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 LEZIONI DEL FONDATORE IN ITALIANO
 La Bhagavad-gita cosi' com'e' - Cap. 2 Versi 33-35
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Sangita Dasi
Moderatore



87 Messaggi

Inserito il - 07/04/2021 : 17:02:02  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
RKC - RADIO KRISHNA CENTRALE PRESENTA:

Lezioni* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada su

La Bhagavad-gita cosi' com'e'




Capitolo 2
Verso 33


atha cet tvam imam dharmyam
sangramam na karisyasi
tatah sva-dharmam kitim ca
hitva papam avapsyasi


TRADUZIONE

"Ma se rifiuti di combattere questa giusta battaglia, certamente peccherai per aver mancato al tuo dovere e perderai così la tua fama di guerriero".


SPIEGAZIONE
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

"Arjuna è un guerriero famoso; questa fama se l’è guadagnata combattendo contro potenti esseri celesti, tra cui Siva stesso che si presentò a lui per sfidarlo travestito da cacciatore. Soddisfatto della lotta, e perfino della propria sconfitta, Siva gli offrì l’arma pasupata-astra. Tutti conoscono il valore di Arjuna. Una volta, Dronacarya, il suo maestro d’armi, lo benedisse e gli regalò un’arma contro cui egli stesso era impotente. Anche suo padre Indra, re dei pianeti celesti, lo stima molto. Tutti questi grandi personaggi e altri ancora possono garantire il suo valore nell’arte marziale. Se Arjuna si ritira dal combattimento, non solo avrà trascurato il suo dovere di ksatriya, ma perderà anche la reputazione e si aprirà la strada verso i pianeti infernali. Non è dunque disertando il campo di battaglia che Arjuna eviterà la degradazione, bensì combattendo".



VERSO 34

akirtim capi bhutani
kathayisyanti te 'vyayam
sambhavitasya cakirtir
maranad atiricyate


TRADUZIONE

"Gli uomini parleranno per sempre della tua infamia, e per chi ha conosciuto l'onore, il disonore e' peggiore della morte".

SPIEGAZIONE
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

"Come amico e consigliere di Arjuna, Krishna gli dà la Sua opinione definitiva su questo rifiuto di combattere: ”Arjuna, se abbandoni il campo di battaglia prima ancora che il combattimento cominci, sarai accusato di essere un codardo. E se eviti il combattimento per aver salva la vita, e accetti così di vedere infangato il tuo nome, allora ti dico che è meglio morire in battaglia. Per un uomo rispettato come te, il disonore è peggiore della morte. Non scappare per paura di perdere la vita; è meglio morire con le armi in pugno, salvo dal disonore, piuttosto che perdere il tuo prestigio tra gli uomini per non aver saputo beneficiare della Mia amicizia".


VERSO 35

bhayad ranad uparatam
mamsyante tvam maha-rathah
yesam ca tvam bahu-mato
bhutva yasyasi laghavam


TRADUZIONE

"I grandi generali che stimarono il tuo nome e la tua fama crederanno che solo per paura hai abbandonato il campo di battaglia e ti giudicheranno un codardo".


SPIEGAZIONE
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

"Il Signore continua a dare la sua opinione ad Arjuna: “Credi che questi grandi generali, Duryodhana, Karna e gli altri, penseranno che tu hai abbandonato la lotta solo per compassione verso i tuoi fratelli e tuo nonno? Penseranno piuttosto che è stato per codardia! Ecco come sarà distrutta per sempre l’alta stima che hanno di te".








LEZIONE*
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
tenuta a Londra (Regno Unito), il 3 Settembre 1973

Traduzione e trascrizione in Italiano a cura di Sangita devi dasi


atha cet tvam imam dharmyam
sangramam na karisyasi
tatah sva-dharmam kitim ca
hitva papam avapsyasi

“Ma se rifiuti di combattere questa giusta battaglia, certamente peccherai per aver mancato al tuo dovere e perderai così la tua fama di guerriero”. (B.G. 2.33)

"Pertanto, ‘imam dharmyam’, lotta religiosa. Anche al giorno d'oggi, se un soldato disobbedisce agli ordini del comandante deve subire la legge marziale, perché disobbedire è una atto colpevole. Così Krishna dice, ‘atha cet tvam imam dharmyam sangramam na karisyasi’:

“Questa non è una lotta ordinaria, non è politica. Per amore della religione devi combattere, e se non lo farai, allora sva-dharmam ... Non solo sei ksatriya, ma sei anche un combattente molto famoso, approvato dagli esseri celesti”.

