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 LEZIONI DEL FONDATORE IN ITALIANO
 La Bhagavad-gita cosi' com'e' - Cap. 2 Verso 39
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Sangita Dasi
Moderatore



87 Messaggi

Inserito il - 31/05/2021 : 17:18:42  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
RKC - RADIO KRISHNA CENTRALE PRESENTA:

Lezioni* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada su

La Bhagavad-gita cosi' com'e'




Capitolo 2
Verso 39


esa te 'bhihita sankhye
buddhir yoge tv imam srinu
buddhya yukto yaya partha
karma-badham prahasyasi


TRADUZIONE

"Finora ti ho descritto questa conoscenza col metodo analitico. Ascolta adesso mentre te la spiego col metodo dell'azione svolta con intelligenza senza attaccamento al risultato. Quando agirai con questa intelligenza potrai liberarti dai legami dell'azione".


SPIEGAZIONE
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

"Secondo il Nirukti dizionario sanscrito vedico), il termine sankhya indica sia l’analisi particolareggiata dei fenomeni materiali sia lo studio della vera natura dell’anima. La parola yoga si riferisce invece al controllo dei sensi.

Arjuna si è convinto che è meglio non combattere, ma la sua convinzione è basata su interessi materiali. Trascurando il suo dovere, egli vuole ritirarsi dalla lotta, perché pensa di essere più felice risparmiando i parenti che godendo di un regno dopo aver ucciso i suoi cugini, i figli di Dhritarastra, quasi suoi fratelli. Ma questi motivi sono entrambi materiali; sia la felicità della vittoria sia quella di vedere salva la sua famiglia rappresentano sempre un interesse personale perché Arjuna potrà ottenere queste gioie solo rinnegando il dovere e la ragione. Perciò Krishna gli spiega che uccidendo il corpo di suo nonno non distruggerà la sua anima.

Tutti gli esseri, compreso il Signore, possiedono un’individualità eterna: erano individui nel passato, lo sono nel presente e lo saranno anche in futuro. Noi siamo eternamente anime individuali, e passando da un corpo all’altro cambiamo soltanto il nostro involucro carnale. Ma continuiamo a mantenere la nostra individualità anche dopo esserci liberati dal corpo materiale. Il Signore ha dunque spiegato chiaramente ad Arjuna la natura dell’anima e quella del corpo. Nel dizionario Nirukti questo studio dell’anima e del corpo sotto diversi aspetti si chiama sankhya, e non ha niente in comune con la filosofia sankhya esposta dal filosofo ateo Kapila. Molto tempo prima della venuta di questo impostore, l’autentica filosofia sankhya era stata spiegata dal vero Kapila, manifestazione di Sri Krishna, a sua madre Devahuti.

Queste conversazioni filosofiche sono riportate nello Srimad Bhagavatam, dove Kapila spiega chiaramente che il Purusa, il Signore Supremo, è attivo, e crea il mondo materiale gettando il Suo sguardo sulla natura materiale (la prakriti). La stessa informazione è nella Bhagavad-gita e nei Veda, dov’è detto che il Signore guardò la prakriti e l’impregnò di anime individuali infinitesimali. Una volta a contatto col mondo materiale, questi individui sono continuamente alla ricerca della gratificazione dei sensi, e sotto il fascino dell’energia materiale credono di godere. Questo desiderio di godimento accompagna tutti gli esseri, anche quelli liberati dalla materia che a questo stadio cercano d’identificarsi con Dio. Questa è l’ultima trappola di maya, l’illusione del piacere. Solo dopo innumerevoli vite di piacere materiale si diventa mahatma (grandi anime) e ci si abbandona a Vasudeva, Krishna, concludendo così la ricerca della Verità Assoluta.

Arjuna accetta il Signore come proprio maestro spirituale, e si affida a Lui dicendo: sisyas te ’ham sadhi mam tvam prapannam. Krishna gli insegnerà dunque come agire nel buddhi-yoga, o karma-yoga, la pratica del servizio di devozione, che mira unicamente al piacere del Signore. Nel decimo verso del capitolo dieci si spiega che il buddhi-yoga è la comunione diretta col Signore, che risiede nel cuore di ogni essere nella forma del Paramatma. Ma non è possibile giungere a questa comunione senza impegnarsi nel servizio di devozione al Signore. Perciò, chi è situato nel servizio d’amore al Signore, o in altre parole nella coscienza di Krishna, raggiunge il livello del buddhi-yoga per la grazia speciale del Signore. Infatti, il Signore afferma che solo a coloro che Lo servono con amore e devozione Egli dà la conoscenza pura della devozione nell’amore assoluto. In questo modo il devoto può raggiungere facilmente il Signore nel Suo regno di felicità eterna.

