V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Andrea.m |
Inserito il - 19/10/2005 : 00:48:39 Hare Krishna, tutte le glorie a Srila Prabhupada.
In questo articolo parleremo dei 3 guna e del loro effetto sugli uomini. Affronteremo questo argomento, suddividendolo in varie parti:
1 INTRODUZIONE AI GUNA 2 INTERAZIONE DELL’ENERGIA SUPERIORE CON QUELLA INFERIORE 3 DESCRIZIONE DEI GUNA 4 KRISHNA TRASCENDE I GUNA 5 COME RICONOSCERE COLUI CHE TRASCENDE I GUNA E COME TRASCENDERE I GUNA
INTRODUZIONE AI GUNA
I guna sono tre: sattva-guna (virtù), rajo-guna (passione) e tamo-guna (ignoranza). Si tratta di diverse influenze che l’energia materiale illusoria esercita sugli esseri e sulle cose. Determinano il modo di essere, di pensare e di agire del corpo materiale che racchiude l'anima condizionata. E' per la loro interazione che avviene la creazione il mantenimento e la distruzione di tutti gli universi.
“Il Signore Supremo e' trascendentale, a contatto indiretto con le tre influenze della natura materiale, e per la creazione, il mantenimento e la distruzione degli universi, Egli assume le tre forme qualitative di Brahma, Vishnu e Siva. Di queste tre manifestazioni, Vishnu, legato alla virtù, può conferire agli uomini il beneficio più alto”. (S.B. 1.2.23)
Tra i purusa avatara, Ksirodakasayi-Vishnu rappresenta il Paramatma, che nell’universo materiale rappresenta la virtù, mentre Brahma e' la divinità della passione e Siva dell’ignoranza. L’universo è creato dallo sforzo di Brahma con l’aiuto della passione, è mantenuto dalla virtù di Vishnu e distrutto da Siva con la sua danza devastatrice. I materialisti dominati dalla passione o dall’ignoranza rendono culto alle rispettive divinita', ma il puro spiritualista rende culto a Vishnu nelle sue varie forme.
Quando il Signore appare nell’universo materiale, è per dare la possibilità alle anime condizionate di liberarsi dal condizionamento dell’energia materiale, infatti gli esseri individuali vengono in questo universo per regnarvi come padroni, impigliandosi così nelle tre influenze materiali, e sono costretti a trasmigrare in differenti tipi di corpi per sottostare a diversi tipi di prigionia. Chiunque desideri uscire da queste prigione dell’esistenza materiale, deve soddisfare Sri Vishnu, l’unico in grado di accordare la liberazione.
Il solo modo di adorare Vishnu è la pratica del servizio di devozione, conforme agli insegnamenti degli acarya.
Anche la virtù, per quanto sia la più elevata delle influenze, genera incatenamento alla materia. Le influenze materiali accrescono la tendenza materiale a ricercare avidamente i piaceri di questo mondo, e suscitano un desiderio furioso di accumulare ricchezze e potere. Anche colui che si è elevato al piano della virtù non può controllare i sensi, se non si abbandona ai piedi di loto di Sri Krshna. Il bhakti-yoga impegna direttamente i sensi nel servizio di devozione a Krishna, e quindi è il miglior metodo per trascendere le influenze materiali.
La Bhagavad-Gita sottolinea che il dominio delle tre influenze della natura impediscono all’essere condizionato di vincere l’energia materiale, ma questo dominio può essere superato se ci si abbandona a Dio.
I dubbi generati dalla dualità hanno origine da una concezione errata del corpo materiale, che le persone meno intelligenti accettano come il vero se'. Questa è l’ignoranza più grossolana. Assimilando i contenuti della Bhagavad-Gita, potremo liberarci da questa confusione, perché la vera conoscenza consiste nel capire che Dio, Sri Krishna, è tutto, compreso noi stessi. Ogni cosa è una manifestazione della Sua potenza, un frammento della Sua persona.
Sri Caitanya afferma che semplicemente cantando i santi nomi del Signore possiamo spazzare via la polvere che ricopre lo specchio della coscienza pura, e appena si toglie questa polvere si è subito liberi dal condizionamento materiale. Liberarsi dal condizionamento materiale significa liberare l’anima. Solo grazie al servizio di devozione a Sri Krshna possiamo trascendere le 3 influenze materiali.
