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 RADIO KRISHNA CENTRALE
 DOMANDE E RISPOSTE N. 26
 dopo la morte
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luis67
Utente Medio


Piemonte


43 Messaggi

Inserito il - 27/04/2015 : 20:56:39  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare krishna a tutti,
vorrei conoscere cosa insegnano i Veda a proposito del momento successivo al passaggio che conosciamo come morte. Ho letto qualcosa a tal proposito su 'il libro tibetano dei morti' che parla dello stato di bardo e descrive con particolari questa fase, ma vorrei sapere cosa e' previsto dai Veda. Ho letto anche molto degli stati Nde, che mi pare siano abbastanza in sintonia con gli insegnamenti vedici, almeno mi sembra. Faccio questa domanda in riferimento ad un'anima che non abbia ancora raggiunto la liberazione e che sia quindi obbligata a scendere nuovamente nel momento materiale. Soprattutto vorrei sapere se e' possibile trovarsi alla presenza di Dio anche solo per poco e anche se poi non si ricorda. Grazie

RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2309 Messaggi

Inserito il - 11/05/2015 : 11:14:18  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Cara amica, Hare Krishna, ben ritrovata sul forum di RKC e grazie per l'importante domanda.

Nei Veda sono descritte dettagliatamente tutte le possibili esperienze che un'anima individuale puo' sperimentare dopo la morte del corpo materiale, sia nel caso in cui raggiunga la meta piu' alta, il mondo spirituale, sia che rimanga nel mondo materiale, in uno dei tre sistemi planetari (superiore, intermedio o inferiore) di questo Universo.

In un contesto cosi' globale, e alla luce di una conoscenza molto piu' completa, viene da se' che descrizioni come quelle che si possono trovare sul libro di cui parli (relative al " bardo") e di persone che abbiano avuto "NDE" (Near Death Experience", acronimo della frase in Inglese "Esperienza vicina alla morte", n.d.r.) risultano limitanti e alla fine, poco significative, per chi conosca i Veda.

In realta' tutti gli esseri viventi sono anime spirituali eterne, percio' cambiano continuamente corpo materiale, passando dall'uno all'altro nell'ambito delle 8.400.000 forme di vita.

Poiche' oggigiorno nella societa', la scienza di Dio e della trasmigrazione dell'anima cosi' come le riportano i Veda, sono praticamente sconosciute, puo’ sembrare che il "libro tibetano dei morti" o l'esperienza di qualcuno "scampato" alla morte (solo per un po' di tempo, perche’ poi quel qualcuno morira’ ugualmente, come tutti del resto), possano rivelare qualcosa di straordinario, ma questo accade soltanto a causa di uno stato generale di ignoranza sulla posizione dell’anima eterna e dello scopo della vita e della creazione.

Tutta la manifestazione materiale esiste per uno scopo, ed e’ ben regolata da leggi cosmiche precise fatte rispettare alla perfezione dagli agenti del Signore (gli esseri celesti), anche se noi possiamo esserne poco consapevoli in questo momento (per nostra, mancanza di conoscenza). I Veda ci illuminano completamente, a questo proposito.

Per esempio lo Srimad Bhagavatam descrive in diversi punti le punizioni inflitte dopo la morte, a una persona che abbia commesso attivita’ peccaminose, consapevolmente o meno (proprio come il fuoco brucia ugualmente, se qualcuno vi mette la mano, che ne sia consapevole, o meno).
Sfortunatamente questo e’ il caso della stragrande maggioranza degli esseri umani, ai nostri tempi.

Percio’ e’ molto importante che ognuno pratichi un metodo di realizzazione spirituale efficace, per arrivare al momento della morte puro e preparato ad elevarsi, anziche’ degradarsi in forme di vita inferiori. Meglio ancora, sarebbe raggiungere immediatamente il regno di Dio, mettendo fine al ciclo di nascite e morti in questo mondo, con le sofferenze che gli sono inerenti: il bhakti yoga ci permette di ottenere questo risultato in un modo semplice e praticabile da tutti: www.radiokrishna.com/bhaktiyoga

Per rispondere alla tua domanda finale, al momento della morte, chi non sia pronto a tornare a Dio, nel Suo regno spirituale, non potra’ vederLo, verra’ invece avvicinato dagli Yamaduta, gli assistenti di Yamaraja, l’essere celeste incaricato di punire chiunque trasgredisca le leggi dei Veda (da notare che non ha alcuna importanza dichiararsi atei, di una o dell’altra fede religiosa o quant’altro).

Su consiglio di Dio Stesso, che vive nel cuore di ogni essere vivente, Yamaraja decidera’ in modo giusto ed equanime il destino di quell’essere, sulla base delle leggi dell'Universo materiale descritte nei Veda.

