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Orlando
Utente Medio
Sicilia
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Inserito il - 28/02/2017 : 12:09:49
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Hare Krishna!
Vorrei cortesemente sapere i motivi per cui Krishna ordinò a Shiva(sotto la forma del filosofo Sri Shankara) di predicare la filosofia impersonalista
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RKC Mayapur
Amministratore
Estero
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Inserito il - 04/03/2017 : 06:53:07
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Caro Orlando, Hare Krishna, ben ritrovato sul forum di RKC e grazie per la domanda.
E' alquanto difficile conoscere i pensieri e le motivazioni del Signore, in linea di massima l'importante e' sapere che Egli agisce sempre con l'intento di dare il maggior beneficio a tutti gli esseri viventi: infatti, perfino quando uccide i demoni, essi sono immediatamente liberati.
Non ci si puo' aspettare, quindi, di comprendere a fondo tutte i motivi delle attivita' di Krishna, informazioni completamente trascendentali, a cui neppure grandi saggi, puri devoti e perfino Suoi compagni eterni, hanno accesso facilmente.
Tuttavia, un accenno alle ragioni principali per cui il Signore chiese a Siva di apparire sulla Terra come Sankaracarya e di predicare la filosofia impersonalista, e' presente in alcune spiegazioni di Sua Divina Grazia Bhaktivedanta Svami Prabhupada, per esempio ai seguenti versi, citati nei post successivi:
1) Srimad Bhagavatam 1.3.24 2) Srimad Bhagavatam 3.4.20 3) Srimad Bhagavatam 4.24.17 4) Caitanya Caritamrita - Madhya Lila 6.169-182 5) Caitanya Caritamrita - Madhya Lila 7.121-133 6) Caitanya Caritamrita - Madhya Lila 25.41-43 7) Caitanya Caritamrita - Madhya Lila 25.91
Ti invito a leggerli per una comprensione di base dell'argomento.
Buon proseguimento in coscienza di Krishna e un caro saluto, Haribol !
Gokula Tulasi das (RKC Mayapur)
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RKC Mayapur
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Estero
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Inserito il - 04/03/2017 : 06:59:24
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Srimad Bhagavatam - Canto 1 - Capitolo 3
VERSO 24
tatah kalau sampravritte sammohaya sura-dvisam buddho namnanjana-sutah kikatesu bhavisyati
TRADUZIONE
Poi, all’inizio dell’eta’ di Kali, il Signore apparira’ nella forma di Buddha, il figlio di Anjana, nel distretto di Gaya, al solo scopo di confondere coloro che invidiano i fedeli teisti.
SPIEGAZIONE di Sua Divina Grazia Bhaktivedanta Svami Prabhupada
"Buddha, potente avatara, apparve nel distretto di Gaya (Bihar) come figlio di Anjana. Egli diffuse una sua interpretazione del concetto di non-violenza e rinnego’ perfino i sacrifici di animali autorizzati dai Veda. All’epoca del suo avvento, l’intera umanita’ era caduta nell’ateismo e mostrava un desiderio smodato per il consumo di carne animale. Col pretesto di compiere sacrifici vedici, ogni casa si era praticamente trasformata in un mattatoio, dove si dava via libera all’uccisione di animali. Mosso da pieta’ per le povere bestie, Buddha inizio’ a predicare la non-violenza. Predico’ di non prestar fede alla norma vedica e insistette sui nefasti effetti psicologici a cui si va incontro abbattendo gli animali. Gli uomini del kali-yuga, poco intelligenti e privi di fede in Dio, aderirono allora ai suoi principi e intrapresero cosi’ la via della disciplina morale e della non-violenza, le due tappe preliminari a ogni progresso nella realizzazione di Dio. Egli inganno’ in questo modo gli atei, che si rifiutavano di credere in Dio, ma avevano una fede assoluta in lui, il quale non era altri che una manifestazione di Dio. I miscredenti cedettero dunque in Dio nella forma di Buddha. Questa fu la sua misericordia: egli fece in modo che gli infedeli credessero in lui.
