Lezioni* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada su
La Bhagavad-gita cosi' com'e'
Capitolo 2 Verso 40
nehabhikrama-naso 'sti pratyavayo na vidyate sv-alpam asya dharmasya trayate mahato bhayat
TRADUZIONE
"In questo sforzo non c'è perdita o diminuzione, e un piccolo passo su questa via ci protegge dalla paura più temibile".
SPIEGAZIONE di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
"L’azione compiuta nella coscienza di Krishna, cioè per soddisfare il Signore e senza altro desiderio, è la più elevata attività trascendentale. Anche il minimo sforzo volto a far piacere a Krishna non è mai perduto. Sul piano materiale ogni impresa non portata a termine è un insuccesso, ma sul piano spirituale, quello della coscienza di Krishna, la minima attività genera benefici duraturi.
Perciò colui che agisce nella coscienza di Krishna non è mai un perdente, anche se la sua opera rimane incompleta. Anche solo l’uno per cento fatto in coscienza di Krishna porta risultati permanenti, e se ci si ferma si riparte dal due per cento; le attività materiali, invece, se non hanno successo al cento per cento non portano beneficio. Lo illustra bene un episodio riportato nello Srimad-Bhagavatam: un brahmana di nome Ajamila, che nella giovinezza aveva seguito i princìpi della coscienza di Krishna ma li aveva poi abbandonati, alla fine della vita fu totalmente ricompensato per la grazia del Signore. Sempre nello Srimad Bhagavatam si trova, a questo proposito, un verso stupendo:
tyaktva sva-dharmam carananbujam harer bhajann apakvo 'tha patet tato yadi yatra vabhadram abhud amusya kim ko vartha apto 'bhajatam sva-dharmatah
“Che cosa perde colui che per un momento mette fine alla ricerca dei piaceri materiali per servire Krishna, anche se non continua il suo sforzo e ritorna sulla vecchia via? Ma che cosa guadagnerà chi compie alla perfezione le sue attività materiali?” (S.B.1.5.17) Oppure, come dicono i cristiani: “A che serve all’uomo guadagnare il mondo intero se perde la vita eterna?”
Le attività materiali e i loro frutti scompaiono col corpo, mentre l’azione compiuta per il piacere di Krishna, anche se interrotta, finisce sempre col condurre il suo autore alla coscienza di Krishna, se non altro in una prossima vita. Agendo per il piacere di Krishna si ha almeno la sicurezza di rinascere con un corpo umano, in una famiglia di saggi brahmana o in una famiglia ricca e colta, con la possibilità di avanzare ancora sulla via della realizzazione spirituale. Questa è l’incomparabile virtù del servizio di devozione".
VERSO 41
vyavasayatmika buddhir ekeha kuru-nandana bahu-sakha hy ananta ca buddhayo 'vyavasayinam
TRADUZIONE
"Chi si trova su questa via è risoluto nel suo sforzo e persegue un unico scopo. Invece, o figlio amato dei Kuru, l'intelligenza di chi non è risoluto si perde in molte diramazioni".
SPIEGAZIONE di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
"La ferma fede che la coscienza di Krishna può portare alla perfezione assoluta è ciò che si chiama intelligenza vyavasayatmika. A questo proposito la Caitanya-caritamrita (Madhya 22.62) afferma:
‘sraddha'-sabde—visvasa kahe sudridha niscaya krisne bhakti kaile sarva-karma krita haya
Fede significa porre la propria fiducia in ciò che è sublime. Colui che compie il proprio dovere nella coscienza di Krishna è liberato da tutti gli obblighi che implica la vita materiale (verso la famiglia, lo Stato e l’umanità). Tutte le nostre azioni, buone o cattive, ci legano a sempre nuovi meccanismi materiali. Invece colui che è cosciente di Krishna non deve più sforzarsi di rendere favorevoli le sue azioni; tutte le sue azioni sono sul piano assoluto poiché non sono più sotto l’influsso della dualità che le rende buone o cattive.
La più alta perfezione della coscienza di Krishna è nella rinuncia alla concezione materiale della vita. A questa rinuncia si giunge infallibilmente seguendo i princìpi del bhakti-yoga. La determinazione di chi è nella coscienza di Krishna si fonda sulla conoscenza. Vasudevah sarvam iti sa mahatma su-durlabhah: una persona situata nella coscienza di Krishna è quell’anima rara che sa perfettamente che Vasudeva, Krishna, è la causa di tutte le cause. Come l’acqua versata alla radice di un albero sale naturalmente verso le foglie, i rami e tutte le parti dell’albero, così il devoto di Krishna rende a tutti (a se stesso,, alla famiglia, alla società, al Paese e all’umanità) il più grande servizio che esista. Se Krishna è soddisfatto delle nostre azioni, anche tutti gli altri esseri saranno soddisfatti.
Questo servizio a Krishna dev’essere compiuto sotto l’esperta guida di un rappresentante qualificato di Krishna, un maestro spirituale autentico, che può guidare le attività del discepolo conoscendo la sua personalità. Se vogliamo diventare coscienti di Krishna dobbiamo agire con fermezza e obbedire al maestro spirituale, impegnandoci a portare a buon fine le sue istruzioni. Srila Visvanatha Cakravarti Thakura con le sue preghiere al maestro spirituale c’insegna:
“Soddisfare il maestro spirituale è lo stesso che soddisfare Dio, la Persona Suprema. Senza soddisfare il maestro spirituale non si può diventare coscienti di Krishna. Devo dunque meditare su di lui almeno tre volte al giorno, implorarlo di accordarmi la sua misericordia e rendergli i miei più rispettosi omaggi.”
