un miserabile corpo materiale condizionato per soffrire le triplici sofferenze materiali, eppure, non sono molto ansioso di fermare questa ripetizione di nascita e morte, perciò sto bevendo veleno. ‘Janiya suniya bisa khainu, hari hari biphale janama gonainu’. Queste canzoni sono molto istruttive. Intenzionalmente stiamo bevendo veleno. Continua.

Capitolo 2
Verso 63

krodhad bhvati sammohah
sammohat smriti-vibhramah
smriti-bhramsad buddhi-naso
buddhi-nasat pranasyati

“Dalla collera nasce la completa illusione, e dall'illusione la confusione della memoria. Quando la memoria è confusa, l'intelligenza è perduta, e quando l'intelligenza è perduta, l'uomo cade nuovamente nell'oceano dell'esistenza materiale”.

Prabhupada: La nostra posizione è che siamo costituiti di questo corpo. Corpo significa sensi, e il controllore dei sensi è la mente. L’intelligenza dirige la mente nel suo pensare, sentire, volere, la scienza della psicologia; e superiore all’intelligenza è l'anima spirituale. Io sono l’anima. Come spiegato in questo verso, diventiamo vittime di maya – dalla collera nasce l'illusione, e dall'illusione lo smarrimento della memoria. Significa che ho dimenticato che non sono questo corpo ma l'anima spirituale, ‘aham brahmasmi’. Sono parte integrante del Supremo Brahman, lo spirito supremo, il tutto assoluto, ma l’ho dimenticato. Appena dimentico di essere un’anima spirituale, m’identifico con questo mondo materiale, cado nell'illusione e l'intelligenza è perduta. Avrei dovuto usare la mia intelligenza per condurre le attività della mente – pensare, sentire e volere; e poiché la mia mente e i miei sensi non sono controllati, quindi sono caduto. Questa è l'analisi dell'intera struttura corporea. Leggi il verso seguente.

Capitolo 2
Verso 64

raga-dvesa-vimuktais tu
visayan indriyais caran
atma-vasyair vidheyatma
prasadam adhigacchati

"Colui che può controllare i suoi sensi mediante i princìpi regolatori e che è libero dall'attaccamento e dall'avversione può ottenere la misericordia di Dio".

Prabhupada: Sì. Siamo caduti. In che modo? Caduti sulla piattaforma del godimento dei sensi. Perciò dovete cominciare a elevarvi da questa piattaforma controllando i sensi. Questa è la via dell'auto-realizzazione, la realizzazione del sé spirituale. Sia che pratichi lo yoga o la bhakti, o servizio devozionale, l'inizio è il controllo dei sensi. E chi pratica il processo yoga, o altri metodi, semplicemente cerca di controllare i sensi con la forza. "Andrò sull'Himalaya, non guarderò più una bella donna, chiuderò gli occhi". Tutto questo è forzato. Non puoi controllare i sensi. Ci sono molti esempi. Non è necessario andare sull’Himalaya, rimani pure nella città di Los Angeles e impegna i tuoi occhi nel guardare Krishna, allora sarai migliore di chi è andato sull'Himalaya e dimenticherai ogni altra cosa. Questo è il nostro metodo. Non hai bisogno di cambiare posizione.

Impegna le orecchie per ascoltare la Bhagavad-gita così com'è, e dimenticherai tutte le sciocchezze. Impegna i tuoi occhi nel guardare la bellezza della Divinità, Krishna, la tua lingua nel gustare il prasada di Krishna, le tue gambe per venire in questo tempio, le tue mani per lavorare per Krishna e il tuo naso per annusare i fiori offerti a Krishna. Allora, che succederà ai tuoi sensi? Rimarranno completamente affascinati. La perfezione è certa. Non hai bisogno di controllare i sensi con la forza – cioè, non guardare, non fare questo o quello. No. Devi cambiare la piattaforma in cui impegnare i tuoi sensi. Questo aiuterà. Leggi la spiegazione e i versi successivi.