Come Arjuna ottenne il pasupata-astra: Per testare la capacità di combattimento di Arjuna, una volta Siva, vestito da cacciatore, apparve davanti a lui mentre cacciava nella foresta, e quando un cinghiale fu ucciso nella caccia, Siva dichiarò: “L’ho ucciso io”. Arjuna ribatté: “No, sono stato io”; ci fu quindi una polemica su chi avesse ucciso l’animale.

Sia Arjuna sia Siva, nelle vesti di un cacciatore, reclamavano di averlo ucciso. Allora ci fu una battaglia, e quando Siva fu sconfitto, rivelò ad Arjuna la sua identità, e disse “Sono molto soddisfatto nel vedere che sei un valoroso combattente”, e così gli donò l’arma-freccia chiamata pasupata-astra.

Allo stesso modo, una volta Arjuna combatté con Indra, che gli donò un'arma, ‘astra’ [arma atomica lanciata con mantra]. Questo era il sistema: a un ksatriya era offerto un tipo di arma, e a un brahmana erano offerti i Veda; e in quanto ai vaisya e sudra, la loro importanza è secondaria. Arjuna fu così riconosciuto da Siva, da Indra il re dei deva, e da molti altri.

Perciò Krishna dice: “Poiché hai ottenuto riconoscimenti da grandi personalità, se ora non combatti, non solo sarai considerato irreligioso ma perderai anche la tua reputazione”. ‘Tatah sva-dharmam kirtim ca hitva papam avapsyasi’.

Papam significa peccato, o reazione peccaminosa. Pertanto si deve valutare: A volte combattere è papam, attività peccaminosa, e a volte è punyam, attività religiosa. È necessario quindi conoscere il tempo, le circostanze, il luogo dove si svolge il combattimento e su ordine di chi si combatte. Questi punti devono essere esaminati. Così, violenza e non violenza.

Il nostro grande leader, Mahatma Gandhi, voleva dimostrare la non violenza usando la Bhagavad-gita. Iniziò quindi il movimento di non violenza sostenendo la sua visione sulla forza della Bhagavad-gita. Ognuno trae vantaggio dalla Bhagavad-gita per confermare la propria visione.

Troverete così tante interpretazioni. Poiché tutti vogliono usarla, esistono più di seicento pubblicazioni e commentari sulla Bhagavad-gita. Un certo dott. Rele a Bombay, ha addirittura interpretato la Bhagavad-gita come un colloquio tra medico e paziente.

Queste cose stanno continuando, ma simili interpretazioni non sono la Bhagavad-gita; piuttosto sono ‘balad yasya hi papa-buddhih’ – sono nama-aparadha, un'offesa, tra i dieci tipi di offese. Proprio come ‘namno balad yasya hi papa-buddhih’: Negli shastra è detto che cantando il mantra Hare Krishna una persona si purifica dalle attività peccaminose. È un dato di fatto.

Ma se qualcuno pensa di continuare a commettere peccati e a recitare il mantra Hare Krishna per neutralizzarne le reazioni, commette l'attività più peccaminosa, ‘namno balat’: commettere peccati confidando che col potere del canto siano annullati.

Similmente è una grande offesa voler dimostrare una filosofia folle sulla forza della Bhagavad-gita. È una grande offesa. Pertanto la Bhagavad-gita non può essere interpretata da commentatori sciocchi, ma deve essere studiata attraverso il sistema parampara, ‘acarya upasanam’: adora l'acarya e impara da lui la Bhagavad-gita.

‘Acaryavan purusho veda’, questa è l'ingiunzione vedica. ‘Acaryam mam purusha’, ricercare la guida di un acarya che conosce le cose come sono. Non troverete così questa sciocca teoria della non violenza da parte di alcun acarya. Molti di essi hanno commentato la Bhagavad-gita, come Ramanujacarya, Madhvacarya e perfino Sankaracarya, ma non hanno mai sostenuto che la Bhagavad-gita sia la prova della non violenza.

La non violenza è una buona cosa, ma quando c'è dharma-yuddha, una giusta lotta, la non violenza è fuori discussione, e la violenza è approvata.
Perciò Krishna dice ‘tatah sva-dharmam kirtim ca’: “Trascurando il tuo sva-dharma, il dovere occupazionale, e minimizzando l'importanza del tuo riconoscimento, kirtir...”

‘Kirtir yasya sa jivati’: “Chiunque sia riconosciuto per le sue buone attività, vive per sempre”. Canakya Pandita consiglia ‘tyaja durjana-samsargam bhaja sadhu-samagamam’: I devoti veramente seri riguardo all’avanzamento spirituale, devono abbandonare l’associazione dei non devoti e rimanere in compagnia dei devoti.