Questa affermazione è confermata dallo Srimad Bhagavatam: “Purificata la loro coscienza con un ricordo costante del Signore in un sentimento di devozione, essi [i pandava] raggiunsero il mondo spirituale governato dal supremo Narayana, Sri Krishna, e raggiungibile solo da coloro che meditano sul Signore senza deviare. Questa dimora, detta Goloka Vrindavana, non può essere raggiunta da coloro che sono immersi nella concezione materiale della vita. Ma i Pandava, liberi da ogni contaminazione materiale, raggiunsero quella dimora nel loro stesso corpo”. (S.B. 1.15.48)
Secondo Sri Jiva Gosvami, una persona libera dalle tre influenze materiali è situata nella trascendenza, e può raggiungere la più alta perfezione della vita senza cambiare corpo. Questo è confermato anche dalla Bhagavad-Gita, quando il Signore dice che chiunque si impegni nel servizio di devozione può ottenere la perfezione del brahman superando la contaminazione delle tre influenze materiali.
Grazie,
Andrea.m
(continua) |
5 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Andrea.m |
Inserito il - 05/11/2005 : 01:55:38 Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dei tre guna. (parte 6)
“La natura divina del Signore Supremo è indicata dal fatto che anche a contatto con la natura materiale, Egli non è soggetto alle sue influenze. E anche i devoti che hanno preso rifugio in Li, sfuggono dalle influenze della natura materiale”.
I Veda affermano che nell’Essere Divino non c’é alcun attributo materiale. Tutte le attività che Krishna mostro' nella famiglia degli Yadu, sono in diretto rapporto con la natura materiale, ma non hanno niente a che vedere con essa. Certamente Egli entra in contatto con la natura materiale, poiché è la fonte ultima di ogni causa, ma trascende la loro azione. Perciò è chiamato anche Yogesvara, il maestro di tutti i poteri sovrannaturali, ovvero l’Onnipotente.
Anche i suoi saggi devoti, sono al riparo delle influenze della natura materiale. Ne sono un grande esempio i sei Gosvami di Vrindavana: tutti provenienti da famiglie ricche e aristocratiche, accettarono la condizione di saggi erranti a Vrindavana e sembravano così ridotti alle più povere condizioni di vita, ma in realtà erano i più ricchi, ricchi di beni spirituali.
Anche la missione dell’apparizione e della scomparsa del Signore nell’universo mortale, dipende dalla Sua volontà Suprema. Egli non è costretto da un’energia superiore ad apparire e scomparire, come accade invece agli esseri individuali, costretti dalle leggi della natura a nascere e morire. Il Signore appare quando desidera, e in qualunque luogo senza per questo compromettere la Sua apparizione o scomparsa in un altro luogo. È come il sole che appare ogni mattina in India, senza scomparire dall’emisfero occidentale. Il sole è presente ovunque in tutto il sistema solare, ma sembra che appaia in un particolare luogo la mattina e che scompaia la sera, ad un ora precisa. Ma il sole non è toccato da limiti di tempo, che dire dunque del Signore Supremo che è creatore e controllore del sole !
In conclusione, il Signore Supremo è colui che controlla l’energia esterna manifestata delle 3 influenze materiali, perciò non è mai toccato dalla sua influenza. Queste influenze, sono certamente legate al Signore, poiché sono prodotti della sua energia, ma questo legame è simile a quello che esiste tra il padrone e il servitore.
COME RICONOSCERE COLUI CHE TRASCENDE I GUNA E COME TRASCENDERE I GUNA
“Le azioni dell’uomo che non subisce le influenze della natura materiale ed è pienamente situato nella conoscenza trascendentale, si fondono completamente nella trascendenza”. (B.G. 4.23)
L’uomo che diventa cosciente di Krishna si libera dalle dualità e dalla contaminazione delle influenze della natura materiale perché ha ritrovato la relazione eterna che lo unisce al Signore. Acquisita questa conoscenza, i suoi pensieri non si allontanano mai da Krishna, e tutto ciò che fa lo dedica a Lui. Ogni sua azione diventa così un sacrificio, perché sacrificio significa agire per la soddisfazione della Persona Suprema. Le conseguenze di queste azioni si fondono nella trascendenza.
