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 Sul corpo e sulla morte

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Andrea.m Inserito il - 08/02/2006 : 18:07:32
Hare Krishna a tutti, oggi parleremo del corpo e della morte.

LABILITA’ DEL CORPO MATERIALE

Il corpo materiale è per natura temporaneo, può morire tra un istante o tra cent’anni, è solo questione di tempo.
Questo è confermato anche da Krishna: “il corpo materiale dell’indistruttibile, incommensurabile ed eterno essere vivente, è certamente destinato alla distruzione.” (B.G.2.18)

La perdita del corpo materiale non è degna di pianto in nessun caso, perché l’essere vivente non può essere ucciso.

Anche questo è confermato dalla Bhagavad Gita, infatti è detto: “i saggi non si lamentano ne per i vivi ne per i morti”

Il corpo nasce con il destino di morire, un giorno o l’altro, perciò è meno importante dell’anima. Colui che lo sa è il vero saggio, e nessuna delle diverse condizioni di corpo è per lui causa di lamento.

Sapere che il corpo ha meno valore dell’anima, non è una giustificazione per uccidere esseri innocenti, infatti per tutte queste uccisioni ingiustificate le leggi della natura prevedono determinate sofferenze.

DOVERE NEL MOMENTO DELLA MORTE

“colui che vede avvicinarsi la fine della vita deve sapere affrontare la morte senza paura e deve troncare i legami che lo trattengono al corpo materiale, a tutto ciò che è relativo ad esso e a tutti i desideri che ne derivano.” (S.B.2.1.15)

Volersi costruire una dimora permanente in questo mondo, non ostante sia evidente che un giorno bisognerà lasciare dietro di se tutto ciò che abbiamo prodotto, dimostra l’assurdità de materialisti.

Le persone sciocche danno maggiore importanza a questa vita, non ostante la sua natura temporanea, perciò i dirigenti irresponsabili della società mettono l’accento sul corpo e su tutto ciò che è in relazione ad esso, ma quando sopraggiunge la morte tutto questo sprofonda nell’oblio.

Quando dormiamo perdiamo ogni nozione del nostro corpo e di tutto ciò che è relativo ad esso, similmente, la morte consiste in un sonno che dura qualche mese, il tempo necessario alla formazione di una nuova prigione corporea, offerta dalle leggi della natura secondo i nostri desideri.

Si tratta dunque di cambiare la natura dei nostri desideri al momento della morte, e per fare questo occorre ricevere un adeguata educazione nel corso della vita.
Seguendo i principi della coscienza di Krishna, al momento della morte potremo ricordarci di Lui, in questo modo avremo reso perfetta la nostra esistenza.

Per chi si ricorda di Krishna nel momento della morte, si aprono le porte del mondo spirituale, ma non è facile riuscire in questa impresa.
Sappiamo infatti che al momento della morte il corpo lotta disperatamente per rimanere in vita, la mente è molto confusa e spesso la voce viene meno.
In questa condizione, solamente per la misericordia di Krishna possiamo ricordarci di Lui e cantare il santo nome o prendere rifugio in Lui col pensiero.

Krishna afferma: “chiunque, alla fine della vita, lasci il corpo ricordando Me soltanto, raggiunge subito la Mia natura. Non vi è alcun dubbio” (B.G.8.5)

Il Signore Supremo è il più puro del più puro, perciò l’uomo che è in coscienza di Krishna, è anche lui il più puro.
Se si vuole ottenere il successo alla fine della vita è essenziale ricordare Krishna cantando il maha mantra Hare Krishna.

Grazie

(fine)

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