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 RADIO KRISHNA CENTRALE
 DOMANDE E RISPOSTE N. 29
 Supremo ignoto..
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Francis
Utente Master


Lazio


257 Messaggi

Inserito il - 29/10/2019 : 22:17:34  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Carissimo Gokula Prabhu,
potresti brevemente spiegarmi cosa si intende e come si esplica il rasa con il supremo ignoto? O meglio cosa si intende per Supremo Ignoto? Forse il Brahman??
Grazie.

RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2309 Messaggi

Inserito il - 30/10/2019 : 09:59:11  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna carissimo Francis !

Ben ritrovato e grazie della domanda, pero' non ho presente in quale punto dei libri di Srila Prabhupada si parli di Supremo Ignoto, se mi dai il riferimento preciso, andiamo ad analizzarlo...

A presto, un saluto fraterno, buona giornata, Haribol !
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Francis
Utente Master


Lazio


257 Messaggi

Inserito il - 30/10/2019 : 17:20:01  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Se ne parla nell'introduzione o prefazione al Libro di Krishna... incollo di seguito il passo...

Krishna può ricambiare perfettamente l’amore che Gli è offerto, nella forma di differenti relazioni dette rasa, o sentimenti di dolcezza, che esistono in dodici differenti forme.Si potrà amare Krishna come il supremo ignoto, il supremo maestro, il supremo amico, il supremo figlio o il supremo amante.Questi sono i cinque rasa fondamentali.Si potrà poi amare Krishna anche in modo indiretto, in al tre sette relazioni, che apparentemente differiscono dalle prime cinque.Comunque, sarà sufficiente riporre in Krishna la propria tendenza ad amare
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RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2309 Messaggi

Inserito il - 31/10/2019 : 14:01:33  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna Francis,

grazie della citazione, ho capito il punto, in quel passaggio "supremo ignoto" (con le iniziali minuscole), e' la traduzione in Italiano dell'espressione inglese "supreme unknown", che troviamo nell'edizione originale del Libro di Krishna:
Citazione:

"[...]
Krishna can perfectly reciprocate one’s loving propensities in different relationships called mellows, or rasas. Basically there are twelve loving relationships. One can love Krishna as the supreme unknown, as the supreme master, the supreme friend, the supreme child, the supreme lover. These are the five basic love rasas. One can also love Krishna indirectly in seven different relationships, which are apparently different from the five primary relationships.
All in all, however, if one simply reposes his dormant loving propensity in Krishna, then his life becomes successful.
This is not a fiction but is a fact that can be realized by practical application.
One can directly perceive the effects that love for Krishna has on his life".

Con quel termine, Srila Prabhupada si riferisce qui a coloro che sono giunti al primo livello del bhakti yoga, il servizio di devozione, quello del santa-rasa, la relazione di neutralita' verso Krishna.

Essi sanno che esiste una persona suprema, un Dio supremo, ma non sanno esattamente chi Egli sia, o comunque non Ne sono coscienti pienamente, da qui la parola "unknow": per loro il Signore e' "sconosciuto" o "ignoto" (quest'ultimo termine in Italiano, non rende ugualmente il significato, purtroppo. In Inglese, la parola "unknow" ha moltissime accezioni in piu').

In altre parole queste persone accettano una persona come suprema, e questo e' gia' sufficiente per situarli ad un livello trascendentale, al di sopra della materia, e ad iniziare una relazione con Essa. Tuttavia in altri passi Srila Prabhupada spiega, che il santa rasa e' una sorta di base di partenza per il servizio di devozione vero e proprio, il quale inizia col dasya rasa, la relazione in cui ci consideriamo servitori, di Dio.

Quando qualcuno contempla Dio, accettandoLo e riconoscendoLo come superiore a se' stesso, e' gia' molto elevato, ad un livello senza dubbio trascendentale (santa-rasa), ma la relazione vera e propria con Lui, inizia veramente quando sviluppiamo un'attitudine di servizio, quando vogliamo fare qualcosa per Lui, soddisfarLo in qualche modo (dasya-rasa). In seguito, altri livelli sempre piu' intensi di scambio sono possibili.