“O figlio di Pandu, chi non prova avversione per l’illuminazione, l’attaccamento e l’illusione, ne' prova desiderio per queste cose in loro assenza; chi non vacilla ne' si lascia turbare da tutte queste reazioni causate dalle influenze materiali, ma resta neutrale e trascendentale sapendo che sono soltanto queste influenze ad agire; chi si situa nel se' e guarda con equanimità il piacere e la sofferenza; chi considera dello stesso valore la zolla di terra, la pietra e l’oro; chi è equanime verso ciò che è desiderabile e ciò che non lo è; chi è stabile, equilibrato di fronte all’elogio e al rimprovero, di fronte all’onore e al disonore; chi tratta con imparzialità l’amico e il nemico, ed ha rinunciato ad ogni attività materiale; di questa persona si può affermare che ha trasceso le influenze della natura materiale”. (B.G. 14.22-25)
Da questo verso possiamo capire che colui che ha trasceso le tre influenze della natura materiale, non invidia nessuno e non desidera niente. Al contrario del materialista, tale spiritualista non è mai turbato dagli onori e dagli insulti rivolti verso il suo corpo. Compie i suoi doveri nella coscienza di Krshna senza preoccuparsi di tutto questo. Questa persona considera un caro amico colui che lo aiuta ad avanzare nella coscienza di Krshna, ma non odia i cosiddetti nemici. Le notizie sociali e politiche non lo toccano, perché conosce il carattere effimero di questi disordini e agitazioni. Può fare qualsiasi cosa per la soddisfazione di Krishna, ma non fa niente per il proprio interesse.
“Quando in ogni azione si comprende con chiarezza che sono le influenze materiali ad agire, e che Io, il Signore Supremo, le trascendo, allora si raggiunge la Mia natura Spirituale”. (B.G. 14.19)
Imparare a capire nel modo giusto, cioè da una persona qualificata, come agiscono le 3 influenze della natura materiale, è sufficiente per trascenderle. Accettando le istruzioni di un maestro spirituale autentico, l’uomo impara a conoscere la sua natura spirituale, il suo corpo materiale, e i suoi sensi, e saprà anche come è prigioniero di questo mondo e com’è trattenuto nella presa delle tre influenze della natura materiale. Dominato da esse, l’uomo non ha più via di uscita, ma se comprende la sua vera natura sarà pronto per la vita spirituale e potrà raggiungere il livello assoluto, al di la' di ogni influenza.
L’essere condizionato non è l’autore delle proprie azioni, ma si trova costretto ad agire perché è situato in un particolare tipo di corpo. Grazie all’aiuto di un maestro spirituale autentico, possiamo capire la nostra vera posizione, e quindi stabilirci nella coscienza di Krishna. In conclusione, l’uomo liberato dalle tre influenze della materia, si riconosce dal fatto che è impegnato nel trascendentale servizio di devozione a Krishna, il Signore Supremo.
Questo è confermato dalla Bhagavad Gita stessa, infatti è detto: “Chi si impegna completamente nel servizio devozionale, senza deviare in nessuna circostanza, trascende subito le 3 influenze della natura materiale e raggiunge il livello del Brahman”. (B.G. 14.26)
Se ci dedichiamo al servizio di Krishna con una determinazione inflessibile, trascenderemo facilmente le tre influenze materiali, anche se sono molto difficili da superare.
“Questa mia energia divina, costituita dalle tre influenze della natura materiale, è difficile da superare, ma coloro che si abbandonano a me ne varcano facilmente i limiti”. (B.G. 7.14)
Nessuno può scoprire le origini del proprio condizionamento materiale, per questo è così difficile varcarne i limiti. Tuttavia se ci si abbandona senza riserve a Krishna, allora si potranno superare molto facilmente questi limiti.
Sebbene l’essere condizionato percepisca la vita in un ceto modo e ne possieda una concezione materiale che lo spinge ad agire in una determinata maniera, egli rimane per natura "nirguna", al di la' della materia. Per ritrovare quindi la sua relazione col Signore Supremo, deve purificarsi dalla contaminazione materiale che lo ha ricoperto. E l’unica via sicura che glielo permetterà è la coscienza di Krishna. Colui che è situato nella coscienza di Krishna si eleva senza alcun dubbio alla perfezione, mentre chi non si incammina su questa via di realizzazione spirituale dovrà inevitabilmente vivere sotto il dominio delle tre influenze materiali.
Anche la virtù genera incatenamento alla materia, che dire allora della passione e della ignoranza. Perfino colui che ha vinto questi due impulsi e si è elevato al piano della virtù, non può controllare i sensi. Invece colui che si abbandona ai piedi di loto del Signore, trascende le influenze materiali. Perciò il bhakti-yoga impegna direttamente i sensi nel servizio d’amore al Signore, in modo che il devoto non agisce più sul piano materiale.