Devoto: (Spiegazione) “Abbiamo già spiegato che si possono controllare esternamente i sensi con qualche processo artificiale, qualche metodo imposto, ma se i sensi non sono impegnati nel trascendentale servizio del Signore, rimarrà sempre il rischio di ricadere. Anche se può sembrare che una persona cosciente di Krishna agisca sul piano materiale, in realtà ha spezzato tutti gli attaccamenti ai piaceri di questo mondo grazie alla sua coscienza spirituale. La persona cosciente di Krishna ha un unico interesse, quello di soddisfare Krishna, perciò è trascendentale a ogni attaccamento e distacco. Secondo il desiderio del Signore, il devoto è pronto ad astenersi da quelle azioni che avrebbe normalmente compiuto per una soddisfazione personale e a compierne altre che d’abitudine non avrebbe mai fatto. Egli è dunque sempre maestro delle sue azioni perché agisce sotto la direzione di Krishna. Questa coscienza è raggiunta per la misericordia incondizionata di Krishna, che è sempre accessibile al devoto; nonostante gli attaccamenti che egli può ancora manifestare verso i piaceri materiali”.

Capitolo 2
Verso 65

prasade sarva-duhkhanam
hanir asyopajate
prasanna-cetaso hy asu
buddhih paryavatistate

“Per chi è situato nella coscienza divina, le tre forme di sofferenza materiale non esistono più; in questo stato di felicità, presto la sua intelligenza diventa ferma”.

Capitolo 2
Verso 66

nasti buddhir ayuktasya
na cayuktasya bhavana
na cabhavayatah santir
asantasya kutah sukham

“Colui che non è in unione col Supremo non può avere né una mente controllata né un'intelligenza ferma, senza le quali non è possibile la pace. E come può esserci la felicità senza la pace?”

Prabhupada: In questo mondo materiale tutti cercano la pace, ma non vogliono controllare i sensi. Perciò la pace non è possibile. Se sono malato, il dottore mi prescrive dieta e medicine; ma io non posso controllarmi e prendo ciò che voglio contro le istruzioni del medico. Come posso essere curato? Similmente, vogliamo curare la condizione caotica di questo mondo materiale, vogliamo pace e prosperità, ma non siamo pronti a controllare i sensi. Non sappiamo come farlo. Non conosciamo il vero principio yoga del controllo dei sensi. Pertanto non c'è possibilità di pace. ‘Santir asantasya kutah sukham’ (2.66): “Come può esserci la felicità senza la pace?” Il perfetto insegnamento si trova nella Bhagavad-gita. Se non si è impegnati nella coscienza di Krishna, non c'è possibilità di pace. Possiamo provarci artificialmente; ma non è possibile. Leggi il verso successivo.

Capitolo 2
Verso 67

indriyanam hi caratam
yan mano 'nuvidhiyate
tad asya harati prajnam
vayur navam ivambhas

“Come un vento impetuoso spazza una barca sull'acqua, anche uno solo dei sensi su cui la mente si fissa, può portare via l'intelligenza dell'uomo”.

Prabhupada: Sì. Trovandomi in barca sull'oceano Pacifico, se non ho la capacità di controllo, un'ondata può portarmi immediatamente sul fondo del mare. Il controllo è necessario. E poiché siamo nel mezzo dell'oceano (samudra) di questo mondo illusorio di maya (mayika) – è chiamato samsara-samudra, l’oceano del samsara – in qualsiasi momento la nostra barca può capovolgersi, se non abbiamo alcun potere di controllo. Continua.

Capitolo 2
Verso 68

tasmad yasya maha-baho
nigrihitani sarvasah
indriyanindriyarthebhyas
tasya prajna pratisthita

"Perciò, o Arjuna dalle braccia potenti, chi distoglie i sensi dai loro oggetti possiede un'intelligenza ferma”.

