RKC Mayapur
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Inserito il - 18/10/2007 : 20:56:37
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DALLA CORRISPONDENZA DI RKC PISA (Risposta alla lettera di una testimone di Geova su alcuni luoghi comuni riguardo alla coscienza di Krishna).
Gentile Donatella,
nella tua lettera ravviso molte incongruenze ed errori grossolani su cio' che tu credi corrispondere alla coscienza di Krishna, percio' mi sento in dovere di informarti sulla vera posizione di questa filosofia di vita, affinche' tu possa evitare di considerarla erroneamente un culto privo di adorazione verso Dio, la persona suprema. 1) Per prima cosa la coscienza di Krishna non ha niente a che vedere con l'induismo. La parola "indu" non e' presente in alcun punto delle scritture vediche (testi ai quali i devoti di Krishna si rifanno), ma fu coniata dai musulmani, invasori dell'India, quando incontrarono le popolazioni che vivevano al di la' del fiume Sindhu (oggi Indo). Poiche' i musulmani non pronunciano la "s" iniziale, essi catalogarono come "hindu" tutte le razze e le religioni che vivevano in quella parte di terra, e tale generalizzazione e' rimasta invariata a tutt'oggi, tanto che sotto il vago nome di "induismo" vengono accomunate erroneamente miriadi di culti e tradizioni, tra cui alcune autentiche, ed altre assolutamente fittizie o addirittura tribali. 2) La nostra cultura invece, chiamata coscienza di Krishna, risale alle originali scritture vediche compilate da Srila Vyasadeva, nella sua piena maturita' spirituale (e questo e' il secondo punto che vorrei farti notare). Dopo che Vyasadeva ebbe scritto i 4 veda (Rig Veda, che tu citi, Atharva Veda, Yajur Veda e Sama Veda) ed i loro corollari come le Upanisad, i Purana ecc., non era soddisfatto, per non aver parlato abbastanza chiaramente del Signore supremo. Per questo in seguito, dietro consiglio del suo maestro spirituale, e giunto alla sua piena realizzazione spirituale, scrisse lo Srimad- Bhagavatam, il Purana immacolato, dove egli stesso commenta e spiega tutti i Veda secondo il punto di vista Bhagavata, cioe' della religione relativa alla Persona Suprema, Dio, il creatore originale. Inoltre Srila Vyasadeva stesso consiglia lo studio del SOLO Srimad Bhagavatam, a coloro che desiderano avanzare seriamente verso Dio, ed e' proprio da tale opera completamente spirituale che i devoti di Krishna attingono la loro conoscenza. Percio' converrai con me che consultare l'Enciclopedia Britannica del 1974, per conoscere il significato della parola "induismo", non e' attendibile, in quanto le informazioni che ho riportato qui sopra, non erano evidentemente note agli editori. Ne' e' corretto citare il Rig-Veda per comprendere la via della coscienza di Krishna, in quanto l'autore stesso di tutti i Veda li rinnega in seguito, stabilendo la superiorita' dello Srimad-Bhagavatam, che e' appunto seguito dai devoti di Krishna. 3) Come terzo punto vorrei chiarire cio' che tu descrivi come Nirvana, ponendolo come meta di una "popolare filosofia indu'" (a parte l'errore terminologico). Si tratta soltanto del primo stadio di realizzazione della Verita' Assoluta, che puo' essere compresa a tre livelli, Brahman (o Nirvana), Paramatma, e Bhagavan. Coloro che si dedicano alla realizzazione del Brahman, che consiste nell'onnipervadenza di Dio, sono spiritualisti di conoscenza inferiore, tuttavia potranno in seguito, se adotteranno il giusto metodo, elevarsi al secondo o anche al terzo livello di conoscenza, secondo la seguente distinzione. Il secondo livello di conoscenza e' realizzato dagli yogi, spiritualisti di secondo grado, che conoscono sia il Brahman, l'onnipervadenza di Dio, che il Paramatma, la manifestazione del Signore ubicata nel cuore di ogni essere vivente ed in ogni atomo della materia. Il terzo livello di conoscenza e' realizzato dai bhakta, i devoti del Signore, che conoscono anche l'aspetto ultimo di Dio, quello di Persona suprema che tutto controlla (anche gli altri due aspetti, che gli sono ovviamente inferiori). I nomi, le qualita' e le attivita' del Signore, sia quando scende su questo pianeta, sia quando rimane nel Suo regno spirituale assoluto, sono perfettamente spiegati nello Srimad Bhagavatam con perizia ed abbondanza di particolari, ed e' questo aspetto strettamente personale che i devoti di Krishna adorano, seguendo un metodo scientifico (dato dal Signore stesso) per tornare accanto a Lui con la propria coscienza, gia' in questa vita, e nel proprio corpo spirituale, dopo la morte di quello materiale. 