Nei seguenti versi questo argomento e’ trattato con abbondanza di particolari. Una loro lettura te lo chiarira’ senz’altro.

Buon proseguimento e alla prossima, un caro saluto, Haribol !

Gokula Tulasi das
(RKC Mayapur)
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RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2309 Messaggi

Inserito il - 11/05/2015 : 11:18:59  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Dallo Srimad Bhagavatam, Canto 4, Capitolo 28, verso 23:

TRADUZIONE
Quando gli Yavana s’impossessarono del re Puranjana per condurlo nel loro regno dopo averlo legato come un animale, il seguito del re fu preso da un grande dolore, e mentre si lamentava fu costretto ad andare con lui.

SPIEGAZIONE
Quando Yamaràja e i suoi assistenti portano via un essere per condurlo sul luogo dove verrà giudicato, anche l’aria vitale, la vita, i desideri, che sono i seguaci dell’essere vivente, lo accompagnano; ciò è confermato nei Veda.
Quando l’essere individuale è portato via o arrestato da Yamaraja (tam utkramantam), anche l’aria vitale va con lui (prano ‘nutkramati), e quando l’aria vitale se n’è andata (pranam anutkramantam), anche tutti i sensi (sarve pranah) l’accompagnano (anutkramanti).

Quando l’essere e l’aria vitale se ne sono andati, l’ammasso di materia composto di cinque elementi -terra, acqua, aria, fuoco ed etere- è abbandonato come un rifiuto. L’essere individuale è portato allora al tribunale supremo, e Yamaraja decide quale specie di corpo otterrà nella vita successiva.

Questo procedimento è del tutto sconosciuto agli scienziati moderni. Ogni essere e’ responsabile delle proprie attivita’ in questa vita, e dopo la morte e’ portato alla corte di Yamaraja, dove si decidera’ quale specie di corpo dovrà ricevere successivamente.

Sebbene abbia lasciato il corpo materiale grossolano, l’essere individuale e i suoi desideri continuano ad esistere, insieme con le reazioni risultanti dalle sue passate attività. E’ Yamaraja che decide quale forma corporea l’essere otterra’, in conformita’ delle sue azioni passate.
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RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2309 Messaggi

Inserito il - 11/05/2015 : 11:32:21  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Per mancanza di tempo e di spazio non possiamo citare qui i numerosi passi dello Srimad Bhagavatam che descrivono l'argomento, ma riportiamo volentieri i titoli dei principali capitoli che possono essere letti in proposito, il numero del canto in cui si trovano, e i link per poterli leggere on line o scaricare:

1) Srimad Bhagavatam Canto 3
Capitolo 30 - Sri Kapila descrive gli atti interessati nefasti
Capitolo 31 - Le peregrinazioni dell’anima incarnata secondo Sri Kapila
Download PDF: www.radiokrishna.com/fclick/fclick.php?fid=203

2) Srimad Bhagavatam Canto 5
Capitolo 26 - Descrizione dei pianeti infernali
Download PDF: www.radiokrishna.com/fclick/fclick.php?fid=311

3) Srimad Bhagavatam Canto 6
Capitolo 1 - La storia di Ajamila
Capitolo 2 - Ajamila liberato dai Visnuduta
Capitolo 3 - Yamaraja istruisce i suoi messaggeri
Download PDF: www.radiokrishna.com/fclick/fclick.php?fid=312

Posso suggerirti di leggere in particolare i capitoli 1, 2 e 3 del Canto 6 (l'ultimo citato), che descrive praticamente, proprio un'esperienza di pre-morte (NDE), dal punto di vista dei Veda.
Contiene inoltre i codici delle leggi universali, enunciate da coloro che sono incaricati di farle rispettare (Yamaraja ed i suoi assistenti).

Buona lettura e alla prossima, un caro saluto, Haribol !

Gokula Tulasi das
(RKC Mayapur)





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luis67
Utente Medio


Piemonte


43 Messaggi

Inserito il - 12/05/2015 : 12:26:47  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
grazie della spiegazione.
Quindi per essere ammessi alla presenza di Dio, occorre essersi liberati completamente, diversamente si incontra Yamaraja e da lui si è giudicati.
Mi rileggerò con più attenzione i capitoli che indichi. Li ho letti e ricordo l'episodio di Yamaraja, ma speravo che l'anima nel periodo in cui non è rivestita dal corpo ed è forse un pochino più consapevole, potesse in qualche modo percepire la presenza divina.
In realtà mi sorge un'altra domanda: chi è abituato a identificarsi con il corpo (purtroppo la maggiorparte di noi) dopo il trapasso dovrebbe accorgersi di questa falsa identificazione e quindi essere un pochino più consapevole di essere un'entità non corporea. E' corretto ?
grazie ancora
Hare Krishna
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RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2309 Messaggi

Inserito il - 13/05/2015 : 08:12:43  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna, grazie a te per l'interesse e la serieta'.

