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 IL FONDATORE - LIBRI E LEZIONI DI SRILA PRABHUPADA
 LEZIONI SULLA BHAGAVAD GITA (in Italiano)
 La Bhagavad-gita cosi' com'e' - Cap. 2 Versi 49-51
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Sangita Dasi
Moderatore



96 Messaggi

Inserito il - 16/12/2021 : 14:21:20  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
RKC - RADIO KRISHNA CENTRALE PRESENTA:

Lezioni* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada su

La Bhagavad-gita cosi' com'e'




Capitolo 2

Verso 49


durena hv avaram karma
buddhi-yogad dhananjaya
buddhau saranam anviccha
kripanah phala-hetavah


TRADUZIONE

"O Dhananjaya, líberati da tutte le attività interessate col servizio di devozione, e prendi rifugio in esso. “Avari” sono coloro che vogliono godere dei frutti del loro lavoro".


SPIEGAZIONE
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

"L’uomo che realizza pienamente la sua natura fondamentale di eterno servitore del Signore abbandona ogni occupazione eccetto quella compiuta nella coscienza di Krishna. Il buddhi-yoga, cioè il servizio di devozione, come abbiamo visto, consiste nel servire il Signore con amore puro ed è questa la via migliore per tutti gli esseri. Solo un avaro cerca di godere dei frutti del proprio lavoro, perché questo desiderio non fa che intrappolarlo sempre più nella rete dell’esistenza materiale.

Ogni azione compiuta fuori della coscienza di Krishna è dannosa perché ci lega sempre più al ciclo di nascite e morti. Perciò non si dovrebbe mai desiderare di essere la causa dell’azione; tutto dovrebbe essere compiuto in piena coscienza di Krishna, per la soddisfazione di Krishna. L’avaro non sa usare le ricchezze che ha ottenuto con un colpo di fortuna o con un duro lavoro. Come l’avaro, l’uomo sfortunato non usa la sua energia umana al servizio del Signore. Invece noi dobbiamo impiegare tutte le nostre energie al servizio di Krishna, e se faremo così la nostra vita sarà un successo.


Verso 50

buddhi-yukto jahatiha
ubhe sukrita-duskrite
tasmad yogaya yujyasva
yogah karmasu kausalam


TRADUZIONE

"L'uomo impegnato nel servizio devozionale si libera dalle conseguenze buone o cattive dell'azione in questa stessa vita. Sforzati dunque di apprendere lo yoga, l'arte dell'agire".


SPIEGAZIONE
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

"Da tempo immemorabile tutti gli esseri viventi accumulano le conseguenze buone e cattive delle loro azioni, e questo li rende dimentichi della loro posizione eterna. Questa ignoranza si può vincere seguendo le istruzioni della Bhagavad-gita‚ che ci insegna come abbandonarci totalmente a Sri Krishna e come liberarci dall’incatenamento delle azioni e delle loro conseguenze. Per liberarsi da queste catene Arjuna deve agire nella coscienza di Krishna, come gli è stato consigliato dal Signore".


Verso 51

karma-jam buddhi-yukta hi
phalam tyakva manisinah
janma-bandha-vinirmuktah
padam gacchanty anamayam


TRADUZIONE

"Il saggio impegnato nel servizio devozionale al Signore rinuncia, in questo mondo, ai frutti delle sue azioni. Si libera così dal ciclo di nascite e morti e raggiunge il livello che è al di là di ogni sofferenza".


SPIEGAZIONE
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

"Gli esseri liberati appartengono a quel luogo dove non esistono sofferenze materiali. Lo Srimad Bhagavatam afferma in proposito:

samasrita ye pada-pallava-plavam
mahat-padam punya-yaso murareh
bhavambudhir vatsa-padam param padam
padam padam yad vipadam na tesam

“L’oceano dell’esistenza materiale è come l’acqua contenuta nell’impronta dello zoccolo di un vitello per l’uomo che ha preso rifugio nel vascello dei piedi di loto di Mukunda, il Signore che accorda la liberazione e in cui tutti gli universi riposano. Quell’uomo cercherà allora il luogo dove le sofferenze materiali non esistono (param padam, Vaikuntha) e non il luogo dove a ogni passo s’incontrano nuovi pericoli.” (S.B. 10.14.58)

L’ignoranza ci fa dimenticare che il mondo materiale è un luogo di sofferenza, dove a ogni istante dobbiamo affrontare nuovi pericoli. Solo per ignoranza l’uomo poco intelligente cerca un rimedio ai problemi dell’esistenza nel godimento dei frutti dell’azione e crede così di trovare la felicità. Non sa che nessun corpo materiale, in tutto l’universo, è capace di dare una vita libera dalle sofferenze.

Le sofferenze della vita, cioè la nascita, la vecchiaia, la malattia e la morte, sono presenti ovunque nel mondo materiale: Ma l’uomo che conosce la sua vera condizione di servitore eterno del Signore e conosce la posizione della Persona Suprema Sri Krishna, s’impegna con amore al Suo servizio e si arricchisce così di tutte le qualità necessarie per raggiungere i pianeti Vaikuntha, o Vaikunthaloka, dove non esiste né la triste vita materiale né l’influenza del tempo e della morte. Conoscere la propria natura significa anche conoscere la sublime natura del Signore.