4) Per quanto riguarda la tua citazione delle parole di Krishna nella Bhagavad-Gita, riguardo alla pratica dello yoga mistico (sedersi dritti, fissando la punta del naso, eccetera), ti informo che si tratta del capitolo 6, dove Krishna sta spiegando appunto tale pratica al suo amico Arjuna, che impersona noi, uomini comuni, proprio allo scopo di farglielo rifiutare come troppo difficile ed impraticabile. Krishna illustra infatti una serie di pratiche vediche, come il karma- yoga, il jnana-yoga e l'astanga-yoga (yoga mistico), nei capitoli dal 3 al 6, per poi stabilire la superiorita' del Bhakti-yoga, la via della devozione, nei capitoli dal 7 al 12, che sono il vero contenuto della Bhagavad-Gita. Percio' anche questa tua citazione e' fuori luogo, per descrivere la coscienza di Krishna. 5) Ma approfondiamo giusto il Bhakti-yoga, che tu descrivi nella tua lettera come "una danza estatica", sminuendo l'importanza della recita del santo nome del Signore. In realta' e' proprio questo metodo che anche la religione cattolica, islamica, e dei testimoni di Geova (e molte altre in tutto il mondo) stanno seguendo, infatti si tratta semplicemente di una preghiera, sebbene rivolta alla forma di Krishna, anziche' a quella di Dio, di Allah, di Geova e cosi' via. Il mantra Hare Krishna significa "O Signore, impegnami al Tuo servizio", percio' non e' molto diversa da quelle recitate nelle chiese, nelle moschee o nelle sale del regno. Soltanto perche' puoi vedere alcune differenze nella modalita' di relazionare con Dio, ed una Sua diversa forma, pensi che cio' sia un imbroglio o una mistificazione, ma questo rivela soltanto una tua mancanza di conoscenza. Dio e' uno per tutti gli esseri, non c'e' questione di due o piu' Dio. Come il Sole e' uno e non si puo' dire che ci sia un sole italiano ed uno indiano, cosi' non si puo' dire che ci sia un Dio indu' o uno cristiano o di qualche altra fede. Dio e' il Dio di tutti, le divisioni della fede sono state create dall'uomo nel corso della storia, a causa delle proprie limitazioni sensoriali, tuttavia Dio considera esattamente uguale ogni essere vivente, nonostante ognuno si possa dichiarare di questa o quella fede. I cristiani possono pregare Dio o Gesu' Cristo, i musulmani Allah, i testimoni pregheranno Geova, i devoti possono rivolgersi a Krishna, ma si tratta sempre del medesimo Dio. Soltanto il nome e' differente, perche' Egli ha molti nomi, in base alle circostanze con cui gli uomini Lo conoscono. Ma dal Suo punto di vista, sono tutti uguali. Ora, se la profondita' di meditazione e di relazione con Dio che si puo' ottenere con la preghiera a Krishna ti sconcerta, forse e' soltanto perche' tu non la stai ottenendo con la tua pratica religiosa, tuttavia sappi che e' possibile diventare intimi amici e conoscenti del Signore, anche in un brevissimo lasso di tempo, seguendo il metodo giusto ed autorevole, che ai nostri giorni e' stato reso pubblico anche in Occidente dal fondatore del movimento Hare Krishna, Bhaktivedanta svami Prabhupada, che ha tradotto lo Srimad Bhagavatam in Inglese dal sanscrito originale. E su quel testo e' spiegato come ottenere tale risultato, l'amore per Dio, attraverso un metodo scientifico adatto ad ognuno di noi. Quindi l'accusa di misticismo e di "tentativo di evasione" che tu attribuisci alla pratica del canto e della recita del santo nome del Signore, non puo' essere accettata. 6) Similmente, l'accusa infondata che la coscienza di Krishna sia un "mito", una "favola" o cose del genere, non e' molto credibile, soprattutto se fatta senza alcuna prova, e nettamente smentita dai circa 900 Milioni di persone che la seguono in tutto il mondo. Tra l'altro, la nostra associazione e' membro della "Consulta internazionale per le confessioni interreligiose" al Vaticano, e riconosciuta come religione ufficiale in moltissimi Paesi, tra cui parecchi importanti, come Stati Uniti, Gran Bretagna ecc. Percio' ti invito a riconsiderare la tua opinione in proposito. 