V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
luis67 |
Inserito il - 12/10/2015 : 13:28:27 Haribol, ammesso che dobbiamo compiacere Krishna, fare la Sua volontà e che ci troviamo sempre a dover fare delle scelte, come si capisce qual'è la scelta che va nella direzione di soddisfare la volontà di Krishna ? A volte è semplice, ma non sempre. Quando devo scegliere come comportarmi mi sforzo di pensare intensamente a cosa possa volere da me in un determinato momento. Sarebbe bello poter percepire chiaramente cosa vuole da noi, ma per quanto mi sforzi non percepisco altro che una sorta di imperativo interiore. Ma mi domando se questo comando che sento proviene da Dio o dal mio falso ego, che deriva poi indirettamente da Dio stesso, come tutto del resto. Ma allora, qualsiasi scelta facciamo, in definitiva facciamo sempre la volontà di Dio; e prendere la strada cosidetta "sbagliata" vuol solo dire fare più strada per arrivare a Dio, attraverso un sentiero difficile e tortuoso. E' corretto? Ancora una domanda: il sentiero del bakthi yoga consente a chi lo pratica in modo corretto e continuativo di giungere a percepire anche solo un riflesso della volontà divina ? |
8 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
RKC Mayapur |
Inserito il - 19/11/2015 : 12:19:29 Si, esatto, hai compreso perfettamente: cerchiamo sempre il giusto equilibrio in ogni azione.
In realta' non c'e' bisogno di reprimere i sentimenti che si manifestano in noi spontaneamente, come la gioia o la tristezza, nel corso della normale vita quotidiana.
Per un devoto, per chi segue il processo del bhakti yoga, essi sono comunque in qualche modo "spiritualizzati" (per il solito principio della sbarra di ferro immersa nel fuoco, che agisce come fuoco e non piu' come ferro) e non hanno un effetto "euforizzante" o "deprimente" come potevano averlo prima, e come si vede generalmente, in persone comuni.
In altre parole, esternamente un devoto puo' apparire come una persona qualsiasi, che gioisce di fronte ad un avvenimento festoso, e si lamenta o si deprime quando qualcosa va "male", ma internamente egli e' sempre cosciente della propria natura spirituale, e queste cose non lo toccano piu' di tanto.
Questo risultato e' causato dalla graduale dis-identificazione con il corpo materiale, grossolano (fisico) e sottile (mente, intelligenza e falso ego), che la pratica del bhakti yoga comporta.
Non c'e' quindi bisogno di fare sforzi separati, particolari, per sapere come agire in ogni situazione. Basta continuare il processo e tutto sara' chiaro ai nostri occhi.
Si puo' fare un esempio calzante parlando di un bambino che talvolta piange e si dispera per qualche capriccio, magari per qualche oggetto di scarsa importanza che gli e' stato tolto dalla madre per il suo proprio bene: il bambino, paragonato in questo esempio ad una persona comune, e' capace di piangere forte e disperarsi completamente, mentre la madre, che in questo esempio rappresenta il devoto, la persona cosciente di Krishna, sa bene che il valore del suo pianto e' ben poco e che presto gli passera' tutto. L'oggetto non valeva niente, del resto.
Similmente, un bambino potrebbe diventare felicissimo ed anche euforico per una cosa da niente, per una caramella o per un gioco di poco valore regalatogli... La madre (il devoto) non lo sara' altrettanto, perche' la sua conoscenza e coscienza sono superiori.
Allo stesso modo, la nostra percezione del mondo, di tutto quello che vi succede, di noi stessi e degli altri esseri, va in base alla nostra conoscenza e alla coscienza che abbiamo sviluppato. Con la pratica del bhakti yoga, queste aumentano gradualmente, fino ai massimi livelli, cosicche' avremo una visione sempre migliore, piu' chiara, piu' corrispondente alla realta' (che e' la stessa visione di Dio e dei Suoi puri devoti), man mano che proseguiamo, automaticamente.