Colui che crede, a torto, che l’anima individuale sia uguale al Signore è immerso nelle tenebre più fitte, perciò è incapace d’impegnarsi al servizio del Signore con amore e devozione. Cercherà piuttosto di diventare lui stesso un “Signore”, preparandosi così a morire e rinascere innumerevoli volte. Ma colui che riconosce la propria posizione di servitore si mette al servizio di Krishna e si prepara a raggiungere il regno di Vaikuntha. Il servizio offerto al Signore si chiama karma-yoga, buddhi-yoga, o semplicemente “servizio di devozione”.





RKC Mayapur
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Estero


2308 Messaggi

Inserito il - 23/12/2021 : 14:47:27  Mostra Profilo  Rispondi Quotando






LEZIONE*
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
tenuta a New York (Stati Uniti), il 5 Aprile 1966

Traduzione e trascrizione in Italiano a cura di Sangita devi dasi


durena hv avaram karma
buddhi-yogad dhananjaya
buddhau saranam anviccha
kripanah phala-hetavah

“O Dhananjaya, liberati da tutte le attività interessate col servizio di devozione, e prendi rifugio in esso. “Avari” sono coloro che vogliono godere dei frutti del loro lavoro”. (Bg 2.49)

Il Signore Sri Krishna sta cercando di portare Arjuna al livello della pura coscienza, affinché agisca su questo piano. Abbiamo già discusso da tempo che non siamo questo corpo ottuso, ma siamo coscienti. E ora che siamo venuti in contatto con la materia, la nostra libertà è controllata. Come esseri spirituali siamo liberi di agire e avere qualsiasi cosa, siamo puri, nessuna contaminazione, malattia, nascita, morte e vecchiaia, e inoltre, abbiamo molte altre qualifiche nella nostra esistenza spirituale.

Sfortunatamente, essendo a contatto con la materia, siamo ostacolati in così tanti modi. Pertanto dovremmo capire che la vita umana è la condizione favorevole, l'unica opportunità. Se perdiamo questo vantaggio, allora, secondo il nostro karma, nella prossima vita potremmo non avere più una bella forma umana civilizzata. Ma una cosa è certa, sarete felici di sapere che una volta iniziato il processo di realizzazione spirituale, si avrà la garanzia di ottenere nella prossima nascita una forma umana.

Nella Bhagavad-gita (6.41) è detto ‘sucinam srimatam gehe yoga-bhrasto 'bhinayate’: “Chi ha fallito nella via dello yoga nasce in una famiglia pia o in una famiglia ricca e aristocratica”. Nel corso della discussione tra Krishna e Arjuna, Krishna descriverà il metodo yoga e come eseguirlo. Ma anche questo è un metodo yoga: ‘yoga-sthah kuru karmani’ (Bg. 2.48): “Compi il tuo dovere con fermezza, o Arjuna, senza attaccamento al successo o al fallimento. Questa equanimità si chiama yoga”. Questo è il karma-yoga.

Pertanto qualsiasi metodo di yoga – karma-yoga, dhyana-yoga o jnana-yoga – una volta che è stato iniziato in questa vita, continuerà. ‘Yoga-sthah kuru karmani’. Lo Srimad-Bhagavatam (1.5.17) spiega:

tyaktva sva-dharmam caranambunam
harer bhanann apakvo 'tha patet tato
yadi yatra kva vabhadram abhud amusya kim
ko vartha aptah, aptah abhanatam sva-dharmatah

“La persona che ha messo fine alle sue occupazioni materiali per impegnarsi nel servizio di devozione al Signore certamente non rischia l’insuccesso, anche se può talvolta cadere mentre è ancora allo stadio iniziale. Invece chi non è devoto, anche se compie alla perfezione i suoi doveri materiali, non realizza alcun guadagno”.

Questo è la spiegazione di Narada al suo discepolo Srila Vyasadeva: “Cerca di collegare le persone alla spiritualità, in modo che conducano una vita spirituale. Non importa anche se qualcuno fallisce nel completare il processo; ciononostante non è un perdente”. Tutto il sistema della conoscenza vedica, in particolare la filosofia, che significa ‘filosofia di Krishna’, è destinato a conoscere Krishna. ‘Vedais ca sarvair aham eva vedyam’ (Bg.15.15): “Il fine di tutti Veda è quello di conoscerMi. In verità, Io sono Colui che ha composto il Vedanta e Colui che conosce i Veda”.

Tutta la conoscenza o saggezza vedica è destinata a capire la filosofia di Krishna. In tutto il mondo, tale filosofia è stata descritta in diversi modi, secondo tempo, luogo e persone, ma dovete sapere che si tratta interamente della filosofia di Krishna. Quando parliamo di Krishna, non dovete intendere la parola sanscrita ‘krishna’ in un significato settario.