Grazie,
Andrea.m
(Fine)
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Andrea.m |
Inserito il - 29/10/2005 : 08:41:49 Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dei tre guna. (parte 5)
KRISHNA TRASCENDE I GUNA
“Ogni condizione dell’essere, sia essa in virtù, passione, ignoranza, è una manifestazione della mia energia. In un certo senso Io sono ogni cosa, ma rimango indipendente. Non sono soggetto alle influenze della natura materiale in quanto esse sono in Me”. (B.G. 7.12)
Le influenze della natura materiale non hanno alcun potere su Krishna poiché sono semplici manifestazioni della Sua potenza. Gli abitanti di un regno, per esempio, sono tenuti ad osservare le leggi, senza eccezioni, ma il sovrano che detta queste leggi, non è legato da tale obbligo. Quindi Krishna è detto nirguna, cioè non soggetto ai guna.
E ancora: “Illuso dalle tre influenze materiali il mondo intero non Mi conosce, non sa che trascendo ogni influenza e sono inesauribile” (B.G. 7.13)
Tutte le anime individuali sono condizionate dalle tre influenze materiali, e non possono comprendere che Krishna si trova al di la di esse.
Anche Arjuna conferma che Krishna è al di la delle 3 influenze della natura materiale (B.G. 11.38): “Tu sei Dio, la Persona Suprema e originale, il rifugio supremo di questa manifestazione cosmica. Sei colui che conosce ogni cosa e sei anche tutto ciò che può essere conosciuto. Sei la suprema dimora, al di la' delle influenze materiali, o forma illimitata ! Questa intera manifestazione cosmica è pervasa da Te !”.
Tutto riposa in Krishna, e poiché tutto riposa in Lui, Egli è il rifugio ultimo. Conosce tutto ciò che accade in questo universo, e se la conoscenza ha un fine, questo fine è senza ombra di dubbio Krishna. Dunque Dio è l’oggetto della conoscenza poiché è onnipresente attraverso la sua espansione plenaria di Paramatma localizzato.
“L’Anima Suprema è la fonte originale di tutti i sensi, sebbene sia priva di sensi; mantiene tutti gli esseri viventi, ma è distaccata da tutti, trascende le influenze della natura materiale, ma allo stesso tempo è maestra di queste influenze”. (B.G. 13.15)
Sebbene sia l’origine dei sensi di tutti gli esseri, il Signore Supremo non ha, come loro, dei sensi materiali. In realtà, anche le anime individuali hanno dei sensi spirituali, ma allo stato condizionato, poiché sono coperte dagli elementi materiali, le loro attività sensoriali si manifestano solo attraverso la materia. Ciò non può accadere per i sensi di Krshna, che sono completamente spirituali, trascendono la materia, e sono detti perciò nirguna, cioè non sono soggetti all’influsso dei guna e quindi non possono essere contaminati dalla materia.
Questo è confermato anche dalla Svetasvara Upanisad: “Dio, la Persona Suprema, non ha mai le mani contaminate dalla materia, però ha delle mani, con cui accetta tutti i sacrifici che Gli vengono offerti”.
Il Signore non è impersonale, anzi ha tutte le caratteristiche di una persona, e poichè noi siamo Sue parti integranti, partecipiamo della Ssua essenza, e siamo anche noi dotati degli stessi organi. La differenza è che i Suoi sensi non sono mai contaminati, come i nostri, dalla natura materiale, per questo Lui può essere onnisciente, onnipervadente: proprio perché i Suoi sensi Gli permettono di svolgere qualsiasi funzione.
Nello Srimad Bhagavatam (S.B. 1.8.27) troviamo un altro verso importante: “Il mio omaggio a Te, che appartieni agli uomini materialmente impoveriti. Tu non sei affatto soggetto alle tre influenze della natura materiale; e poichè sei soddisfatto in Te stesso, sei l’essere più pacifico e il maestro dei monisti”.
Il Signore Supremo non ha alcun contatto diretto con le fluttuazioni della natura materiale. I Suoi atti, anche quelli che compie nel mondo materiale, sono tutti spirituali e per nulla soggetti all’influenza dei guna. Ne' il Signore ne' i Suoi puri devoti provano attrazione per il vano godimento materiale, perciò sono detti nivritta-guna-vritti.
