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Yukiii
Utente Medio
 
Umbria
10 Messaggi |
Inserito il - 24/06/2019 : 15:43:28
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Salve, rieccomi signori ;)
Ho dei dubbi. Leggendo la Bhagavad Gita capitolo 2 verso 14, il Signore ci invita a sopportare le percezioni dei sensi che sono come le stagioni vanno e vengono. Prendiamo per esempio il dolore (vale anche per piacere). Il dolore penso che sia varibile ci sono persone che soffrono poco e altre molto,ad esempio i malati in ospedale che affrontano qualche malattia cronica o degenerativa ecc., coma fai a chidere a loro di rimanere equanimi? E l'equanimita si raggiunge gradualmente con il progresso spirituale? Ce un un modo per applicarla ? Grazie miei fratelli per la vostra attenzione e pazienza. Haribol :)
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RKC Mayapur
Amministratore
    

Estero
2257 Messaggi |
Inserito il - 25/06/2019 : 16:49:39
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Caro Andrea, Hare Krishna,
grazie per la domanda. Con "tollerare" le gioie e i dolori materiali, che vanno e vengono come le stagioni e sono dovuti all'incontro dei sensi con la materia [tecnicamente, n.d.r.], Krishna intende in generale, DOPO che abbiamo fatto tutto il possibile, ragionevolmente, con buon senso ed intelligenza, per evitare i dolori, e per avere una sufficiente felicita' di base per quanto ci compete, per quanto ci e' dato, secondo la nostra posizione sociale, familiare ecc.
Questo allo scopo di rimanere in un certo equilibrio, felicemente situati nel processo della coscienza di Krishna, anche mentre siamo in questo corpo materiale, il quale inevitabilmente subisce le tre forme di sofferenza:
1) Adhyatmika klesa - Sofferenza dovuta al proprio corpo o alla propria mente. 2) Adibhautika klesa - Sofferenza dovuta agli altri esseri viventi. 3) Adidhaivika klesa - Sofferenza dovuta ad autorita' superiori (all'uomo).
Di queste influenze abbiamo gia' parlato diverse volte sul forum, per esempio in questa discussione che presenta anche gli elementi hlada-kari e tapa-kari, di felicita' e di sofferenza rispettivamente. Ti invito a leggerla per chiarire meglio qualsiasi dubbio in proposito:
https://padasevanam.mediarama.com/rkcforum/forum/topic.asp?TOPIC_ID=1110
In tale ambito, mentre progrediamo grazie al processo del bhakti yoga, ci sara' sempre piu' facile rimanere indisturbati dalle sofferenze materiali, e vederle come un qualcosa di esterno, non influente su noi stessi quali anime spirituali, di base sempre felici, in realta', per nostra stessa costituzione (sat-cit-ananda).
Quindi non e' che le sofferenze non colpiscano piu' il nostro corpo, per il fatto di impegnarsi nel servizio di devozione al Signore, ma sara' la nostra consapevolezza spirituale a renderle meno incisive, per aver sviluppato una coscienza superiore.
Fermo restando, che tutta la creazione materiale e' un luogo di sofferenza, in generale, come afferma Krishna Stesso dicendo: "Tutti i pianeti del mondo materiale, dal più alto al più basso, sono luoghi di sofferenza dove nascita e morte si susseguono. Ma colui che raggiunge la Mia dimora, o figlio di Kunti, non rinasce più". [Bhagavad Gita 8.16]
Non ci aspettiamo percio', che qualche tipo di stabilita' o di felicita' durature possano essere raggiunte veramente, mentre viviamo in questo corpo e in questo mondo, entrambi temporanei e imperfetti, cerchiamo piuttosto di tollerare le avversita', la sofferenza e i rovesci della vita con pazienza, sapendo di stare comunque facendo la cosa migliore: tornare a Dio, nella nostra dimora originale, tramite il processo del bhakti yoga. E questo ci consola.
