Nota: Devi essere registrato per poter inserire un messaggio. Per registrarti, clicca qui. La Registrazione è semplice e gratuita!
V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
RKC Mayapur
Inserito il - 14/12/2004 : 08:40:28 1) Cos'e' il vero sannyasa ? Praticare il vero sannyasa (la rinuncia) significa agire per la soddisfazione del Tutto Assoluto (in coscienza di Krishna), senza attaccamento ai frutti delle proprie azioni e non, come credono a torto i sannyasi della scuola impersonalista, rinunciare all'azione in se', perche' in questo caso la rinuncia non e' completa, a causa del desiderio di identificarsi e fondersi con il Brahman impersonale. (Verso 6.1)
2) Spiega il concetto enunciato da Krishna: "Per il neofita l'azione e' il mezzo, per chi e' avanzato nello yoga, l'interruzione delle attivita' materiali e' il mezzo". Colui che pratica l'astanga-yoga deve praticare degli esercizi fisici, che sono materiali, prima di poter giungere alla meditazione (neofita). Chi e' impegnato nel servizio devozionale e' invece fin dall'inizio assorto nella meditazione su Krishna, percio' e' piu' elevato. (Verso 6.3) La bhakti permette di raggiungere immediatamente la piu' alta vetta dello yoga. (Verso 6.4)
3) Descrivi il processo dell'astanga-yoga. "Per praticare lo yoga ci si deve ritirare in un luogo appartato e preparare uno strato di erba kusa sul terreno, coprendolo poi con una pelle di daino e con un panno morbido. Il seggio non dev’essere né troppo alto né troppo basso e deve trovarsi in un luogo sacro. Lo yogi deve poi sedersi immobile e praticare lo yoga per purificare il cuore controllando la mente, i sensi e le attività, e concentrando la mente su un unico punto". (Versi 11-12) "Bisogna tenere il corpo, il collo e la testa dritti su una linea retta e fissare lo sguardo sulla punta del naso. Così, con la mente quieta e controllata, completamente liberi dalla paura e dal desiderio sessuale, si deve meditare su di Me nel cuore e fare di Me il fine supremo dell’esistenza". (Versi 13-14)
4) Qual'e' la meta dell'astanga-yoga ? Lo scopo (delle varie tappe) dell'astanga-yoga e' quello di controllare la mente ed impedirle di attaccarsi agli oggetti dei sensi. (Verso 5) Con la mente cosi' controllata si puo' meditare sulla persona suprema, Krishna, e raggiungere il Suo regno ponendo fine alla propria esistenza materiale. (Verso 15)
5) Spiega l'esempio delle membra del corpo. Come un organo del corpo non funziona per se' stesso ma per il corpo intero, cosi' l'essere non deve agire per la propria soddisfazione, ma per quella del Tutto completo. Agire in coscienza di Krishna e' quindi il dovere di tutti gli esseri, perche' tutti gli esseri sono parti integranti di Dio. (Verso 1)
6) Spiega l'esempio della fiamma. "Come una fiamma al riparo dal vento non oscilla, così lo spiritualista che controlla la mente resta sempre fisso nella sua meditazione sul se' trascendentale". La persona cosciente di Krishna, sempre assorta nella trascendenza, fissa e indisturbata nella sua meditazione sul Signore, e' ferma come una fiamma al riparo dal vento. (Verso 19)
7) Spiega l'esempio del piccolo uccello. "Si deve praticare lo yoga con determinazione e con fede, senza mai deviare lungo il cammino". Lo yogi deve proseguire il suo cammino con determinazione e pazienza, senza mai deviare, sicuro del suo successo, perseverante nel suo sforzo e senza scoraggiarsi. Rupa Gosvami dice a questo proposito:
utsahan niscayad dhairyat tat-tat-karma-pravartanat sanga-tyagat sato vritteh sadbhir bhaktih prasidhyati
"Si può avere successo nel bhakti-yoga solo se si compie il proprio dovere con entusiasmo, perseveranza e determinazione, in compagnia dei devoti, si agisce soltanto nella virtu'" (Upadesamrita 3).
