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gargam
Utente Medio
Lombardia
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Inserito il - 19/06/2015 : 16:06:20
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Hare Krishna,
in contrapposizione alla coscienza di Krishna, io vedo come la coscienza mondana non solo sia in senso del tutto opposto, ma che addirittura ormai siamo al parossismo.
Mi spiego: tempo fa leggo su un quotidiano una notizia di ben 3 o 4 pagine dove si parla di un magnate russo che "punta all'immortalità dal 2045 grazie all'innesto tra uomini e robots" (cito il testo alla lettera). Basta una semplice ricerca su google per visionare nel dettaglio il progetto.
Il che mi porta a una semplice considerazione: la prospettiva di trasferirsi nel mondo spirituale dopo questa vita (avendo realizzato di non essere questo corpo materiale ma bensì anime eterne, etc...) non credo che potrebbe realmente interessare all'essere umano se venisse contrapposta alla REALE, fattibile possibilità di rimanere qui per sempre, sulla Terra, a godere per un periodo di tempo indefinito dei piaceri del mondo materiale.
Vivendo nella società attuale, vedo che non solo la Coscienza di Krishna è ahimè lontana dalla mentalità contemporanea, ma anche che le persone sono talmente infatuate del mondo materiale che se venisse offerta loro l'opportunità di rinascere direbbero senza pensarci troppo di si, tutto purchè si possa godere ancora, un'altra volta.
Il desiderio che ormai dilaga (grazie forse all'era tecnologicizzata nella quale viviamo, che dà l'illusione di essere onnipotenti), è quello di vivere in eterno qui,sulla terra.
Io credo che questo desiderio sia assai più diffuso di quanto sembri, e che non stia solo nella testa di questo magnate russo. E' condiviso da moltissima parte della popolazione del pianeta.
Come può in tutto questo trovare posto la Coscienza di Krishna? Come può trovare posto l'attrattiva di un mondo spirituale?
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RKC Mayapur
Amministratore
Estero
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Inserito il - 24/06/2015 : 06:00:21
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Caro amico, Hare Krishna, ben ritrovato sul forum di RKC e grazie per l'intervento e le domande.
In realta' si puo' spiegare ogni cosa con la mancanza di conoscenza che affligge l'anima condizionata.
Intrappolato in un corpo materiale, confuso, o meglio frastornato, dai continui colpi dell'energia esterna, l'essere perde l'intelligenza e vede ridursi la propria conoscenza.
Tra le tante altre illusioni di cui e' vittima, potra' forse credere di poter vivere eternamente in un certo corpo, o su un certo pianeta, ma i Veda chiariscono che anche ammesso di poter vivere molto a lungo, addirittura quanto Brahma, il demiurgo dell'Universo, sul suo pianeta, Brahmaloka, dove la vita dura Milioni e Milioni di anni, in condizioni estremamente piacevoli, di molto superiori a quelle della Terra (e senza bisogno di essere trasformati in "cyborg"), l'essere vivente sarebbe ancora insoddisfatto, poiche' essendo eterno, aspira giustamente ad una felicita' illimitata e senza interruzioni.
Brahmaloka invece viene distrutto, insieme a tutto cio' che esiste nella manifestazione materiale, a cicli periodici. Inoltre bisogna tener conto delle sofferenze della nascita, della malattia, della vecchiaia e della morte (perfino se fossimo nel corpo di Brahma, appunto).
Tutto questo, tutto cio' che e' materiale, temporaneo, che abbia un'inizio e una fine, e' incompatibile con l'eternita' dell'anima e non potra' mai soddisfarci veramente.
Infatti Krishna in persona dice nella Bhagavad Gita che perfino Brahmaloka, per non parlare degli altri pianeti materiali, e' un luogo di sofferenza, per chi conosce l'esistenza di Vaikuntha, il mondo spirituale, dove la vita e' veramente, eterna, piena di conoscenza e felicita'.
Nel prossimo post citeremo i versi della Bhagavad Gita dove questo argomento viene descritto piu' in dettaglio.
E' una questione di fiducia, di conoscenza e di intelligenza, se fidarsi delle parole di Krishna, Dio, la persona suprema e del Suo rappresentante, il maestro spirituale autentico, oppure di quelle di ricercatori moderni che promettono (a caro prezzo) l'immortalita' in questo mondo (che e' comunque temporaneo) innestando pezzi artificiali nel corpo umano, continuando pero' loro stessi a soffrire e a morire, mentre la ricerca prosegue... Condotta da qualcun altro :-)
Simili sciocchezze sembrano favole da bambini, agli occhi di chi conosce una REALTA' di molto superiore, e soprattutto GIA' raggiungibile da chiunque, immediatamente e gratis, con un metodo semplice e alla portata di tutti (non solo di magnati russi), e sperimentabile subito: il bhakti yoga, descritto per esempio alla pagina www.radiokrishna.com/bhaktiyoga
Tocca ad ognuno di noi, dare fiducia a chi ci sembra piu' degno di fiducia.
Un caro saluto, Haribol !