Il buddhi-yoga di cui parla questo verso è dunque il servizio di devozione al Signore; quanto al termine sankhya, esso non si riferisce affatto al sankhya-yoga dell’impostore Kapila. Non dobbiamo fare l’errore di confonderli. Non solo questa filosofia atea non aveva alcun seguito all’epoca della battaglia di Kuruksetra, ma Krishna non avrebbe mai neppure menzionato simili speculazioni atee nella Bhagavad-gita. La vera filosofia sankhya, così com’è stata esposta dal vero Kapila, è descritta nello Srimad Bhagavatam. Qui il termine sankhya significa “descrizione analitica del corpo e dell’anima”.

Quando Krishna analizza la natura dell’anima, il suo scopo è di condurre Arjuna al buddhi-yoga, o bhakti-yoga. Il sankhya di Krishna e quello del vero Kapila sono dunque la stessa cosa, corrispondono entrambi al bhakti-yoga. Più avanti nella Bhagavad-gita Krishna preciserà che solo gli uomini di scarsa intelligenza fanno distinzione tra il sankhya-yoga e il bhakti-yoga (sankhya-yogau prithag balah pravadanti na panditah). L’altro sankhya, quello degli atei, non ha evidentemente nulla in comune col bhakti-yoga, ma questi sprovveduti pensano che la Bhagavad-gita parli del loro sistema filosofico.
Buddhi-yoga significa dunque agire nella coscienza di Krishna, cioè servire il Signore con devozione nella conoscenza e nella felicità che nascono da questo servizio. Chi agisce sempre per la soddisfazione del Signore nonostante le difficoltà segue i princìpi del buddhi-yoga ed è costantemente immerso nella felicità trascendentale. Servendo il Signore si acquisiscono subito, per la Sua grazia, tutte le qualità spirituali; la liberazione è dunque completa in se stessa senza che si debbano compiere sforzi indipendenti per raggiungere la conoscenza.

L’azione compiuta nella coscienza di Krishna e quella compiuta in vista di un beneficio materiale sono dunque profondamente differenti: ciò che fa la perfezione spirituale dell’azione è di compierla nello spirito del buddhi-yoga".








LEZIONE*
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
tenuta a Londra (Regno Unito), il 12 Settembre 1973

Traduzione e trascrizione in Italiano a cura di Sangita devi dasi


"esa te 'bhihita sankhye
buddhir yoge tv imam srinu
buddhya yukto yaya partha
karma-badham prahasyasi

Finora ti ho descritto questa conoscenza col metodo analitico. Ora ascolta mentre te la spiego col metodo dell’azione compiuta senza attaccamento al risultato. O figlio di Pritha, agendo con questa conoscenza ti libererai dai legami dell’azione”.

A ogni azione c'è una reazione, e ciò è detto karma-bandha. È facile da capire: per ogni azione, c'è una reazione. Due cose: azione buona e cattiva. Pertanto, finché siamo in questo corpo, se ci comportiamo in modo religioso, allora il futuro sarà molto positivo; e se agiamo in modo empio, sarà negativo.

In realtà dovremmo agire in modo pio, non empio. Questa è la vita umana: sapere che tipo di azione si dovrebbe fare. Nel sedicesimo capitolo della Bhagavad-gita (16.7) è detto, ‘pravrittim ca nivrittim ca jana na vidur asurah’: “Gli uomini demoniaci non sanno ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare”.

Non è che, “Farò ciò che mi piace secondo il mio capriccio”, almeno per gli esseri umani, questo non dovrebbe essere fatto. Anche secondo le leggi dello Stato se agisci in modo stravagante, o come desideri, sarai soggetto a tante difficoltà, e che dire della vita spirituale?

Perciò, sankhya-yoga. Sankhya significa studio analitico dell'anima e del corpo. Finora Krishna ha perfettamente descritto le attività del corpo. Proprio come un medico analizza completamente, o in parte, l’anatomia e la fisiologia del corpo studiando come funzionino le vene o il cuore, o come le secrezioni si trasformino in sangue. Questo è lo studio analitico. Perciò, ‘esa te abhihita sankhye’.