Per acquisire tale determinazione ispiriamoci a quell’uccello a cui un’onda aveva portato via le uova, deposte sulla riva dell’oceano. Inquieto, le richiede all’oceano, che non presta pero' la minima attenzione ai suoi lamenti. Allora l’uccello decide di svuotare l’oceano col suo minuscolo becco. Tutti lo deridono per la sua folle decisione. La notizia si diffonde e giunge anche agli orecchi di Garuda, l’aquila gigantesca che trasporta Visnu. Preso da compassione per il suo piccolo fratello e compiacendosi della sua determinazione, promette al piccolo animale di aiutarlo. Ordina quindi all’oceano di restituire subito le uova, con la minaccia di prosciugarlo. Atterrito, l’oceano acconsente immediatamente; cosi', per la grazia di Garuda, il piccolo uccello ritrova la serenità. Lo yoga, e in particolare il bhakti-yoga, puo' sembrare un'impresa difficile, ma se ne seguiamo i principi con determinazione, il Signore certamente ci aiutera'. Aiutati che Dio ti aiuta, dice il proverbio. (Verso 24)
8) Se non agiamo in accordo alle istruzioni delle autorita' spirituali, in che modo potremo sapere come agire ? L'uomo vive sempre, per natura, sotto il controllo di una forza superiore. Puo' seguire le istruzioni del maestro spirituale, oppure puo' praticare lo yoga per controllare la mente, mettendosi in contatto direttamente con l'Anima Suprema nel proprio cuore. Infatti, quando la mente e' sotto controllo, l'uomo segue spontaneamente i consigli del Paramatma (tuttavia, nella nostra epoca, non e' possibile controllare la mente con qualche tipo di yoga che non sia il bhakti-yoga, il servizio devozionale al Signore. (Verso 7)
9) Che cosa e' paragonato a cercare di accendere un fuoco versandoci sopra dell'acqua ? Praticare lo yoga mantenendo il desiderio per il piacere dei sensi, e' tanto inutile quanto cercare di accendere un fuoco versandoci sopra dell'acqua. Se non e' accompagnato dal controllo della mente, lo yoga e' una perdita di tempo, tutt'al piu' se ne possono ricavare vantaggi materiali, non certo benefici spirituali. (Verso 36)
10) Quali sono i vantaggi dell'addestramento del brahmacari ? Non è possibile diventare uno yogi se non s’impara a controllare la mente e a evitare ogni tipo di piaceri dei sensi, tra cui il più forte è quello sessuale. Nel suo codice sul celibato, il grande saggio Yajnavalkya diceva:
"Fare voto di brahmacarya deve aiutarci a cancellare completamente la sessualita' dai nostri atti, parole e pensieri, in ogni istante, in ogni circostanza e in ogni luogo".
Nessuno può praticare correttamente ed efficacemente lo yoga se indulge nei piaceri sessuali. Percio' si deve essere educati al brahmacarya fin dall'infanzia, quando non si ha ancora nessuna esperienza sessuale. (Versi 13-14)
11) Spiega perche' una persona cosciente di Krishna rimane indisturbata in qualunque situazione materiale, anche di sofferenza. Finche' avremo un corpo materiale dovremo rispondere alle sue esigenze: mangiare, dormire, riprodurci e difenderci. L'uomo che e' situato nel puro bhakti-yoga, cioe' nella coscienza di Krishna, non fa eccezione a questa regola, ma la rispetta solo nella misura necessaria, senza cercare l'eccitazione dei sensi. Facendo buon viso a cattiva sorte, impiega nel migliore dei modi il fardello del corpo materiale e gode di una felicita' trascendentale nella coscienza di Krishna. Impassibile di fronte alle molteplici vicissitudini dell’esistenza - incidenti, malattie, poverta', morte di una persona cara - egli copie con costanza ed entusiasmo il suo dovere nel bhakti-yoga, la coscienza di Krishna. Niente puo' distrarlo dal suo dovere. Egli e' tollerante, afferma la Bhagavad-gita (2.14), perche' sa che queste sofferenze, che colpiscono senza tregua e poi svaniscono, non possono distoglierlo in nessun modo dal suo dovere: agamapayno 'nityas tams titiksasva bharata. In questo modo egli raggiunge la perfezione dello yoga. (Versi 20-23)