Grazie,
Andrea.m
(continua) |
Andrea.m |
Inserito il - 27/10/2005 : 03:35:30 Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dei tre guna. (parte 4)
Esistono anche tre tipi di conoscenza:
“La conoscenza che permette di percepire una natura spirituale indivisa in tutti gli esseri viventi, sebbene essi siano divisi in innumerevoli forme, appartiene alla virtù”. (B.G. 18.20)
La persona che vede l’anima spirituale in ogni essere vivente possiede una conoscenza che deriva dalla virtù.
“La conoscenza che ci fa percepire l’esistenza di esseri di natura differente nei vari corpi, sappi che appartiene alla passione”. (B.G. 18.21)
Il concetto secondo cui il corpo materiale è l’essere vivente stesso, e la coscienza muore col corpo, appartiene alla passione.
“La conoscenza priva di verità e molto limitata con cui ci si attacca a un solo genere di attività come se fosse tutto, è dominata dalle influenze delle tenebre”. (B.G. 18.22)
La conoscenza che non sviluppa dagli insegnamenti di persone autorizzate o dalle scritture, si limita al corpo. Per una persona con una simile conoscenza, Dio è il denaro, e la conoscenza è ciò che gli permette di soddisfare i bisogni del corpo. Tale conoscenza non ha alcun rapporto con la Verità Assoluta ed è più o meno come quella degli animali.
“L’azione dettata dal dovere e compiuta senza attaccamento, senza amore e senza odio, e senza desiderio per i frutti che ne derivano, è influenzata dalla virtù”. (B.G. 18.23)
I doveri compiuti nella coscienza di Krishna,per soddisfare il Signore Supremo, sono considerate azione virtuose.
“L’azione motivata dal falso ego e compiuta con grande sforzo da colui che mira all’appagamento dei suoi desideri è influenzata dalla passione. E l’azione compiuta nell’illusione, senza riguardo per le ingiunzioni delle scritture, senza considerazione di un futuro incatenamento o della violenza e del dolore causato ad altri, nasce dall’ignoranza”. (B.G. 18.24-25)
Vediamo ora i diversi tipi di intelligenza:
“L'intelligenza che appartiene alla virtù permette di distinguere tra ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare, tra ciò che è da temere e da ciò che non è da temere, da ciò che libera e da ciò che incatena”. (B.G. 18.30)
“L’intelligenza che non distingue tra religione e irreligione, tra l’azione che si dovrebbe compiere e quella che non si dovrebbe compiere, appartiene alla passione“. (B.G. 18.31)
“L’intelligenza che scambia la religione per irreligione e l’irreligione per la religione, che è dominata dall’illusione e dalle tenebre, e si volge sempre nella direzione sbagliata, appartiene all’ignoranza”. (B.G. 18.32)
Infinie i tre tipi di felicità:
“La felicità che all’inizio può sembrare veleno, ma alla fine è come il nettare, e risveglia alla realizzazione spirituale, appartiene alla virtù”. (B.G. 18.37)
“La felicità determinata dal contatto dei sensi con i loro oggetti, che sembra nettare all’inizio ma alla fine è veleno, appartiene alla passione”. (B.G. 18.38)
Un uomo incontra una donna, e i suoi sensi lo spingono ad avere rapporti sessuali con lei. All’inizio tutto questo può sembrare molto piacevole per i sensi, ma dopo un certo tempo prende il gusto del veleno. Si separano, divorziano, si lamentano e così via.
“La felicità cieca alla realizzazione spirituale, che è ingannevole dall’inizio alla fine, che nasce dal sonno, dalla pigrizia e dall’illusione, appartiene all’ignoranza”. (B.G. 18.39)
Gli uomini che si compiacciono nell’ozio e nel sonno, come quelli che ignorano completamente come agire e non agire, sono situati nell’ignoranza: per chi è in questa situazione, tutto è illusione, e non c'e' alcuna felicita', dall’inizio alla fine.
La prossima volta vedremo come Krishna trascende tutti e tre i guna.