Prima dell’avvento di Buddha predominava l’uso di abbattere gli animali col pretesto di compiere sacrifici vedici. Quando si avvicinano i Veda senza la guida della successione di maestri spirituali autentici, e’ facile lasciarsi confondere dal linguaggio fiorito di questo immenso sapere. La Bhagavad-gita sostiene che questi lettori cosi’ sfortunati vengono inevitabilmente deviati perche’ non ricevono la conoscenza dei Veda dalle fonti spirituali autentiche della successione dei maestri. In realta’, essi non sanno vedere al di la’ dei sacrifici rituali, percio’ la Bhagavad-gita afferma che la loro conoscenza non va’ in profondita’. Secondo la Bhagavad-gita (15.15) tutta la conoscenza contenuta nei Veda e’ destinata a elevarci gradualmente fino al Signore Supremo (vedais ca sarvair aham eva vedyah). Tutti i Testi vedici mirano alla conoscenza del Signore Supremo, dell’anima individuale, dell’ordine universale e della relazione tra questi diversi elementi. Una volta conosciuta questa relazione si comincia ad agire di conseguenza e come risultato si ottiene molto facilmente il fine dell’esistenza, il ritorno a Dio. Sfortunatamente, chi possiede una falsa erudizione sui Veda si lascia affascinare solo dai riti purificatori e il suo progresso spirituale viene ostacolato.
Buddha venne per condurre verso il teismo tutti questi empi, deviati dall’ateismo. Percio’ egli volle dapprima mettere fine al vizio di massacrare le bestie. Coloro che uccidono gli animali rappresentano infatti elementi pericolosi sulla via del ritorno a Dio. Ci sono due categorie di persone che uccidono gli animali: quelli che massacrano le bestie propriamente dette, e quelle che hanno perduto la propria identita’ spirituale, perche’ talvolta l’anima e’ anche detta “l’animale”, o l’essere vivente. Maharaja Pariksit affermava che l’assassino di animali e’ l’unico che non puo’ gustare il messaggio trascendentale del Signore Supremo. Percio’, se gli uomini vogliono incamminarsi sul sentiero del ritorno a Dio, devono innanzi tutto mettere fine a ogni uccisione di animali, sotto l’una o l’altra delle due forme.
E’ assurdo credere che l’uccisione di animali non freni la realizzazione spirituale. Con l’eta’ di Kali e’ sorto un gran numero di pretesi sannyasi che diffondono quest’idea pericolosa e incoraggiano, col pretesto della legge vedica, l’abbattimento degli animali. La questione e’ gia’ stata discussa durante una conversazione tra Sri Caitanya e Maulana Chand Kadi Saheb: i sacrifici di animali raccomandati dai Veda non hanno niente a che vedere col massacro di bestie innocenti nei mattatoi. Ma gli asura, falsi eruditi dei Veda, insistevano con accanimento su quet’aspetto dei sacrifici animali, percio’ Buddha dovette fingere di rinnegare l’autorita’ dei Testi sacri. Egli agi’ cosi’ per strappare gli uomini al vizio di uccidere gli animali e per proteggere le povere bestie dal massacro che riservavano loro i “fratelli maggiori”, che solo a parole si dicono desiderosi di fraternita’, pace, giustizia e uguaglianza universale. Non c’e’ giustizia quando permettiamo l’uccisione di bestie innocenti. Buddha volle dunque porre un termine definitivo a tutta questa carneficina, e il suo culto dell’ahimsa fu diffuso a questo scopo non solo in India ma anche fuori dal continente.
Si puo’ dire, da un punto di vista specifico, che la filosofia di Buddha sia una forma di ateismo, perche’ non riconosce il Signore Supremo e rinnega l’autorita’ dei Veda. Ma non si tratta che di una strategia usata dal Signore. Buddha, come manifestazione di Dio, e’ l’autore originale della conoscenza vedica. Egli non puo’ quindi rifiutare questa conoscenza. Se finge di farlo e’ solo perche’ i sura-dvisa, i demoni che invidiano sempre i devoti del Signore, tentavano di giustificare l’abbattimento della mucca o degli animali in generale appellandosi ai Testi vedici (come fanno ancora alcuni sannyasi “alla moda”). E’ per questa ragione soltanto che Buddha rifiuto’ l’autorita’ delle Scritture vediche. Il suo comportamento e’ pura strategia e non poteva essere diversamente, altrimenti non sarebbe stato riconosciuto come l’avatara annunciato dalle Scritture stesse. E il potente Jayadeva, un acarya vaisnava, non l’avrebbe glorificato nei suoi inni sublimi. Buddha riprese l’insegnamento dei principi basilari dei Veda secondo le esigenze del tempo (come fara’ piu’ tardi anche Sankaracarya) al fine di ristabilire l’autorita’ dei Veda.
