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 LEZIONI DEL FONDATORE IN ITALIANO
 La Bhagavad-gita cosi' com'e' - Cap. 2 Verso 32
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Sangita Dasi
Moderatore



87 Messaggi

Inserito il - 26/02/2021 : 20:17:51  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
RKC - RADIO KRISHNA CENTRALE PRESENTA:

Lezioni* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada su

La Bhagavad-gita cosi' com'e'




Capitolo 2
Verso 32


yadricchaya copapannam
svarga-dvaram apavritam
sukhinah ksatriyah partha
labhante yuddham idrisam


TRADUZIONE

"O Partha, felici sono gli ksatriya a cui si offre l'occasione di combattere, poiché si aprono per loro le porte dei pianeti celesti".


SPIEGAZIONE
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada

"Arjuna ha affermato che combattere non gli porterà alcun beneficio, anzi lo farà precipitare all’inferno; ma Krishna, il maestro spirituale dell’intera creazione, condanna questi discorsi causati dall’ignoranza. Uno ksatriya che sul campo di battaglia sceglie la “non violenza” non può essere che uno sciocco.

Nel Parasara-smriti — i codici religiosi promulgati dal grande saggio Parasara, padre di Vyasadeva — troviamo queste affermazioni:

ksatriyo hi praja raksan
sastra-panih pradandayam
nirjitya para-sainyadi
kstim dharmena palayet

"Lo ksatriya ha il dovere di proteggere i cittadini da ogni difficoltà. E al fine di mantenere l’ordine e la legge, egli può in alcuni casi ricorrere alla violenza. Il suo dovere è quello di sconfiggere gli eserciti di re nemici per instaurare nel mondo un governo basato sui princìpi religiosi".

Considerando ogni aspetto del problema, Arjuna non ha motivo di evitare il combattimento. Se vince il nemico avrà il regno, se muore nello scontro si apriranno per lui le porte dei pianeti celesti. Qualunque cosa accada, il combattimento volgerà in suo favore".








LEZIONE*
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
tenuta a Londra (Regno Unito), il 2 Settembre 1973

Traduzione e trascrizione in Italiano a cura di Sangita devi dasi


yadricchaya copapannam
svarga-dvaram apavritam
sukhinah ksatriyah partha
labhante yuddham idrisam

“O Partha, felici sono gli ksatriya cui l’opportunità di combattere si presenta naturalmente perché si aprono per loro le porte dei pianeti celesti”.

È dovere degli ksatriya controllare che tutti stiano eseguendo il proprio dovere professionale od occupazionale. Ne abbiamo discusso ieri, ‘sva-dharmam api caveksya’. Sva-dharma. Questo è molto importante. Al momento attuale non c'è sva-dharma, pertanto, secondo le ingiunzioni vediche, ‘dharmena hina pasubhih samana’, chi non esegue il proprio principio religioso, non è migliore degli animali. E chi controllerà che tutti siano impegnati a svolgere il loro dovere occupazionale? È il dovere del re o del governo. Sva-dharmam, “dovere occupazionale”.

All'inizio è compito del padre, o dell'insegnante, educare i figli ai principi dello sva-dharma. Spetta al brahmana controllare che il figlio sia adeguatamente educato come brahmana. ‘Satyam samo damas titiksa arjavam brahma-karma svabhava-jam’ (Bg. 18.42): “Serenità, controllo di sé, austerità, purezza, tolleranza, onestà, saggezza, conoscenza e compassione sono le qualità che accompagnano l'attività del brahmana”.

Ci sono queste qualificazioni. Innanzitutto, al brahmana deve essere insegnato come diventare veritiero. Un brahmana non dirà mai il falso, ad ogni costo. È detto che se anche un nemico gli chiedesse qualcosa di confidenziale, egli dirà: “Sì, questa è la mia posizione”. Sarà veritiero. Né si mostrerà scaltro con il suo nemico, dovrà essere sincero. Pure gli ksatriya sono uomini veritieri. La veridicità è in tal modo preziosa: è ciò che rende potente un brahmana. Satyam.

Nelle Upanishad c'è un esempio di come è possibile riconoscere un brahmana. Un uomo di nome Satyakam andò da Gautama Muni, dicendo: “Signore, per favore, accettami come tuo discepolo”. Secondo il principio vedico, chi non è brahmana non può essere accettato come discepolo. Anche nella nostra società non accettiamo un discepolo a meno che non abbia un comportamento brahminico: niente consumo di carne, niente sesso illecito, niente gioco d'azzardo, niente intossicazione. Queste sono le qualifiche brahminiche.