Krishna significa il Supremo, il piacere più elevato. Perciò ‘yoga-sthah’ (Bg. 2.48). Così nel verso precedente è consigliato di continuare nel proprio lavoro e rimanere stabiliti nello yoga. E nel verso successivo (Bg. 2.49) Sri Krishna dichiara:

durena hv avaram karma
buddhi-yogad dhananjaya
buddhau saranam anviccha
kripanah phala-hetavah

“O Dhananjaya, liberati da tutte le attività interessate col servizio di devozione, e prendi rifugio in esso. ‘Avari’ sono coloro che vogliono godere dei frutti del loro lavoro”.

'Durena' significa ‘tenere a distanza’; proprio come allontaniamo le cose indesiderate che non ci piacciono. Supponiamo che per cena ci sia dato qualcosa che non ci piace, così a volte lo scartiamo, "Non lo voglio". Allo stesso modo, riguardo alla discriminazione ... “la discriminazione è la parte migliore dell’abilità”. Semplicemente dobbiamo imparare come discriminare: se stiamo agendo sulla piattaforma materiale o su quella spirituale. È tutto. Proprio come Arjuna, a cui era stato consigliato di agire sul piano spirituale.

Tutto l'insegnamento della Bhagavad-gita si basa su questo principio: Arjuna era confuso da considerazioni materiali, e Sri Krishna desiderava portarlo sulla piattaforma spirituale. Perciò è dalle azioni di Arjuna che possiamo capire la piattaforma spirituale e quella materiale. Chi ha studiato la Bhagavad-gita fino alla fine, e spero che alcuni di voi l'abbiano letta, sa che Arjuna era un militare e che Krishna lo induceva a compiere il suo dovere: “Devi combattere”.

Ma Arjuna si rifiutava: “Non posso uccidere i miei parenti, i miei amici e fratelli, il mio insegnante, mio nonno”. Questa era la sua considerazione; ma tale riflessione è sulla piattaforma materiale. Quando pensiamo in relazione al corpo siamo sulla piattaforma materiale. Qualunque cosa, che sia fatta in considerazione del corpo, è compiuta per la gratificazione dei sensi ed è materiale. Corpo significa sensi; ma ciò che facciamo per la soddisfazione del Supremo è a livello spirituale. È tutto.

Si deve quindi discriminare: “Sto agendo per la gratificazione dei sensi o per la soddisfazione del Supremo?” Se possiamo imparare quest'arte, allora la nostra vita diventa spiritualizzata. Vita spirituale non significa che nisogna cambiare qualcosa delle attività in cui già siamo impegnati, o che la forma del nostro corpo cambierà in qualcosa di straordinario. No. Lo stesso corpo, le stesse fattezze, la stessa attività, lo stesso impegno—rimane tutto uguale. Ma bisogna conoscere l'arte: “Sto agendo dalla piattaforma spirituale o da quella materiale?”

Dovremmo discriminare in questo modo; proprio come Sri Krishna consiglia ad Arjuna, ‘durena hy avaram karma buddhi-yogad dhananjaya’ (Bg. 2.49): “O Dhananjaya, liberati da tutte le attività interessate col servizio di devozione, e prendi rifugio in esso”. Buddhi-yogat, 'con la tua intelligenza'. Come già spiegato, buddhi-yoga significa servizio devozionale, perciò si deve eseguire ogni cosa secondo il principio del buddhi-yoga, o del servizio di devozione al Signore. Questo è il metodo: ‘durena hy avaram karma buddhi-yogat’. Devi usare la tua intelligenza: “Sto agendo sulla piattaforma della pura coscienza o sulla piattaforma del corpo?”

All'inizio è necessaria una guida, altrimenti non è possibile apprendere. Qualunque cosa desideri imparare, arte o scienza, all'inizio hai bisogno di una guida. Come un bambino piccolo che inizia a camminare: necessita l'aiuto di un fratello maggiore o dei genitori per essere sostenuto, un passo dietro l’altro, finché inizia a camminare in modo indipendente. Similmente per imparare quest’arte, “Sto agendo sulla piattaforma spirituale o sulla quella materiale?”, hai bisogno di un maestro spirituale, una guida.

E questa è chiamata seconda nascita, o dvija. Quando ci si arrenda a un maestro spirituale autentico per essere guidati ad agire sulla piattaforma spirituale, allora inizia la nostra seconda vita, dvija. Questa vita umana è molto importante, perciò bisogna iniziare, non c'è alternativa. Se un uomo è abbastanza intelligente, se davvero vuole che la sua vita abbia successo, deve farlo. Questa è l'ingiunzione dei Veda. I Veda dichiarano: ‘tad-vinjanartham sa gurum eva abhigacchet’ (Mundaka Upanishad 1.2.12):

“Per capire appropriatamente questa scienza più elevata si deve avvicinare umilmente un maestro spirituale che conosce i Veda ed è saldamente fedele alla Verità Assoluta”.

