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 Il Nettare della Devozione
 Capitolo 42: Scambi fraterni
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Andrea.m
Moderatore


Emilia Romagna


147 Messaggi

Inserito il - 11/09/2009 : 16:51:48  Mostra Profilo  Rispondi Quotando
Hare Krishna a tutti, oggi parleremo del capitolo 42 intitolato "scambi fraterni".

I capitoli che vanno dal 35 al 44 sono inclusi nella terza parte del Nettare della Devozione, e parlano in modo molto specifico delle 5 relazioni spirituali che originariamente uniscono gli esseri viventi, nella loro condizione pura, a Dio.

In questo capitolo si tratta principalmente della relazione fraterna, affrontata anche nel capitolo precedente, e dei vari aspetti affascinanti della personalità del Signore, Sri Krishna, che furono manifestati durante la Sua discesa nel mondo materiale circa 5000 anni fa.

Nell’immaginario collettivo Dio viene concepito il più delle volte come un “vecchio dalla barba bianca” o come una entità astratta e priva di qualsiasi attributo, gusto, desideri e forma; con lo studio di questi capitoli capiremo che non è così.

Come conferma lo Srimad Bhagavatam infatti Dio è la sede di ogni cosa, janmady asya yatha, la fonte da cui tutto emana.

Se gli esseri viventi, che sono particelle infinitesimali del Signore, hanno una forma, un nome, dei desideri, delle caratteristiche e tantissimi altri attributi personali, è perché queste qualità emanano originariamente da Dio, la Persona Suprema, Sri Krishna, che le possiede nella loro totale pienezza e perfezione.

Inoltre nel Signore questi attributi partecipano tutti della medesima natura spirituale, e sono pertanto scevri dalla dualità che invece li caratterizza quando vengono manifestati, in proporzioni infinitesimali, dagli esseri condizionati nel mondo materiale.

Nel Signore ogni cosa partecipa della medesima natura assoluta: il Suo nome e la Sua persona sono identici, i Suoi organi possono adempiere a tutte le funzioni indistintamente e le Sue azioni sono sempre affascinanti e destinate al bene degli esseri viventi, così come la Sua forma non è differente da Egli Stesso.

Poiché tutto ciò che Lo riguarda non è differente da Lui, non ci sorprende di sapere come alcune caratteristiche particolari della Sua personalità possano risvegliare nei Suoi devoti il sentimento di amicizia per Lui; ecco un esempio delle principali:

La Sua età, la Sua bellezza, il Suo corno, il Suo flauto, la Sua conchiglia, i Suoi modi piacevoli e la Sua eccezionale abilità a scherzare.

La vita di Krishna quando discese circa 5000 anni fa su questa terra si divide generalmente in tre periodi, ognuno dei quali è caratterizzato da divertimenti particolari (lila), e dalla manifestazione di differenti caratteristiche corporee, tutte trascendentali e destinate ad aumentare il sentimento di affetto dei Suoi devoti.

Nella cultura vedica viene definito "kumara" il periodo che va dalla nascita al quinto anno: in questo periodo le labbra di Krishna brillano di uno splendore rosso, la Sua vita è sottile e sul Suo collo si delineano pieghe simili a quelle di una conchiglia.
In questa età Krishna porta ghirlande di fiori diversi e Si veste di sete variopinte; così ornato si reca nella foresta per custodire le mucche, impegnandosi con i Suoi amici in finte battaglie o danzando.

Il periodo che va dal sesto al decimo anno viene definito "pauganda", ed è caratterizzato dalla manifestazione di altre opulenze: le unghie di Krishna si fanno più fini e le Sue guance si arrotondano, diventando radiose; inoltre tre leggere pieghe di carne Gli cingono la vita al di sopra della cintura.
In questo periodo Krishna Si veste di una seta brillante come il lampo, porta un turbante di seta ornato di guarnizioni d'oro e un bastone.

I divertimenti con i Suoi compagni si svolgono nella foresta di Bhandiravana, una delle dodici foreste di Vrindavana, il luogo sacro in cui Krishna manifestò i Suoi divertimenti di infanzia.
Inoltre verso la fine dell'età pauganda i capelli di Krishna Gli scendono a volte fino ai fianchi e a volte volano sparsi, le Sue spalle si allargano e il Suo viso è sempre ornato dal Tilaka.

