RKC Mayapur
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Inserito il - 20/12/2008 : 10:21:49
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Caro Gianluca, Hare Krishna, grazie della domanda.
I Veda considerano piu' o meno equivalenti queste due categorie di persone, poiche' entrambe si oppongono alla conoscenza trascendentale, come conferma Srila Prabhupada nella spiegazione al verso 13.26 della Bhagavad Gita:
"[Inoltre] vi sono alcuni che, pur non essendo esperti nella conoscenza spirituale, cominciano ad adorare il Signor Supremo dopo aver sentito parlare di Lui. Poiché sono inclini ad ascoltare gli insegnamenti delle autorità, anch'essi trascendono il ciclo di nascite e morti".
SPIEGAZIONE
"Questo verso è applicabile in modo particolare alle nostre società moderne, in cui l'educazione spirituale è praticamente inesistente. S'incontrano oggi numerosi atei, agnostici e "pensatori", ma nessuno ha una vera conoscenza filosofica. Tuttavia l'uomo comune, se ha qualche virtù, ha la possibilità di fare progressi spirituali semplicemente ascoltando con attenzione un insegnamento venuto da fonti autorizzate, e soprattutto, secondo Sri Caitanya Mahaprabhu, ascoltando le vibrazioni spirituali del maha-mantra: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare". ( www.harekrsna.it/libri_on_line/la_bhagavad_gita/capitolo_13_cont.asp , scorri fino al verso 26)
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Negare la trascendenza direttamente o trovare sofismi intellettuali (come quello di dichiararsi "neutrale", o pensare che non possa essere conosciuta dall'uomo) per evitarla, significa comunque non accettarla, quindi non c'e' molta differenza.
Infatti Srila Prabhupada dice, sull'ateismo nel senso globale del termine, che:
"E' considerato "nastika", cioe' ateo, chiunque non si attenga ai Veda ma si crei un proprio sistema religioso speculato", e che "Studiare i Veda significa arrivare alla conclusione della supremazia della personalita' di Dio. Percio' qualunque principio religioso che neghi la supremazia della personalita' di Dio non e' accettato ed e' chiamato ateismo. Ateismo significa sfidare l'autorita' dei Veda e screditare i grandi acarya che insegnano le scritture vediche per beneficio delle persone in generale".
(Dal Nettare della Devozione - Cap. 7 - Evidenze riguardo ai principi devozionali - Seguire le orme delle grandi personalita')
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La parola sanscrita "nastika" quindi, e talvolta quella di "pasandi", vengono entrambe tradotte in italiano con "ateo" o "agnostico" indifferentente, a dimostrare che la loro differenza e' minima.
Srila Prabhupada parla comunque anche piu' specificatamente di agnostici ed atei, in questi termini:
"Quando si pensa che ci sia la possibilita' di discutere sulla trascendenza, si e' chiamati agnostici, e quando si pensa di poter criticare la trascendenza, si e' chiamati atei". (Insegnamenti di Sri Caitanya, Cap. 17, "Il Signore Caitanya, l'originale persona di Dio")
Infatti gli agnostici, affermando che "e' impossibile conoscere la verità sull'esistenza di Dio o di altre forze soprannaturali" (fonte: Wikipedia,http://it.wikipedia.org/wiki/Agnosticismo ), stanno comunque discutendo sulla trascendenza, ma senza averne le qualifiche necessarie.
Attraverso la successione disciplica di maestri spirituali autentici, invece, che riportano fedelmente le stesse parole di Krishna, Dio, la persona suprema, cosi' come Egli stesso le pronuncio' per la prima volta al momento della creazione di questo universo (fu Brahma a ricevere questo messaggio e a tramandarlo a sua volta), e' certamente possibile accedere alla trascendenza, a patto di accettare la conoscenza cosi' come proviene dal Signore Stesso (attraverso la catena di maestri autorevoli che non vi introducono alcuna alterazione).
E' ovvio che l'uomo non possa accedere alla conoscenza di Dio o ad argomenti sovrannaturali da solo, con le proprie forze e capacita' limitate, ma se e' Dio in persona a parlare di Se' Stesso, ed un comune mortale (pur limitato) Lo ascolta, puo' senza dubbio comprenderLo. E Dio parla attraverso le scritture rivelate, in molti tempi e luoghi della Sua creazione materiale (i Veda in particolare contengono tutta la conoscenza a riguardo dello scibile umano e divino). Negare questa possibilita' e' equiparabile ad una forma di ateismo, anche se "nascosta" da giochi di parole e speculazioni intellettuali.
Concludendo comunque, i Veda non "combattono" contro la persona vittima di un concetto sbagliato come l'ateismo o l'agnosticismo, ma anzi cercano di aiutarla, dandole informazioni corrette, in modo che possa dirigersi verso il vero scopo della vita umana, la realizzazione spirituale.
Cio' fu confermato dall'apparizione di Sri Caitanya, che "... Voleva accettare tutti i tipi di agnostici, atei, scettici e miscredenti, e inondarli con l'Oceano dell'amore per Dio. Percio' Egli accetto' l'ordine di rinuncia alla vita, con lo scopo di attrarre tutte queste persone". (Insegnamenti di Sri Caitanya, Cap. 17, "Il Signore Caitanya, l'originale persona di Dio")
Haribol !
Gokula Tulasi das
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