Se non si è liberi dalle attività peccaminose, come possiamo diventare brahmana? Brahmana significa ‘suci’, puro, mentre altri sono definiti kripana, o ‘muci’, impuri. Suci significa sempre puro, internamente... ‘Bahyabhyantara-sucih’: dentro e fuori. Esternamente facendo un bagno, lavandosi col sapone, e se questo non è disponibile, allora usando terra od olio. Questa è la pulizia esterna. Similmente, per la pulizia interna bisogna alzarsi presto al mattino, evacuare, e poi, dopo aver fatto un bagno, bisogna cantare il mantra Hare Krishna e assistere al mangala-aratrika.

In tal modo bisogna purificarsi internamente ed esternamente. La coscienza di Dio non è a buon mercato. ‘Yesam tv anta-gatam papam jananam punya-karmanam’ (Bg. 7.28). Colui che è completamente libero da ogni contaminazione delle influenze materiali, ‘anta-gatam papam’, o attività peccaminose, può attenersi ai principi del servizio devozionale, ‘dvandva-moha-nirmukta bhajante mam’ (Bg. 7.28). Altrimenti, se non è libero dalla contaminazione della vita peccaminosa, può solo fare mostra o sfoggio di devozione; ma non è vera devozione. Ciò è definito bhaktyabhasa.

Il brahmana deve osservare queste cose; il suo dovere è di presentarsi come un essere umano ideale. ‘Satyam samo damas titiksha’. Titiksha significa tolleranza. “Fa molto freddo, non posso fare il bagno”. No. Deve tollerare, titiksha. Arjavam significa semplicità; jnanam, piena conoscenza; vijnanam, applicazione pratica. ‘Jnanam vijnanam astikyam’. Astikyam significa essere pienamente convinto di Dio e della propria relazione con Dio. Questo è astikyam, o la piena fiducia nelle dichiarazioni dei Veda. Ciò che i Veda dicono, è giusto. Nessuna discussione, astikyam,

Similmente, il dovere degli ksatriya è ‘ksatram dvijatam…’

[“Questo verso descrive la relazione di mutuo interesse tra brahmana e kshatriya. Ksatram significa “ordine reale” e dvijatvam significa “ordine brahminico”. I due sono destinati ad avere un mutuo interesse: l’ordine reale darà protezione ai brahmana perché coltivino il progresso spirituale nella società, e i brahmana daranno preziose istruzioni all’ordine reale su come lo stato e i cittadini possano gradualmente elevarsi alla perfezione spirituale”. (SB 3.21.56, spiegazione) n.d.t.]

I brahmana esamineranno se gli ksatriya stanno facendo bene il loro dovere. Proprio come Parasurama, il quale, nel vedere che gli ksatriya erano diventati dei furfanti, decise di sterminarli tutti; conoscete la storia, li uccise per ventuno volte. Alcuni ksatriya fuggirono dall'India e vennero in questa parte del mondo, nei paesi europei. Pertanto gli europei hanno un’origine ksatriya, come pure la Turchia, la Grecia e altri paesi.

È dunque compito del brahmana controllare che gli ksatriya stiano facendo bene il proprio dovere; e viceversa, è competenza del ksatriya controllare che i brahmana stiano compiendo il proprio dovere. Ma non era necessario, perché i brahmana erano così avanzati da essere di là dal controllo degli ksatriya. Un altro dovere degli ksatriya, tuttavia, era di controllare che le persone fossero educate spiritualmente. È dovere di un ksatriya, o di un re che governa un regno, controllare che i cittadini siano adeguatamente addestrati.

Ma se un re non controlla propriamente, come in alcuni stati al momento presente ... “Fai tutte le sciocchezze che vuoi, non importa, pagami le tasse e questo è tutto”. Questo non è uno stato secolare. Stato laico significa che il governo deve attentamente vigilare che tutti siano impegnati nel proprio dovere; e se non lo sono, è suo dovere controllare.
Tutti devono essere impegnati – brahmana, ksatriya, vaisya, sudra. Altrimenti, se sono disoccupati, oziosi… Un cervello inattivo sarà l'officina del diavolo. È quello che sta accadendo.

