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RKC Mayapur
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Estero
2313 Messaggi |
Inserito il - 16/07/2007 : 01:29:43
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Citazione: (Messaggio inserito da Azanco) ... Che differenza esiste tra servizio devozionale e liberazione?
Caro Alessandro, grazie di questa importante domanda.
Per liberazione generalmente si intende una posizione in cui si e' liberi dal contatto con le tre influenze della natura materiale, cioe' dalla sofferenza materiale e dalle reazioni alle nostre attivita' (karma).
Cio' puo' essere ottenuto in molti modi, sia con il bhakti yoga (il servizio devozionale al Signore) che con il jnana yoga alla maniera impersonalista, con la speculazione mentale/intellettuale, il processo del neti-neti, la deduzione logica, la filosofia sankarita, quella buddhista, lo yoga mistico, l'adorazione del Brahman impersonale ed altri metodi simili.
Tuttavia quest'ultimo tipo di liberazione non e' definitivo.
Finche' non si hanno informazioni sulla persona suprema e sul mondo spirituale, o comunque non si accetta la nostra posizione eternamente subordinata al Signore, non ci si puo' stabilire nel nostro habitat naturale, in compagnia di Dio e dei Suoi associati, nel Suo regno trascendentale pieno di attivita', anch'esse completamente spirituali.
Non potendo interagire con Loro, nell'ambiente spirituale, l'anima individuale che si e' fusa nel Brahmajyoti impersonale o nello sfolgorio del corpo del Signore, poiche' tende inevitabilmente ad agire, sara' attratta di nuovo dalle attivita' materiali, e tornera' prima o poi in questo mondo, ricominciando cosi' il ciclo di nascite e morti sotto il controllo del karma.
Infatti e' detto molto chiaramente nello Srimad Bhagavatam 10.2.32 (ed e' Brahma, il creatore di questo Universo, a parlare, mentre prega Krishna che sta per apparire sulla Terra dal grembo di Devaki):
ye 'nye 'ravindaksha vimukta-maninas tvayy asta-bhavad avisuddha-buddhayah aruhya kricchrena param padam tatah patanty adho 'nadrta-yusmad-anghrayah
"[Qualcuno potrebbe dire che oltre ai devoti, che cercano sempre rifugio ai piedi di loto del Signore, ci sono anche altri, che non sono devoti, ma hanno scelto altre strade per raggiungere la liberazione. Quale sara' il loro destino ? Per rispondere a questa domanda, Brahma e gli altri esseri celesti dissero: ]
O Signore dagli occhi di loto, sebbene i non devoti che si dedicano a rigide austerita' e penitenze per raggiungere la posizione piu' elevata possano credersi liberati, la loro intelligenza e' impura. Cadono quindi dalla loro presunta posizione di superiorita' perche' non hanno considerazione per i Tuoi piedi di loto".
Questa affermazione dev'essere considerata definitiva, essendo Brahma la massima autorita' vedica nell'Universo.
In altre parole, se non pratichiamo il servizio devozionale, anche ammettendo di raggiungere la liberazione (con grande difficolta', comunque), dovremo tornare presto o tardi nel mondo materiale per svolgervi un qualche tipo di attivita', dato che come anime spirituali, per natura non possiamo astenerci dall'agire: vorremo fare qualcosa, ad un certo punto.
Percio' e' meglio sviluppare fin da subito la nostra relazione con Krishna e diventare coscienti delle Sue attivita' trascendentali, in modo da raggiungerLo immediatamente una volta lasciato il corpo materiale (o anche durante la vita presente). Questo puo' essere facilmente ottenuto con il processo del servizio devozionale. Un devoto infatti e' gia' liberato, perfino allo stadio neofita, per il semplice fatto di seguire il metodo stabilito dal maestro spirituale. Le sue azioni si situano su un piano trascendentale, poiche' sono compiute per la soddisfazione del Signore, e non per quella dei propri sensi materiali.
In realta' esistono 5 forme di liberazione cosi' suddivise, come ci spiega lo Srimad Bhagavatam 3.29.13:
salokya-sarsti-samipya- sarupyaikatvam apy uta diyamanam na grihnanti vina mat-sevanam janah
"Il puro devoto non accetta alcuna forma di liberazione, si tratti di salokya, sarsti, samipya, sarupya o ekatva, anche se e' offerta dal Signore Supremo in persona".
1) salokya = risiedere sullo stesso pianeta del Signore 2) sarsti = ottenere le stesse opulenze del Signore 3) samipya = vivere in compagnia del Signore 4) sarupya = avere lo stesso aspetto fisico del Signore 5) ekatva (o sayuja) = fondersi nel corpo del Signore
Nel commento, Srila Prabhupada afferma che talvolta un devoto puo' accettare di essere elevato ai pianeti Vaikuntha per servire la' il Signore (cosa che si ottiene con i primi 4 tipi di liberazione elencati), ma non accetta mai la liberazione ekatva (o sayuja), la fusione nel corpo del Signore o nel Brahman impersonale.
Anzi, l'idea stessa di diventare "uno con Dio" ripugna al devoto, che la considera praticamente un suicidio spirituale, paragonabile ad una vita infernale. A questo proposito, come Srila Prabhupada spiega nel commento allo Srimad Bhagavatam 5.17.3, nella Caitanya-candramrita e' riportato un bel verso di Prabodhananda Sarasvati, un grande acarya contemporaneo del Signore Caitanya, che dice:
kaivalyah narakayate (tridasa-pur akasa-puspayate...)
Ottenere il kaivalya, o ekatva, la liberazione impersonale, e' come andare all'inferno (naraka) per il devoto, che desidera invece mantenere la propria individualita', per servire eternamente il Signore, nel Suo regno assoluto.
In questo modo il devoto e' sicuro di non dover piu' tornare nel mondo materiale, essendo appagato completamente dalla felicita' sublime che permea le relazioni del Signore con i Suoi compagni, sul Suo pianeta spirituale.
Naturalmente ci sarebbero moltissime altre cose da dire, ma leggendo i libri di Srila Prabhupada, questo argomento (come tutti gli altri, del resto) ti sara' gradualmente sempre piu' chiaro.
Buon proseguimento in coscienza di Krishna, a presto, Haribol !
Tuo nel servizio al Signore Gokula Tulasi das
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azanco
Utente Medio
 