Finora è stato pienamente analizzato il corpo. Ma c’è un’altra divisione della conoscenza, il buddhi-yoga, che significa vita spirituale, ‘buddhir yoge tv imam’. Nel decimo capitolo (10.10) Krishna dice ad Arjuna, ‘buddhi-yogam dadami tam’: “Io do l’intelligenza necessaria per venire a Me”.

Parlando di Spirito Supremo, Krishna, e di spirito individuale subordinato, l'essere vivente ... Krishna è l'Essere Supremo e noi siamo gli esseri subordinati – anche se al momento le persone non lo sanno.

Pertanto si devono accettare le istruzioni dai Veda, ‘nityo nityanam cetanas cetananam’ (Katha Upanishad 2.2.13): “Tra tutti gli esseri viventi eterni, l’Uno fornisce a tutti gli altri ciò che è necessario per vivere”.

L'Essere Supremo è ‘eko yo bahunam vidadhati kaman’, provvede a tutte le necessità della vita; kaman, di qualunque cosa abbiamo bisogno. Fornisce così tante cose per gli uccelli, gli animali e gli esseri umani – diversi tipi di frutta, fiori, latte. Tutto è fornito da Krishna, che perciò è l'Essere Supremo. Perché è supremo?

Proprio come nella famiglia il padre è considerato supremo. Perché? Poiché si prende cura di tutta la famiglia egli è il supremo. Similmente, la Persona Suprema, Krishna, Si prende cura di tutta la creazione, degli innumerevoli universi materiali e spirituali, e perciò è il Supremo.

Pertanto, agire secondo la direzione del Supremo è la nostra posizione, poiché siamo esseri subordinati. Questa è la nostra posizione. E nella posizione subordinata si deve agire secondo la direzione del maestro o del supremo.

Ciò è naturale, tutti si comportano in questo modo. E questo è il vero buddhi-yoga: quando si agisce secondo la direzione del Supremo, Krishna, o del Suo rappresentante. Buddhi significa “intelligenza” e yoga significa “unione o connessione”. Nel decimo capitolo (Bg. 10.10) è spiegato:

tesam satata-yuktanam
bhajatam priti-purvakam
dadami buddhi-yogam tam
yena mam upayanti te

“A coloro che Mi servono sempre con amore e devozione, Io do l’intelligenza necessaria per venire a Me”.

Cos'è dunque il buddhi-yoga? Krishna dichiara, ‘tesam satata-yuktanam’, essere sempre impegnati ventiquattro ore”. Satata: “sempre”, yuktanam: “impegnato”. Quale tipo d’impegno? ‘Bhajatam priti-purvakam’, l’impegno di voler sempre rendere un servizio al Signore.

In che modo? ‘Priti-purvakam’, con amore e fede. E non, “Oh, devo farlo? D’accordo, facciamolo”. Ma piuttosto, “Oh, devo farlo? Lo farò con gioia”. A meno che non ci sia amore, non è possibile farlo bene in nessuna circostanza.

Anche nel mondo materiale, purché non si abbia un attaccamento per qualcosa, non si può agire con perfezione. Proprio come il musicista: poiché ha una grande attrazione per la musica cerca di eseguirla perfettamente. Perciò l'amore è la base.

Similmente, quando serviamo Krishna, se non proviamo amore per Krishna, non è possibile servirLo bene. Inoltre, Krishna non accetta il nostro servizio se non è fatto con amore e devozione. Questo è il principio di base. Ma Krishna non ha bisogno del nostro servizio.

Egli è autosufficiente e ha molti servitori, ovunque e dappertutto. È quindi per il nostro interesse se rendiamo servizio a Krishna; allora diventiamo felici. Questo è il vantaggio. ‘Tesam satata-yuktanam bhajatam priti-purvakam.’ (Bg. 10.10).

In un altro verso Krishna dichiara (Bg. 9.26):

patram puspam phalam toyam
yo me bhaktya prayacchati
tad aham bhakty-upahritam
asnami prayatatmanah

“Se qualcuno Mi offre con amore e devozione, una foglia, un fiore, un frutto e dell'acqua, accetterò la sua offerta”.

Questo è il punto essenziale: Krishna, la Persona Suprema, fornisce ogni necessità a tutti gli esseri viventi. In realtà, Egli è Colui che provvede e mantiene tutti. Allora, perché chiede un frutto, un fiore e dell’acqua? Ha forse fame? No. ‘Yo me bhaktya prayacchati’, è solo per indurci ad amarLo.