Abhigacchet è la forma del verbo imperativo “devi”. Questa forma verbale è usata quando significa “è necessario”. Pertanto l’Upanishad vedica ordina ‘tad-vijnanartham’: “Per stabilirti e imparare ad agire sulla piattaforma spirituale, devi cercare un maestro spirituale autentico che possa guidarti”. Così Arjuna scelse Krishna come maestro. Abbiamo già spiegato che Arjuna si arrese a Krishna. E Narada dichiara, ‘tyaktva sva-dharmam caranambujam hareh’ (SB 1.5.17):

“Chi ha messo fine alle sue occupazioni materiali per impegnarsi nel servizio di devozione al Signore certamente non rischia l’insuccesso, anche se può talvolta cadere mentre è ancora allo stadio iniziale”.

Narada dichiara ‘yaktva sva-dharmam’, se qualcuno trascura ogni altro dovere… Sva-dharmam significa che ogni singolo uomo, nessuno escluso, ha una particolare forma di dovere. Perciò Narada spiega: “Anche sacrificando i suoi cosiddetti doveri, se uno accetta pienamente la vita spirituale allora non è un perdente; al contrario, se non intraprende questo importante percorso e rimane impegnato nei suoi presunti doveri, è un perdente”. Questo è un punto molto importante.

Anche la Bhagavad-gita conferma che una volta iniziata la vita spirituale, una persona non è un perdente, nel senso che la vita umana è garantita nella sua prossima nascita. Nondimeno, compiendo i doveri ordinari non può sapere se avrà di nuovo un corpo umano oppure no. Non c'è certezza – dipenderà dalla qualità del suo lavoro. Ma se inizia la sua vita spirituale sacrificando tutti gli altri doveri, allora la sua prossima vita come essere umano è garantita—è garantita.

Nella Bhagavad-gita è detto ‘sucinam srimatam gehe yoga-bhrasto bhinayate’ (Bg. 6.41): “Dopo innumerevoli anni di godimento sui pianeti dei virtuosi, chi ha fallito nella via dello yoga nasce in una famiglia pia o in una famiglia ricca e aristocratica”. ‘Yoga-bhrasta’, chi pratica il sistema dello yoga ... Ho già spiegato che metodo yoga indica quel processo trascendentale attraverso il quale si realizza il sé, allora la propria vita è connessa alla realizzazione spirituale. Questo si chiama yoga.

‘Yoga-bhrasta’ significa qualcuno che inizia il metodo yoga di realizzazione spirituale ma che sfortunatamente, non potendo perseguire bene il lavoro, cade da quella via. Ma c'è l’incoraggiamento: “Non sei un perdente, perché nella prossima vita ti sarà data una possibilità, e quella vita non sarà ordinaria”. La prossima vita è ‘sucinam srimatam gehe’: “Nascerai in una famiglia molto ricca o da un padre progredito e molto istruito”. ‘Sucinam srimatam’, uomini virtuosi, uomini prosperi.

Ho già spiegato la cultura brahminica, la vita di un brahmana, che è chiamato ‘suci’ (puro). Brahmana significa colui che sa come condurre la vita spirituale, e possiede altre qualifiche. Perciò è chiamato ‘suci’; e la parola opposta è ‘muci’ (sporco). Non è necessario spiegare cosa sia ‘muci’; tuttavia, ‘suci, sucinam’ significa un brahmana altamente erudito; mentre ‘srimatam’ – ‘sri’ significa ricchezza, opulenza, bellezza e qualità simili – indica una famiglia molto aristocratica.

Gli è data così la possibilità di ottenere una nascita in due aspetti: per chi ha iniziato, ma senza successo, e per chi ha successo. Oh, che dire di lui! Chi ha successo torna direttamente a Dio. E anche a chi non ha successo, ma si è fermato a metà, gli sarà data la possibilità di nascere in due tipi di famiglia, sucinam-srimatam. In una famiglia molto ricca (srimatam) o in una famiglia di brahmana istruiti ed elevati (sucinam). Perché?

Perché al presente c'è la possibilità di una cultura spirituale. Certamente qui, nel vostro paese, famiglia aristocratica significa famiglia Rockefeller, o Ford ... Ci sono molte famiglie ricche qui; non so quali siano le loro attività, ma in India, famiglia aristocratica significa che ha una particolare funzione spirituale e possiede molti templi. Una delle famiglie più aristocratiche in India, quella del signor Padampat Singhania, è molto importante, pari alla vostra famiglia Rockefeller. E quando gli ho scritto che volevo iniziare a New York un tempio di Radha-Krishna e chiedevo il suo aiuto, ha subito accettato.

Con questo affermo che anche al giorno d’oggi la famiglia aristocratica indiana è religiosamente così ben disposta da accettare subito una proposta come la mia, e ha i mezzi per farlo; queste famiglie hanno i loro particolari templi, dove vanno per l'adorazione e offrire il loro rispetto, e poi si occupano dei loro affari. Non c'è niente male. Pertanto, insieme alle attività materiali, hanno avuto la possibilità di essere spiritualmente impegnati. Ora, in questa particolare famiglia di cui sto parlando, la famiglia Singhania, c'è un accordo tra i familiari.