Grazie,
Andrea.m |
Andrea.m |
Inserito il - 22/10/2005 : 23:55:43 Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dei tre guna. (parte 3)
“I cibi graditi a coloro che sono situati nella virtù accrescono la durata della vita, purificano l’esistenza e danno forza, salute, felicità e soddisfazione. Questi alimenti sono succosi, grassi, sani, e graditi al cuore. I cibi amari, troppo salati, troppo aspri, piccanti, pungenti, secchi e bruciati, sono preferiti da chi è dominato dalla passione. Essi generano sofferenza, infelicità e malattia. Il cibo cotto più di tre ore prima di essere consumato, privo di gusto, decomposto e putrido, e il cibo costituito di avanzi e di cose intoccabili, piace a coloro che sono dominati dalla più oscura ignoranza”. (B.G. 17.8-9-10)
“Tra i sacrifici, quello che si compie per dovere, secondo le regole delle scritture e senza alcuna ricompensa, appartiene alla virtù”. (B.G. 17.11)
Quando la gente offre sacrifici è generalmente spinta da qualche motivazione personale, ma questo verso afferma che bisogna agire per dovere, senza motivazioni egoistiche.
“Il sacrificio compiuto per qualche beneficio materiale, o per orgoglio, appartiene alla passione” (B.G. 17.12)
“Il sacrificio compiuto senza alcuna fede, trascurando le direttive delle scritture, senza distribuzione di prasadam, senza il canto dagli inni vedici e senza remunerazione per i sacerdoti appartiene all’ignoranza”. (B.G. 17.13)
Anche i diversi tipi di austerità si dividono in base ai tre guna:
“Le austerità del corpo consistono nell’adorare il Signore Supremo, i brahmana, il maestro spirituale e i superiori come il padre e la madre; inoltre nel mantenere la pulizia, la semplicità, il celibato, e nel praticare la non violenza.
L’austerità della parola consiste nell’usare un linguaggio veritiero, teso a non agitare gli altri, e anche nel recitare regolarmente i testi vedici. Serenità, semplicità, gravità, controllo del se' e purificazione della propria esistenza sono le austerità della mente: questa triplice austerità, praticata con fede trascendentale da uomini che non aspirano a ottenere benefici materiali, ma desiderano soddisfare il Supremo, appartiene alla virtù”. (B.G. 17.14-15-16-17)
“Ma le austerità compiute per orgoglio al fine di ottenere rispetto, onore e venerazione, sappi che appartengono all’influenza della passione”. (B.G. 17.18)
Queste austerità o penitenze artificiali, si possono compiere per un certo tempo, ma non a lungo, ed i loro frutti sono effimeri.
“L’austerità compiuta stupidamente, torturando il se', oppure allo scopo di ferire o distruggere gli altri, appartiene all’ignoranza”. (B.G. 17.19)
Ci sono moltissimi esempi di queste stupide austerità, ne è un esempio Hiranyakasipu, che compì austerità per diventare immortale e annientare gli esseri celesti, ma il suo tentativo fallì.
Anche la carità è soggetta all’influenza dei guna:
“La carità elargita per dovere, senza aspettarsi niente in cambio, nelle giuste condizioni di tempo e di luogo, e alla persona che ne è degna, appartiene alla virtù”. (B.G. 17.20)
Talvolta si fa carità ai poveri per compassione, ma se quei poveri non la meritano, non si riceverà alcun beneficio spirituale. In altre parole, la carità fatta senza discriminazione non è in accordo con i testi vedici.
“La carità compiuta con la speranza di una ricompensa, o col desiderio di godere dei frutti che ne derivano, oppure fatta a malincuore, appartiene alla passione.
Infine, la carità fatta in tempi e luoghi inopportuni, a persone indegne, o compiuta in modo irrispettoso e sprezzante, appartiene all’ignoranza”. (B.G. 17.21-22)
Vediamo ora i diversi gradi di rinuncia:
“Non si deve mai abbandonare il dovere prescritto. Se a causa dell’illusione si abbandonano i doveri prescritti, ciò significa che la rinuncia è influenzata dall’ignoranza”. (B.G. 18.7)
Si devono rifiutare solo le attività che mirano alla soddisfazione materiale, ma si devono compiere quelle che ci elevano al piano spirituale.
“Chiunque abbandoni i doveri prescritti, considerandoli penosi, o temendo qualche disagio fisico, pratica una rinuncia influenzata dalla passione. Una atto simile non conduce mai all’elevazione che si ottiene con la vera rinuncia”. (B.G. 18.8)
Il devoto in coscienza di Krishna non deve rinunciare a guadagnare del denaro, per paura di compromettersi nell’azione interessata. Se può impiegare il denaro guadagnato con il suo lavoro per la causa della coscienza di Krishna, non dovrebbe rinunciarvi. E se alzandosi presto al mattino può avanzare nella coscienza di Krshna, non deve evitare di farlo.
