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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
Andrea.m
Inserito il - 19/02/2006 : 12:32:31 Hare Krishna a tutti, oggi parleremo della natura dei sensi:
Come sappiamo, l’anima è sempre attiva, e la sua tendenza naturale è quella di ricercare la felicità. La felicità può essere trovata sia nella ricerca spirituale, sia nel piacere dei sensi: quest’ultima però è illusoria, e infatti possiamo vedere che molto spesso, pur avendo grande possibilità di soddisfare i sensi, le persone sono infelici. Invece, la persona che s’impegna completamente nel trascendentale servizio di devozione al Signore, trova in se' stessa la felicità.
Viceversa, chi non conosce questa felicità interiore, dovrà inevitabilmente cercare la gratificazione dei sensi, poiché non è possibile vivere senza agire. Cosi’, fuori dalla coscienza di Krishna, l’uomo compirà solamente azioni egoistiche. La Bhagavad-Gita invece insegna che ogni azione deve essere compiuta come sacrificio a Vishnu, altrimenti lega il suo autore al mondo materiale. (B.G.3.9) Agendo in conformità al desiderio di Krishna, troveremo la pace, perché le nostre azioni saranno libere dal peccato, e invece che incatenarci al ciclo di rinascite e morti, ci libereranno.
I sensi sono sempre attivi, e non possono essere bloccati artificialmente, piuttosto, bisogna indirizzarli nella giusta direzione. È per questo che esistono così tante attività da poter svolgere in coscienza di Krishna, per impegnare ognuno dei nostri sensi nella realizzazione spirituale.
Il re Ambarisha ci da' un grande esempio di come sia facile volgere tutte le nostre attività verso Krishna: egli sfruttava infatti ogni sua capacità per rendere soddisfatto il Signore e i Suoi devoti. (S.B. 9.4.18-20)
Se l’intelligenza è usata per mettere la mente al servizio di Krishna, automaticamente diventerà più forte, e anche i sensi che per natura sono pericolosi come serpenti, saranno resi innocui.
Ciò che caratterizza il devoto rispetto agli uomini comuni, è la sua capacità di controllare i sensi. Le scritture rivelate, ci indicano numerose regole di condotta, alcune sono proibizioni altre sono prescrizioni, e se non osserviamo queste regole, non possiamo situarci fermamente nella coscienza di Krishna.
Finche si ha un corpo materiale è permesso soddisfarne tutti i bisogni, ma occorre osservare alcuni principi regolatori.
Naturalmente, perché il processo di purificazione abbia il massimo effetto, bisogna seguire tutti i principi regolatori, tuttavia può accadere che una persona da poco arrivata nella coscienza di Krishna non riesca subito a seguire tutte le istruzioni del maestro spirituale: tuttavia, sicuramente sarà elevata alla pura coscienza di Krishna se non prova alcun risentimento verso queste istruzioni, e agisce sinceramente senza lasciarsi fermare dagli insuccessi o dallo sconforto.
La Katha Upanishad propone la seguente analogia: “L’anima occupa come passeggero il corpo materiale, che è simile ad un carro, l’intelligenza è il cocchiere, la mente le redini e i sensi sono i cavalli. In questa posizione l’anima gode o soffre del suo contatto con la mente e con i sensi”.
La mente dovrebbe ricevere istruzioni dall’intelligenza, invece è così forte e ostinata, che spesso ha la meglio su di essa, come un acuta infezione può sopraffare l’efficacia di una medicina. Si dovrebbe perciò imparare a controllare la mente con il bhakti yoga, e più precisamente con il canto del maha mantra Hare Krishna.