7) Per quanto riguarda la prova scientifica della presenza dell'anima nel corpo, e' tanto semplice che anche un bambino puo' farla e capirla immediatamente. Basta prendere una nostra foto di qualche anno prima, una piu' recente, ed analizzarle bene. Quale elemento in comune c'e', tra le due, per il quale sappiamo di essere la stessa persona ? Il corpo e' cambiato, la mente, la coscienza.... Ogni elemento e' cambiato, tranne uno: l'anima. L'anima e' eterna, e percio' noi rimaniamo sempre gli stessi, mentre il corpo intorno a noi cambia continuamente, attimo dopo attimo. Al momento della morte, quando l'anima esce dal corpo materiale, quest'ultimo non presenta piu' alcun sintomo di vita, alcuna coscienza. Deperisce e si mischia di nuovo con gli elementi materiali, terra, aria, ecc. E' un'esperienza molto comune, ogni volta che muore qualcuno possiamo provarla, sia che siamo cristiani, musulmani, testimoni di Geova, devoti di Krishna o chiunque altro. La morte arriva per tutti, prima o poi, e tutti presentano gli stessi sintomi: l'incoscienza. Ma l'anima, cioe' noi, e' eterna, e dopo aver abbandonato un corpo materiale, ne prendiamo un'altro, secondo le attivita' che abbiamo compiuto, in accordo alla legge di causa ed effetto, proprio come ora abbiamo questo corpo, che ci deriva da azioni predenti. Questo ciclo di morti e rinascite si chiama samsara, ed e' una spiegazione scientifica molto logica. Certo, non e' possibile dimostrare, con gli imperfetti strumenti e i sensi materiali dell'uomo, la presenza dell'anima spirituale, ma non e' possibile nemmeno negarla, percio' ci dobbiamo attenere alle scritture, e i veda, che noi seguiamo, ci rivelano tutto dell'anima spirituale. La coscienza e' il sintomo dell'anima, e un oggetto privo di anima e' detto, appunto, "inanimato". L'origine onomatopeica della parola stessa suggerisce che sia la presenza dell'anima, a rendere animato un oggetto, e viceversa.
E poiche' come abbiamo detto, non e' possibile dimostrare scientificamente ne' la presenza ne' l'assenza dell'anima, tentare di ridurre tale conclusione ad una "credenza indu'" o peggio ad una "menzogna religiosa" e' inaccettabile. 8) Ancora piu' inaccettabili sono le tue affermazioni sulla pratica della coscienza di Krishna che secondo te "sopprime la normale consapevolezza", quando invece e' esattamente il contrario, o che definisci come "influenze di forze demoniache", idem come sopra, cercando di far passare la meditazione come una specia di ipnosi, di nuovo senza conoscere l'abissale differenza che le separa (autentico metodo stabilito Signore Stesso Milioni di anni fa la prima, e mero metodo meccanico di blocco mentale, inventato in tempi recenti da persone comuni, il secondo). 9) Per quanto riguarda la chiaroveggenza ed altre simili facolta', il bhakti yoga non ne fa il minimo uso, in quanto tutte le attivita' praticate si centrano sulla soddisfazione del Signore, e rientrano percio' nella piu' alta sfera spirituale, quindi non c'e' alcun motivo per cui tu possa associarle alla coscienza di Krishna. In conclusione, cara Donatella, vedo che stai facendo una gran confusione su quello che significa coscienza di Krishna, quindi se mi permetti un consiglio, ti invito ad informarti meglio, da fonti autentiche (e non certo dall'Enciclopedia Britannica o da ricerche casuali in internet o altrove), e nel frattempo ad astenerti dal criticare inutilmente, erroneamente, ed esponendoti cosi' a gravi offese verso Dio ed i Suoi metodi (che forse tu non conosci, ma che Egli ha istituito da molto prima che tu nascessi nel corpo attuale), altre pratiche religiose. Ovviamente sono a tua disposizione per ogni chiarimento, ti auguro ogni successo nella tua vita spirituale, e ti saluto fraternamente, Hare Krishna ! Gualberto (Gokula Tulasi das)
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