Hanno il tempio di Dvarakadhisa (a Dvaraka) e un altro tempio di Radha-Krishna molto bello con delle proprietà; una di quelle terre è affittata all’organizazione Singhania, e in tal modo pagano l'affitto alla Divinità. Vedete? Nella famiglia del signor Padampat Singhania sono alcuni fratelli, e la madre vive ancora; l'accordo è che ogni membro della famiglia deve andare ogni giorno a offrire i rispetti alla Divinità. E se un giorno qualcuno è assente, allora deve essere multato. Naturalmente questo è auto-imposto, ma il concetto è che sono spiritualmente consapevoli. "Ieri non sono andato a offrire il mio rispetto a Krishna, perciò ora devo pagare". Anche questa è coscienza spirituale.

L’intera faccenda è che la vita deve essere plasmata in modo tale che in ogni passo o azione si percepisca la presenza del Signore. Questa è la vita spirituale. Non è necessario cambiare l’occupazione attuale. Come nell'esempio della famiglia Singhania, i cui membri non cambiano occupazione, continuano normalmente le loro attività, ma sono sempre spiritualmente coscienti. L'obiettivo è verso Krishna. Questo è un bell'esempio, che tutti possono comprendere.

Supponiamo che tra un uomo e una donna ci sia una terza persona; ossia, che la donna sia innamorata di un altro uomo, o che l’uomo sia innamorato di un’altra donna. È un esempio dato nelle Scritture. Quella persona, uomo o donna, innamorata di un'altra persona di sesso opposto, può essere impegnata in tanti doveri, ma la sua mente va sempre a quel momento in cui incontrerà il suo amante. Nonostante i suoi molti doveri durante il giorno, lei o lui pensa sempre: "Quando ci incontreremo ancora?" Significa che la mente è sempre fissa in quel pensiero.

È dato quest’esempio perché, quando c'è l'estasi d’amore possiamo sempre ricordarlo, anche in mezzo a molteplici compiti. Similmente, in coscienza di Dio dovremmo modellare la propria vita in modo che, anche in mezzo a doveri molto importanti, ricorderemo sempre il Supremo a ogni passo. Così dobbiamo sviluppare tanto amore, e per farlo, abbiamo bisogno di una guida – come poter accrescere questo amore? Non c’è bisogno di cambiare nulla. Restiamo nella nostra posizione, ma allo stesso tempo, contemporaneamente, sviluppiamo la cultura spirituale. Come ora che stiamo tenendo questa classe; anche questa è cultura spirituale, ‘sravanam kirtanam’ (SB 7.5.23):

“Ascoltare e cantare il santo nome trascendentale, la forma, le qualità, i divertimenti di Sri Vishnu e ciò che Lo circonda…”

Come voi, che, nonostante i molti doveri, venite qua tre volte alla settimana e vi sforzate di capire. Anche questa è cultura spirituale e non sarà invano, vi lascerà un segno. Anche se smetterete di venire, quell'impressione non se ne andrà. Vi dico che non se ne andrà. Ciò è molto importante. E se prendiamo la cosa seriamente e continuiamo a modellare la propria vita in quel modo, allora essa diventa rapidamente un successo. E anche se non c’è perdita cadendo da questa via, non significa che dovremmo trascurarla. No. In passato, nell’università medica di Calcutta, agli studenti che non superavano l'esame finale era dato il titolo di licenza in medicina e chirurgia (L.M.S); e a quelli che avevano superato, ricevevano il titolo di dottore in medicina (M.D.)

Pertanto, anche in caso di insuccesso, avrebbero ottenuto un titolo e il permesso di esercitare come medici. Ma ciò non significa che possiamo anche tentare di fallire. No. L'obiettivo dovrebbe essere quello di avere successo, non di fallire. Anche se siamo in fallimento, tuttavia, c'è indubbiamente un profitto; ma non dovremmo mirare a quell'obiettivo. Dovremmo essere determinati in questa stessa vita a ottenere la perfetta realizzazione spirituale, in modo da non rinascere più in questo mondo, come spiegato nella Bhagavad-gita (4.9):

mam eti kaunteya.
nanma karma ca me divyam
evam yo vetti tattvatah
tyaktva deham punar nanma
naiti mam eti kaunteya

“O Arjuna, colui che conosce la natura trascendentale della Mia apparizione e delle Mie attività non dovrà più rinascere nel mondo materiale quando lascia il corpo, ma raggiunge la Mia dimora eterna”.

Un altro nome di Arjuna è Kaunteya perché il nome di sua madre è Kunti; perciò a volte Krishna lo chiama "il figlio di Kunti". Così, "O caro figlio di Kunti, chiunque conosca perfettamente l'incarnazione del Signore, perché viene, quali sono le Sue attività, e qual è la Sua costituzione originale, la Sua forma, ecc... Questa è la scienza di Dio. E se qualcuno sa, semplicemente ha la conoscenza teorica, qual è il suo beneficio? Semplicemente sapendo. Così, 'tyaktva deham punar nanma naiti mam eti' (Bg 4.9): Per lui il profitto è che dopo aver lasciato il corpo non deve rinascere in questa forma materiale; viene direttamente a Me (mam eti).