Gokula Tulasi das (RKC Mayapur)
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RKC Mayapur
Amministratore
Estero
2308 Messaggi |
Inserito il - 24/06/2015 : 06:09:20
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Dalla Bhagavad Gita cosi' com'e' - Capitolo 8 - Versi da 16 a 21
Traduzione e spiegazione di Sua Divina Grazia Bhaktivedanta Svami Prabhupada
VERSO 16
a-brahma-bhuvanal lokah punar avartino 'rjuna mam upetya tu kaunteya punar janma na vidyate TRADUZIONE Tutti i pianeti del mondo materiale, dal più alto al più basso, sono luoghi di sofferenza dove nascita e morte si susseguono. Ma colui che raggiunge la Mia dimora, o figlio di Kunti, non rinasce più.
SPIEGAZIONE I differenti yogi — karma-yogi, jnana-yogi, hatha-yogi e altri — dovranno tutti, prima o poi, raggiungere la perfezione devozionale del bhakti-yoga, o coscienza di Krishna, se vogliono arrivare alla dimora assoluta di Krishna e non tornare più nell’universo materiale. Anche coloro che vanno sui pianeti degli esseri celesti, i più alti pianeti materiali, restano prigionieri del ciclo di nascite e morti. Infatti, mentre alcuni si elevano dalla Terra fino ai pianeti celesti, come Brahmaloka, Candraloka e Indraloka, altri si degradano e lasciano questi luoghi di delizie per tornare sulla Terra. Eseguire il sacrificio conosciuto come pancagni-vidya, raccomandato dalla Chandogya Upanisad, permette di raggiungere Brahmaloka; ma se l’uomo che giunge là non coltiva la coscienza di Krishna dovrà inevitabilmente tornare sulla Terra. Se invece progredisce nella coscienza di Krishna durante il suo soggiorno, sui pianeti superiori, allora passerà su pianeti sempre più evoluti, finché venuto il tempo della distruzione universale, sarà trasferito al regno eterno di Dio, Sridhara Svami, nel suo commento alla Bhagavad-gita, cita questo verso: brahmana saha te sarve samprapte pratisancare parasyante kritatmanah pravisanti param padam “Al momento della distruzione del mondo, Brahma e gli altri abitanti di Brahmaloka, tutti costantemente assorti nella coscienza di Krishna, sono trasferiti nell’universo spirituale e ciascuno, secondo il proprio desiderio, raggiunge un particolare pianeta.”
VERSO 17
sahasra-yuga-paryantam ahar yad brahmano viduh ratrim yuga-sahasrantam te 'ho-ratra-vido janah TRADUZIONE Un giorno di Brahma equivale a mille ere secondo il calcolo terrestre. E altrettanto lunga è la sua notte. SPIEGAZIONE La durata dell’universo materiale è limitata e si manifesta per cicli di kalpa. Ogni kalpa costituisce un giorno della vita di Brahma e conta mille cicli di quattro ere, o yuga: il Satya-yuga, il Treta-yuga, lo Dvapara-yuga e il Kali-yuga. Il Satya-yuga, dove regnano la virtù, la saggezza e la religione, senza la minima traccia d’ignoranza o di vizio, dura 1.728.000 anni. Il Treta-yuga, in cui comincia ad apparire il vizio, dura 1.296.000 anni. Lo Dvapara-yuga, durante il quale la virtù e la religione declinano ancora mentre il vizio aumenta, dura 864.000 anni. E il Kali-yuga (cominciato da 5.000), in cui abbondano i conflitti, l’ignoranza, l’irreligione, il vizio e in cui la vera virtù è praticamente scomparsa, dura 432.000 anni. In questa era l’immortalità incalza a tal punto che alla fine il Signore Supremo appare in persona, sotto la forma dell’avatara Kalki, per vincere i demoni, salvare i Suoi devoti e dare inizio a un nuovo Satya-yuga. E il ciclo ricomincia. Questi quattro yuga ripetuti mille volte formano un giorno della vita di Brahma, l’essere creatore, e ogni sua notte dura altrettanto. Brahma vive cent’anni, che corrispondono dunque a 311 bilioni 40 miliardi (311.040.000.000.000) dei nostri anni terrestri, poi muore. Ma questa longevità formidabile, per noi quasi infinita, non è che un lampo nello scorrere dell’eternità. L’Oceano Causale contiene innumerevoli Brahma che appaiono e scompaiono come bolle nell’Atlantico; poiché appartengono all’universo materiale, come il mondo che governano, questi Brahma sono in un incessante divenire. Nessuno, nell’universo materiale, neppure Brahma, sfugge alla nascita, alla vecchiaia, alla malattia e alla morte. Brahma, tuttavia, poiché serve direttamente il Signore Supremo governando l’universo, è già liberato. Sul suo pianeta, Brahmaloka, che è il più evoluto dell’universo e sopravvive anche ai luoghi paradisiaci del sistema planetario superiore, vanno i sannyasi avanzati; ma per le leggi della natura materiale né Brahma né gli abitanti di Brahmaloka sfuggono alla morte.