La relazione di neutralita' e' tipicamente visibile negli scambi tra Krishna, e le piante e gli animali di Vrindavana, puoi trovarne molti esempi nel Libro di Krishna stesso, ed e' spiegata dettagliatamente nel capitolo 35 del Nettare della Devozione (citato nel post sottostante).

Per i lettori del forum che volessero leggere i testi in questione, riporto i link alle versioni PDF visualizzabili e scaricabili gratuitamente dal sito radiokrishna.com :

1) In Italiano: Il Libro di Krishna www.radiokrishna.com/fclick/fclick.php?fid=2

2) In Italiano: Il Nettare della Devozione www.radiokrishna.com/fclick/fclick.php?fid=8

3) In Inglese: Krishna Book Volume 1 www.radiokrishna.com/fclick/fclick.php?fid=18

4) In Inglese pre-1978: Krishna Book www.radiokrishna.com/fclick/fclick.php?fid=402


Buona lettura e alla prossima, un caro saluto, Haribol !

Gokula Tulasi das

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RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2309 Messaggi

Inserito il - 31/10/2019 : 14:06:40  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
DA "IL NETTARE DELLA DEVOZIONE"

PARTE TERZA

CAPITOLO 35
IL SENTIMENTO DI AMORE NEUTRO PER DIO

"Srila Rupa Gosvami offre rispettosamente le sue preghiere a Dio, la Persona Suprema ed eterna, l’infinitamente affascinante, al Quale i puri devoti dedicano da sempre il loro servizio di amore trascendentale. Questa terza parte del Bhakti-rasamrta-sindhu descrive le cinque manifestazioni principali del servizio di devozione –la neutralita’, l’atteggiamento di servizio, l’affetto fraterno, l’affetto parentale e il sentimento amoroso. Questi cinque argomenti, descritti metaforicamente come le cinque onde del lato ovest dell’oceano nettareo della devozione, saranno analizzati in modo approfondito.
Per neutralita’ nel servizio di devozione s’intende lo stato di colui che e’ veramente capace di mantenersi al livello trascendentale. Alcuni grandi saggi hanno raggiunto questo stato col compimento di austerita’, di ascesi, e con la meditazione, che ha lo scopo di controllare i sensi. Questi saggi si chiamano generalmente yogi. Per lo piu’ sono portati a gustare la gioia spirituale che deriva dalla realizzazione impersonale della Verita’ Assoluta e ignorano quasi del tutto la felicita’ trascendentale che nasce dal contatto personale col Signore Supremo.
In realta’, questa felicita’ spirituale che accompagna il contatto con la Persona Suprema, poiche’ nasce da un’unione diretta con l’eterna forma del Signore, e’ di gran lunga superiore alla gioia che procura la realizzazione del brahman. L’impersonalista e’ incapace di percepire direttamente la felicita’ trascendentale che proviene dalla presenza del Signore attraverso l’ascolto dei Suoi divertimenti, percio’ non trae alcun piacere trascendentale dalle parole della Bhagavad-gita, in cui il Signore Si rivolge personalmente ad Arjuna. Il principio stesso su cui si basa il suo atteggiamento impersonale gli impedira’ di gustare la felicita’ trascendentale provata dal devoto, per il quale la Persona Suprema forma l’oggetto principale della realizzazione. Percio’ si dovra’ considerare senz’altro negativa l’interpretazione della Bhagavad-gita, perche’ in essa l’impersonalista ha tentato di presentare la propria interpretazione senza aver gustato la felicita’ trascendentale che quest’opera contiene. Tuttavia, se l’impersonalista avra’ l’opportunita’ di entrare in contatto con un puro devoto potra’ elevare la sua condizione spirituale. Si raccomanda dunque ai grandi saggi di adoprare il Signore nella Sua forma personale per accedere alla piu’ alta felicita’ trascendentale. Senza l’adorazione dell’arca-vigraha, la murti del Signore, nessuno puo’ penetrare il significato di Scritture come la Bhagavad-gita e lo Srimad-Bhagavatam. Questi grandi saggi situati al livello della neutralita’ spirituale devono prima di tutto prendere rifugio in Sri Visnu, il Signore Supremo, nella Sua forma eterna, dotata di quattro braccia. Si consiglia dunque agli yogi di meditare sulla forma personale di Sri Visnu come raccomanda Kapila muni nel suo insegnamento sul sankhya-yoga. Purtroppo, numerosi yogi tentano di meditare sul vuoto, ma, come insegna la Bhagavad-gita, essi non guadagnano altro che sofferenze e difficolta’, e non raggiungono nessun risultato positivo.
Quando alcuni saggi elevati, che avevano compiuto austerita’ e penitenze, videro la forma trascendentale di Sri Visnu, con le Sue quattro braccia, dissero:

“Questa forma a quattro braccia del Signore, dal colore bluastro, e’ la fonte di ogni felicita’ e il centro della nostra forza vitale. In realta’, quando insieme con numerosi altri paramahamsa contempliamo questa forma eterna di Visnu, il Signore, subiamo immediatamente il fascino della Sua bellezza.”

Questo elogio che i saggi offrono a Sri Visnu e’ un esempio dei sentimenti propri del santa-rasa, il livello di neutralita’ devozionale.
Inizialmente, coloro che aspirano alla liberazione si sforzino di liberarsi dai legami della materia con la pratica di dure austerita’, che alla fine permetteranno loro di raggiungere la realizzazione impersonale. Come la Bhagavad-gita afferma, si puo’ riconoscere colui che si e’ liberato dalla schiavitu’ materiale e ha raggiunto il livello di brahma-bhuta per il fatto che manifesta una gioia che trascende ogni desiderio e ogni sofferenza, e per il fatto che vede tutti gli esseri con occhio uguale. Il devoto stabilito nel santa-rasa, la neutralita’ del servizio devozionale, apprezza il Signore nella Sua forma di Visnu.
In realta’, lo scopo dell’intera cultura vedica e’ compresero Sri Visnu. Un mantra del Rg-veda insegna che i grani saggi aspirano sempre a fissare la loro meditazione sui piedi di loto di Visnu.
D’altra parte lo Srimad-Bhagavatam insegna che gli sciocchi ignorano che Visnu e’ il fine supremo dell’esistenza. Secondo la conclusione di tutte le Scritture vediche autentiche, colui che giunge al punto di apprezzare Visnu sta iniziando la pratica del servizio di devozione. Coltivando sempre piu’ il servizio devozionale sotto una guida sicura, altri aspetti di questo servizio si manifesteranno progressivamente agli occhi del devoto. E’ a questo livello di santa-rasa che una persona puo’ contemplare Sri Visnu, Dio, la Persona Suprema, che libera anche gli esseri demoniaci. Questo devoto in potenza vede il Signore e Lo venera come l’eterna forma spirituale, il maestro di tutte le anime realizzate, L’Anima Suprema, il Brahman Supremo, in cui la pace e’ totale, in cui il controllo di se’ e la purezza sono perfetti; Lo venera inoltre come Colui che mostra misericordia verso i devoti e non e’ mai toccato dalla contaminazione materiale.
Questa venerazione mista al timore e’ il sintomo che questi saggi sono situati al livello del santa-rasa, la neutralita’ devozionale.
L’impersonalista raggiungera’ il santa-rasa solo se beneficia della compagnia di puri devoti, e in nessun altro modo. Se dopo aver raggiunto la liberazione del brahman, l’anima liberata incontra un puro devoto di Sri Krishna, e accetta con sottomissione l’insegnamento di Krishna senza false interpretazioni, si stabilisce al livello di neutralita’ del servizio devozionale. I fratelli Kumara –Sanaka, Sanatana, Sanando e Sanat-Kumara- sono il piu’ bell’esempio di saggi situati nel santa-rasa. Questi quattro saggi, conosciuti anche col nome di Catuh-sana, sono figli di Brahma. Alla nascita ricevettero dal loro padre l’ordine di diventare padri di famiglia e accrescere la moltitudine degli uomini, ma essi rifiutarono di obbedire.
Comunicarono la loro decisione di vivere come saggi brahmacari e impegnarsi a raggiungere la perfezione, senza rimanere coinvolti nella vita famigliare. Questi grandi saggi che vivono da milioni di anni hanno conservato l’aspetto di bambini di quattro o cinque anni, sono sempre nudi e non si separano quasi mai; uno sfolgorio emana dal loro corpo che ha una carnagione chiara.
In una delle preghiere che essi rivolgono al Signore, si trovano queste parole:

“O Mukunda (Krishna, Colui che accorda la liberazione), l’aspetto impersonale della Verita’ Assoluta, il brahman, sara’ gradito al saggio solo fino al giorno in cui gli capitera’ di vedere la Tua forma eterna, piena di felicita’ e di conoscenza, il cui riflesso bluastro ricorda quello di un giovane albero tamala.”