Si, finche' non siamo giunti a livello trascendentale, siamo soggetti alle influenze materiali e quindi al giudizio di Yamaraja, che decidera' la nostra prossima destinazione, migliore o peggiore, piu' o meno elevata della precedente, ma sempre nell'ambito della creazione materiale.

Per avere accesso ai pianeti Vaikuntha dove vive Dio, la persona suprema, al di sopra dei tre sistemi planetari materiali di questo Universo, e' indispensabile essere completamente liberi anche dalla piu' piccola influenza materiale (tuttavia il bhakti yoga garantisce questo risultato, almeno al momento della morte).

No, dopo la morte del corpo fisico, generalmente l'anima rimane confusa quanto lo era in vita (se non di piu'), e le reazioni karmiche che le spettano, la raggiungono molto in fretta, imprigionandola nel prossimo corpo senza che nemmeno se ne renda conto.

Del resto, per rispondere alla tua domanda, il solo abbandono del corpo fisico non permette affatto di ricevere una maggiore conoscenza rispetto a prima: dipende dallo stato mentale e dalle attivita' compiute, ma come abbiamo detto, specialmente oggigiorno, in Kali yuga, sono quasi sempre tutte azioni empie, quelle compiute dalla gente in generale, a causa della forte mancanza di conoscenza spirituale che contraddistingue l'attuale societa'.

Percio' purtroppo ci si aspetta che la prossima destinazione sia peggiore, nella stragrande maggioranza di casi. Cio' significa, avere sempre meno conoscenza, meno opportunita' di liberarsi dal ciclo di nascite e morti materiali, ed essere sempre piu' soggetti a sofferenza.

Quindi no, la consapevolezza di non essere il corpo materiale, non arriva cosi' facilmente al momento della morte, anzi, e' piu' facile che essa diminuisca, in previsione di essere imprigionati in un corpo inferiore a quello umano.

Questa ottima discriminazione, quella che mostri di avere tu, per esempio, e' una prerogativa tipica (e unica) del corpo umano civile, senziente, intelligente, ma chi ha vissuto appunto senza, una tale discriminazione, chi ha mantenuto per tutta la vita una coscienza molto identificata col proprio corpo materiale, si prepara a prenderne un altro, probabilmente inferiore, quindi quella capacita' di analisi introspettiva, prerogativa umana, le viene tolta o diminuita (poiche' non l'ha usata correttamente durante il tempo della sua vita umana).

La cosa migliore finche' ne abbiamo la possibilita', e' praticare il bhakti yoga, evitando cosi' ogni rischio di rinascita in corpi inferiori, non adatti alla realizzazione spirituale.

Alla prossima, un caro saluto, Haribol !

Gokula Tulasi das
(RKC Mayapur)

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luis67
Utente Medio


Piemonte


43 Messaggi

Inserito il - 13/05/2015 : 11:03:26  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
grazie per la dettagliata spiegazione.
Il quadro non è molto roseo per chi non riesce a liberarsi con il bhakti yoga, visto che viviamo in un periodo storico che ci porta a sprofondare più che a elevarci.
Mi sa che è difficile anche solo ritornare a rivestire la forma umana, anche se la considero una situazione di sofferenza e lo sarà sempre di più in futuro, dati i presupposti di oggi.
Grazie ancora di tutte le risposte, ora ho un quadro più chiaro e comunque sto rileggendo i capitoli che hai suggerito.
Alla prossima
Hare Krishna a tutti !
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RKC Mayapur
Amministratore

RKC


Estero


2309 Messaggi

Inserito il - 14/05/2015 : 05:18:56  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna,
in generale purtroppo no, il quadro non e' affatto roseo, ma d'altra parte l'uso corretto, lo scopo della forma di vita umana e' la realizzazione spirituale.
Per legge di natura l'essere vivente, se non la usa a tale scopo, e' costretto a prendere altri tipi di corpi, inferiori (animali o vegetali), che hanno uno scopo differente.

Tuttavia gradualmente, attraverso il ciclo evolutivo che include le varie specie, col tempo quello stesso essere otterra' di nuovo la forma di vita umana, con la quale avra' un'altra opportunita' di intraprendere il cammino della realizzazione spirituale.

In altre parole, la forma di vita umana rappresenta il bivio, il periodo in cui l'anima spirituale puo' scegliere di elevarsi e perfino raggiungere il regno di Dio, per rimanervi eternamente in piena conoscenza e felicita', oppure di degradarsi, rimanendo cosi' nel ciclo di nascite e morti in differenti corpi materiali.