Questo è il punto. Perché la condizione materiale è ‘bhutva bhutva praliyate’ (Bg. 8.19), soggetta a nascita, morte, vecchiaia, malattia e a tante altre condizioni. Siete caduti in questa condizione perché avete dimenticato Krishna.

Come la notte scorsa molti sono venuti a parlare con noi. In realtà non sono interessati a parlare di Krishna, ma a come la loro gratificazione dei sensi potrà essere disturbata dall'avvio di questo tempio. Questa è la loro preoccupazione.

Siamo venuti qui per predicare su Krishna, ma non hanno chiesto nulla a riguardo, “Cos'è la filosofia di Krishna?” No. Sono semplicemente interessati alla propria gratificazione dei sensi. È tutto. Si preoccupano di come la loro gratificazione potrebbe essere disturbata.

Questa è la posizione del mondo materiale: semplicemente tutti sono interessati alla gratificazione dei sensi. È tutto. Non chiedono: “Chi è Dio? Chi sono io? Cos'è questo mondo?” In realtà, queste dovrebbero essere le domande della vita umana.

‘Athato brahma jijnasa’, tutti dovrebbero essere sempre impegnati a indagare sull'Essere Supremo, la Verità Assoluta. Questa dovrebbe essere la loro unica attività. Ma guardate il mondo intero: semplicemente tutti sono impegnati a soddisfare i propri sensi. Questa è la causa della caduta.

krishna-bahirmukha hana bhoga vancha kare
nikata-stha maya tare japatiya dhare
(Prema-vivarta)

Nel Prema-vivarta è detto che quando un essere vivente vuole godere della natura materiale, è immediatamente ingannato dall’energia illusoria. Non è forzato a venire nel mondo materiale – egli fa la sua scelta. Ci sono molte citazioni a riguardo.

Poiché abbiamo dimenticato Krishna, ora siamo nelle grinfie di maya. Abbiamo dimenticato Krishna e stiamo così soffrendo; ma poiché siamo Sue parti integrante, Krishna viene per risvegliarci, “Perché stai soffrendo? Abbandonati a Me. Io ti darò ogni protezione”.

Ma non accetteranno. Pertanto, praticare il servizio di devozione significa essere istruiti su come arrendersi a Krishna. E quando, in realtà, siamo molto sinceri nel servire Krishna ... Poiché Krishna è nel cuore di tutti (Bg. 18.61),

isvarah sarva bhutanam
hrid-dese 'rjuna tisthati
bhramayan sarva-bhutani…

“Il Signore Supremo è situato nel cuore di ognuno, o Arjuna, e dirige l'errare di tutti gli esseri viventi…”

Egli può capire se stai servendo sinceramente o con altri motivi. E anche se servi Krishna con un motivo, non sarà mai invano. Krishna è così gentile. Proprio come Putana, che voleva servire Krishna nutrendoLo con il latte del suo seno avvelenato.

Lo scopo era di avvelenare Krishna, che avrebbe succhiato il latte e sarebbe morto. Era venuta con questo intento. Eppure Krishna fu così gentile che pensò:

“La demoniessa Putana voleva ucciderMi, ma non sa che Io non posso essere ucciso. Sebbene avesse un motivo, Mi ha reso servizio offrendoMi il latte del suo seno. Ho bevuto il suo latte e perciò è mia madre, non importa se è venuta con altri intenti”.

Tale è il beneficio della coscienza di Krishna. Proprio come accadde a Kamsa, il quale, pensando sempre e soltanto a Krishna, diventò completamente cosciente di Krishna. Sebbene il suo motivo fosse di ucciderLo, ottenne la liberazione essendo costantemente assorto in Krishna.

Ma questa non è bhakti. Bhakti significa pensare sempre a Krishna in modo favorevole. ‘Anukulyena krisnanusilanam’ (Cc. Madhya 19.167): “Il devoto deve costantemente servire Krishna in modo favorevole, come Krishna desidera”.

Questa è la bhakti. Non è necessario pensare a Krishna come a un nemico. È possibile, ma come può un devoto pensare a Krishna come nemico? Il devoto pensa a Krishna come amico, figlio, padrone o amante; mentre un demone, o un nemico, pensa solo a come eliminare o uccidere Krishna. Questa è la differenza tra il demone e il devoto.

I demoni non desiderano Krishna, pensano sempre come eliminarLo. Ciò è demoniaco. Ma non sanno che le persone demoniache soffrono sempre. Questo è dovuto alla loro dimenticanza di Krishna, ma poiché sono demoni, continuano le loro attività.