Questo metodo di realizzazione spirituale, (il bhakti-yoga) dipende interamente dalla conoscenza dell’anima, che è oltre il corpo, conoscenza che è anche pratica perché ci permette di non agire più al solo fine di gustare i frutti dell’azione. Colui che non ha la mente controllata e fissa in Krishna, invece agisce inevitabilmente spinto da ogni sorta di motivi materiali".
kamatmanah svarga-para janma-karma-phala-pradam kriya-visesa-bahulam bhogaisvarya-gatim prati
TRADUZIONE
"Gli uomini di poca conoscenza si lasciano attrarre dal linguaggio fiorito del Veda, che insegnano le pratiche per raggiungere i pianeti celesti, ottenere una buona nascita, potere e altri benefici simili. Desiderando la gratificazione dei sensi e una vita opulenta, essi non vedono niente più in là".
SPIEGAZIONE di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
"Gli uomini oggi non sono molto intelligenti, e a causa dell’ignoranza si attaccano eccessivamente ai riti prescritti nella sezione karma-kanda dei Veda per avere benefici materiali. La loro più grande aspirazione è quella di ottenere i piaceri dei pianeti celesti, dove abbondano le ricchezze, le donne, e il vino.
A loro i Veda raccomandano numerosi sacrifici specialmente quelli che si raggruppano sotto il nome di jyotistoma. Infatti, chi desidera raggiungere i pianeti superiori deve eseguire questi sacrifici; e gli uomini di scarso sapere credono che raggiungere i pianeti superiori sia l’unico oggetto della conoscenza vedica. Per queste persone è assai difficile adottare la coscienza di Krishna, che richiede molta determinazione. I pianeti superiori sono paragonati, per l’opulenza e i piaceri che offrono, ai fiori delle piante velenose, e l’uomo di scarsa intelligenza si lascia volentieri attrarre dal loro profumo ingannevole senza vedervi il pericolo.
Il karma-kanda afferma che chiunque osservi le quattro austerità mensili potrà gustare il soma-rasa, l’elisir dell’immortalità e della felicità eterna (apama somam amrita abhuma e aksayyam ha vai caturmasya- yajinah sukritam bhavati). Perfino sul nostro pianeta s’incontrano persone che vorrebbero bere il soma-rasa e accrescere così la loro potenza e il loro piacere; queste persone non credono nella liberazione dall’esistenza materiale e si attaccano solo al fasto delle cerimonie e dei sacrifici vedici.
Spinte dalla lussuria, non cercano altro che le delizie dei pianeti celesti. Su questi pianeti, nei giardini chiamati Nandana-kanana è facile avvicinare donne dalla bellezza angelica, e bere il soma-rasa che scorre a fiumi prodigando il più alto benessere. Esistono uomini che non hanno altro fine nella vita che diventare i padroni del mondo per godere di questa felicità, pur sempre materiale e temporanea".
VERSO 44
bhogaisvarya-prasaktanam tayapahrita-cetasam vyavasayatmika buddhih samadhau na vidhiyate
TRADUZIONE
"Nella mente di coloro che sono troppo attaccati al piacere dei sensi e alla ricchezza materiale, e sono sviati da questi desideri, la risoluta determinazione a servire il Signore Supremo con devozione non trova posto".
SPIEGAZIONE di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
"Il termine samadhi significa “concentrare la mente”. Il Nirukti, il dizionario vedico, afferma, samyag adhiyate ’sminn atma-tattva-yathatmyam: “Il samadhi è lo stato raggiunto quando la mente rimane assorta nella realizzazione spirituale.” Il samadhi è irraggiungibile per le persone interessate ai piaceri materiali e sviate da tali piaceri temporanei. Di fronte all’energia materiale, la lor sconfitta è certa".
VERSO 45
trai-gunya-visaya veda nistrai-gunyo bhavarjuna nirdvandvo nitya-sattva-stho niryoga-ksema atmavan
TRADUZIONE
"O Arjuna, supera le tre influenze della natura materiale che costituiscono l'oggetto principale dei Veda. Liberati d ogni dualità, dall'ansia di guadagno e di sicurezza materiale e stabilisciti nel sé".
SPIEGAZIONE di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
"Ogni azione materiale con le sue conseguenze è sotto il controllo delle tre influenze della natura. Un’azione è materiale quando è compiuta per raccoglierne i frutti, che sono la causa della nostra prigionia nel mondo materiale.
I Veda trattano soprattutto delle attività materiali, ma al solo scopo di sottrarre gli uomini ai piaceri materiali e condurli fino alla più alta spiritualità. Krishna consiglia ad Arjuna, Suo amico e discepolo, di elevare la sua coscienza al piano spirituale, di cercare la Trascendenza Suprema, come indica l’inizio del Vedanta: brahma-jijnasa. Tutti gli abitanti del mondo materiale devono lottare duramente per sopravvivere; per loro il Signore, dopo la creazione del mondo materiale, rivelò la conoscenza vedica affinché imparassero a condurre una vita capace di liberarli dai legami della materia.