Semplicemente sapendo. Come voi che venite qui ad ascoltare; ma se fate un qualche lavoro pratico, oh, questo è molto, molto bello. E anche se non sapete fare un lavoro pratico, ma semplicemente date una sottomessa ricezione auditiva e capite qual è la natura di Dio, qual è la natura di noi stessi e la nostra relazione con Dio, qual è la natura di questo mondo e la nostra relazione con esso – così tante cose; se semplicemente ascoltate e vi fate un'idea, anche allora sarete liberi dalla schiavitù materiale. 'Tyaktva deham punar nanma naiti mam eti kaunteya (Bg. 4.9). Pertanto Sri Krishna dichiara (Bg. 2.49):

durena hy avaram karma
buddhi-yogad dhanaïnaya
buddhau saranam anviccha
kripanah phala-hetavah

“O Dhananjaya, liberati da tutte le attività interessate col servizio di devozione, e prendi rifugio in esso. 'Avari' sono coloro che vogliono godere dei frutti del loro lavoro”.

Perciò, "non essere avaro". Abbiamo già spiegato nel nostro ultimo incontro chi è un avaro e chi è un brahmana – il termine opposto di avaro. Avaro significa che non lo utilizza correttamente questo prezioso corpo, ma semplicemente lo usa per la gratificazione dei sensi e nient'altro. Costui è un kripana, avaro, perché non utilizza la risorsa assegnatagli. Non è di larghe vedute. Dovremmo sempre avere una mentalità aperta.

C'è una pandita, uomo istruito, il cui nome è Chanakya. Se siete stati in India, a Nuova Delhi, la capitale, dove si sono stabiliti gli ambasciatori stranieri, c'è un quartiere chiamato Chanakya Puri, dal nome di questo signore, Chanakya, che fu un grande politico e primo ministro durante il regno dell'imperatore Chandragupta. È un grande politico del passato, la sua politica è studiata nella classe superiore, laurea in magistratura, e dal libro intitolato Chanakya Sloka ci sono principi di moralità. Nella nostra infanzia abbiamo dovuto studiare questo piccolo libro, Chanakya Sloka.

In quei principi di moralità perfino Chanakya Pandita dice 'sannimitte varam tyaga vinase niyate sati'. 'Vinase niyate sati': "Questo corpo è destinato ad essere distrutto, non puoi proteggerlo, deve essere distrutto". 'Sannimitte varam tyage vinase' – 'vinase' significa che sarà sicuramente distrutto. "Sicuro come la morte". Non c'è nulla di sicuro come la morte. Perciò questo corpo dovrebbe essere utilizzato, 'sannimitte', per scopi di realizzazione spirituale, prima che sia finito. Questo è il consiglio dato da tutti gli shastra. Il corpo del cane e il corpo dell'uomo finiranno, ma qual è la differenza tra cane e uomo? Il cane non sa come utilizzare il suo corpo; ma a noi sono date istruzioni in tanti libri di conoscenza come utilizzare questo corpo.

Perciò Chanakya Pandita dice 'sannimitte varam tyaga'. Devi rinunciare al corpo, perché non ti arrendi per la causa più alta? La causa più elevata è la realizzazione spirituale. Qualcuno offre il suo corpo per la causa del paese o della società, e un altro per la causa di furto o di omicidio. Alla fine ognuno deve offrire il proprio corpo; ma chi lo sacrifica per lo scopo dell'auto realizzazione è il più intelligente. 'Sannimitte varam tyaga vinase niyate sati'. Senza dubbio dovrai incontrare la morte, ma prima elevati pienamente al livello spirituale. Ci è data questa istruzione.

'Buddhau saranam anviccha kripanah' (Bg. 2.49): "Non essere avaro, non usare male questa grande opportunità." Nel verso successivo è spiegato (Bg. 2.50):

buddhi-yukto nahatiha
ubhe sukrita-duskrite
tasmad yogaya yunyasva
yogah karmasu kausalam

“L'uomo impegnato nel servizio devozionale si libera dalle conseguenze buone o cattive dell'azione in questa stessa vita. Sforzati dunque di apprendere lo yoga, l'arte dell'agire”.

Yogah karmasu kausalam. Kausalam significa “arte”, essere esperti. Come due uomini che lavorano: uno è molto esperto e un altro non lo è. Se l'auto non funziona, l'uomo che non è esperto prova giorno e notte senza risultato, ma l'esperto arriva, vede subito il difetto, unisce qualche filo e l'auto parte. Come a volte troviamo difficoltà in questo registratore, e qualcuno viene per rettificare. Perciò ogni cosa richiede la conoscenza di un esperto. Così karma significa lavoro. Bisogna lavorare per mantenere insieme il corpo e l'anima. È molto sbagliato pensare che per la realizzazione spirituale non si debba lavorare. No, bisogna lavorare di più.