Prabhupada: Sì. La vita umana è destinata a contenere i sensi (tapah). Si chiama tapasya, penitenza. Supponiamo che io sia abituato a qualche tipo di gratificazione dei sensi, e ora, entrando in coscienza di Krishna, il mio maestro spirituale o le scritture, mi dicono "Non farlo". Perciò, all'inizio potrei avvertire qualche inconveniente, ma se riesco a tollerarlo, questo è tapasya. Tapasya significa che fisicamente provo un certo fastidio, ma tollero. Si chiama tapasya. E questa forma di vita umana è destinata al tapasya; perciò non soddisfo immediatamente i miei sensi perché essi me lo impongono. No. Mi allenerò in modo tale che, anche se i miei sensi reclamano, "Mio caro signore, dammi questa possibilità”; io dirò, "No, non puoi averla". Questo significa svami, o gosvami. Al momento, tutti noi abbiamo creato un padrone dei sensi, e quando diventeremo effettivamente padroni dei nostri sensi, allora saremo svami, o gosvami. Questo è il significato.

Non è il vestito, ma qualcuno che ha il potere di controllo, che non è comandato dai sensi, che non è il servitore dei sensi. La mia lingua mi suggerisce: "Vai in quel ristorante e mangia quei bastoncini di pollo fritto". La lingua mi esorta in tal modo; ma se riesco a controllarla, "No, non andrò, ti darò delle palline dolci”, (risate) allora diventerò padrone dei miei sensi. Capite?
Altri ci stanno provando con la semplice formula di "Non andare là, non farlo", ma è impossibile. La lingua deve avere qualcosa di buono, altrimenti è artificiale; e non è possibile controllarla. Se alla lingua diamo qualcosa di più buono che di questo pollo o bastoncino fritto o questo o quello, allora si frenerà. Questa è la nostra politica. Possiamo offrire panir fritto con riso, ed è così buono che dimenticheremo di mangiare carne. Perciò questa è la nostra strategia: la coscienza di Krishna.

Bisogna fornire qualcosa di buono ai sensi e non fermarli artificialmente; altrimenti non è possibile. Alcuni stanno solo cercando di fermare artificialmente la funzione dei sensi, ma è inattuabile. La nostra strategia è ‘tat-paratvena nirmalam’ (Cc. Madhya 19.170). [Impegnare tutti i sensi nel servizio del Signore Supremo il maestro dei sensi]. Potete purificare le attività dei sensi impegnandovi nella coscienza di Krishna, e allora i sensi non vi disturberanno. Per controllare i sensi dovete prima di tutto controllare la lingua, quindi sarete in grado di controllare anche gli altri sensi molto facilmente. Se impegnate la lingua nel cantare Hare Krishna e a gustare krishna-prasada, scoprirete che anche gli altri sensi sono già controllati. La lingua è la chiave per controllare i sensi; ma se alla lingua offrite favori e comprensioni, non sarete mai in grado di controllare gli altri sensi. Questo è il segreto per il controllo dei sensi. Leggi il verso successivo.

Capitolo 2
Verso 69

ya nisa sarva-bhutanam
tasyam jagarti samyami
yasyam jagrati bhutani
sa nisa pasyato muneh

“Quella che per tutti gli esseri è la notte, è l'ora della veglia per l'uomo che ha il controllo di sé; quello che per tutti è il tempo della veglia, è la notte per il saggio raccolto”.

Spiegazione: “Esistono due tipi di uomini intelligenti: quello che si serve dell’intelligenza sul piano materiale con lo scopo di godere meglio dei sensi, e quello che è più riflessivo e usa l’intelligenza per aprirsi alla realizzazione spirituale. Le azioni del saggio, dell’uomo riflessivo, sono tenebre per chi è preso dai pensieri materiali. Ignorante della sua identità spirituale, il materialista rimane addormentato in queste tenebre, invece il saggio riflessivo è ben desto nelle tenebre del materialista”.