Dopo aver trattato nel karma-kanda del modo di ottenere i piaceri materiali, le Scritture ci danno nelle Upanisad la possibilità di raggiungere la realizzazione spirituale. Come la Bhagavad-gita fa parte del quinto Veda (il Mahabharata), le Upanisad appartengono a diversi Veda e segnano l’inizio della vita spirituale.
Finché esiste il corpo materiale le nostre azioni e le loro conseguenze sono sotto il dominio delle tre influenze della natura materiale. Dobbiamo semplicemente imparare a non lasciarci sopraffare dalle dualità come la gioia e il dolore, il caldo e il freddo. Se tolleriamo le dualità, ci libereremo dal desiderio di guadagnare e dal timore di perdere. L’uomo raggiunge questa pace spirituale quando è perfettamente cosciente di Krishna e si affida completamente alla Sua volontà".
LEZIONE* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada tenuta a Los Angeles (Stati Uniti), il 13 Dicembre 1968
Traduzione e trascrizione in Italiano a cura di Sangita devi dasi
Prabhupada: "Leggi il verso precedente".
Devoto: (2.39) “Finora ti ho descritto questa conoscenza col metodo analitico. Ascolta ora mentre te la spiego col metodo dell'azione svolta con intelligenza senza attaccamento al risultato. O figlio di Pritha, quando agirai con questa intelligenza, potrai liberarti dai legami dell'azione”.
nehabhikrama-naso 'sti pratyavayo na vidyate sv-alpam asya dharmasya trayate mahato bhayat
“In questo sforzo non vi è perdita o diminuzione, e un piccolo passo verso questa via ci protegge dalla paura più temibile”. (2.40)
Spiegazione: “L’azione compiuta nella coscienza di Krishna, cioè agire per soddisfare il Signore senza aspettarsi alcuna gratificazione dei sensi, è la più elevata attività trascendentale. Anche il minimo sforzo in quest’attività non è mai perduto, né trova impedimento. Sul piano materiale ogni impresa non portata a termine è un insuccesso, ma sul piano spirituale, quello della coscienza di Krishna, la minima attività genera benefici duraturi”.
Prabhupada: Continua a leggere.
Devoto: “Perciò colui che agisce nella coscienza di Krishna non è mai un perdente, anche se la sua opera rimane incompleta. Anche solo l’uno per cento, fatto in coscienza di Krishna, porta risultati permanenti, e se ci si ferma, si riparte dal due per cento; le attività materiali, invece, se non hanno successo al cento per cento non portano beneficio. Lo illustra bene un episodio riportato nello Srimad-Bhagavatam: un brahmana di nome Ajamila, che nella giovinezza aveva seguito i princìpi della coscienza di Krishna, ma li aveva poi abbandonati, alla fine della vita fu totalmente ricompensato per la grazia del Signore. Sempre nel Bhagavatam si trova, a questo proposito, un verso stupendo:
tyaktva sva-dharmam carananbujam harer bhajann apakvo 'tha patet tato yadi yatra vabhadram abhud amusya kim ko vartha apto 'bhajatam sva-dharmatah
‘Che cosa perde colui che per un momento mette fine alla ricerca dei piaceri materiali per servire Krishna, anche se non continua il suo sforzo e ritorna sulla vecchia via? Ma che cosa guadagnerà chi compie alla perfezione le sue attività materiali?’ (SB 1.5.17)
Prabhupada: C'è un verso nel Bhagavatam in connessione con l'istruzione di Narada Muni a Vyasadeva, suo discepolo, che compilò molte letterature vediche – Mahabharata, Purana, Vedanta-sutra, Upanishad ... – e che suddivise la conoscenza degli stessi Veda in quattro sezioni per la comprensione della gente comune. Il Mahabharata è la storia dell'India – Maha significa ‘grande’, e Bharata è l'India.
Il Mahabharata, che parla di politica e diplomazia, è la storia di due famiglie reali che combattono nella battaglia di Kurukshetra. Questo è l'argomento del Mahabharata, ed è certamente pieno di buone istruzioni. Il Mahabharata fu dunque creato espressamente per la classe di uomini meno intelligenti. ‘Stri-sudra-dvija-bandhunam trayi na sruti-gocara’ (SB 1.4.25):
“Nella sua grande compassione, l’illustre saggio pensò bene di compilare il grande racconto storico del Mahabharata per permettere alle donne, ai sudra e ai parenti dei nati-due-volte di raggiungere il fine ultimo dell’esistenza”.
‘Stri’ significa donne, e ‘sudra’ è l’ordinaria classe lavoratrice di uomini. Stri, sudra e dvija-bandhu. 'Dvija' indica coloro nati nella classe superiore dei “nati due volte” (brahmana). Sudra significa ‘nato una volta’, e dvija significa ‘nato due volte’.
La prima nascita è da parte del padre e della madre naturali; mentre la seconda nascita è da parte del padre che è il maestro spirituale, e della madre che è la conoscenza vedica – secondo le norme regolative vediche.