Sia l’avatara Buddha che Sankaracarya spianarono nuovamente la via al teismo, e gli acarya vaisnava che vennero in seguito, specialmente Sri Caitanya Mahaprabhu, che era il Signore stesso, diressero gli uomini su questa via, guidandoli a realizzare Dio e ritornare a Lui.
Noi consideriamo positivo l’interesse della gente per il movimento non violento di Buddha, ma sara’ preso cosi’ seriamente da far chiudere tutti i mattatoi? Altrimenti, che senso ha il culto dell’ahimsa? Lo Srimad-Bhagavatam fu compilato proprio prima dell’inizio del kali-yuga, circa 5 000 anni fa, mentre Buddha apparve circa 2 600 anni fa. Lo Srimad-Bhagavatam aveva dunque predetto la venuta di Buddha. Cio’ dimostra il valore di questo Testo, ricco anche di numerose altre profezie che si vanno realizzando tutte, una dopo l’altra. Cio’ contribuisce a convalidare il carattere assoluto dello Srimad-Bhagavatam, dove non c’e’ traccia di errore, d’illusione, d’inganno o imperfezione, che sono le quattro debolezze proprie di ogni anima condizionata. Le anime liberate si trovano al di la’ di queste imperfezioni e possono cosi’ vedere e predire avvenimenti futuri, anche molto lontani.
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RKC Mayapur
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Inserito il - 04/03/2017 : 07:04:43
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Srimad Bhagavatam - Canto 3 - Capitolo 4
VERSO 20 sa evam aradhita-pada-tirthad adhita-tattvatma-vibodha-margah pranamya padau parivrtya devam ihagato ’ham virahaturatma
TRADUZIONE
[Uddhava disse, ndr] Ho studiato la via della conoscenza del sé presso il mio maestro spirituale, il Signore Supremo, e dopo aver girato intorno a Lui in segno di rispetto sono venuto in questo luogo, profondamente addolorato di essere separato da Lui.
SPIEGAZIONE di Sua Divina Grazia Bhaktivedanta Svami Prabhupada
La vita stessa di Sri Uddhava è l’applicazione diretta del catuh-sloki-Bhagavatam così come fu enunciato per la prima volta a Brahmaji dal Signore Supremo. Questi quattro versi principali dello Srimad-Bhagavatam sono particolarmente cari ai filosofi mayavadi, che li interpretano a modo loro, adattandoli alla loro visione monistica impersonale. Ma qui troviamo la giusta risposta a questi speculatori non autorizzati.
I versi dello Srimad-Bhagavatam appartengono alla più pura scienza teistica, che può essere compresa da coloro che hanno già assimilato la Bhagavad-gita. Gli aridi speculatori intellettuali offendono i piedi di loto del Signore, Sri Krishna, poiché deformano il messaggio della Bhagavad-gita e dello Srimad-Bhagavatam, e sviando così la gente si aprono la strada diretta verso l’inferno conosciuto come Andhatamisra. Come conferma la Bhagavad-gita (16.20), questi speculatori invidiosi sono privi di conoscenza e certamente vanno verso un triste destino, vita dopo vita.
Essi cercano inutilmente rifugio in Sripada Sankaracarya, ma questi non fu mai così drastico da commettere un’offesa ai piedi di loto di Sri Krishna.
Secondo Sri Caitanya Mahaprabhu, che è il Signore in persona, Sripada Sankaracarya predicò la filosofia mayavada con uno scopo ben preciso. Questa filosofia, infatti, era necessaria per vincere la filosofia buddista, che negava l’esistenza dell’anima spirituale, ma non era destinata a durare eternamente. Si trattava piuttosto di una misura di emergenza.