Prabhupada: La comprensione generale è che di notte le persone dormono e di giorno sono sveglie e attive. Ma le persone materialiste dormono in materia di comprensione spirituale, così il loro giorno pieno di attività, in realtà è la notte per lo spiritualista. Secondo lo spiritualista, queste persone hanno l’opportunità per la realizzazione spirituale nella forma di vita umana, ma la sprecano dormendo. E il materialista pensa: “Oh, questi ragazzi coscienti di Krishna hanno rinunciato a tutto e cantano Hare Krishna. Che grande sciocchezza, stanno dormendo". Capite? Nella visione del materialista, queste attività rappresentano la notte e il dormire; e per la persona spiritualmente realizzata è il contrario. Il materialista vede le attività della persona cosciente di Krishna come una perdita di tempo; e la persona cosciente di Krishna vede che l’opposto [è il materialista che perde tempo]. Questa è la posizione.

Devoto: (spiegazione) “Nel graduale avanzamento sulla via spirituale, il saggio prova un piacere sublime; mentre il materialista addormentato alla realizzazione spirituale, sogna il piacere dei sensi, provando ora piacere ora dolore”.
Prabhupada: Sì, sta sognando; e in questo modo progetta di fare e di ottenere. Continua.
Devoto: "Il saggio è sempre indifferente alle gioie e ai dolori dell’esistenza materiale, continua il suo progresso spirituale senza essere turbato dalle circostanze materiali”.

Prabhupada: L'uomo introspettivo [consapevole delle proprie azioni] che ricerca la realizzazione spirituale, sa molto bene che se in futuro farà un buon affare, potrà costruire un grande grattacielo; ma poiché è introspettivo, pensa: "Che ne farò di queste cose? Quando me ne andrò, tutto rimarrà qui; mentre io prenderò un altro corpo e inizierò un'altra vita". Questa è introspezione. I materialisti non possono capire come sarà il futuro, pensano che il corpo sia tutto: "Abbiamo un corpo, e quando sarà finito, lo sarà per tutti". Abbiamo già discusso questi argomenti. In realtà, questa è la prima comprensione e l’inizio della realizzazione spirituale: l'anima eterna non è annientata dopo l'annientamento del corpo. Le persone materialiste non lo capiscono, a loro non interessa. Questo è il loro sonno, questa è la loro misera condizione. Continua.

Capitolo 2
Verso 70

apuryamanam acala-pratistam
samudram apah pravisanti yadvat
tadvat kama yam pravisanti sarve
sa santim apnoti na kama-kami

“Come l'oceano resta immutato nonostante le acque che vi si gettano, così, soltanto l'uomo che non è turbato dal fluire incessante dei desideri che entrano in lui come fiumi, può ottenere la pace, non l’uomo che lotta per appagarli”.

Prabhupada: Il materialista che desidera realizzare le sue ambizioni, lavora duramente per ottenere denaro, e così appaga i suoi desideri in modo materialistico; ma la persona cosciente di Krishna che agisce allo stesso modo – lavorando e ottenendo denaro – lavora e pianifica anche a favore della coscienza di Krishna. Perciò queste due diverse sfere di attività non sono sullo stesso piano. Continua

Capitolo 2
Verso 71

vihaya kaman yah sarvan
pumams carati nihsprihah
nirmamo nirahankarah
sa santim adhigacchati

“Soltanto chi non è più attratto dai piaceri materiali ed è libero dai desideri, che ha lasciato ogni senso di possesso ed è senza falso ego può raggiungere la vera pace”.