Mentre ovviamente, facciamo del nostro meglio, per affrontare ogni situazione con equilibrio, usando intelligenza e buon senso per renderla favorevole e improntata alla virtu', per quanto possibile.
A volte agiamo bene, altre volte commettiamo errori, e' inevitabile vivendo in questo mondo materiale. Cerchiamo allora di imparare dagli errori e di correggerci, per le prossime volte.
Si dice che una persona sia molto intelligente quando non commette mai due volte lo stesso errore. Se potessimo avvicinarci a questo standard, sarebbe gia' buono.
E tutto naturalmente, dovrebbe sempre essere fatto per la soddisfazione di Krishna, Dio, la persona suprema. Anche sforzarci di tenere un buon comportamento con gli altri, e' un servizio che Gli si puo' offrire, di grande soddisfazione per Lui. Soprattutto considerando che un devoto, dovrebbe teoricamente comportarsi da perfetto gentiluomo, rappresentando in qualche modo Dio Stesso, nel suo piccolo, per quanto gli compete.
Ogni giorno ci possiamo allenare in questo lavoro, per niente facile specialmente in kali yuga, ma come sempre, cerchiamo di fare del nostro meglio.
Buon servizio e buon proseguimento, alla prossima, un caro saluto, Haribol !
Gokula Tulasi das (RKC Mayapur)
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luis67 |
Inserito il - 17/11/2015 : 13:17:49 Grazie 1000 per tutte le spiegazioni, sono complesse e le devo meditare bene per cercare di comprendere. Io ho difficoltà nel capire quale è il compromesso. Cerco di spiegarmi meglio: 1- da una parte ho letto più volte sui sacri testi che bisogna vivere con un certo distacco, che io interpreto: faccio del mio meglio per stare in questo mondo, nel ruolo che mi è stato destinato, cerco di non gioire eccessivamente quando mi va bene e cerco di non disperarmi troppo quando va male. In teoria credo che non si dovrebbe proprio provare né gioia, né dolore, ma nel mio caso non è possibile, quindi cerco di limitarmi. 2- però tu scrivi "dovremmo prendere tutte le misure del caso, per rendere favorevole ogni situazione che ci si presenti, momento per momento." E ancora: "in generale si consiglia di tenere ogni situazione piu' sotto controllo possibile (per quanto ci compete, per quanto ci e' dato, senza esagerare, e' ovvio), e di cercare di renderla favorevole se non lo fosse, anche lottando se necessario"
Mi par di capire quindi che si deve cercare il giusto equilibrio: non si deve rinunciare a 'lottare' nella 'mischia' che dobbiamo affrontare ogni giorno, ma senza esagerare nel coinvolgimento emotivo, altrimenti ci si intrappola sempre più nella materialità, anziché sfuggirvi. E' proprio questa linea di confine che fatico a trovare; io ho la tendenza a lasciarmi coinvolgere dalla materialità e dall'emotività. Adesso me ne rendo conto e so che invece dovrei distaccarmi, ma non ci si deve neanche spingere all'estremo opposto però. Non voglio assolutamente paragonarmi ad Arjuna.... ma Arjuna è stato spronato da Dio a non tirarsi indietro e a compiere fino in fondo il suo compito terreno, però gli viene anche insegnato che non bisogna eccessivamente sottostare all'emotività di qualsiasi tipo, è giusto ? Ognuno di noi deve trovare la linea di demarcazione azione per azione. |
RKC Mayapur |
Inserito il - 02/11/2015 : 12:18:17 P.S.
Puo' sempre essere utile a tutti noi, ricordare quali sono le qualita' di una persona che agisce in virtu', la piu' elevata delle tre influenze materiali, elencate nella Bhagavad Gita (Capitolo 18, Verso 42):
"Serenita', controllo di se', austerita', purezza, tolleranza, onesta', conoscenza, saggezza e religiosita' sono le qualita' naturali che caratterizzano le attivita' del brahmana".