Poiché non tutti sono impegnati, hanno così creato delle macchine che fanno il lavoro di cento uomini. In realtà la disoccupazione aumenta, quindi le macchine non hanno cambiato in meglio la situazione. Hanno migliorato le tasche del capitalista ma non la condizione della massa di persone, perciò ci sono molti disoccupati. Così paesi occidentali, a causa dell'industria e dei macchinari, ora stanno producendo hippy dalle università. Migliaia di giovani, ragazzi e ragazze, sono disoccupati. Le ragazze non sono destinate a lavorare fuori, ma all'interno, e l’intera situazione è sottosopra. Perché? Perché non c'è un buon re. Questa è la causa.

Pertanto Krishna organizzò il campo di battaglia di Kuruksetra in modo che quei ladri irresponsabili, vestiti da re, fossero tutti uccisi. Questo era il piano di Krishna. Proprio come Duryodhana, benché fosse vestito da re, era un ladro. Ingannò i Pandava giocando d'azzardo: “Scommetti al gioco tua moglie, scommetti il tuo regno”. In tal modo ingannò quei devoti che erano onesti e puri; così Krishna decise che quegli imbroglioni e ladri dovevano essere uccisi. Questo era il Suo piano.

Perciò disse ‘yadricchaya copapannam svarga-dvaram apavritam’ (Bg.2.32): “Arjuna, stai esitando a combattere, ma per te è una grande opportunità, perché come ksatriya, se uccidi questi imbroglioni e ladri, otterrai un grande risultato. E anche se non li uccidi e muori, allora le porte del cielo si aprono per te”. Perché un ksatriya che muore sul campo di battaglia per la giusta causa, va in paradiso. Se conquista il nemico gode del regno, e se muore, ottiene il regno dei cieli. Ma la causa deve essere giusta.

yadricchaya copapannam
svarga-dvaram apavritam
sukhinah ksatriyah partha
labhante yuddham idrisam
(Bg. 3.32)

‘Svarga-dvaram apavritam’: per loro si aprono le porte dei pianeti celesti. ‘Yuddham’ significa lotta politica. Al giorno d'oggi, come in India, Pakistan, e Indostan, stanno sempre pianificando di combattere. Questo è politico. Quando il governo pakistano non riesce a gestire bene – nessuno sta gestendo bene, né il Pakistan né l'Indostan, ma distolgono l’attenzione con slogan religiosi: “Gli indù sono nostri nemici” “Il Pakistan è nostro nemico” – i presunti slogan nazionali.

Accade ovunque, anche qui. ‘Yasyatma-buddhih kunape tri-dhatuke’ (SB 10.84.13) [Ognuno si identifica con il corpo inerte, costituito di muco, bile, aria, pensando che la terra in cui è nato, sia degna di adorazione]. Anche qui in Europa le due guerre furono organizzate dal popolo tedesco, invidioso del popolo inglese; così queste guerre non sono giuste. No. Sono il gioco dei diplomatici, dei politici che s’impegnano in tal modo.

Quando non riescono a gestire bene le cose, coinvolgono le persone in una guerra per deviare l'attenzione; ma la guerra non è destinata a questo. Quando il re di un paese non è in grado di governare adeguatamente, allora un altro re può attaccarlo – questo è lo scopo della guerra.
“Stato ideale” significa che il re deve essere molto responsabile. Ci sono vari esempi, come quello di Yudhisthira Maharaja, che era un re virtuoso. In Bengala c'è un proverbio, ‘rajar dose raja nasto dose grihastha bhrasta’: Se il re non è virtuoso, l'intero regno è rovinato.

Similmente, se la donna di casa non è virtuosa, tutta la famiglia è corrotta. Tutti ne hanno esperienza. Il re deve essere molto onesto, devoto, religioso, perciò è detto rajarsi. Sebbene sia un re, è anche una persona santa. Così come Maharaja Yudhisthira era un re santo, rajarsi. ‘Imam rajarsayo viduh’ (Bg. 4.2). [I re santi hanno ricevuto la scienza suprema attraverso la successione dei maestri].

Siamo talvolta accusati di andare a predicare nelle zone più ricche, dove ovviamente non c'è un re; ma in realtà la Bhagavad-gita era destinata alla sezione più ricca che controllava—i re. Perché se il re è bene educato in materia spirituale, se conosce lo scopo di governare un regno, allora tutti i cittadini diventeranno spontaneamente stabili nella religione. E se il re, o il leader, è un furfante, naturalmente tutti gli altri seguiranno, diventando mascalzoni.