I grandi puri devoti molto avanzati, non percepiscono proprio le sofferenze, in realta', essendo sempre situati nella trascendenza e con tutti i pensieri rivolti a Krishna, pienamente impegnati nel servizio di devozione a Lui, ma poiche' noi non siamo a quel livello di realizzazione e coscienza, possiamo ancora essere disturbati in qualche modo, ed e' inoltre nostro dovere, salvaguardare il corpo dalle malattie, da attacchi, incidenti e da altri possibili problemi, quindi facciamo tutto quello che e' necessario per mantenerci in buon equilibrio psicofisico, allo scopo di dedicarci alla vita spirituale con serenita', per quanto possibile.
E' ovvio infine, che non si possano applicare le parole di Krishna che tu citi, cosi' alla lettera, in un contesto estremo come quello di un ospedale dove tutti soffrono per qualcosa, contingentemente.
In generale soffriamo per le reazioni del nostro karma, ma cio' non toglie che dovremmo prendere misure e precauzioni per proteggerci e rimanere in buona salute, per quanto ci e' dato, curandoci, prevenendo possibili malattie ecc. ecc.
Se nonostante tutto, siamo soggetti a qualche sofferenza, grande o piccola che sia, non ci rimane che tollerarla, con la consapevolezza di stare subendo le reazioni di qualche nostra attivita' precedente.
A questo proposito c'e' una bella spiegazione di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, nel commento al verso 10.4.27 dello Srimad Bhagavatam:
TRADUZIONE "Le persone che hanno una visione che porta a fare differenziazioni sono imbevute di caratteristiche materiali: lamento, gioia, invidia, avidità, illusione e pazzia. Influenzati dalla causa immediata, si affannano a combatterla, mentre non hanno la minima conoscenza della causa remota, della causa suprema, la Persona di Dio".
SPIEGAZIONE "Krishna è la causa di tutte le cause (sarva-karana-karanam), ma chi non è collegato con Krishna si lascia turbare dalle cause immediate, e non può modificare la sua visione separatista o differenziata.
Quando un medico esperto cura un paziente, cerca di scoprire la causa originaria della malattia, e non si lascia distrarre dai sintomi di questa causa originaria.
Similmente, un devoto non è mai turbato dalle difficoltà della vita. Tat te ’nukampam susamiksamanah (S.B. 10.14.8).
Il devoto capisce che quando si trova a dover soffrire, ciò accade a causa delle azioni sbagliate commesse in passato; esse stanno portando ora i loro frutti, anche se per grazia di Dio, la Persona Suprema, si tratta solo di reazioni molto lievi.
Karmani nirdahati kintu ca bhakti-bhajam (Brahma-samhita 5.54). Quando un devoto che è protetto da Dio, la Persona Suprema, soffre a causa di qualche azione sbagliata commessa in passato, soffre in misura molto ridotta, per grazia del Signore.
Sebbene la malattia del devoto sia dovuta talvolta a errori commessi nel passato, egli accetta di soffrire e tollerare il dolore, e si affida completamente a Dio, la Persona Suprema. Così non è mai turbato dalle condizioni materiali, dal lamento, dalla gioia, dalla paura e così via.
Un devoto vede ogni cosa collegata con Dio, la Persona Suprema".
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Come vediamo, chi e' impegnato nel processo del bhakti yoga non e' colpito piu' di tanto dalle sofferenze, che sono comunque gia' automaticamente ridotte al minimo, per la grazia di Krishna, Dio, la persona suprema.
Continuando la lettura dei libri di Srila Prabhupada, tutti questi aspetti saranno ulteriormente chiariti nel dettaglio.
Buon proseguimento e alla prossima, un caro saluto, Haribol !
Gokula Tulasi das (RKC Mayapur)
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Yukiii
Utente Medio
 