Così dvija-bandhu indica colui nato in una famiglia elevata e per tradizione molto colta, ma privo di qualità superiori. Non è differente da un sudra, 'nato una volta', la cui nascita è senza cultura. Perciò è chiamato dvija-bandhu: nato in una famiglia elevata ma con qualità inadeguate.
Il Mahabharata fu dunque scritto da Vyasadeva per queste classi di uomini; tuttavia, pur avendo compilato una vasta letteratura, non fu ancora soddisfatto. Allora Narada Muni, suo maestro spirituale, gli consigliò di descrivere principalmente le attività del Signore; e fu così che nacque lo Srimad-Bhagavatam.
A tale proposito è spiegato che se qualcuno, in qualche modo, entra in connessione con la coscienza di Krishna, o coscienza di Dio, e agisce in quello spirito, ciò che fa non è mai perduto. Le azioni coscienti di Krishna non andranno mai perse. Questo è il significato del presente verso. (2.40)
Ci sono molti grandi industriali che guadagnano e accumulano denaro in larga scala, come Rockefeller e Ford nel vostro paese, e come Birla anche nel nostro paese; ma questo denaro, acquisizioni o qualifiche educative ...
Supponiamo che nella vita diventi un grande scienziato o uno studioso con una laurea in medicina, un dottorato in legge o molti altri titoli, oppure hai un bell'aspetto e una grande opulenza, o altre qualifiche materiali ...
Queste acquisizioni, come nascere in una famiglia elevata o essere molto istruiti o ricchi, sono materiali. Lo Srimad-Bhagavatam spiega che tutti questi conseguimenti termineranno appena il corpo finirà. Ma le persone non lo sanno.
Pensano che ogni cosa acquisita in questo corpo andrà con loro, o che saranno felici con le loro acquisizioni. Ma questa è illusione, maya. Non sanno di essere un'anima spirituale che cambia posizione nei diversi corpi; così come si cambiano dei vestiti: 'vasamsi jirnani yatha vihaya' (2.22).
La civiltà attuale è priva di questa conoscenza. Vogliono stabilirsi qui in modo permanente, ma dimenticano che: “In ogni momento sarò cacciato da questa mia posizione per accettarne un'altra”. Tale è la mancanza di educazione nella civiltà moderna: accettano qualcosa di temporaneo come soluzione permanente. È chiamata illusione.
Perciò Krishna consiglia ad Arjuna: 'Se, agendo in coscienza di Krishna, ottieni anche un risultato dell'uno per cento...' E qual è questo risultato? È la bhakti. ‘Bhaktih paresanubhavo viraktir anyatra caisa’ (SB 11.2.42):
“La devozione, la diretta esperienza del Signore Supremo e il distacco dalle altre cose—questi tre si presentano simultaneamente per chi ha preso rifugio nel Signore Supremo”.
La coscienza di Krishna, o bhakti, servizio di devozione, significa sviluppare l'attaccamento per Krishna e incrementare nella stessa proporzione il distacco per la gratificazione dei sensi materiali – poiché queste due cose (l’attaccamento per Krishna e per la gratificazione dei sensi) non possono coesistere.
Se vuoi versare del latte un bicchiere d’acqua, allora dovrai buttare via l'acqua. E se pensi di tenere la metà di acqua e di latte, puoi farlo, ma entrambi gli elementi saranno diluiti o alterati. Se vuoi tenere il latte, devi buttare l'acqua; e se vuoi tenere l'acqua, non puoi avere il latte.
Similmente, ‘bhakti paresanubhavah viraktir anyatra’ (SB 11.2.42): “La devozione, la diretta percezione del Signore Supremo e il distacco dalle alte cose—queste tre si presentano simultaneamente per chi ha preso rifugio nel Signore Supremo”.
Questa è la prova che sei cosciente di Krishna: stai migliorando nella vita spirituale e proporzionalmente ti stai distaccando dal modo di vita materialistico. Non è il semplice pensare, o credere, che "sto meditando e facendo un buon progresso".
Devi verificare se il tuo miglioramento spirituale dimostra che ti stai distaccando dal modo di vita materialistico. ‘Bhaktih paresanubhavo viraktir anyatra caisa’ (SB 11.2.42).
Un altro esempio è quando si ha fame. In realtà tutti sono affamati di felicità spirituale e perciò non sono mai soddisfatti. Pur cercando di gratificare i sensi in vari modi non sono ancora soddisfatti, perché in realtà continuano ad aver fame. Come un bimbo che non smette di piangere, anche se la mamma gli offre qualcosa.
Significa che la madre non può capire ciò che lui sta chiedendo. Similmente, l'insoddisfazione del mondo moderno indica che in realtà tutti bramano la felicità spirituale, ma nessuno la sta offrendo. E anche se è offerta, non possono capire, non la accettano. Questa è la situazione.
In questo verso Krishna dichiara che se in qualche modo inizi delle attività in coscienza di Krishna, anche solo l'un percento e non il cento percento, queste non saranno mai distrutte. Ciononostante, qualunque cosa tu acquisisca nella vita presente, tutto finirà con la fine di questo corpo.
La tua educazione, la laurea e l’opulenza, il tuo grattacielo e il tuo conto in banca—tutto rimarrà al suo posto quando dovrai andare, lasciando questo corpo. Dovrai andare da solo e accettare un altro corpo. Ma se coltivi la coscienza spirituale, la coscienza di Krishna, questa andrà con te.