Pertanto nella Bhagavad-gita, quarto capitolo, è detto che prima di tutto Krishna insegnò questa filosofia al dio del sole, ‘imam vivasvate yogam proktavan aham avyayam’ (Bg. 4.1).
Ci sono due famiglie ksatriya—surya-vamsa e candra-vamsa—una famiglia proviene dal dio sole e l’altra dal dio della luna. Poiché il sole era la personalità principale nella famiglia ksatriya di surya-vamsa, egli fu il primo cui Krishna insegnò questa filosofia.

imam vivasvate yogam
proktavan aham avyayam
vivasvan manave praha
manur iksvakave 'bravit
(Bg. 4.1)

“Ho insegnato questa scienza immortale dello yoga a Vivasvan, il dio del sole, e Vivasvan l'ha insegnata a Manu, padre dell'umanità, e Manu a sua volta l'ha insegnata a Iksvaku”.

Maharaja Iksvaku fu il primo re della virtuosa dinastia in cui nacque Sri Ramacandra, e fu anche il primo che iniziò la Sua adorazione. Era solito adorare la Divinità di Rama-Sita, perciò Sri Ramacandra apparve nella sua dinastia. Quella Divinità è ancora esistente in qualche parte del sud dell'India. Era adorata nella famiglia da Maharaja Iksvaku, e anche durante il periodo in cui Ramacandra era personalmente presente. Questa Divinità era tenuta nella Sua stanza da letto.

Un certo brahmana era solito visitare Ramacandra, questo era il suo principio regolativo: solo dopo aver visto Sri Rama egli interrompeva il suo digiuno. Quando Ramacandra Si assentava dal regno per qualche giorno, il brahmana non beveva nemmeno un po’ d’acqua non potendo vedere il Suo Signore. Era talmente devoto. Così Laksmana informò il re Ramacandra: “Durante la tua assenza questo brahmana devoto non ha bevuto neppure una goccia d'acqua”. Sri Rama fu molto contento e ordinò a Laksmana di consegnare al brahmana la Divinità di famiglia, la cui adorazione era stata interrotta, dicendo: “Quando sarò assente dal regno, egli potrà adorare la Divinità”.

Se non possiamo vedere Krishna fisicamente ... Sebbene Krishna sia presente ovunque, tuttavia non abbiamo gli occhi per vederLo. Perciò l’adorazione della Divinità non è edonismo o adorazione di idoli. No. La divinità non è differente dalla Persona Suprema originale. Dio è assoluto: Lui e la Sua forma sono uguali. ‘Abhinnatvan nama-naminoh’ (Cc. Madhya 17.133). [Perché il nome di Krishna e Krishna Stesso non sono differenti]. ‘Abhinna’: perfettamente uguali.

Quando cantiamo Hare Krishna – non come un disco sul grammofono – ci stiamo associando con Krishna. ‘Abhinnatvan nama-naminoh’. Cantando il nome di Krishna, Krishna è presente sulla nostra lingua. Se non ci rendiamo conto di questo, allora siamo ancora nel periodo di nama-aparadha. Questo è nama-aparadha: considerare il nome differente dalla persona. Poiché abbiamo esperienza nel mondo materiale che il nome è diverso dalla sostanza, se vogliamo bere dell’acqua, semplicemente ripetendo “acqua, acqua, acqua”, la nostra sete non sarà soddisfatta.

Tuttavia nel mondo spirituale, il mondo assoluto, il nome e la persona sono uguali. Altrimenti, perché diamo tanta importanza al canto del nome Hare Krishna? Non siamo noi a dirlo, ma gli sastra: ‘Harer nama harer nama harer nama eva kevalam, kalau nasty eva nasty eva nasty eva gatir anyatha’ (Cc. Adi 17.21): “In questa età di Kali non c’è altro mezzo, non c’è altro mezzo, non c’è altro mezzo per la realizzazione spirituale se non il canto del santo nome, il canto del santo nome, il canto del santo nome di Sri Hari”.