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Generalmente chi possiede queste qualita' e' chiamato "brahmana". Pur essendo noi oggigiorno, in Kali yuga, praticamente impossibilitati a poterci comportare sempre in modo "brahminico" come si intende nei Veda, dovremmo comunque cercare di avvicinarci a tale modello, per quanto possibile.
Specialmente nel capitolo 17 della "Bhagavad Gita cosi' com'e'", di Bhaktivedanta Svami Prabhupada, possiamo trovare maggiori approfondimenti sul comportamento che dovremmo adottare nella nostra vita quotidiana, nell'intrattenere rapporti con gli altri ecc.
Per esempio, la qualita' descritta sopra come "austerita'", si suddivide in 3 altre categorie, austerita' del corpo, della parola e della mente:
17.14 Le austerità del corpo sono: adorare il Signore Supremo, i brahmana, il maestro spirituale e i superiori come il padre e la madre. La pulizia, la semplicità, la continenza e la non-violenza sono anch'esse austerità del corpo.
17.15 L'austerità della parola consiste nell'usare un linguaggio veritiero, gradevole, benefico, teso a non agitare gli altri, e anche nel recitare regolarmente i Testi vedici.
17.16 Serenità, semplicità, gravità, controllo di sé e purificazione della propria esistenza sono le austerità della mente.
17.17 Questa triplice austerità, praticata con fede trascendentale da uomini che non aspirano a ottenere benefici materiali ma desiderano soddisfare il Supremo, appartiene alla virtù.
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Similmente, in altri versi dello stesso capitolo sono descritti i differenti comportamenti che adotta una persona in virtu'. Cosi' anche noi, per quanto possibile, possiamo cercare di avvicinarci al medesimo livello, per la soddisfazione di Krishna e del maestro spirituale.
Hare Krishna !
Gokula Tulasi das (RKC Mayapur)
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RKC Mayapur |
Inserito il - 31/10/2015 : 07:18:41 Per rispondere poi alla tua domanda:Citazione: "il sentiero del bakthi yoga consente a chi lo pratica in modo corretto e continuativo di giungere a percepire anche solo un riflesso della volontà divina ?"
possiamo dire che si, certamente, il bhakti yoga conduce ad un contatto diretto con la persona di Dio, tanto da poter fare sempre la Sua volonta', con ogni nostra piccola azione, parola o pensiero.
Questa condizione e' visibile nei puri devoti come per esempio, Arjuna o Srila Prabhupada. Tutto cio' che essi compiono si puo' chiamare volonta di Dio, oppure si puo' dire che essi manifestano la volonta' del Signore in questo mondo materiale.
Per quanto ci riguarda, anche se non raggiungiamo a nostra volta la posizione di puri devoti, possiamo ugualmente soddisfare Krishna dal nostro livello, che sia neofita o intermedio, continuando il processo stabilito dal maestro spirituale e facendo del nostro meglio per soddisfarlo in tutte le nostre attivita'. In tal modo soddisferemo anche Krishna che, per intercessione del maestro, nel nostro caso Srila Prabhupada, fara' in modo che noi avanziamo spiritualmente e che possiamo capire e fare sempre piu' la Sua volonta' a nostra volta, entrando cosi' a far parte del Suo piano, dei Suoi divertimenti trascendentali, perfino mentre viviamo in questo mondo.
Infine, in risposta al tuo postCitazione: "quindi è sufficiente seguire gli insegnamenti presenti nello srimad baghavatam e la recitazione del maha mantra senza porsi altre questioni nel momento in cui bisogna effettuare delle scelte. Per me forse la cosa più difficile, oltre alla completa recitazione del maha mantra, è proprio lasciarsi andare, affidarsi interamente a Dio, smettere di cercare di controllare gli eventi e di lottare e lasciare che le cose si sistemino da sole, avendo fiducia che andrà tutto per il meglio, perché Dio ci ama. Su questo, ultimamente ho fatto qualche passo avanti e ho notato che proprio quando ho smesso di preoccuparmi e ho voluto accettare quello che mi si proponeva mi è andata meglio del previsto e viceversa"
diciamo che va bene non esagerare nel porsi troppe questioni o essere troppo indecisi, specie nelle questioni pratiche, spicciole, ma che una certa discriminazione e' senz'altro necessaria, al nostro livello in cui appunto, la comunicazione con il Paramatma non e' ancora chiara, continua, e non abbiamo quindi la certezza di compiere azioni di sicura soddisfazione per Krishna.