Non sanno che il fine ultimo dell’esistenza è tornare a Dio nella nostra dimora originale e d’impegnarsi nel Suo servizio di devozione, ‘na te viduh svartha-gatim hi vishnum’ (SB 7.5.31).

‘Pravrittim ca nivrittim ca na vidur asura-janah’ (Bg. 16.7): ‘Asura-janah’, coloro che sono asura, gli uomini demoniaci, non sanno ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare. Bisogna quindi imparare come vivere, cosa sapere e cosa dimenticare.

Ogni metodo educativo o progressivo spiega cosa fare e non fare. Così gli asura non sanno cosa dovrebbero fare o non fare; ma i devoti lo sanno. Non fare sesso illecito – questo è “non fare”; ma c’è anche “puoi fare”.

Se vuoi la vita sessuale, allora sposati secondo i princìpi religiosi, prendi moglie e genera bravi figli. Questo puoi farlo; ma non puoi fare sesso illecito.

Coesistono fianco a fianco. Non prendere sostanze intossicanti – cioè, “non fare” – ma prendi krishna-prasada e intossicati d'amore per Krishna – cioè, “fai”.

Similmente, “Non indulgere nel gioco d'azzardo, ma abbandonati al gioco d'azzardo”. Che cosa significa? Qui, gioco d'azzardo significa: “Dedica la tua vita a Krishna e vedi il risultato”. Anche questo è gioco d'azzardo.

Ognuno è impegnato nelle proprie attività; ma se qualcuno gli consiglia di rinunciarvi e di accettare le attività eseguite per Krishna, anche questo è gioco d'azzardo, perché non si sa cosa accadrà.

Così, in ogni cosa c’è un “fare” e un “non fare”. Dobbiamo quindi rinunciare al “non fare” e accettare il “fare” – negativo e positivo.

Perciò nel decimo capitolo è detto, ‘tesam satata-yuktanam bhajatam priti-purvakam’ (Bg. 10.10): A chi Mi serve sempre con amore e devozione, do l’intelligenza necessaria per venire a Me.

In un modo o nell'altro, chi è impegnato nel servizio di devozione ventiquattro ore, ‘satata’, con fede, ‘yuktanam’, pensa: “Ora sono impegnato nel servizio di Krishna.

“In realtà Krishna sarà misericordioso con me e mi libererà dalla miserabile condizione della vita materiale”—tesam satata-yuktanam bhajatam priti-purvakam... (Bg. 10.10)

Così Krishna è all’interno, non puoi ingannarLo, non è possibile. Krishna è il Supremo. Se sei un truffatore, allora Krishna è il truffatore supremo; e se sei un amante, allora Krishna è l'amante supremo. ‘Ye yatha mam prapadyante tams tathaiva bhajamy aham’ (Bg. 4.11):

“Tutti seguono la Mia via in un modo o nell'altro, o figlio di Pritha, e come si abbandonano a Me in proporzione, Io li ricompenso”.

Nel modo in cui affronterete Krishna, Egli ricambierà. Questi è Krishna. Ora Krishna sta descrivendo il buddhi-yoga. Buddhi-yoga significa bhakti-yoga. La parola buddhi vuol dire intelligenza.

Chi è intelligente può accettare la coscienza di Krishna, quindi un altro nome del bhakti-yoga è buddhi-yoga. A riguardo ci sono molti versi nella Bhagavad-gita. Come Krishna insegna (Bg. 7.19):

bahunam janmanam ante
jnanavan mam prapadyate
vasudevah sarvam iti
sa mahatma sudurlabhah

“Dopo numerose nascite e morti, colui che ha la vera conoscenza si sottomette a Me sapendo che Io sono la causa di tutte le cause e tutto ciò che esiste. Un'anima così grande è molto rara”.

“Sforzandosi per numerose nascite…” Tutti cercano di essere felici – la lotta per l'esistenza. Perché questa lotta per diventare felici? Così a volte sono karmi, a volte jnani, a volte yogi; e appena diventano dei bhakta, è il successo.