Piemonte
18 Messaggi |
Inserito il - 23/07/2007 : 12:08:40
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Grazie Gokula, le tue risposte sono sempre precise e esaurienti. Ti vorrei chiedere un'altra cosa (scusa ti torturo un po' con le mie domande... ): attualmente sto cantando più di 16 giri al giorno. I giri supplementari possono essere conteggiati per il giorno successivo? Forse è una domanda stupida o inutile ma è una curiosità... A presto e ancora grazie
Azanco |
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RKC Mayapur
Amministratore
    

Estero
2313 Messaggi |
Inserito il - 23/07/2007 : 14:58:06
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Grazie a te Alessandro, rispondere a domande come le tue, e' lo scopo di tutto il nostro servizio.
I giri in piu' oltre ai 16 giornalieri, ovviamente NON possono essere conteggiati per il giorno successivo. Ogni giorno, dobbiamo cantare almeno 16 giri, indipendentemente da quanti ne abbiamo cantati prima :-)
Cosi' dimostreremo la nostra accettazione del metodo, dato dal maestro spirituale (Srila Prabhupada), e riceveremo la misericordia di Krishna, che ci fara' progredire spiritualmente, vedendo che consideriamo il Suo puro devoto superiore a noi, e che cerchiamo di seguire i suoi insegnamenti.
Questo e' il segreto di ogni avanzamento in coscienza di Krishna: seguire sinceramente le istruzioni del maestro spirituale, senza alterazioni, aggiunte o sottrazioni di alcun genere.
Alla prossima, Hare Krishna !
Tuo nel servizio al Signore Gokula Tulasi das
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azanco
Utente Medio
 

Piemonte
18 Messaggi |
Inserito il - 23/07/2007 : 16:00:57
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Grazie ancora. La tua risposta mi ha suggerito un'altra domanda. Come mai Prabhupada consente nel commento al Nettare della devozione di recuperare il giorno successivo i giri non svolti ?
Ancora Haribol
Azanco |
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RKC Mayapur
Amministratore
    

Estero
2313 Messaggi |
Inserito il - 23/07/2007 : 23:45:53
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Cio' e' concesso soltanto nei rari casi (Prabhupada dice precisamente "per un motivo o per l'altro") in cui 16 giri non siano stati completati il giorno precedente.
Per "rari casi" si intendono cause di forza maggiore gravi, non programmate e involontarie, calamita', disastri, imprevisti, malattie fortemente debilitanti e cosi' via.
La norma infatti richiede che organizziamo la nostra giornata in modo da poter recitare almeno 16 giri in modo sistematico, se poi capitano degli imprevisti e qualche volta non riusciamo a farlo, possiamo recuperare il giorno successivo (questo e' l'intento dell'istruzione di Srila Prabhupada che tu citi).
Tuttavia cio' deve costituire un'eccezione, e non la regola.
Hare Krishna !
Gokula Tulasi das
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