"Lasciarsi andare" non significa necessariamente essere guidati dal Paramatma, al nostro livello, proprio per la presenza del falso ego (come dicevamo), e d'altra parte non e' detto che tutto debba sempre andare "per il meglio" solo perche' "Dio ci ama", perfino se fossimo puri devoti, o in contatto diretto con l'anima suprema. Dipende dal significato che stiamo dando al termine "meglio".
In questo mondo materiale tutto si muove in base a vari fattori, dovuti a guna, karma, volonta' di altri ecc. ecc., talvolta cio' che accade risulta a noi favorevole, cioe' favorevole al nostro progresso spirituale, a volte risulta al contrario, sfavorevole, altre volte ancora si presentano ostacoli, pericoli e cosi' via.
Percio' in generale si consiglia di tenere ogni situazione piu' sotto controllo possibile (per quanto ci compete, per quanto ci e' dato, senza esagerare, e' ovvio), e di cercare di renderla favorevole se non lo fosse, anche lottando se necessario.
Come sempre, anche in questo lavoro, che rientra nel campo del servizio devozionale, finche' rimaniamo a livello trascendentale seguendo i principi del bhakti yoga, niente puo' sostituire il buon senso. Cercando di imparare dai nostri inevitabili errori, facciamo del nostro meglio per continuare il processo mentre viviamo quotidianamente la nostra esistenza in questo mondo.
Va benissimo mantenere un certo senso di "abbandono" alla volonta' di Krishna, internamente, rimanendo sempre coscienti del fatto che ogni cosa accade alla fine per Sua volonta', diretta o indiretta (attraverso Maya, la Sua energia materiale, in questo mondo), ma esternamente dovremmo prendere tutte le misure del caso, per rendere favorevole ogni situazione che ci si presenti, momento per momento.
Almeno, dovremmo provarci, per quanto la nostra posizione e il nostro effettivo potere ce lo permettano, in modo virtuoso, distaccato ma il piu' possibile efficace, sempre con intelligenza e buon senso.
Un po' come faceva Arjuna mentre combatteva la battaglia di Kuruksetra, ma in misura piu' limitata, proporzionale alla nostra posizione. Gli stessi consigli che Krishna gli diede a quel tempo, riportati nella Bhagavad Gita, valgono anche per noi adesso, nella nostra attuale situazione.
Buon proseguimento e un caro saluto, Haribol !
Gokula Tulasi das (RKC Mayapur)
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RKC Mayapur |
Inserito il - 31/10/2015 : 06:19:22 Hare Krishna,
riprendo qui una spiegazione generica in risposta al tuo primo post, e cerco anche di approfondire qualche dettaglio a riguardo delle varie domande che hai posto.
Come giustamente fai notare, nel corso del tempo dobbiamo prendere moltissime decisioni sia "spicciole" quotidiane, sia altre piu' "importanti", nelle differenti situazioni che la vita ci propone.
Bene, nelle attivita' devozionali, semplicemente ci sforziamo ogni volta di usare al massimo il nostro buon senso e la nostra intelligenza per cercare di capire come Krishna e il maestro spirituale vorrebbero, o si aspetterebbero che noi agissimo, con l'intento di ottenere sempre il risultato piu' favorevole, al nostro ed altrui progresso spirituale, basandoci sulle molte istruzioni ed insegnamenti ricevuti dai libri di Srila Prabhupada, dalle sue lezioni, dal suo esempio personale e cosi' via. Per le attivita' comuni, "materiali", nei rapporti con gli altri ecc., cerchiamo di mantenerci a livello della virtu', per quanto possibile. Cosa che comunque, da come scrivi, credo tu stia gia' facendo: complimenti anche per questa intuizione !