Del resto Sankaracarya ha riconosciuto Sri Krishna come Signore Supremo nel suo commento sulla Bhagavad-gita. Poiché era lui stesso un grande devoto di Sri Krishna, non osò scrivere alcun commento sullo Srimad-Bhagavatam, proprio per non commettere offese ai piedi di loto del Signore. Ma in seguito alcuni speculatori, in nome della filosofia mayavada, scrissero inutili commenti sul catuh-sloki-Bhagavatam senza alcuna intenzione sincera.
Gli aridi speculatori monisti non devono occuparsi dello Srimad-Bhagavatam perché l’autore stesso di questa particolare opera vedica lo vieta. Infatti, Srila Vyasadeva ha esplicitamente proibito alle persone impegnate nel compimento di atti pii, nell’accumulo di ricchezze, nella gratificazione dei sensi e anche, in ultima analisi, nella ricerca della liberazione, di tentare di capire lo Srimad-Bhagavatam, che non è destinato a loro. Sripada Sridhara Svami, il grande commentatore dello Srimad-Bhagavatam, ha esplicitamente proibito a coloro che cercano la liberazione e ai monisti di occuparsi dello Srimad-Bhagavatam, perché quest’opera non è fatta per loro. Eppure queste persone non autorizzate cercano in modo perverso di capire lo Srimad-Bhagavatam commettendo così offese ai piedi di loto del Signore, cosa che nemmeno Sripada Sankaracarya osò fare. Così si preparano a continuare la loro miserabile esistenza.
Notiamo qui che Uddhava ricevette il catuh-sloki-Bhagavatam, l’insegnamento che in passato era stato enunciato a Brahmaji, direttamente dal Signore, ma questa volta il Signore enunciò in modo ancora più approfondito la conoscenza spirituale definita con le parole paramam sthitim. Ricevendo questa conoscenza del sé, fonte di amore, Uddhava si sentì sopraffatto dal dolore per la separazione dal Signore. Se non ci si risveglia alla realizzazione di Uddhava —e non si sente continuamente il dolore di essere separato dal Signore in un sentimento di amore trascendentale, come mostrò anche Sri Caitanya— , non si può capire il vero significato dei quattro versi essenziali dello Srimad-Bhagavatam. Non bisogna dunque commettere l’errore di alterarne il messaggio e situarsi così sul pericoloso sentiero dell’offesa.
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RKC Mayapur
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Inserito il - 04/03/2017 : 07:10:24
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Srimad Bhagavatam - Canto 4 - Capitolo 24
VERSO 17 sangamah khalu viprarse siveneha saririnam durlabho munayo dadhyur asangad yam ahbipsitam
TRADUZIONE
O migliore tra i brahmana, è molto difficile per gli esseri individuali imprigionati in questo corpo materiale avere un contatto personale con Siva. Nemmeno i grandi saggi che sono liberi dagli attaccamenti materiali entrano in contatto con lui, sebbene siano sempre assorti nella meditazione per ottenere la sua compagnia personale.
SPIEGAZIONE di Sua Divina Grazia Bhaktivedanta Svami Prabhupada
Siva non si manifesta, a meno che non sia per qualche ragione speciale; perciò è molto difficile per una persona comune incontrarlo. Siva discende in occasioni speciali, su ordine di Dio, la Persona suprema. A questo proposito, è affermato nel Padma-Purana che Siva apparve come un brahmana nell’era di Kali per predicare la filosofia mayavada, che è soltanto un’altro genere di filosofia buddista. Il Padma-Purana afferma:
mayavadam asac-chastram pracchannam bauddham ucyate mayaiva vihitam devi kalau brahmana-murtina
Siva, parlando a Parvati devi, predisse che avrebbe diffuso la filosofia mayavada sotto le spoglie di un sannyasi brahmana allo scopo di sradicare la filosofia buddista. Questo sannyasi era sripada Sankaracarya. Per eliminare le conseguenze della filosofia buddista e diffondere la filosofia del Vedanta, sripada Sankaracarya dovette fare un compromesso con la filosofia buddista; predicò quindi la filosofia del monismo, secondo l’esigenza del momento.
Altrimenti non ci sarebbe stato bisogno per lui di predicare la filosofia mayavada. Oggi non esiste più la necessità della filosofia mayavada o di quella buddista, perciò Sri Caitanya le respinse entrambe. Il Movimento per la Coscienza di Krishna sta diffondendo la filosofia di Sri Caitanya e rifiuta entrambe le filosofie dei mayavadi.