Prabhupada: Sì, la persona che ha rinunciato a ogni desiderio di gratificazione dei sensi; tuttavia non si deve sopprimere il desiderio. Com’è possibile sopprimerlo? Il desiderio è il compagno costante dell’essere vivente, è il sintomo della vita. Siamo esseri viventi e abbiamo desideri. Questo tavolo è privo di vita, non ha desideri, e non può dire: "Sto qui da mesi, per favore spostami in un altro posto". No. Ma se io sto seduto qui per tre ore, dirò: "Oh, mi sono stancato, per favore trovami un altro posto". Il desiderio deve esserci, perché siamo viventi—bisogna solo cambiare il suo impegno. Se impegniamo il desiderio per la gratificazione dei sensi, questo è materiale; ma se lo impegniamo nell’agire in favore di Krishna, allora si diventa liberi da ogni desiderio. Questo è il metodo.

Capitolo 2
Verso 72

esa brahmi sthitih partha
nainam prapya vimuhyati
sthivasyam anta-kale 'pi
brahma-nirvanam ricchati

“Questa è la via della vita spirituale e divina, e dopo averla raggiunta l'uomo non è più confuso. Colui che intraprende questa via fosse anche in punto di morte, entra nel regno di Dio”.
Spiegazione: “Possiamo arrivare alla coscienza di Krishna, alla vita divina, in una frazione di secondo, ma se rifiutiamo ostinatamente di vedere e di accettare le cose così come sono, possiamo anche non arrivarci nemmeno dopo numerosi milioni di vite”.

Prabhupada: Varie volte ci sono state domande del tipo, "Quanto tempo ci vorrà per diventare coscienti di Krishna?" Ho risposto che si può fare anche in un attimo. La stessa cosa è spiegata in questo verso. Vai avanti.

Devoto: (spiegazione) "Khatvanga Maharaja vi giunse pochi istanti prima di morire, abbandonandosi a Krishna. Nirvana significa mettere fine all’esistenza materiale. Secondo la filosofia buddista, al termine della vita c’è solo il vuoto. Ma ben differente è l’insegnamento della Bhagavad-gita: solo alla fine dell’esistenza materiale comincia la vera vita. Il materialista insensibile si accontenta di sapere che questa vita un giorno finirà, ma lo spiritualista sa bene che una nuova vita comincia dopo la morte. E se prima di morire si ha la grazia di diventare coscienti di Krishna, si raggiunge subito il brahma-nirvana, il regno di Dio. Non esiste alcuna differenza tra il regno di Dio e il servizio di devozione offerto a Krishna. Poiché sono entrambi assoluti, impegnarsi nel trascendentale servizio d’amore al Signore significa raggiungere il regno spirituale. Le attività del mondo materiale mirano al piacere dei sensi, mentre nel mondo spirituale sono tutte coscienti di Krishna. Srila Bhaktivinoda Thakura ha definito questo secondo capitolo della Bhagavad-gita come un compendio di tutto il testo. Gli argomenti sono il karma-yoga, il jnana-yoga e il bhakti-yoga. I primi due sono stati chiaramente presentati in questo capitolo, dov’è stato introdotto anche il bhakti-yoga; si può dunque dire che il secondo capitolo prende in esame tutte e tre le forme di yoga di cui tratta l’opera”.

“Così terminano gli insegnamenti di Bhaktivedanta sul secondo capitolo della Srimad Bhagavad-gita, intitolato: “Sintesi del contenuto della Bhagavad-gita”.

Prabhupada: Grazie molte. Ci sono domande?




Fine
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Altro sull'autore, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

Biografia:
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Le lezioni, a volte sono riportate sottoforma di estratto, per una presentazione adatta anche ai lettori estranei agli argomenti trattati, o in generale al metodo del bhakti yoga, la coscienza di Krishna.
Cio' allo scopo di evitare possibili fraintendimenti, sul significato di alcuni termini e concetti espressi, non sempre corrispondenti alle accezioni linguistiche attuali, e quindi talvolta, causa di una comprensione errata o distorta delle vere intenzioni, del maestro spirituale fondatore.

Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.


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