Se in questa vita consegui il dieci percento, allora nella prossima vita inizierai dall'undici percento. Ma la cosa migliore è di conseguire il cento percento in questa stessa vita. Perché, dunque, dovremmo indulgere nello stile di vita materialistico e nella gratificazione dei sensi?
Cose che abbiamo già provato in molte altre vite? Questa è la forma di vita umana, ma ce ne sono state anche molte altre: siamo stati nell'acqua e nel regno vegetale; siamo stati animali e vermi – così tante forme, ma la vita umana è il più alto vantaggio.
'Labdhva su-durlabham idam bahu-sambhavante' (SB 11.9.29). Quando, dopo numerose nascite ottieni di nuovo la forma umana, e soprattutto nella società civile e agiata, cerca di usarla per modificare la coscienza. La tua coscienza presente, contaminata, dovrebbe essere rettificata in coscienza di Krishna.
tat-paratvena nirmalam sarvopadhi-vinirmuktam hrisikena hrisikesha sevanam bhaktir ucyate “Bhakti, o servizio di devozione, significa impegnare tutti i sensi nel servizio del Signore Supremo, Dio, il maestro di tutti i sensi. Quando l’anima spirituale offre il suo servizio al Supremo, si presentano due effetti collaterali: si libera da ogni designazione materiale, e i sensi si purificano grazie all’impegno nel servizio del Signore”. (Cc Madhya 19.170).
Nirmalam significa 'purificato'. Se puoi purificare la tua coscienza, rimanendo a contatto con Krishna, o Dio, per te sarà un successo; anche se acquisisci una piccola percentuale, questa rimarrà la tua risorsa permanente. Andrà con te, e nella prossima vita avrai un’altra possibilità.
Anche questo è spiegato nella Bhagavad-gita. Pertanto, ogni uomo sano di mente e intelligente dovrebbe approfittare di questo movimento per la coscienza di Krishna, dovrebbe cercare di farlo, qualunque percentuale possa raggiungere. Leggi i versi successivi.
Devoto: “Chi si trova su questa via è risoluto nel suo sforzo e persegue un unico scopo. Invece, o figlio amato dei Kuru, l'intelligenza di chi non è risoluto si perde in molte diramazioni”. (2.41)
“Gli uomini di poca conoscenza si lasciano attrarre dal linguaggio fiorito del Veda, che insegnano le pratiche per raggiungere i pianeti celesti, ottenere una buona nascita, potere e altri benefici simili. Desiderando la gratificazione dei sensi e una vita opulenta, essi non vedono niente più in là”. (2.42-43)
Prabhupada: Nei Veda ci sono molte attrattive per elevarsi ad uno standard di vita più elevato. Come anche in questa vita, il padre dice: "Caro ragazzo, se sei ben istruito, allora otterrai un bel lavoro, un buon stipendio, un bell'appartamento e una bella famiglia”.
Come queste cose attraggono una persona nello stile di vita materialista, similmente troviamo molte altre attrattive nella letteratura vedica. La gente è allettata anche ad eseguire un certo tipo di attività pie per elevarsi a un pianeta superiore e ottenere uno standard di vita più elevato.
Sono spiegate tutte queste cose. Ma più avanti Krishna dice: “Non lasciatevi ingannare da queste attrattive”. Poiché, ‘a-brahma-bhuvanal lokah’ (Bg. 8.16): “Tutti i pianeti del mondo materiale, dal più alto al più basso, sono luoghi di sofferenza”.
Così come stanno cercando di andare sul pianeta lunare con qualche apparecchio o sputnik, similmente, anche nella letteratura vedica è spiegato che si può andare sulla luna. Se agisci in un certo modo, allora sarai promosso a vivere diecimila anni sul pianeta lunare bevendo il soma-rasa… e molte altre promesse.
Ma Krishna dice: “Non lasciatevi sedurre”. Eppure sono un dato di fatto, non sono false dichiarazioni. In realtà, se agisci in un certo modo, puoi entrare nel sistema planetario superiore e avere uno standard di vita più elevato. Ma la proposta della Bhagavad-gita è di non cercare di vivere in nessun luogo, da nessuna parte in questo mondo materiale.
Anche nei Veda c'è la seguente istruzione: ‘tamaso ma jyotir gamaya’, non rimanere nell’oscurità. Questo mondo materiale è l'oscurità, perciò, c'è bisogno di luce solare e lunare. Come ora che è notte. Cos'è la notte? La notte indica che questo è il vero aspetto del mondo materiale: È scuro. E quando la luce del sole sarà visibile, penseremo che sia giorno – ma in realtà è buio.
Tuttavia c'è un'altra natura, come spiegato anche nella Bhagavad-gita (8.20), ‘paras tasmat tu bhavo 'nyah’: “Esiste un altro mondo, che è eterno ed è al di la della materia manifestata e non manifestata”. Un'altra natura spirituale dove c'è sempre illuminazione. Jyoti significa illuminazione.
Pertanto l'ingiunzione vedica è: ‘Non rimanere in quest’oscuro mondo materiale ma vieni nel mondo illuminato, ‘jyotir gamaya’. E anche Krishna consiglia la stessa cosa: ‘Non lasciarti sedurre a vivere in alcun pianeta di quest’universo, ma esci da tutto questo'.