Come hai giustamente percepito, a volte il suggerimento per una determinata azione viene da Krishna, attraverso la Sua manifestazione "Paramatma", presente nel nostro cuore, altre volte invece viene dal nostro falso ego, poiche' siamo ancora identificati con il corpo materiale, grossolano o sottile.
In risposta alla tua domanda:Citazione: "Sarebbe bello poter percepire chiaramente cosa vuole da noi, ma per quanto mi sforzi non percepisco altro che una sorta di imperativo interiore. Ma mi domando se questo comando che sento proviene da Dio o dal mio falso ego, che deriva poi indirettamente da Dio stesso, come tutto del resto. Ma allora, qualsiasi scelta facciamo, in definitiva facciamo sempre la volontà di Dio; e prendere la strada cosidetta "sbagliata" vuol solo dire fare più strada per arrivare a Dio, attraverso un sentiero difficile e tortuoso. E' corretto?"
devo dirti che no, non e' esattamente cosi', nel senso che non e' sempre volonta' di Dio, qualsiasi cosa facciamo.
Questo vale soltanto per i devoti completamente puri, che agiscono sempre in perfetta unione con Lui, senza alcun falso ego. Noi siamo devoti intermedi o neofiti, ancora identificati con la materia (piu' o meno parzialmente), quindi non sempre riusciamo a percepire la cosa migliore da fare, quella che piu' soddisfa il Signore in ogni situazione, pur volendo, proprio a causa del falso ego ancora presente.
Tuttavia sulla strada del bhakti yoga, perfino le attivita' proposte dalla nostra mente attraverso il falso ego, attivita' con le quali non sappiamo ancora, se soddisferemo Krishna oppure no, possiamo ugualmente tentare, provare a metterle al Suo servizio, nel senso che offriremo l'azione stessa ed i risultati ottenuti, per la Sua soddisfazione: ovviamente stiamo parlando di attivita' che rientrino nei 4 principi regolatori del bhakti yoga, eseguite mentre ci manteniamo a livello trascendentale (16 giri di Japa al giorno ecc. ecc.).
Per il solito principio della sbarra di ferro che diventa incandescente quando e' messa sul fuoco, ed agisce allora come fuoco e non piu' come ferro, allo stesso modo le attivita' compiute con l'intento sincero di soddisfare Krishna, nell'ambito del bhakti yoga, assumono un carattere "spiritualizzato" e non devono piu' essere considerate materiali, perfino se alla fine non producono il risultato che volevamo (o non pienamente).
Anche in questi casi, come sempre naturalmente, niente puo' sostituire il buon senso. Ma in generale, il modo per capire se Krishna e' soddisfatto di una certa nostra azione "autonoma", e' quello di verificarne il risultato: se questo si rivela favorevole al nostro od altrui progresso ed entusiasmo spirituale, alla predica della coscienza di Krishna (a qualsiasi livello), o se comunque ci aiuta e ci rende felici, soddisfatti, desiderosi di continuare il processo, sicuri che stiamo camminando nella giusta direzione, e' un chiaro segno della soddisfazione di Krishna.
Viceversa, se dopo aver fatto qualcosa in particolare ci sentiamo tristi, depressi, demotivati od ostacolati, dubbiosi sul fatto di continuare il nostro percorso nel bhakti yoga, probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa e Krishna non e' soddisfatto: allora e' il momento di fermarsi o di modificare le nostre azioni al riguardo.
Errori ne possiamo sempre commettere finche' siamo in questo corpo materiale, cio' e' normale e non ci deve nemmeno preoccupare troppo, ma naturalmente cerchiamo di "aggiustare il tiro" e di commetterne il meno possibile, usando sempre al massimo il nostro buon senso e la nostra intelligenza.