VERSO 18
avyaktad vyaktayah sarvah prabhavanty ahar-agame ratry-agame praliyante tatraivavyakta-samjnake TRADUZIONE Quando si manifesta il giorno di Brahma tornano all'esistenza tutte le varietà degli esseri e quando viene la notte sono tutte annientate.
VERSO 19
bhuta-gramah sa evayam bhutva bhutva praliyate ratry-agame 'vasah partha prabhavaty ahar-agame
TRADUZIONE Senza fine rinasce il giorno di Brahma e tutti gli esseri tornano all'esistenza, e ogni volta, col sopraggiungere della notte di Brahma, essi sono inesorabilmente dissolti, o Partha. SPIEGAZIONE Gli esseri di minore intelligenza fanno di tutto per rimanere nell’universo materiale e vagano da un sistema planetario all’altro, ora elevandosi ora degradandosi. Durante il giorno di Brahma, essi sono attivi nei diversi corpi che sono stati loro assegnati per poter agire materialmente, ma quando sopraggiunge la notte di Brahma tutti questi corpi periscono e le anime s’immergono nel corpo di Visnu. Saranno nuovamente manifestati solo all’alba di un altro giorno di Brahma. Bhutva bhutva praliyate: durante il giorno sono manifesti e durante la notte sono annientati. E questo ciclo si ripete fino al termine della vita di Brahma, quando tutti gli esseri sono annientati e rimangono allo stato non manifestato per numerosi milioni di anni. Quando infine nasce il Brahma successivo, in una nuova era, essi riappaiono. Questo è il destino degli esseri che si lasciano sedurre dal mondo della materia. Invece le persone intelligenti che adottano la coscienza di Krishna e cantano il mantra Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare praticando il servizio di devozione, vivranno, già in questa stessa vita, sul pianeta spirituale di Krishna, dove saranno eternamente felici, senza più essere soggette al ciclo di nascite e morti. VERSO 20
paras tasmat tu bhavo 'nyo 'vyakto 'vyaktat sanatanah yah sa sarvesu bhutesu nasyatsu na vinasyati TRADUZIONE Esiste tuttavia un altro mondo, che è eterno ed è al di la della materia manifestata e non manifestata. È supremo e non è mai annientato. Quando tutto in questo mondo è dissolto esso rimane intatto. SPIEGAZIONE L’energia spirituale, ovvero l’energia superiore di Krishna, è eterna e trascendentale. Esiste al di là di tutte le trasformazioni dell’energia materiale, che è manifestata e poi annientata durante i giorni e le notti di Brahma. L’energia superiore di Krishna è per natura esattamente l’opposto dell’energia materiale. Queste due energie, la superiore e l’inferiore sono state analizzate nel settimo capitolo. VERSO 21 avyakto 'ksara ity uktas tam ahuh paramam gatim yam prapya na nivartante tad dhama paramam mama
TRADUZIONE Questa dimora suprema è detta non manifestata e infallibile ed è la destinazione suprema. Chi la raggiunge non torna più indietro. Questa è la Mia dimora suprema. SPIEGAZIONE La Brahma-samhita definisce la dimora suprema di Krishna, la Persona di Dio, come cintamani-dhama: “il luogo dove si possono soddisfare tutti i desideri.” In questa dimora Suprema, conosciuta col nome di Goloka Vrindavana si trovano innumerevoli palazzi che sono costruiti con pietre cintamani, alberi dei desideri che forniscono a richiesta cibo di ogni genere, e mucche surabhi che danno un’illimitata quantità di latte. Migliaia e migliaia di Laksmi, dee della fortuna, servono Govinda, il Signore originale, causa di tutte le cause; niente, in tutti i mondi, eguaglia in bellezza la forma trascendentale e infinitamente affascinante del Signore, questo meraviglioso suonatore di flauto (venum kvanantam). Guardate i Suoi occhi che sembrano petali di loto, la Sua carnagione color delle nuvole, le Sue vesti color zafferano, la ghirlanda che Gli scende dal collo e la piuma di pavone che orna i Suoi capelli: la Sua bellezza è più splendente di quella di migliaia di kandarpa (Cupidi). Nella Bhagavad-gita il Signore dà solo un breve accenno della Sua dimora personale, Goloka Vrindavana, pianeta supremo del mondo spirituale, ma la Brahma-samhita ce ne offre un’immagine particolareggiata. I Testi vedici (Katha Upanisad 1.3.11) affermano che non c’è niente di superiore alla dimora del Signore Supremo, destinazione ultima di tutti gli esseri (purusan na param kincit sa kastha parama gatih). Colui che la raggiunge non torna mai più nell’universo materiale. Non esiste, d’altra parte, nessuna differenza tra Krishna e la Sua dimora suprema; entrambi partecipano della stessa natura. Sulla Terra, in India, nel distretto di Mathura a un centinaio di chilometri a sud-est di Delhi, su un territorio di circa 215 chilometri quadrati, si trova Vrindavana, che è la replica esatta di Goloka Vrindavana nel mondo spirituale.. La Krishna trascorse la Sua infanzia quando discese sul nostro pianeta.
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