Ma fino allora saranno karmi, jnani ... Perciò Rupa Gosvami spiega (Caitanya-caritamrita, Madhya, 19.176 ):

bhukti-mukti-spriha yavat
pisaci hridi vartate
tavad bhakti-sukhasyatra
katham abhyudayo brave

“Il desiderio materiale di godere nel mondo materiale e il desiderio di essere liberati dalla schiavitù materiale sono considerati due streghe, che tormentano come fantasmi. Finché tali streghe rimangono nel cuore, com’è possibile provare gioia trascendentale? Finché rimangono nel cuore, non c’è possibilità di godere della felicità spirituale del servizio di devozione”.

Finché nel cuore c'è una ‘pisaci’, una strega… Sì, la strega è presente. Cos'è questa pisaci? Bhukti-mukti-siddhi. Bhukti significa karmi, o colui che vuole godere di questo mondo materiale lavorando.

Bhokta: “Voglio divertirmi”. Tutti stanno cercando di farlo, questa è la lotta per l'esistenza. Tutti vogliono godere del mondo materiale nella massima misura possibile, quindi la lotta continua, c’è competizione. Questo è bhukti.

E coloro che sono delusi, sono detti mukti; e devono esserlo, perché nessuno può essere felice con il ‘progetto karmi’. Non è possibile. Così il mukti sarà deluso. Ma quando accadrà? Dopo numerose nascite di lotta per l'esistenza sarà deluso. È un fatto.

Perciò Krishna dice, ‘bahunam janmanam ante’ (Bg. 7.19): “Dopo numerose nascite e morti, colui che ha la vera conoscenza si sottomette a Me”.

Continua quindi ad essere talvolta karmi o jnani e a volte yogi per essere felice, ma sarà confuso e sconfitto perché la natura è molto forte. Pertanto Krishna dice, ‘bahunam janmanam ante’.

Dopo numerose nascite di questa lotta – come karmi, jnani, yogi o altro – quando uno diventa veramente saggio, allora si arrende a Me, ‘jnanavan mam prapadyate’.

In che modo si arrende? Ciecamente? No, ‘vasudevah sarvam iti’ (Bg. 7.19): “Sapendo che Io sono Dio, la Persona Suprema”. Allora comprende che “Krishna è tutto”; e perciò è un grande anima, mahatma.

‘Sa mahatma sudurlabhah’: “Un'anima così grande è molto rara”. È assai difficile trovare una persona così grande. Pertanto, se qualcuno è intelligente, allora comprende che:

Se questa persona si è arresa a Krishna dopo molte nascite, e se questo è lo scopo finale, perché non arrendersi immediatamente?

Questo è buddhi-yoga: Se si deve raggiungere un tal punto di perfezione dell’esistenza, perché non farlo in questa vita? Perché aspettare numerose altre nascite? Questo è buddhi-yoga, lo yoga intelligente.

‘Krishna yei bhaje, sei bada chatura’: A meno che non sia eccezionalmente intelligente, nessuno può accettare la coscienza di Krishna. Questo è buddhi-yoga.

Pertanto Krishna ha descritto nel sankhya-yoga: “Questo è il tuo dovere, sei ksatriya, perché rifiuti di combattere? L'anima è immortale e il corpo è deperibile, quindi tuo nonno e i tuoi parenti non moriranno”.

Questo è lo studio analitico dal punto di vista materiale. E quando si arriva al punto di servire Krishna con amore, senza sapere ... Proprio come il fuoco, che si accetta così com’è. Anche senza studiarlo analiticamente, toccandolo, il fuoco agirà.

Non è necessario studiare come il fuoco agisce e qual è la sua composizione. Questa è conoscenza, ovviamente, ma se ... come le gopi di Vrindavana che non studiavano chi è Krishna, a loro non importava sapere, ma volevano solo amare Krishna. Questa è la loro unica qualifica. Ed erano normali ragazze di villaggio.

Similmente i pastorelli, che curavano le mucche, non avevano conoscenza del Vedanta né un’istruzione superiore, non erano gentiluomini ben educati ma ragazzini di villaggio, pastori, che non conoscevano nient’altro che l’amore per Krishna.

Questa è la perfezione di jnana-sunya, senza alcuna conoscenza. Loro non sapevano, e quando videro Narayana: “Oh, ecco Narayana, noi Ti offriamo...” Ma non c'è amore. L'amore è per Krishna. Neppure per Narayana nella Sua forma a quattro braccia c’era amore, ma solo rispetto.

Si può offrire rispetto a chiunque, anche senza amore; ma l'amore è qualcosa di diverso. Questo è il tipico esempio di Vrindavana ed è l'obiettivo finale del buddhi-yoga. Grazie mille. Hare Krishna".






Fine
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Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.






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