Il periodo definito "kisora" va dall'undicesimo al quindicesimo anno, ed è generalmente in questo periodo che Krishna è più apprezzato dai Suoi devoti, poiché viene adorato in compagnia della Sua eterna consorte, Srimati Radharani, che è la manifestazione della Sua energia interna di felicità.

Krishna non invecchia mai oltre la Sua forma detta kisora infatti, benché Egli sia in assoluto l’essere più antico e possieda innumerevoli forme trascendentali, la Sua forma originale è di una giovinezza eterna.

I divertimenti di Krishna in questo periodo consistono in tutta una serie di attività scherzose compiute con la collaborazione dei Suoi amici pastori, che prendono il nome specifico di anubhava.

Sotto questa categoria di divertimenti sono comprese le attività dei servitori di Krishna, che vanno a cogliere fiori per Lui, abbelliscono il Suo corpo con varie decorazioni e gioielli, danzano, cantano per Lui e Lo aiutano a pascolare le mucche.

Quando gli scambi tra Krishna e i Suoi compagni sono perfettamente liberi dal ogni sentimento di rispetto poiché ognuno considera l’altro come suo eguale, questo sentimento di amicizia estatica prende il nome di “sthayi”.

Si designa con il termine affetto il sentimento di chi, pur essendo pienamente cosciente della sovranità di Krishna, non è in alcun modo limitato dal sentimento di rispetto negli scambi di amicizia col Signore.

Dato il carattere confidenziale di queste descrizioni non ci addentreremo ulteriormente, concentrandoci invece su come la relazione fra Dio e il Suo puro devoto sia sempre di natura personale, poiché sia Dio che l’essere vivente nella sua condizione pura sono persone, sebbene una sia la Persona Suprema e l’altra una Sua particella infinitesimale; solo tra persone infatti è possibile uno scambio di amore e sentimenti spirituali.

Queste descrizioni quindi vogliono essere un esempio di come l’essere vivente nella sua condizione pura possa relazionare direttamente con Dio, nel mondo spirituale, e trarre da questa relazione eterna tutta la felicità propria della sua stessa natura spirituale.

I devoti che partecipano a queste attività sono tutti puri devoti, ossia esseri viventi perfettamente liberi da ogni concezione corporea e desiderio di gratificazione personale, posizione ben differente da quella di noi esseri condizionati che ora ci troviamo nel mondo materiale.

La nostra posizione quindi non dovrebbe essere quella di imitare le attività di questi puri devoti, bensì quella di ristabilire la nostra relazione con Dio attraverso le istruzioni di un maestro spirituale autentico, capendo bene la propria natura spirituale di particelle infinitesimali di Dio, e la Sua posizione come beneficiario di tutto ciò che esiste.

Questo processo di purificazione dalla concezione materiale e di risveglio dell’amore per Dio viene chiamato Bhakti yoga, ossia unione con Dio attraverso il servizio devozionale, ed ha inizio con la lettura di ciò che riguarda il Signore e col canto del Suo santo nome nella forma del maha mantra Hare Krishna.

Il Bhakti yoga è una vera e propria scienza, la scienza della relazione col Supremo, e non mira allo sviluppo di qualche nuova facoltà, ma semplicemente al risveglio del latente amore per Dio presente eternamente in ogni essere vivente, ora dimenticato a causa dell’ influenza esercitata su di noi dalla natura materiale.

Tale risveglio si attua inizialmente attraverso la lettura delle glorie del Signore spiegate dal Suo rappresentante autentico, Srila Prabhupada, dalla recita del maha mantra Hare Krishna, e successivamente dal rispetto di alcuni principi regolatori, che velocizzeranno questo “risveglio della coscienza”.

Siete tutti invitati quindi a farne direttamente esperienza fin da subito se lo desiderate, attraverso l’aggiunta nella vostra vita di queste semplici attività scientifiche, avendo la prova concreta della vera felicità incondizionata che nasce dal risveglio dell’amore per Dio.

Haribol !

Bhakta Andrea
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