Il vantaggio di praticare il bhakti yoga e' che anche il minimo atto, perfino se involontario o inconsapevole, porta immensi benefici e spesso una rinascita immediata ancora nella forma umana, "risparmiando" cosi' moltissimo tempo, che avrebbe dovuto invece essere trascorso in forme di vita inferiori.

Cio' e' spiegato da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada in molti suoi commenti, per esempio al verso 2.40 della Bhagavad Gita stessa:

nehabhikrama-naso 'sti
pratyavayo na vidyate
sv-alpam asya dharmasya
trayate mahato bhayat

TRADUZIONE
"In questo sforzo non c'e' perdita o diminuzione, e un piccolo passo su questa via ci protegge dalla paura piu' temibile".

SPIEGAZIONE
"L’azione compiuta nella coscienza di Krishna, cioè per soddisfare il Signore e senza altro desiderio, è la più elevata attività trascendentale. Anche il minimo sforzo volto a far piacere a Krishna non è mai perduto. Sul piano materiale ogni impresa non portata a termine è un insuccesso, ma sul piano spirituale, quello della coscienza di Krishna, la minima attività genera benefici duraturi.

Perciò colui che agisce nella coscienza di Krishna non è mai un perdente, anche se la sua opera rimane incompleta. Anche solo l’uno per cento fatto in coscienza di Krishna porta risultati permanenti, e se ci si ferma si riparte dal due per cento; le attività materiali, invece, se non hanno successo al cento per cento non portano beneficio. Lo illustra bene un episodio riportato nello Srimad-Bhagavatam: un brahmana di nome Ajamila, che nella giovinezza aveva seguito i princìpi della coscienza di Krishna ma li aveva poi abbandonati, alla fine della vita fu totalmente ricompensato per la grazia del Signore. Sempre nello Srimad Bhagavatam si trova, a questo proposito, un verso stupendo:

tyaktva sva-dharmam carananbujam harer
bhajann apakvo 'tha patet tato yadi
yatra vabhadram abhud amusya kim
ko vartha apto 'bhajatam sva-dharmatah

“Che cosa perde colui che per un momento mette fine alla ricerca dei piaceri materiali per servire Krishna, anche se non continua il suo sforzo e ritorna sulla vecchia via? Ma che cosa guadagnerà chi compie alla perfezione le sue attività materiali?” (S.B.1.5.17) Oppure, come dicono i cristiani: “A che serve all’uomo guadagnare il mondo intero se perde la vita eterna?”

Le attività materiali e i loro frutti scompaiono col corpo, mentre l’azione compiuta per il piacere di Krishna, anche se interrotta, finisce sempre col condurre il suo autore alla coscienza di Krishna, se non altro in una prossima vita. Agendo per il piacere di Krishna si ha almeno la sicurezza di rinascere con un corpo umano, in una famiglia di saggi brahmana o in una famiglia ricca e colta, con la possibilità di avanzare ancora sulla via della realizzazione spirituale. Questa è l’incomparabile virtù del servizio di devozione".

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Anche per questo e' cosi' importante diffondere la coscienza di Krishna il piu' possibile in tutto il mondo, affinche' il maggior numero di esseri viventi ne prenda il beneficio, sia pure inconsapevolmente.

Infatti, ascoltare anche una sola volta il nome di Krishna, leggerNe al riguardo anche solo qualche parola in un libro di Srila Prabhupada, vedere qualche Sua immagine autorevole, interessarsi di Krishna anche solo di sfuggita, perfino una sola volta nella vita, oppure soltanto assaggiare il cibo offerto a Lui (prasadam) o in qualche modo entrare in contatto con il servizio devozionale, il bhakti yoga, significa "saltare le tappe" di una probabile caduta in forme di vita inferiori, ed ottenere subito un'altra forma umana, con la quale ci sara' data di nuovo l'opportunita' di entrare in contatto con la coscienza di Krishna, e di fare ulteriori progressi spirituali.

Nessun avanzamento e' mai perduto dal punto di vista spirituale, neanche il piu' piccolo: in una certa vita, si riprende il progresso spirituale esattamente dal punto in cui lo abbiamo lasciato, in qualche vita precedente.

Tuttavia per chi ne e' consapevole e si rende conto dell'importanza e dell'urgenza di tornare nel mondo spirituale al piu' presto, e' raccomandato l'intero processo del bhakti yoga, che ne garantisce il risultato: www.radiokrishna.com/bhaktiyoga

Anche se per qualche ragione o circostanza, non riuscissimo a seguirne subito tutte le regole e i principi al 100%, dovremmo semplicemente porcelo come obbiettivo finale, e in tal caso, se siamo sinceri, prima o poi ce ne sara' data l'opportunita'.

Grazie ancora per l'interesse, un caro saluto e alla prossima, Haribol !

Gokula Tulasi das
(RKC Mayapur)





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