‘Yad gatva na nivartante tad dhama paramam mama’ (Bg. 15.6): “La Mia dimora non è illuminata né dal sole né dalla luna né dall'elettricità. Chi la raggiunge non torna mai più in questo mondo”. Perciò cos'è? Leggi il verso successivo.
Devoto: “Nella mente di coloro che sono troppo attaccati al piacere dei sensi e alla ricchezza materiale, e sono sviati da questi desideri, la risoluta determinazione a servire il Signore Supremo con devozione non trova posto”. (2.44)
Prabhupada: Sì, questa è una cosa molto importante. Le esatte parole sanscrite sono:
bhogaisvarya-prasaktanam tayapahrita-cetasam vyavasayatmika buddhih samadhau na vidhiyate
All'inizio è detto che devi essere determinato: ‘In questa vita eseguirò la coscienza di Krishna in modo tale che, dopo aver lasciato il corpo, entrerò nel mondo spirituale e andrò direttamente a Goloka Vrindavana, Krishnaloka’. Ciò è detto ‘vyavasayatmika buddhih’ [fisso nella determinazione].
‘Niscayatmika’ significa determinazione. Ma dice anche: ‘Bhogaisvarya-prasaktanam’, le persone che sono troppo attaccate al piacere dei sensi, bhoga, e alla ricchezza materiale, aisvarya, che sono confuse o impazzite, ‘tayapahrita-cetasam’, e sviate da questi desideri, non possono avere una tale determinazione, ‘vyavasayatmika buddhih’.
Falliranno nella loro determinazione; perciò, secondo la civiltà vedica, deve esserci una rinuncia volontaria. Come Maharaja Bharata, che era l'imperatore del mondo e che all'età di ventiquattro anni rinunciò a tutto. Bharata visse moltissimo tempo fa; ma anche Buddha, che era un giovane principe – ed è conosciuto attualmente – rinunciò al regno del padre e ad ogni altra cosa.
Perciò la rinuncia è raccomandata. Se rimani semplicemente nell'opulenza materiale e nel godimento, questa sarà la tua squalifica per entrare nel regno di Dio. Sia l'attaccamento eccessivo sia lo smodato aumento della civiltà materiale indica che la prossima vita sarà molto buia. ‘Bhogaisvarya-prasaktanam’ (Bg. 2.44).
Come spiegavo l'altro giorno, ‘raja-putra ciram jiva’. "Oh, figlio dell'ordine reale, tu vivi per sempre; perché non lo sai, ma la prossima vita sarà molto buia per te. Non coltivi la coscienza di Krishna, sei ricco e godi della gratificazione dei sensi, e appena il corpo sarà finito, non avrai più controllo. Sarai completamente sotto il controllo della natura materiale e dovrai accettare un corpo come hai fatto in questa vita, perché questa vita è la preparazione per la prossima".
Avete un esempio concreto con il presidente Kennedy. Era un giovane uomo molto ricco e ottenne il posto di presidente con grande impegno, spendendo tanto denaro. Aveva moglie e figli, ma in un attimo finì tutto. Finì ogni cosa. Perciò non sappiamo di essere su una piattaforma vacillante.
Per quanto si possa avere una buona situazione, questa finirà in un momento. Significa che stiamo fallendo. Semplicemente ci attacchiamo a una falsa piattaforma, pensando: "Questo mi salverà". No. Perciò Bhaktivinoda Thakura canta: ‘jada-bidya jato mayara vaibhava’. [Il progresso e la conoscenza materiale senza la coscienza di Dio sono un'espansione dell'influenza di maya]. Il progresso della civiltà materiale è abbagliante e molto attraente. Passando per le strade delle vostre città americane tutto appare così bello, con tante luci e insegne che illuminano la notte; ma dovremmo sempre ricordare che questa bella situazione non è la soluzione permanente. In ogni momento dovrò rinunciare a tutto.
Se uno si attacca a questa falsa piattaforma, così scintillante ma falsa, allora la sua determinazione a tornare a Dio non sarà molto intensa. Questa è la spiegazione. Perciò, bhogaisvarya-prasaktanam (Bg. 2.44). Qual è la traduzione?
Devoto: “Nella mente di coloro che sono troppo attaccati al piacere dei sensi e alla ricchezza materiale, e sono sviati da questi desideri, la risoluta determinazione a servire il Signore Supremo con devozione non trova posto”.
Prabhupada: Sì. Non possono ottenerla. Perciò dobbiamo volontariamente accettare una vita semplice. Proprio come siamo seduti qui sul pavimento. Secondo lo standard di vita americano questo non è molto bello; perciò la classe ricca di uomini, l’alta società, non viene qua perché non abbiamo posto. Ma in realtà, qual è la differenza?
Se siedi per terra o su un bel divano, dopotutto sei seduto; ma per procurarti un bel divano devi sprecare molto tempo. Il tuo tempo prezioso, che potresti usare per coltivare la coscienza di Krishna, e che invece sprechi per assicurarti un comodo sedile. Questa è la civiltà materiale. È tutto. Stai ampliando le comodità della vita, ma non sai che la vita è temporanea.