Umbria
10 Messaggi |
Inserito il - 26/06/2019 : 10:11:58
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Grazie,Gokula per la risposta è da leggere più volte. Quindi diciamo che all'inizio bisogna avere pazienza con questa dualità, poi sviluppando la nostra coscienza con la pratica spirituale raggiungeremo l'equanimita. Ho capito bene?
Si,so di grandi anime che non percepiscono più la dualità,e anzi si caricano del karma dei propri discepoli.
Ho un altra domanda, quando un devoto pensa sempre a Dio che significa? Ogni secondo pensa a Lui? E che contenuti pensa di Lui? Ti chiedo perdono per tutte queste domande. Grazie ancora Haribol, Hare Krsna.
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RKC Mayapur
Amministratore
    

Estero
2257 Messaggi |
Inserito il - 26/06/2019 : 14:06:40
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Hare Krishna Andrea,
non ti preoccupare, all'inizio e' del tutto normale avere moltissime domande, e' il segno che stiamo acquisendo ulteriore conoscenza spirituale e questo e' sempre favorevole.
Srila Prabhupada ha scritto piu' di 80 libri, per soddisfare completamente la nostra sete di conoscenza della scienza trascendentale di Dio: leggendoli ripetutamente, tutto diventera' chiaro nel corso del tempo, specie se ci impegniamo seriamente nel processo della coscienza di Krishna, descritto per esempio a questa pagina (cito il link a beneficio dei lettori del forum):
www.radiokrishna.com/bhaktiyoga.htm
Per rispondere alla tua prima domanda, in realta' bisognerebbe avere pazienza sempre, anche se non raggiungessimo mai, la completa equanimita' in ogni situazione, e anche se non diventassimo mai, devoti puri ed elevati, cosa che del resto non ci aspettiamo, ne' ricerchiamo particolarmente.
Infatti, ci basta diventare i servitori (o aspiranti tali), del puro ed elevato devoto, Srila Prabhupada, per tornare a Vaikuntha, il mondo spirituale, nonostante la nostra condizione neofita e imperfetta. Cio' e' garantito a chiunque segua seriamente il processo della coscienza di Krishna da lui stabilito, cioe' formalmente, recitando almeno 16 giri di japa al giorno e seguendo i 4 principi regolatori (e' tutto spiegato nella pagina summenzionata).
Indipendentemente dal livello di coscienza da cui partiamo, e da quello che riusciremo a raggiungere, il successo e' comunque garantito, al momento di lasciare il corpo, per intercessione del maestro spirituale, Srila Prabhupada, e per la misericordia di Krishna, Dio, la persona suprema il Quale, vedendo il nostro sforzo sincero, anche all'ultimo momento ci purifichera' quanto necessario per tornare da Lui, nonostante le nostre possibili mancanze.
Questo e' uno dei tanti, grandissimi vantaggi di seguire un maestro spirituale autentico, una particolare misericordia del Signore: chi e' dotato di sufficiente intelligenza, certamente cerchera' di avvantaggiarsene.
Per rispondere infine alla seconda domanda, molto favorevole perche' denota il tuo buon desiderio di pensare sempre a Krishna, come fanno i grandi e puri devoti (complimenti, bravissimo), possiamo dire che analogamente a quanto sopra, non e' necessario (ne' fattibile piu' di tanto, del resto) sforzarsi artificialmente di raggiungere uno stato di completo assorbimento di tutti i pensieri in Dio, cosa che sarebbe certamente auspicabile, ma che tecnicamente e' impossibile da ottenere, in pratica, specie nelle condizioni in cui viviamo oggi.
Semplicemente facciamo del nostro meglio per applicare con intelligenza e buon senso il processo del bhakti yoga nella nostra vita quotidiana, inserendovi le attivita' prescritte ed evitando quelle sconsigliate, continuiamo la recita e il canto del mantra Hare Krishna e lo studio e la lettura dei libri di Srila Prabhupada, e automaticamente, senza sforzi separati, otterremo tutto cio' che e' necessario per avanzare in coscienza di Krishna.
In altre parole non ha importanza preoccuparsi troppo di mantenere il pensiero sempre su Krishna, cosa che avverra' comunque, gradualmente, nel corso del tempo, grazie alla stessa pratica della bhakti.
Ma se uno volesse concentrarsi il piu' possibile, avendo il tempo e il modo di farlo durante la giornata, si possono testare piu' metodi e risorse per ottenere il miglior risultato per noi (per ognuno puo' essere differente): oltre alle pratiche giornaliere di base, 16 giri di Japa ed almeno un'ora di studio dei libri di Srila Prabhupada, potremmo ascoltare sue lezioni o conferenze, o altri libri come lo Srimad Bhagavatam o il Libro di Krishna, per esempio tramite audio-lettura automatica.
Esistono infatti dei software per computer e delle app per cellulari che tramite un motore e delle voci di sintesi, possono "leggere" del testo, ormai quasi come un essere umano. Oppure possiamo scaricare un programma radiofonico di RKC, o ascoltare bhajan o kirtan, canzoni devozionali offerti a Krishna, o ancora, impegnarci nell'adorare delle murti, le forme di Dio e dei Suoi compagni, come viene fatto nei templi, o cucinare del buon cibo da offrirGli (diventera' quindi prasadam, una Sua "misericordia"), o ancora, possiamo distribuire libri, o parlare di Krishna ad altre persone, diffondere gli insegnamenti del maestro per aiutare chi sia interessato, ad avanzare spiritualmente ed a comprendere la propria relazione con Lui...
Sono tantissime le attivita' che possono soddisfare Krishna e Srila Prabhupada, scegliendo quelle a noi piu' confacenti, inserendole nella nostra vita per quanto possibile, oltre a svolgere le pratiche di base, ci rendera' felici e ben situati in coscienza di Krishna, e in grado di pensare sempre a Lui o almeno, di fare tutto per Lui, in generale. Una vita cosi' dedicata, in un modo o nell'altro, in base alla nostra situazione familiare/sociale ecc., permette di pensare sempre a Krishna e di diventare, gradualmente, sempre piu' coscienti di Krishna e concentrati su di Lui.
Buona pratica e alla prossima, un caro saluto, Haribol !
Gokula Tulasi das (RKC Mayapur)
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Yukiii
Utente Medio
 
Umbria
10 Messaggi |
Inserito il - 26/06/2019 : 16:41:22
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Grazie per la risposta... ok è tutto più chiaro ora. Ci sentiamo presto perchè ho ancora una domanda da porti, mi piacerebbe ancora sentire il tuo parere. Buon proseguimento a tutti, Hare Krisna.  |
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