Le persone che non sono per la realizzazione spirituale, non possono impegnarsi nel lavoro per molte ore; ma coloro che sono dediti alla realizzazione spirituale, sono impegnati ventiquattro ore. Questa è la differenza. Scoprirai che sulla piattaforma materiale, sulla concezione corporea di vita, se aver lavori solo otto ore, ti sentirai affaticato; ma se hai uno scopo spirituale, anche se lavori più di ventiquattro ore, sfortunatamente non hai più di ventiquattro ore a disposizione, tuttavia non ti sentirai affaticato. Questa è la mia esperienza pratica. Ed io sono qui, sempre al lavoro, qualcosa da leggere o da scrivere, ventiquattro ore. Semplicemente quando ho fame, mangio; e quando ho sonno, dormo. Altrimenti, non sono mai stanco. Chiedete al signor Paul se non lo sto facendo. Perciò provo piacere a farlo, non mi sento affaticato.

Quando avrete questa percezione spirituale, non sentirete il bisogno di dormire, piuttosto sarete infastiditi: "Oh, il sonno è solo un disturbo". Vorrete ridurre il tempo del dormire. Noi preghiamo 'vande rupa-sanatanau raghu-yugau sri-jiva-gopalakau'. Offro i miei rispettosi omaggi ai sei Gosvami, che furono designati da Sri Caitanya a discutere questa scienza e che hanno scritto un'immensa letteratura a riguardo. Così sarete sorpresi del fatto che essi dormissero solo un'ora e mezza il giorno, non di più. E a volte ci rinunciavano, essendo sempre impegnati in attività spirituali, ‘krishnotkirtana-gana-nartana-parau’.

La vita spirituale è così sublime e rinvigorente che non vi sentirete affaticati; ma dovete essere impegnati. E poiché siete veramente impegnati nelle attività spirituali, non vi sentirete stanchi. Sarete senza paura e la vostra vita sarà sempre felice. Questi sono i sintomi. Perciò, ‘yogah karmasu kausalam’ (Bg. 2.50):

buddhi-yukto jahatiha
ubhe sukrita-duskrite
tasmad yogaya yujyasva
yogah karmasu kausalam

“L'uomo impegnato nel servizio di devozione si libera dalle conseguenze buone o cattive dell'azione in questa stessa vita. Sforzati dunque di apprendere lo yoga, l'arte dell'agire”.

Il Signore dichiara che la piattaforma spirituale è ‘karmasu kausalam’. Kausalam significa ‘servizio esperto’, e kusala significa ‘buon auspicio’; e da kusala, deriva kausala. Ciò significa che se impari l’arte di come agire sulla piattaforma dello yoga, allora, questa è la tecnica più elevata di azione. ‘Buddhi-yukto jahati…’, e qual è il risultato di quel lavoro? ‘Buddhi-yukta’, essere impegnato nel servizio di devozione. Quando agisci dalla piattaforma spirituale con la tua intelligenza, allora, ‘nahati iha ubhe sukrita-duskrite’, sei libero dalle conseguenze dell’azione, sukrita-duskrita, buone o cattive.

Per quanto riguarda il lavoro ordinario, se lavori bene, allora ottiene un buon risultato; e se lavori male o agisci in modo deplorevole, devi accettarne le conseguenze. Sukrita-duskrita. Ma chi agisce sulla piattaforma spirituale non deve accettare il risultato del suo cattivo o buon lavoro. Poiché è trascendente, il suo lavoro non è né buono né cattivo. Tutte le sue azioni sono sul piano trascendentale. Proprio come nell'esempio di Arjuna, che pensava: “Non è un bene per me combattere parenti e amici”. Questo era il suo problema, pensava sul piano corporeo.

Infine lo stesso Arjuna combatté. Significa che, comprendendo la Bhagavad-gita, intraprese un'attività sfavorevole? No. Cercate di capire. Si rifiutò di combattere pensando che non fosse un bene scontrarsi con i suoi parenti. Questa era la sua conclusione. E in realtà, dal punto di vista materiale, scontrarsi con i parenti non è affatto buono. Supponiamo che due fratelli combattano, e che una terza persona consigli loro di non farlo, ma di trovare una soluzione. Questo è un bene.

Dal punto di vista pratico, o materialistico, il rifiuto di Arjuna a combattere era un bene; ma Sri Krishna lo stava incitando a combattere. Significa forse che Krishna lo stava inducendo verso la cattiva strada? No. Lo induceva a intraprendere una via che va oltre il bene e il male, ossia trascendentale. Anche sul piano materiale, fare un buon lavoro non significa fare il bene. Secondo le Scritture, chi fa semplicemente un buon lavoro, che sia niente di peccaminoso, quale risultato dovrà aspettarsi dalle sue azioni? Oh, nasce in una buona famiglia, su un pianeta superiore, o come un uomo molto ricco o molto istruito o molto attraente; questo è il risultato delle sue buone attività. ‘Janmaisvarya-sruta-sribhir ...’ (SB 1.8.26):

“È facile raggiungerTi, o Signore, ma soltanto per l’uomo disilluso dalla materia. Infatti, colui che segue il sentiero della prosperità materiale, inebriato dall’ambizione di una nascita nobile, da vaste ricchezze, da un’educazione elevata e da un aspetto fisico affascinante, rimane incapace di rivolgersi a Tua Grazia con sincerità”.

