RKC Mayapur
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Estero
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Inserito il - 17/05/2010 : 16:50:53
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Cara Anna Maria, Hare Krishna, grazie molte per averci scritto,
le tue domande sono molto intelligenti, si capisce che stai leggendo con attenzione.
Non ti preoccupare, tutte le risposte sono contenute nella Bhagavad-Gita stessa, bisogna soltanto leggerla ripetutamente, senza dare troppo peso ad eventuali argomenti non ancora del tutto chiari. E' una questione di purificazione spirituale, piu' che di nozioni, per questo si consiglia di andare avanti nella lettura (sara' tutto chiaro nel corso dell'opera) e, possibilmente, di praticare il bhakti yoga anche solo pochi minuti al giorno, seguendo anche pochi principi, per dare modo al corpo, alla mente e all'intelligenza di purificarsi e di predisporsi per una maggiore comprensione. Qui ne trovi una guida pratica: www.radiokrishna.com/bhaktiyoga
Inoltre potresti dare un'occhiata al corso di Bhagavad-Gita on line sul nostro forum, dove rispondiamo a diverse domande del genere: https://padasevanam.mediarama.com/rkcforum/forum/forum.asp?FORUM_ID=27
Consulta lo svolgimento storico filosofico o quello dialettico del capitolo a cui si riferiscono le tue domande, dovresti trovarci qualche spiegazione.
Passiamo ora alle risposte punto per punto:
1) "...è meglio compiere il proprio dovere seppur in modo imperfetto che compiere il dovere di un altro.....ecc." cosa si intende per il dovere di un altro? E in che modo uno agisce compiendo il dovere di un altro?
Krishna Si riferisce qui al dovere di ogni uomo nell'ambito del proprio stato sociale: siccome Arjuna era un guerriero, il suo dovere era di combattere, e non di astenersi dalla lotta, che corrisponde piuttosto al dovere di un brahmana (studioso, asceta o spiritualista...).
Arjuna, grande comandante dell'esercito, voleva improvvisamente rinunciare alla battaglia, poco prima che avesse luogo, e in tal modo avrebbe agito come brahmana, non come ksatriya (guerriero, appunto), percio' Krishna gli dice giustamente che non era proprio il caso :-)
Per prima cosa dovremmo quindi capire a quale gruppo sociale apparteniamo, e poi agire di conseguenza. Questo come regola generale, pero' in kali yuga, la nostra epoca, la divisione netta tra le diverse categorie di persone (varnasrama-dharma) non esiste praticamente piu', per questo Srila Prabhupada ha istituito il daivi-varnasrama, cioe' la possibilita' di compiere qualunque dovere sia richiesto, a seconda del momento, pur situandoci a livello trascendentale (daivi), grazie alla pratica del Bhakti yoga.
In altre parole, oggi non e' piu' necessario (ne' possibile, in pratica, almeno per adesso) suddividere la societa' in 4 classi sociali, come suggerito dalla cultura vedica, allo scopo di favorire gradualmente l'elevazione spirituale di tutti i componenti della societa'. Il bhakti yoga permette infatti a chiunque ne segua i semplici principi, di ricoprire qualsiasi ruolo nella societa', pur rimanendo concentrati nel servizio devozionale a Krishna, Dio, la persona suprema, che e' lo scopo finale della vita umana. E' un po' come "saltare le tappe".
Ma 5.000 anni fa, quando la Bhagavad-Gita fu enunciata, la divisione del varnasrama c'era, e quindi ad Arjuna fu consigliato di non cambiare improvvisamente atteggiamento, cosa che non gli si addiceva, specialmente quale grande comandante militare, di fronte ad una battaglia imminente.
2) "....colui che vede l'inazione nell'azione e l'azione nell'inazione vede le cose così come stanno..." cosa vuol dire?
Questa espressione si riferisce alla differenza tra il devoto e l'impersonalista, jnani o yogi che sia.
Un devoto pienamente impegnato nel servizio devozionale, anche se agisce, non deve subire le conseguenze delle sue azioni poiche' agisce per il piacere del Signore (quindi si dice che in realta' "non agisce"), e non per la propria gratificazione dei sensi.
Un impersonalista, o uno yogi, invece, anche se non agisce, nel senso che sta semplicemente fermo in un luogo a meditare senza muovere neanche un muscolo, magari per Migliaia di anni (un tempo, in altre epoche, questo era possibile), in realta' agisce, e dovra' subire le reazioni karmiche conseguenti, perche' sta comunque agendo per la propria soddisfazione personale, dei sensi o della mente, e quindi rimane invischiato nel mondo materiale. Percio' si dice che la sua e' "azione nell'inazione".
3) "... chi domina la mente e si sforza nel modo giusto la realizzazione spirituale è assicurata..." qual'è il modo giusto?
Dopo aver presentato diversi tipi di yoga (karma, jnana e astanga yoga in particolare) ad Arjuna, Krishna comincia qui a introdurre il bhakti yoga, che e' il modo giusto. Prima Egli ha presentato tutti gli altri, affinche' Arjuna potesse rifiutarli, considerandoli troppo difficili, imperfetti o inconcludenti, per stabilire cosi' la superiorita' del bhakti yoga.
Il modo giusto e' il servizio devozionale al Signore, o bhakti yoga, appunto, e sforzandosi su questa via, la realizzazione spirituale e' certamente assicurata: www.radiokrishna.com/bhaktiyoga
Di nuovo complimenti e tanti auguri nella tua ricerca di Dio, noi presentiamo Krishna come la forma originale del Signore, da cui tutte le altre emanano. Rimanendo a tua disposizione per qualsiasi richiesta, ti saluto fraternamente, a presto, Haribol !
Gualberto Berti Gokula Tulasi das (RKC Pisa) |
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