Questa è l’ingiunzione degli sastra. Tuttavia, facendo lo stesso esempio, i mascalzoni dichiarano: “Qual è il beneficio di cantare? Cantando 'acqua gassata, acqua gassata', soddisferò la mia sete?” Ma questi furfanti ignorano l'ingiunzione degli sastra. In effetti, sta accadendo questo; ma sono ciechi. Come mai questi ragazzi e ragazze europei, americani, si purificano semplicemente cantando il mantra Hare Krishna? Perché? A meno che non ci sia potenza spirituale nel canto, in che modo si stanno purificando? Persino i cosiddetti induisti sono sorpresi: “In che modo questi europei e americani sono diventati dei così bravi devoti?” Perché il canto del mantra Hare Krishna ha il potere, ha la potenza.

ceto-darpana-marjanam bhava-maha-davagni-nirvapanam
sreyah-kairava-candrika-vitaranam vidya-vadhu-jiivanam
(Cc. Antya 20.12)

“Glorie al sankirtana di Sri Krishna, che spazza via dai nostri cuori tutta la polvere accumulata nel corso degli anni ed estingue il fuoco dell’esistenza condizionata con le sue nascite e morti ripetute”.

In questa formula c’è tutto. Se seguiamo il principio regolatore, l'ingiunzione di acarya e sastra, allora otteniamo il successo. Altrimenti potremmo sforzarci inutilmente, perdendo tempo. Come spiega la Bhagavad-gita, ‘yah sastra-vidhim utsrijya vartate kama-karatah’ (Bg. 16.23): “Colui che rifiuta i precetti delle Scritture per agire secondo il proprio capriccio, non raggiunge né la perfezione, né la felicità, né la destinazione suprema”.

Chi non segue il principio regolatore come citato negli sastra, ‘sastra-vidhim…’ Vidhim significa principio regolatore. ‘Yah sastra-vidhim utsrijya vartate kama-karatah’ (Bg. 16.23), e vive in modo capriccioso, come desidera, fa ciò che gli piace, come alcuni svami mascalzoni insegnano, “Oh, sì, puoi fare ciò che vuoi ...” Yato mata tato patha; “Puoi inventare il tuo principio religioso”. È ciò che sta accadendo. Ma in realtà questo non ci aiuterà.

‘Sastra-vidhim’, questo deve essere osservato. ‘Yah sastra-vidhim utsrijya vartate kama-karatah na sa siddhim avapnoti’ (Bg. 16.23). Se qualcuno viola il principio regolativo menzionato negli sastra, non otterrà mai il successo né la felicità, ‘ma sa siddhim avapnoti na sukham’. Che dire di tornare a casa da Dio, ‘na sukham na param gatim’? Marcirà in questo mondo materiale. Perciò, ‘sastra-vidhim’ è necessario.

Ed ecco lo ‘sastra-vidhim’ dal Parasara-smriti, o codici religiosi di Parasara, il grande saggio e padre di Vyasadeva – entrambi erano anime realizzate sui precetti vedici e hanno scritto molti libri. Nel Parasara-smriti è dunque detto: ‘ksatriyo hi praja raksan sastra, sastra-panih pradandayan’. Sastra-pani significa: sempre con la spada in mano per il beneficio dei prajas, i cittadini. Lo ksatriya dovrebbe essere molto forte; se cattura un ladro, dovrebbe tagliargli subito la mano. È tutto.

[“Lo ksatriya ha il dovere di proteggere i cittadini da ogni difficoltà. E al fine di mantenere l’ordine e la legge, può in alcuni casi ricorrere alla violenza. Il suo dovere è quello di sconfiggere gli eserciti nemici per instaurare nel mondo un governo basato sui princìpi religiosi”. (Bg. 2.32, spiegazione) n.d.t.]

Questo esempio impedirà a milioni di ladri di non commettere furti; semplicemente tagliando. Anche cento anni fa questo sistema era prevalente nel Kashmir. Se un ladro era arrestato con le prove di aver rubato, immediatamente il re tagliava la sua mano. È tutto, finito. Perciò, l'ingiunzione è ‘ksatriya hi praja raksan sastra-panih pradandayan’. Deve sempre essere molto severo. ‘Nirjitya para-sainyadi dharmena palayet’ (Bg. 2.32, spiegazione). Questo è il suo dharma.

Nel Manu-smriti è detto che se un assassino, un uomo che ha ucciso un altro uomo ... Ma perché un uomo? Anche chi uccide un animale è un assassino. Ma attualmente uccidere non è un reato. Stanno uccidendo ogni giorno tanti bambini nel grembo materno, assassini. È diventata un'abitudine. Stanno uccidendo migliaia di animali ogni giorno nel macello. È diventata un'abitudine. Così anche l’assassino di un essere umano, ora non è condannato a morte. Non è vero?