Ed e' importante continuare comunque il processo, qualunque cosa succeda. Questo ci garantisce il successo in campo spirituale, e il ritorno nel mondo spirituale almeno al termine di questa vita, senza alcun dubbio.
(continua) |
RKC Mayapur |
Inserito il - 21/10/2015 : 06:19:26 Hare Krishna,
hai scritto prima che potessi finire di rispondere in modo piu' esauriente (come le tue domande meritano) a causa di altri urgenti impegni di servizio.
Per favore abbi pazienza ancora qualche giorno, appena possibile cerchero' di spiegare piu' dettagli in merito all'argomento.
Grazie della comprensione, a presto, un caro saluto, Haribol !
Gokula Tulasi das (RKC Mayapur)
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luis67 |
Inserito il - 19/10/2015 : 15:24:09 Grazie della risposta, quindi è sufficiente seguire gli insegnamenti presenti nello srimad baghavatam e la recitazione del maha mantra senza porsi altre questioni nel momento in cui bisogna effettuare delle scelte. Per me forse la cosa più difficile, oltre alla completa recitazione del maha mantra, è proprio lasciarsi andare, affidarsi interamente a Dio, smettere di cercare di controllare gli eventi e di lottare e lasciare che le cose si sistemino da sole, avendo fiducia che andrà tutto per il meglio, perché Dio ci ama. Su questo, ultimamente ho fatto qualche passo avanti e ho notato che proprio quando ho smesso di preoccuparmi e ho voluto accettare quello che mi si proponeva mi è andata meglio del previsto e viceversa. Haribol e pace a tutti |
RKC Mayapur |
Inserito il - 18/10/2015 : 12:09:15 Cara amica, Hare Krishna, ben ritrovata sul forum di RKC ! Grazie molte per le tue importanti domande, tipiche di chi sta progredendo sul sentiero della bhakti, la devozione al Signore.
Una volta capito che Krishna e' la suprema personalita' di Dio, e che noi siamo Sue parti infinitesimali destinate a compiacerLo, potendo cosi' partecipare alla Sua felicita' spirituale eterna e completa, naturalmente cercheremo di capire come soddisfarLo sempre piu', con ogni nostra azione ed in ogni momento della nostra vita.
Questo in effetti e' proprio il metodo giusto per essere sempre perfettamente felici a nostra volta.
E per essere sicuri di star sempre facendo la volonta' del Signore, di agire per la Sua soddisfazione con qualunque nostra azione quotidiana, il modo piu' semplice e' quello di soddisfare il maestro spirituale (per noi, Srila Prabhupada), che e' il Suo rappresentante autentico.
Soddisfacendo lui, cioe' vivendo nel modo che egli ci ha indicato, praticando le attivita' che lui ha stabilito, possiamo essere certi che Krishna accettera' la nostra posizione di aspiranti Suoi servitori, ci purifichera' e ci permettera' di tornare nel Suo regno, il mondo spirituale, che e' anche la nostra dimora originale, durante questa vita o, al massimo, al momento della morte.
Come sai, il metodo consiste principalmente nel modellare la nostra vita in modo da poter cantare o recitare almeno 16 giri di japa di maha mantra Hare Krishna al giorno, seguendo i 4 principi regolatori, ed ascoltando i Suoi divertimenti, qualita', glorie ecc. in particolare, leggendo i libri di Srila Prabhupada (a beneficio degli altri lettori del forum, indichiamo qui il link ad una guida riassuntiva alla pratica del bhakti yoga: www.radiokrishna.com/bhaktiyoga ).
In questo modo siamo subito posti su un piano di esistenza trascendentale chiamato "Brahma Bhuta", dove non siamo piu' soggetti alle normali reazioni karmiche che ci sarebbero spettate (almeno, non come prima), e ci dirigiamo speditamente verso Krishna, verso il ritorno nel mondo spirituale.
Di base, queste sono le attivita' del bhakti yoga da mettere in pratica nella nostra vita.
(continua) |
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