Il Bhakti-rasamrta-sindhu accenna qui alle qualita’ della persona dotata di saggezza: il saggio e’ colui che comprende perfettamente che il solo fatto di compiere il servizio di devozione gli assicurera’ la liberazione. Egli aderisce sempre ai principi regolatori della vita devozionale, e allo stesso tempo aspira a liberarsi dai legami materiali.
Cosi’ pensa il saggio:

“Quando potro’ vivere solo nelle grotte di montagna? Quando, vestito di un semplice panno saro’ felice di nutrirmi solo con qualche frutto e un po’ di verdura? Quando mi sara’ possibile fissare sempre nella mente i piedi di loto di Mukunda, l’origine stessa dello sfolgorio del brahman? E’ infine, in questa condizione spirituale, quando potro’ capire che i miei giorni e le mie notti non sono che attimi fuggenti nell’eternita’ del tempo?”

Occupati a diffondere le glorie del Signore, il devoto e la persona che ha realizzato il suo vero se’ mantengono sempre nel cuore un amore estatico per il Signore. Percio’ si dicono saggi coloro che ricevono i benefici che conferisce loro questa luna di felicita’. L’impulso del saggio e’ quello d’impegnarsi nello studio dei Veda e soprattutto delle Upanisad. Egli vive sempre in luoghi dove non giunge il tumulto degli uomini, e mantiene sempre il pensiero sulla forma eterna di Sri Krishna. Portato ad approfondire la sua conoscenza della Verita’ Assoluta, egli si distingue sempre nella capacita’ di comunicare la conoscenza, contempla il Signore Supremo nella Sua forma universale (la visva-rupa), vive costantemente in compagnia di devoti di grande erudizione e discute con loro la conclusione dei Veda. Tutte queste qualita’ aiutano il saggio a elevarsi al livello del santa-rosa.
Il Bhakti-rasamrta-sindhu afferma che tutti coloro che si riuniscono intorno a Brahma in un rispettoso incontro col desiderio di dedicarsi allo studio delle Scritture vediche come le Upanisad diventarono pieni di amore estatico per Krishna, il capo della dinastia Yadu. In realta’, il fine dello studio delle Upanisad e’ conoscere Dio, la Persona Suprema. La negazione dell’esistenza materiale e’ solo uno dei temi trattati nelle Upanisad. Un altro tema spiega come stabilirsi al livello della realizzazione impersonale. E se dopo aver penetrato il velo del brahman impersonale, si accede al livello in cui si puo’ godere della presenza stessa di Dio, la Persona Suprema, si raggiunge allora il fine ultimo dello studio delle Upanisad.
Coloro che sono situati al livello del santa-rasa ricevono lo stimolo per progredire nel servizio di devozione respirando il profumo delle foglie di tulasi offerte ai piedi di loto del Signore, ascoltando la vibrazione della Sua conchiglia, visitando un luogo santo su qualche montagna, ammirando foreste come quelle di Vrindavana, andando in un luogo di pellegrinaggio, contemplando il corso del Gange, superando gli impulsi del corpo –mangiare, dormire, riprodursi e difendersi-, realizzando la potenza devastatrice del tempo eterno, e rimanendo costantemente in compagnia dei devoti impegnati nella coscienza di Krishna. Queste attivita’ aiutano i saggi situati nel santa-rasa ad elevarsi al piano superiore del servizio di devozione.
Lo Srimad-Bhagavatam (3.15.43) rivela che quando i quattro saggi chiamati Catuh-sana, che hanno alla loro testa Sanat-kumara, fecero visita al Signore di Vaikuntha nel mondo spirituale e si prosternarono davanti a Lui, il profumo delle foglie di tulasi miste a quello dello zafferano entro’ nelle loro narici e subito attrasse la loro mente. Sebbene questi quattro saggi fossero sempre assorti nel brahman impersonale, la presenza del Signore e il profumo delle foglie di tulasi fecero subito rizzare i peli del loro corpo. Cio’ dimostra che anche colui che e’ situato nella realizzazione del brahman si sentira’ immediatamente attratto dall’aspetto personale del Signore se ha la possibilita’ di beneficiare della presenza dei devoti impegnati nel puro servizio di devozione.
Alcuni sintomi caratterizzano i grandi saggi situati nella relazione santa-rosa del servizio di devozione: questi saggi fissano lo sguardo sull’estremita’ del naso e si comportano come gli avadhuta, gli yogi molto elevati che vanno al di la’ delle convenzioni sociali, religiose o vediche. Si distinguono inoltre per la cura che mettono nell’esprimersi con tono deciso quando si rivolgono a un uditorio. Essi accompagnano le loro parole con un gesto detto jnana-mudra, che consiste nell’unire insieme il pollice e l’indice. Non si oppongono agli atei, ne sono particolarmente favorevoli ai devoti. Mettono l’accento sulla liberazione e sul distacco dall’esistenza condizionata dalla materia. Sempre neutrali, essi non hanno alcun affetto materiale, ne’ s’identificano con qualcosa di materiale. Sempre sobri, essi concentrano tutti i loro pensieri in Dio, la Persona Suprema. Queste caratteristiche poco comuni si manifestano dunque nei devoti stabiliti nel santa-rosa.
Un passo del Bhakti-rasamrta-sindhu riferisce le parole di un devoto che vide uno yogi che meditava con lo sguardo fisso sull’estremita’ del proprio naso:

“Dal suo atteggiamento, sembra che questo grande saggio abbia gia’ realizzato in se’ l’eterna forma del Signore.”

Talvolta un devoto situato nel santa-rosa sbadiglia, si stira, insegna il servizio di devozione, si prosterna rispettosamente davanti alla forma del Signore, Gli offre belle preghiere e manifesta il desiderio di usare il suo corpo direttamente al Suo servizio. Questi sono alcuni sintomi comuni nel devoto situato nella neutralita’. Un devoto disse a un altro vedendolo sbadigliare:

“O yogi credo che nel tuo cuore ci sia un grande amore devozionale che ti fa sbadigliare.”

Talvolta puo’ succedere che un devoto stabilito nel santa-rosa cada a terra, i suoi peli si rizzino e il suo corpo tremi. Egli lascia cosi’ apparire naturalmente diversi sintomi d’estasi.
Il Bhakti-rasamrta-sindhu insegna che quando Sri Krishna ebbe soffiato nella Sua conchiglia detta Pancajanya, numerosi grandi saggi che vivevano nelle grotte di montagna trasalirono, distolti dalla loro profonda meditazione, e sentirono immediatamente i peli rizzarsi su corpo. I devoti situati nel santa-rasa sono di volta in volta stupefatti, tranquilli, gioiosi, accorti, riflessivi, ansiosi, abili o ragionatori. Questi sintomi rivelano un’estasi continua, un’emozione permanente.
Un giorno, un grande saggio, che era un’anima realizzata, si rammaricava perche’ sebbene Sri Krishna, il Signore Supremo, abitasse a Dvaraka, non aveva mai saputo approfittare della Sua presenza facendoGli visita.
A questo pensiero, il saggio fu subito colpito da stupore, realizzando che la sua meditazione era una perdita di tempo dal momento che era presente la Persona stessa del Signore.
Il livello in cui lo yogi trascende ogni forma di speculazione intellettuale e si stabilisce nel brahman e’ il livello dell’estasi che supera l’influenza del concetto materiale dell’esistenza. Raggiunto questo stadio, colui che ascolta il racconto dei divertimenti trascendentali del Signore sente talvolta brividi in tutto il corpo. Quando un devoto che ha raggiunto la realizzazione del brahman e il livello dell’estasi costane entra in contatto con l’eterna forma di Krishna, sente la sua felicita’ trascendentale accrescersi milioni di volte.
Un giorno un grande saggio chiese a un altro:

”Amico mio, pensi che dopo aver raggiunto la perfezione dello yoga in otto fasi potro’ contemplare finalmente la forma eterna di Dio, la Persona Suprema?”