Significa che tutti sono peccatori: il governo e le persone sono peccaminosi. Come puoi essere felice? È il paradiso dei pazzi, un paradiso peccaminoso. Come puoi essere felice? Pertanto, nonostante tutti i tipi di educazione, il progresso scientifico, il lavaggio del cervello e tante altre cose, le persone sono infelici. Malattia, infelicità, insoddisfazione, confusione. Ciò sta accadendo perché nulla è fatto correttamente e il governo non è severo.

Ci sono molti smriti-sastra, perciò nel Manu-smriti, come ho già citato dal Parasara-smriti, è detto che se un uomo commette omicidio, allora dovrebbe essere ucciso, altrimenti nella prossima vita dovrà soffrire tante tribolazioni. Pertanto l'ordine del re di condannare a morte un assassino è una misericordia per lui; perché è salvato da tanti patimenti futuri. Il re quindi dovrebbe essere severo, non agire per compassione: “D’accordo, è un assassino, ha ucciso un uomo, ma perché dovrebbe essere ucciso?” No. Deve essere ucciso. Questa è la legge.
Nel Parasara-smriti è anche detto che lo ksatriya dovrebbe sempre seguire rigorosamente gli sastra; e appena c'è qualche discordanza deve prendere una decisione.
In passato, il giudizio era dato dal re, il quale ogni giorno sedeva, proprio come noi siamo qui seduti, per giudicare; ma in passato era molto difficile trovare un criminale, perché le seguenti quattro cose erano proibite: sesso illecito, intossicazione, gioco d'azzardo, consumo di carne. Se uno si attiene a questi quattro princìpi, è automaticamente senza peccato.

E se l'intera popolazione è senza peccato, allora, dove è la possibilità di portare a giudizio un criminale? Fu Parikshit Maharaja che per primo assegnò a Kali quattro luoghi. Quando vide che quell’uomo nero stava per uccidere una mucca nel suo regno, immediatamente impugnò la spada per ucciderlo. Così Kali cadde ai suoi piedi e disse: “Signore, anch’io sono un tuo suddito e il mio lavoro è uccidere, cosa posso fare? Devo avere un mezzo di sostentamento. Proprio come il macellaio, il cui sostentamento è uccidere animali. Anche lui deve avere un impiego, perciò il macello deve essere mantenuto”. No. Non è così.

Allora Parikshit Maharaja, che a quel tempo era l'imperatore del mondo, l'intero pianeta, disse: “Non puoi vivere nel mio regno, devi andartene”. E Kali disse: “Signore, dove potrei andare, l'intero pianeta è il tuo regno, dov'è quel luogo?” Considerando la situazione, Parikshit Maharaja disse: “Allora ti assegnerò questi quattro luoghi”. ‘Striyah suna panam dyutam yatra papas catur-vidhah’: “Dove c’è vita sessuale illecita e prostituzione, nelle case di tolleranza, e nei macelli, dove gli animali sono uccisi inutilmente, striyah suna panam; nei luoghi d’intossicazione, dove vendono liquori e dove c'è il gioco d'azzardo”.

In questo modo non riuscì a trovare un luogo dove stare. Poiché in quei giorni queste cose si notavano solo per la loro assenza, per Kali fu difficile trovare un simile luogo. Ma con l'avanzamento del Kali-yuga, ora Kali può trovare il suo posto ovunque, in qualsiasi casa, in ogni luogo. Queste cose stanno accadendo, questa è la situazione. Pertanto il sistema di civiltà umana concepito dal processo vedico è completamente diverso dalla civiltà disonesta del periodo attuale; quindi le persone non possono essere felici, non è possibile.

Allo stesso tempo, è impossibile tornare a quel tipo di civiltà, perché le persone sono troppo contaminate. Non è possibile, quindi l'unico mezzo è, come enunciato da Srì Caitanya Mahaprabhu nel Brihad Naradiya Purana: “In quest’età di Kali, era di conflitti e ipocrisia, non c’è altro modo, non c’è altro modo, non c’è altro modo per realizzarsi spiritualmente che cantare il santo nome, cantare il santo nome di Sri Hari”.

harer nama harer nama harer namaiva kevalam
kalau nasty eva nasty eva nasty eva gatir anyatha
(Cc. Adi 17.21)

Seguite questo processo, cantate il mantra Hare Krishna; perlomeno sarete purificati, capirete la situazione. E se seguite le regole e le regolazioni ... È molto semplice evitare i quattro princìpi della vita peccaminosa e cantare Hare Krishna. Allora certamente tornerete di nuovo a casa, da Dio, e sarete felice per l'eternità. Grazie mille. Hare Krishna".





Fine
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Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.






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