In realtà, sia la filosofia buddista sia la filosofia di sankara non sono che due differenti forme di filosofia mayavada, che trattano argomenti limitati al piano dell’esistenza materiale. Né l’una né l’altra filosofia ha un significato spirituale. Il significato spirituale può essere trovato solo se si accetta la filosofia della Bhagavad-gita, che culmina nella sottomissione a Dio, la Persona suprema. In generale, la gente adora Siva per ottenere qualche beneficio materiale, e sebbene non sia possibile vederlo personalmente, si può derivare un grande profitto materiale da questa adorazione.
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RKC Mayapur
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Inserito il - 04/03/2017 : 07:20:11
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[N.B. Dell'ultimo testo, la Sri Caitanya Caritamrita - Madhya lila, cito soltanto una breve spiegazione, puoi leggere o scaricare l'intero libro da qui: www.radiokrishna.com/fclick/fclick.php?fid=213 ]
Sri Caitanya Caritamrita - Madhya Lila - Capitolo 6
VERSO 178 bhagavan—‘sambandhà, bhakti—‘abhidheyà haya prema—‘prayojanà, vede tina-vastu kaya
TRADUZIONE [Sri Caitanya Mahaprabhu continuò:] "Dio, la Persona Suprema, è il punto centrale di tutte le relazioni, agire nel servizio devozionale è la vera occupazione dell'anima individuale, e raggiungere l'amore per Dio è il fine supremo della vita. Le Scritture vediche trattano questi tre argomenti.
SPIEGAZIONE Anche la Bhagavad-gita conferma quest'affermazione (B.g., 15.15), vedais ca sarvair aham eva vedyah: il vero scopo dello studio dei Veda è quello di apprendere il modo di diventare un devoto del Signore Supremo. Il Signore consiglia personalmente, man-mana bhava mad-bhakto mad-yaji mam namaskuru (B.g., 9.34). Perciò, dopo aver studiato i Veda, bisogna dedicarsi al servizio devozionale pensando sempre al Signore Supremo (man-mana), diventando Suo devoto, adorandoLo e offrendoGLi sempre i nostri omaggi. Questo comportamento è definito visnu-aradhana e costituisce il supremo dovere prescritto di tutti gli esseri umani. Questo dovere è adeguatamente compiuto col metodo del varnasrama-dharma che divide la società in brahmacarya, grhastha, vanaprastha, sannyasa, e brahmana, ksatriya, vaisya e sudra. Questo è l'intero schema della civiltà vedica. Questa istituzione, tuttavia, è molto difficile da realizzare in quest'epoca; Sri Caitanya Mahaprabhu consiglia quindi di non preoccuparsi eccessivamente del sistema vedico del varnasrama-dharma, ma piuttosto d'impegnarsi direttamente nel canto del mantra Hare Krishna e nell'ascolto di ciò che riguarda Dio, la Persona Suprema, attraverso le parole dei puri devoti. Questo è il metodo raccomandato da Sri Caitanya Mahaprabhu ed è anche lo scopo dello studio dei Veda.
VERSO 179 ara ye ye-kichu kahe, sakala-i kalpana svatah-pramana veda-vakye kalpena laksana
TRADUZIONE "Chi cerca di spiegare le Scritture vediche in modi differenti sta soltanto lavorando di fantasia. Qualsiasi interpretazione della versione vedica, di per sè stessa evidente, è soltanto frutto dell'immaginazione.
SPIEGAZIONE Quando un'anima condizionata si è purificata è definita un devoto. Il devoto ha una relazione solo con Dio, la Persona Suprema, e l'unica sua occupazione consiste nel compiere il servizio devozionale per la soddisfazione del Signore. Questo servizio viene reso attraverso il rappresentante del Signore, il maestro spirituale: yasya deve para bhaktir yatha deve tatha gurau. Quando il devoto compie in modo adeguato il servizio devozionale, raggiunge la più alta perfezione della vita, l'amore per Dio: sa vai pumsam paro dharmo yato bhaktir adhoksaje. Lo scopo supremo dello studio dei Veda consiste nell'elevarsi al livello del servizio d'amore al Signore. I filosofi mayavadi, invece, considerano il punto centrale di ogni relazione il Brahman impersonale, pensando che la funzione dell'essere individuale sia il raggiungimento della conoscenza del Brahman, che ha come risultato il distacco dall'attività materiale, e che il fine supremo della vita sia la liberazione, cioè il fondersi nell'esistenza del Supremo. Tutte queste considerazioni scaturiscono invece dalla fantasia dell'essere condizionato e non fanno altro che opporlo alle attività materiali. Bisogna sempre ricordare che tutte le Scritture vediche contengono in sè stesse l'evidenza. Nessuno è autorizzato a interpretare i versi dei Veda. Chi lo fa si abbandona soltanto all'immaginazione, il che è privo di valore.