Canakya Pandita dice anche: ‘kirtih sa jivati’, chi vive per sempre? Colui che è famoso per le sue buone attività. “Perciò non cercare di perdere la tua reputazione, sei un grande guerriero riconosciuto da tante autorità, e se non combatti, la gente dirà: ‘Oh Arjuna è finito, non può più combattere’.

“Non perdere la tua reputazione, non deviare dal tuo dovere occupazionale come ksatriya; ma se lo farai, allora ‘papam avaspsyasi’, non sarai religioso, ma al contrario diventerai empio”.
Leggi il verso successivo (Bg. 2.34):

akirtim capi bhutani
kathayisyanti te 'vyayam
sambhavitasya cakirtir
maranad atiricyate

“Gli uomini parleranno per sempre della tua infamia, e per chi ha conosciuto l'onore, il disonore è peggiore della morte”.

‘Sambhavitasya’, se qualcuno, che è considerato un uomo molto famoso, agisce in modo sbagliato, per lui è meglio la morte prima che una tale infamia metta radici. Questo è un consiglio. Arjuna è noto come un grande guerriero, e non solo, è un caro amico di Krishna, che ha accettato di diventare il suo conducente di carro.

Cercate di capire qual è la sua posizione. Il Signore Supremo, Krishna, che è adorato da Brahma, ‘govindam adi-purusam tam aham bhajami’, ha accettato di guidare il carro di Arjuna per amicizia. Immaginate quanto sia famoso.

“Tutti diranno, ‘Oh, Krishna è un amico così confidenziale da acconsentire di guidare il tuo carro!’ Tale è la tua reputazione in tutto il mondo. Perciò, ‘sambhavitasya cakirtih’ [Per chi ha conosciuto l'onore, il disonore è peggiore della morte]. Se non combatti, che cosa diranno le persone? Meglio morire”.

Krishna quindi raccomanda: “Invece di diventare un uomo molto buono e non violento, è meglio che abbandoni la tua vita. È il Mio consiglio, meglio la morte”. Questo è il suggerimento di Krishna.

Krishna era così insoddisfatto della decisione di Arjuna, il quale non voleva combattere, tanto che il suo ultimo consiglio fu: “Se non combatti, è meglio che tu muoia davanti a Me. Ed Io sarò molto soddisfatto”. Leggi il verso successivo.

bhayad ranad uparatam
mamsyante tvam maha-rathah
yesam ca tvam bahu-mato
bhutva yasyasi laghavam
(Bg. 2.35)

“I grandi generali che stimarono il tuo nome e la tua fama crederanno che solo per paura hai abbandonato il campo di battaglia e ti giudicheranno un codardo”.

Un tale spirito ksatriya era prevalente perfino trecento anni fa in India. C'era un re, Yasomanta Sena, che era il generale dell'imperatore Aurangzeb, e che, essendo stato sconfitto in battaglia, fece ritorno a casa. Ma quando la moglie apprese che il marito era stato sconfitto e che stava tornando, fece chiudere la porta del palazzo.

Quando Yasomanta Sena vide che la porta del suo palazzo era chiusa, inviò un messaggio alla regina. Il messaggero informò: “Il re è arrivato e chiede di entrare”. La regina rispose: “Quale re? Yasomanta Sena non può essere sconfitto, vince la battaglia o depone là il suo corpo morto. Perciò l'uomo che è venuto, è sicuramente un simulatore, non è il re Yasomanta Sena”.

In tal modo rifiutò di aprire la porta. Questa è l’attitudine dello spirito ksatriya. Anche cinquemila anni fa accade la stessa cosa, quando Krishna disse:
“Sei ritenuto un grande guerriero, e se smetti di combattere, le persone ti giudicheranno. Soprattutto gli altri generali, Dronacarya, Bhisma e Karna, che sono maha-ratha”.

Maha-ratha significa un guerriero che può combattere da solo migliaia di uomini. È chiamato maha-ratha. Come al giorno d'oggi ci sono i titoli di “capitano” o “generale”, analogamente, in passato, “maha-ratha” o “ati-ratha” erano i titoli dati ai combattenti.

Perciò Krishna disse: “Sei riconosciuto come un maha-ratha. Che cosa penseranno di te gli altri maha-ratha? Crederanno che tu abbia abbandonato il campo di battaglia, rifiutandoti di combattere, solo per paura, e non per compassione, bhayad ranad uparatam.

“Ora sei riconosciuto come uno dei maha-ratha, mamsyante tvam maha-rathah.
Sei stimato da tutti gli altri maha-ratha, yesam ca tvam bahu-matah.
Ai loro occhi sarai considerato degradato, bhutva yasyasi lagnava.
Perché dovresti accettare questo? Meglio combattere e morire”.

D’accordo, grazie molte".





Fine
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Altro sull'autore, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

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