Per quanto tempo vivrai in un tale benessere? La tua vera realtà è l'anima spirituale, che è eterna. Anche Gesù impartì la stessa istruzione: Dopo aver ottenuto tutto, se perdi la tua anima, qual è il guadagno? Bhogaisvarya-prasaktanam (Bg. 2.44).
[Nella mente di chi è troppo attaccato al piacere dei sensi e alla ricchezza materiale, la devozione per il Signore Supremo non trova posto].
Perciò, diventare troppo attaccati alle comodità materiali della vita è un altro tipo di squalifica che impedisce di progredire nella coscienza spirituale. Secondo la civiltà vedica, quindi, un ragazzo è addestrato per diventare brahmacari.
Brahmacari significa completo celibato, nessuna vita sessuale o divertimento; lo scopo è di educarlo a non essere attratto al godimento materiale. Allora sarà in grado di capire che cos’è la vita spirituale. Perciò, la restrizione.
Ma se fin dall'infanzia, a scuola, all'università, ai ragazzi e alle ragazze è concesso di godersi la vita sessuale, allora sarà molto difficile comprendere o entrare nella vita spirituale – bhogaisvarya-prasaktanam. Se ai nostri figli insegniamo solo il piacere dei sensi, come possono progredire spiritualmente? Il risultato sarà la confusione.
Così nel vostro paese ci sono gli hippy—confusione. Sono stati educati in modo molto piacevole al godimento materiale, ma c'è ancora confusione e frustrazione, perché desiderano qualcosa di meglio. E questa è la felicità spirituale – la coscienza di Krishna.
Uno deve capire questo punto e volontariamente accettare il movimento per la coscienza di Krishna, e allora certamente troverà la felicità. Chiedete a quelli che vi hanno aderito, discutete con loro e verificate nella realtà. Questa è la felicità. Leggi la spiegazione.
Devoto: “Il termine samadhi significa ‘concentrare la mente’. Il Nirukti, il dizionario vedico, afferma ‘samyag adhiyate sminn atma-tattva-yathatmyam’: Il samadhi è lo stato raggiunto quando la mente rimane assorta nella realizzazione spirituale. Il samadhi non è mai possibile per le persone interessate al godimento materiale, né per coloro che sono confusi da tali piaceri temporanei. Di fronte all’energia materiale, la loro sconfitta è certa”.
Prabhupada: Il metodo dello yoga è teso a raggiungere lo stadio del samadhi – ciò significa che la mente è fissa sul Supremo. La natura della mente è di essere sempre agitata, e, se artificialmente la stimoliamo per essere più agitati, qual è il punto del samadhi? Il samadhi è fuori discussione. Non saremo mai in grado di concentrare la mente. Non è possibile.
In quest’era nessun metodo avrà successo, se non semplicemente cantare Hare Krishna. Chiunque, a prescindere da qualsiasi condizione si trovi, appena sentirà il suono di “Hare Krishna”, si unirà immediatamente. La sua mente sarà subito attratta. Il metodo più semplice: la vibrazione sonora.
Non si tratta di praticare esercizi di respirazione per qualche tempo in posizione seduta, perché non è sempre possibile in quest'era. T’invitiamo semplicemente a venire qua e a unirti al canto Hare Krishna, e in fretta progredirai spiritualmente. È un dato di fatto. Non c’è alternativa. Leggi il verso successivo (2.45):
trai-gunya-visaya veda nistrai-gunyo bhavarjuna nirdvandvo nitya-sattva-stho niryoga-ksema atmavan
“O Arjuna, supera le tre influenze della natura materiale che costituiscono l'oggetto principale dei Veda. Liberati da ogni dualità, dall'ansia di guadagno e di sicurezza materiale e stabilisciti nel sé”.
Prabhupada: Esatto. Il mondo intero agisce sotto le tre influenze della natura materiale: virtù, passione e ignoranza. Chi agisce nell’influenza della virtù è elevato a uno standard di vita superiore.
Chi agisce nell’influenza della passione, rimarrà nella stessa posizione in cui si trova ora, e chi agisce nell’influenza dell'ignoranza, dell'oscurità, senza alcuna conoscenza, è degradato ai livelli inferiori di vita. Questo è il mondo materiale.
Ma Krishna consiglia ad Arjuna: Sia la virtù, la passione o l’ignoranza, dopotutto, sono attività di questo mondo materiale, perciò devi situarti al di sopra e trascendere anche la condizione di virtù. La virtù quindi non è la qualificazione per il progresso spirituale, ma è comunque d'aiuto. Se una persona è molto virtuosa, questo aiuterà la sua vita spirituale ma non ne sarà la causa.
Ecco il movimento per la coscienza di Krishna: questo canto offre direttamente la vita spirituale. Anche se non sei nella virtù, o sei nella parte più oscura dell'ignoranza, tuttavia, puoi essere subito elevato alla piattaforma spirituale. Ed è ciò che Krishna raccomanda: raggiungere quella piattaforma che è al di sopra della virtù.
Il movimento per la coscienza di Krishna offre direttamente la piattaforma spirituale, che è anche al di sopra dell’influenza della virtù – ma la qualità della virtù sarà automaticamente presente. Chiunque, in coscienza di Krishna, è situato nella virtù, non indulge nella vita sessuale illecita, non fuma, non prende tè o caffè, o mangia cibo proibito, né partecipa a un inutile gioco d'azzardo.