“Ma la rinuncia di chi compie il dovere prescritto solo perché deve essere compiuto, rinunciando ad ogni compagnia materiale e a ogni attaccamento al risultato dell’attività, è una rinuncia compiuta nella virtù”. (B.G. 18.9)
Grazie,
Andrea.m
(continua) |
Andrea.m |
Inserito il - 21/10/2005 : 23:42:46 Hare Krishna a tutti, continuiamo a parlare dei tre guna. (parte 2)
INTERAZIONE DELL’ENERGIA SUPERIORE CON QUELLA INFERIORE
L’energia inferiore del Signore è manifestata attraverso il purusa-avatara, ed è detta prakriti. Questa energia è costituita da 8 elementi: terra, acqua, fuoco, aria, etere, mente, intelligenza e falso ego. Invece, gli esseri viventi appartengono all’energia superiore del Signore. Quando gli esseri viventi vengono nel mondo materiale, rimangono condizionati dalla prakriti, e sotto l’influsso della materia dimenticano la loro mente e intelligenza spirituali. Il falso ego sotto l’influenza dell’illusione ci dice: “Tu sei materia”, e così veniamo dominati a vari gradi dalle 3 influenze della natura materiale, e siamo costretti a vagare nell’universo materiale. Il Signore, essendo la fonte di queste due energie, non può essere condizionato da esse, percio' le trascende.
DESCRIZIONE DEI GUNA
L’uomo condizionato dalla virtù sviluppa una saggezza superiore a quella degli uomini condizionati in altro modo. Non è molto colpito dalle sofferenze in questo mondo ed è consapevole dei suoi progressi nella conoscenza materiale. Il brahmana ne è l’esempio perfetto.
Ma la difficoltà che presenta la virtù è quella di credersi avanzati nella conoscenza, e quindi superiori agli altri, il che costituisce una nuova forma di condizionamento. Filosofi e scienziati ne sono un valido esempio, ognuno di loro si sente molto orgoglioso della conoscenza che ha acquisito e prova una certa felicità. Questo senso di piacere lega tali persone all’esistenza materiale. Vita dopo vita potranno diventare filosofi, scienziati, ma in preda all’illusione materiale continueranno a credere che tale vita si piacevole.
“L’influenza della passione nasce dai desideri illimitati e ardenti o figlio di Kunti. Essa lega l’anima incarnata all’azione materiale e ai suoi frutti. (B.G. 14.7)
L’influenza della passione è caratterizzata dall’attrazione che l’uomo prova per la donna e viceversa. L’uomo dominato dalla passione, per essere soddisfatto, vuole ricevere gli onori della società, aspira ad una vita familiare felice con dei bei figli e una brava moglie, e una casa comoda. Ma finche' cerca questi frutti, deve lottare duramente.
“O discendente di Bharata, sappi che l’influenza delle tenebre, nata dall’ignoranza, è causa di illusione per tutti gli esseri incarnati. La pazzia, l’indolenza e il sonno, che legano l’anima condizionata, sono il risultato di questa influenza”. (B.G 14.8)
L’ignoranza impedisce di capire le cose così some sono. Tutti gli uomini hanno visto i propri nonni morire, dovrebbero dedurre quindi che anche loro un giorno moriranno, eppure continuano freneticamente ad accumulare denaro lavorando duramente giorno e notte, senza mai preoccuparsi dell’anima eterna. Dormono più del necessario, hanno sempre l’aria depressa e si abbandonano agli intossicanti.
“Quando tutte le porte del corpo sono illuminate dalla conoscenza, si possono sperimentare gli effetti della virtù”. (B.G. 14.11)
“ o capo dei Bharata, quando vi è un incremento della passione si sviluppano i sintomi di un grande attaccamento per le attività interessate e gli sforzi intensi, i desideri incontrollabili e le aspirazioni ardenti”. (B.G. 14.12)
Chi è dominato dalla passione, non è mai soddisfatto dalla posizione che ha raggiunto, anzi, desidera continuare la sua ricerca di piaceri materiali, ma questa ricerca non si concluderà mai.