VERSO 180 acaryera dosa nahi, isvara-ajna haila ataeva kalpana karì nastika-sastra kaila
TRADUZIONE "In realtà Sankaracarya non ha colpa. Egli ha soltanto eseguito l'ordine di Dio, la Persona Suprema. Doveva elaborare un'interpretazione, perciò ha presentato un genere di Scrittura vedica che è piena di ateismo.
VERSO 181 svagamaih kalpitais tvam ca janan mad-vimukhan kuru mam ca gopaya yena syat srstir esottarottara
TRADUZIONE "RivolgendoSi a Siva, Dio, la Persona Suprema, disse: 'Procedendo a una tua personale interpretazione dei Veda fa che le masse si oppongano a Me. Allo scopo di diffondere una popolazione priva di conoscenza spirituale devi inoltre coprire la Mia persona in modo che la gente sia più attratta a coltivare la civiltà materiale.'
SPIEGAZIONE Questo verso è tratto dal Padma Purana, Uttara-khanda (62.31).
VERSO 182 mayavadam asac-chastram pracchannam bauddham ucyate mayaiva vihitam devi kalau brahmana-murtina
TRADUZIONE "Siva informò la dea Durga, colei che sovrintende al mondo materiale: 'Nell'era di Kali prenderò la forma di un brahmana per spiegare i Veda con false Scritture di carattere ateo, simili alla filosofia buddista.'"
SPIEGAZIONE In questo verso l'espressione brahmana-murtina si riferisce al fondatore della filosofia mayavada, Sankaracarya, che era nato nel distretto di Malabara, nell'India meridionale. La filosofia mayavada afferma che il Signore Supremo, gli esseri viventi e la manifestazione cosmica sono tutte trasformazioni dell'energia illusoria. Per sostenere questa teoria atea, i mayavadi citano false Scritture che privando la gente della conoscenza trascendentale la indirizzano verso le attività interessate e la speculazione mentale. Questo verso è tratto dal Padma Purana, Uttara-khanda (25.7).
VERSO 183 sunì bhattacarya haila parama vismita mukhe na nihsare vani, ha-ila stambhita
TRADUZIONE A queste parole, Sarvabhauma Bhattacarya rimase stupefatto. Era così stupito che non proferì parola.
VERSO 184 prabhu kahe,—bhattacarya, na kara vismaya bhagavane bhakti—parama-purusartha haya
TRADUZIONE Allora Sri Caitanya Mahaprabhu gli disse: "Non meravigliarti tanto. In realtà, il servizio devozionale a Dio, la Persona Suprema, è la più alta perfezione dell'attività umana.
VERSO 185 ‘atmaramà paryanta kare isvara bhajana aiche acintya bhagavanera guna-gana
TRADUZIONE "Perfino i saggi soddisfatti nel sè offrono un servizio devozionale al Signore Supremo. Tali sono le qualità trascendentali del Signore, così piene d'inconcepibile potenza spirituale.
VERSO 186 atmaramas ca munayo nirgrantha apy urukrame kurvanty ahaitukim bhaktim ittham-bhuta-guno harih
TRADUZIONE “Anche coloro che sono soddisfatti in sè stessi e non provano attrazione per i desideri materiali esterni sono attratti dal servizio d'amore a Sri Krishna, il Quale possiede qualità trascendentali e compie attività meravigliose. Hari, Dio, la Persona Suprema, è chiamato Krishna perchè possiede queste caratteristiche di fascino trascendentale.'"
SPIEGAZIONE Questo è il famoso verso atmarama (S.B., 1.7.10).
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