Il buon carattere quindi sarà immediatamente presente. Questa è la prova: Chi è spiritualmente avanzato, ha acquisito tutte le buone qualità; non come un yogi che parla con la sigaretta in mano. C'è una foto. (ride) Nella nostra rivista ‘Ritorno a Dio’, c’è la foto di uno che parla con un nostro rappresentante.
Non può smettere di fumare nemmeno per un momento, è un fumatore incallito, e proclama, "Io sono Dio, sono spiritualmente progredito", (ride) e tante altre cose senza senso. Vedete? È preso a calci dall'energia materiale in tanti modi, e continua a sostenere: "Oh, tutti sono Dio, io sono Dio". Capite? Dio è una cosa così a buon mercato, tutti sono soddisfatti, "Io sono Dio". È tutto.
È una truffa, e queste cose ingannevoli continuano ad accadere. E poiché siamo incapaci d’imbrogliare e bluffare, nessuno collabora con noi. Vogliono essere ingannati. Questa è la loro attività. Leggi di nuovo il verso.
Devoto: “O Arjuna, supera le tre influenze della natura materiale che costituiscono l'oggetto principale dei Veda. Liberati da ogni dualità, dall'ansia di guadagno e di sicurezza materiale e stabilisciti nel sé”. (2.45)
Prabhupada: Stabilirsi nel sé. “Nel sé” significa che sei parte integrante del Supremo. Proprio come la mia mano. Supponiamo che la mia mano sia paralizzata e non funzioni, ma appena avrà ristabilito il collegamento col mio corpo, allora funzionerà di nuovo – i nervi e le vene agiranno insieme.
Similmente, “stabilito nel sé” significa: Poiché sono parte integrante del Se Supremo, stabilirmi col Supremo indica che sarò attivo per Krishna. È semplice filosofia: essere attivi in coscienza di Krishna significa stabilirsi nel sé. Lo stesso esempio. Se il mio dito è malato ... xx
Normalmente muovo molto bene il mio dito, perché è stabilito con tutto il mio corpo; ma quando è malato, o in qualche modo disgiunto, allora sento dolore e non sto bene. Questa è la condizione malata. Perciò ogni persona, o entità vivente, che non è impegnata nelle attività della coscienza di Krishna, è separata e quindi deve “ristabilirsi nel sé”.
Questo è il movimento per la coscienza di Krishna; com’è spiegato anche nello Srimad-Bhagavatam (2.10.6), ‘muktir hitva anyatha rupam sva-rupena vyavasthitih’. [La liberazione è la condizione permanente della forma costituzionale dell’essere individuale dopo che questi ha messo fine ai suoi mutevoli corpi materiali, grossolani e sottili]. Mukti significa liberazione.
Cos’è la liberazione? Liberazione significa, come spiega il Bhagavatam, ‘hitva anyatha rupam’. Quando uno mette fine a ogni diversa identificazione e si stabilisce nella sua vera identità, ciò si chiama mukti. Al presente la nostra identificazione è: "Io sono materia, perciò sono questo corpo, appartengo a questo paese, sono americano, sono questo, sono quello".
Vedete? È la nostra condizione malata. Mukti significa che devo lasciar andare questa identificazione errata. E, dopo avervi rinunciato, qual è la mia vera identificazione? Oh, sono ‘aham brahmasmi’, sono parte e particella del Supremo. È tutto.
Pertanto, se qualcuno si ristabilisce nella sua posizione costituzionale originale, come parte integrante del Supremo, e impegna la sua energia in quel modo, è liberato. Questa è la definizione di liberazione. Ed è anche consigliato in questo verso.
Devoto: “O Arjuna, supera le tre influenze della natura materiale che costituiscono l'oggetto principale dei Veda. Liberati da ogni dualità, dall'ansia di guadagno e di sicurezza materiale e stabilisciti nel sé”. (2.45)
Prabhupada: Sì. Questo mondo è duale. Dualità significa che non puoi comprendere una cosa senza capire l'altra. Come la luce—senza il concetto di oscurità, non c’è l’idea della luce. Questa è la definizione di dualità. Il bene—se non hai vissuto scorrettamente, non puoi capire ciò che è bene.
Il padre—se non c’è un figlio, non c'è il concetto di padre. Il marito—se non c’è una moglie, non c'è il concetto di marito. Questa è chiamata dualità. E questo mondo è duale. Dobbiamo elevarci sopra di questo universo ed entrare nel mondo assoluto. Allora ci sarà la felicità. D’accordo. Grazie molte. Ci sono domande?"
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Altro sull'autore, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
DISCLAIMER * Le lezioni, a volte sono riportate sottoforma di estratto, per una presentazione adatta anche ai lettori estranei agli argomenti trattati, o in generale al metodo del bhakti yoga, la coscienza di Krishna. Cio' allo scopo di evitare possibili fraintendimenti, sul significato di alcuni termini e concetti espressi, non sempre corrispondenti alle accezioni linguistiche attuali, e quindi talvolta, causa di una comprensione errata o distorta delle vere intenzioni, del maestro spirituale fondatore.
Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.