Con un buon lavoro si ottengono quattro cose: una buona nascita, una buona educazione, un bell’aspetto, ricchezza o la possibilità di guadagnare milioni di dollari. Non puoi pensare che semplicemente lavorando, si possano guadagnare milioni e milioni di dollari a meno che non si abbia in serbo un ottimo lavoro. Vedete? Comunque, tutti cercano di guadagnare milioni e miliardi, tuttavia, qualcuno ci riesce molto rapidamente senza alcun sforzo, e un altro che lavora da tutta una vita non ottiene nemmeno il sufficiente per il mantenimento.

Questi sono i risultati delle buone o cattive azioni. Perciò ‘janma-aisvarya-sruta-sribhir’, nascita, educazione, opulenza e bellezza. Anche un’educazione elevata, essere molto istruiti, o avere bellezza, è dovuta alle buone attività. ‘Sri’ significa bellezza. Mentre le cattive attività producono il risultato opposto. Nondimeno, anche se nasci in una buona famiglia o sei molto istruito o molto bello, devi accettare le triplici sofferenze dell'esistenza materiale. Non puoi evitarlo.

Poiché sei un uomo molto ricco, non puoi evitare la morte, la malattia e la vecchiaia; allo stesso modo dell'uomo che è povero. I problemi dell'esistenza materiale sono presenti, sia nella vita buona sia nella cattiva; ma quando agisci sul piano spirituale, né buono né cattivo, per la coscienza suprema, o posizione trascendentale, non ottieni più una nascita materiale. Perciò questo è il vero bene: essere al di sopra di nascita, morte, vecchiaia, malattie e tutte le sofferenze della vita. Pertanto il Signore, Sri Krishna, dichiara ‘buddhi-yukto jahati’. [L'uomo impegnato nel servizio devozionale si libera dalle conseguenze buone o cattive dell'azione in questa stessa vita”.]

Se lavori sul piano trascendentale, o piattaforma spirituale, allora ti libererai da tutti i risultati di un cattivo o buon lavoro. Perciò non rimanere attaccato alle tue azioni, buone o cattive che siano. Questo è il metodo. Uno spiritualista, che lavora sul piano trascendentale, non ha dubbi se sta facendo del bene o del male. Deve solo discriminare: se sta agendo a livello di coscienza spirituale o di coscienza materiale. È tutto. Anche un lavoro apparentemente negativo di tale persona nella coscienza spirituale, è un bene, un bene supremo.

Non è solo buono, ma è somma bontà. Proprio come nell'esempio di Arjuna, che, dal punto di vista materiale, aveva ragione: "Non è bene combattere con i miei fratelli". Ciò è giusto dal punto di vista materiale, ma dopo che ebbe compreso la Bhagavad-gita, allora combatté con gli stessi fratelli. Ciò significa che dopo aver capito gli insegnamenti della Bhagavad-gita divenne un uomo cattivo? No, diventò un uomo trascendentale. A causa di quella battaglia egli accettò le istruzioni su volere della coscienza suprema, Krishna. Questo è il metodo. Similmente, se si modella la propria vita in modo da dover agire sugli insegnamenti della coscienza suprema, allora la vita diventa sublime, spirituale.

Come ho già spiegato, abbiamo bisogno di una guida che dovrebbe essere il rappresentante di Krishna; altrimenti non può essere una guida. Proprio come Krishna era direttamente la guida di Arjuna. Poiché non abbiamo qui Krishna direttamente, come ottenere una guida? Una guida deve essere un rappresentante di Krishna. E come si può diventare rappresentativi di Krishna? Seguendo l’insegnamento di Krishna. Ad esempio, cosa s’intende per avvocato? Uno che conosce molto bene i libri di legge è un avvocato, un rappresentante di legge. Similmente la persona che comprende in modo esatto le istruzioni di Krishna date nella Bhagavad-gita ... e anche il metodo per capire correttamente tali istruzioni si trova in questo libro.

Non dovete cercare altrove per capire la Bhagavad-gita. Il metodo per capire la Bhagavad-gita è già descritto nel quarto capitolo; e ora siamo al secondo. Pertanto, in base a questo processo, se qualcuno comprende la Bhagavad-gita e mette in pratica nella sua vita questo insegnamento, è come un avvocato che ha superato l'esame di legge e diventa un rappresentante di legge.

Allo stesso modo, uno che comprende la Bhagavad-gita così com'è, proprio com’è stata insegnata ad Arjuna, senza alcun desiderio d’interpretare per il proprio scopo – se qualcuno comprende la Bhagavad-gita in questo modo – è un rappresentante di Dio. È il rappresentante di Krishna, e come tale si dovrebbe accettare la sua guida.

Sebbene, in realtà, Arjuna fosse guidato da Sri Krishna stesso, tuttavia, se prendete rifugio nella guida di colui che è pienamente consapevole della scienza di Krishna, questi può guidarvi con esattezza nella vita spirituale, proprio come Sri Krishna guidò Arjuna nella sua comprensione spirituale. Grazie molte".



Fine
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Altro sull'autore, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

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Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.






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