Questa domanda del saggio e’ un esempio di curiosita’ in un devoto situato al livello della neutralita’ del servizio devozionale.
Quando Sri Krishna, Balarama, Suo fratello maggiore, e Subhadra, Sua sorella, saliti su un medesimo carro, andarono a Kuruksetra nell’occasione di una eclissi di sole, vi andarono anche numerosi yogi. E quando questi ultimi videro Krishna e Balarama affermarono che, avendo contemplato lo sfolgorio trascendentale che emanava dai Loro corpo, avevano quasi dimenticato la felicita’ che deriva dalla realizzazione del brahman impersonale. A questo proposito, uno degli yogi si avvicino’ a Krishna e Gli disse:

“O Signore, Tu sei sempre pieno di felicita’ assoluta, superiore a ogni altra posizione trascendentale. Cosi’, quando Ti ho visto ho compreso, nonostante la distanza che ci separava, che non mi e’ piu’ necessario essere situato nella felicita’ trascendentale del brahman impersonale.”

Un giorno un grande yogi fu distolto dalla sua meditazione dal suono della conchiglia di Krishna, Pancajanya. Egli si mise allora a battere la testa per terra, con gli occhi bagnati di lacrime di amore estatico, infrangendo cosi’ tutti i principi della pratica del suo yoga.
Quindi abbandono’ immediatamente la via che lo conduceva alla realizzazione del brahman.
Nella sua opera, il Krishna-karnamrta, Bilvamangala Thakura insegna:

“Che l’impersonalista veneri il brahman impersonale, e che continui cosi’ il suo cammino verso’ la realizzazione spirituale. Da parte mia, sebbene fossi anch’io iniziato a questa via, ne sono stato distolto da un bambino birichino e astuto, che prova per le gopi un profondo attaccamento e che ha fatto di me il Suo servitore. Ora ho completamente dimenticato la via che conduce alla realizzazione del brahman.”

Bilvamangala Thakura aveva ricevuto l’iniziazione spirituale per la realizzazione impersonale della Verita’ Assoluta, ma grazia alla compagnia di Krishna, a Vrindavana, divento’ un grande devoto. La stessa cosa capita a Sukadeva Gosvami che, purificato per la grazia del Signore, intraprese il sentiero del servizio di devozione, abbandonando quello della realizzazione impersonale. Sukadeva Gosvami e Bilvamangala Thakura, che abbandonarono la concezione impersonale della Verita’ Assoluta per adottare il servizio di devozione, sono i migliori esempi di devoti situati al livello della neutralita’. Secondo le affermazioni di autorita’ in materia, non si puo’ considerare la neutralita’ come una delle emozioni trascendentali, o rasa. Ma Srila Rupa Gosvami precisa che anche se la escludiamo dal cerchio dei rasa, dobbiamo riconoscerla come il punto di partenza del servizio di devozione. Tuttavia, colui che non ha progredito fino a compiere un vero servizio per Signore non si puo’ dire che abbia raggiunto il piano dei dolci sentimenti trascendentali. Sri Krishna istrui’ personalmente Uddhava su questo argomento nell’undicesimo Canto dello Srimad-Bhagavatam:

“E’ detto santa-rasa il livello di chi ha raggiunto la realizzazione della Mia forma personale. Senza aver prima raggiunto questo livello, nessuno puo’ progredire fino al servizio di devozione puro.”

In altre parole, nessuno potra’ elevarsi alla realizzazione dell’aspetto personale di Dio, la Persona Suprema, se non ha prima raggiunto il santa-rasa".

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Francis
Utente Master


Lazio


257 Messaggi

Inserito il - 01/11/2019 : 20:07:48  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Grazie...
Sempre esaustivo e dettagliato....
In effetti è completamente il contrario di come pensavo... Supremo Ignoto lo interpretavo un po come un qualcosa di vago e sconosciuto... tipo "c'è qualcuno o qualcosa ma non so cosa sia"... una sorta di agnosticismo.. invece no..
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