“Quando l’ignoranza cresce, o figlio di Kuru, si manifestano le tenebre, l’ozio, la pazzia e l’illusione.” (B.G. 14.13)
Chi è avvolto dall’ignoranza non segue nessun principio regolatore, agisce per capriccio, senza uno scopo.
“Chi muore sotto l’influenza della virtù raggiunge i pianeti superiori, dove vivono i grandi saggi. Chi muore sotto l’influenza della passione, rinasce tra coloro che si dedicano all’attività interessata, e chi muore nell’ignoranza rinasce nel regno animale”. (B.G. 14.14-15) “L’azione compiuta in virtù porta alla purificazione, quella compiuta in passione porta alla sofferenza, e quella compiuta in ignoranza porta alla stupidità. Dalla virtù si sviluppa la vera conoscenza, dalla passione si sviluppa l’avidità e dall’ignoranza si sviluppa la stupidità, la follia e l’illusione.” (B.G. 14.16-17)
La società d’oggi, non risponde veramente alla vera natura dell’essere vivente, perciò è raccomandata la coscienza di Krshna. Grazie ad essa infatti, potremo raggiungere il piano della virtù e trovare la vera felicità. Al giorno d’oggi, quasi tutti gli uomini sono dominati dalla passione e dall’ignoranza, e finche saranno su questo livello non potranno conoscere la felicità. Chi è dominato dalla passione, sviluppa l’avidità e il desiderio smodato di godere dei sensi, ma possiamo vedere che tutto il denaro e tutti i piaceri dei sensi non portano ne' felicità ne' pace mentale. Invece quelli che sono dominati dall’ignoranza, finiscono col diventare pazzi, si danno agli stupefacenti, e il loro avvenire è molto oscuro.
“Dio la Persona Suprema disse: l’assenza di paura, la purificazione dell’esistenza, lo sviluppo della conoscenza spirituale, il controllo del se', il compimento di sacrifici, lo studio dei Veda, l’austerità, la semplicità, la non violenza, la veridicità, l’assenza di collera, la rinuncia, la serenità, l’avversione per la critica, la compassione verso tutti gli esseri, l’assenza di cupidigia, la dolcezza, la modestia, la ferma determinazione, il vigore, il perdono, la forza morale, la purezza, la libertà dall’invidia e dalla sete di onori, queste sono qualità trascendentali proprie degli uomini virtuosi dotati di natura divina, o discendente di Bharata”. (B.G. 16.1-3)
Il migliore sacrificio per la nostra era è quello del sankirtana-yajna, cioè il canto del maha mantra Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Non violenza significa non interrompere l’evoluzione di nessun essere vivente. Non si deve credere che, poiché la scintilla spirituale non muore mai, non ci sia niente di male nel massacrare gli animali per mangiarseli. Infatti se un animale viene ucciso, il suo progresso è rallentato, e deve tornare nella specie che ha prematuramente lasciato per completarvi la permanenza. La veridicità consiste nel non deformare la verità per scopi personali. Bisogna inoltre tollerare le provocazioni, perché se la collera scoppia, tutto il corpo ne viene contaminato. La collera è il frutto della passione e della lussuria, perciò chi ha superato le tre influenze della natura materiale, deve riuscire a liberarsene. Bisogna avere avversione nella critica, cioè non ricercare difetti negli altri o correggerli senza necessità. Bisogna essere determinati: l’uomo determinato non si lascerà scoraggiare nei suoi sforzi qualunque siano i risultati.
“Gli uomini situati nella virtù adorano gli esseri celesti, quelli situati nella passione adorano i demoni e quelli dominati dall’ignoranza adorano i fantasmi e gli spiriti”. (B.G. 17.4)
La Bhagavad-Gita sconsiglia tutti questi culti, e consiglia a tutti di adorare Krishna, la Persona Suprema, infatti chi adora gli esseri celesti, raggiunge i loro pianeti, ma non pone fine al ciclo di rinascite e morti e comunque, anche sui pianeti superiori, dovrà conoscere la sofferenza sotto forma di nascita, malattia e morte. Infatti gli esseri celesti, pur godendo di numerosi vantaggi, rimangono mortali e sono soggetti ai 3 guna. Se questo vale per gli esseri celesti, che dire delle altre forme di culto menzionate nel verso? In conclusione, il nostro interesse è quello di porre fine al ciclo di rinascite e morti, e l’unico modo di riuscire in questa impresa è adottare la coscienza di Krshna attraverso un maestro spirituale autentico.
Grazie,
Andrea.m
(continua) |
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