12) Descrivi il samadhi. Poiché colui che è cosciente di Krishna raggiunge subito il livello trascendentale, non è più toccato dalle dualità dell’esistenza materiale, come la gioia e il dolore, il caldo e il freddo. Questo livello è detto samadhi, o concentrazione sul Supremo. (Verso 7) Il primo dovere dello spiritualista è infatti quello di concentrare sempre la mente su Krishna. Si dovrebbe pensare sempre a Krishna, e non dimenticarLo neanche per un istante. La concentrazione della mente sul Supremo si chiama samadhi, o estasi. (Verso 10) Lo yoga descritto in questo capitolo conduce a due aspetti del samadhi: il samprajnata-samadhi, che sara' conquistato a forza di ricerche filosofiche, e l’asamprajnata-samadhi, che sara' raggiunto trascendendo i piaceri dei sensi. (Versi 20-23)
13) Cita almeno 6 punti favorevoli all'avanzamento spirituale tramite l'astanga-yoga e paragonali alla pratica diretta della coscienza di Krishna. 1) concentrare sempre la mente su Krishna 2) non dimenticare mai Krishna 3) vivere in solitudine 4) evitare ogni distrazione 5) avere perfetta determinazione 6) non aspirare a possessi materiali Tutte queste precauzioni sono gia' prese e tutti questi principi sono gia' seguiti, praticando direttamente la coscienza di Krishna, perche' essa implica un'abnegazione totale, dove i sentimenti di possesso hanno ben poche possibilita' di manifestarsi. Una persona cosciente di Krishna sa bene che ogni cosa appartiene a Lui, percio' e' sempre libera da ogni idea di possesso. (Verso 10)
14) Spiega il significato del verso 6.32 Krishna definisce qui il livello di perfezione dello yoga, la coscienza di Krishna. Il devoto conosce infatti la reale motivazione della sofferenza di ogni essere vivente, cioe' la dimenticanza della relazione eterna di ognuno con Krishna. Poiche' si dedica ad informare tutti riguardo a questa relazione, che conduce alla piu' alta felicita', il devoto e' il piu' grande benefattore dell'umanita'.
15) Perche' ad Arjuna non piace l'astanga-yoga ? Dopo aver sentito da Krishna le difficili condizioni richieste per la pratica dell'astanga-yoga, Arjuna le rifiuta, perche' da uomo pratico giudica impossibile seguirle. (Verso 33)
16) Qual'e' il modo migliore di controllare la mente in quest'era ? A causa delle difficili condizioni di quest'era di discordia e ipocrisia, il modo piu' semplice per controllarla e' il canto dei santi nomi del Signore, ed in particolare il maha mantra Hare Krishna, insegnato dal Signore Sri Caitanya Mahaprabhu. (Verso 34) Il Brihan-naradiya Purana conferma che nella nostra era, il Kali-yuga, in cui gli uomini vivono poco tempo, progrediscono lentamente sulla via spirituale e sono sempre in preda a varie angosce, il miglior metodo di realizzazione spirituale è il canto dei santi nomi del Signore:
harer nama harer nama harer namaiva kevalam kalau nasty eva natsy eva nasty eva gatir anyatha
"In questa eta' di discordia e di ipocrisia, l'unico modo per raggiungere la liberazione e' il canto dei santi nomi del Signore. Non c'e' altro modo. Non c'e' altro modo. Non c'e' altro modo". (Versi 11-12)
17) Cosa fa Maya quando una persona vuole diventare un puro devoto ? Scegliere la spiritualita' significa piu' o meno dichiarare guerra all'energia illusoria, Maya, la quale cerchera' con varie lusinghe di riprendersi la preda appena questa tenta di liberarsi dalle sue grinfie. L'anima condizionata e' gia' affascinata dalle tre influenze della natura materiale percio' si lascera' facilmente sedurre di nuovo, nonostante segua una disciplina spirituale. Questa deviazione dalla via spirituale si chiama "yogac calita-manasah". (Verso 37)
18) Qual'e' il dubbio di Arjuna ? Cosa gli risponde Krishna ? Krishna presenta ad Arjuna l'astanga-yoga come metodo di realizzazione spirituale, ma egli lo giudica troppo difficile. Gli viene quindi il dubbio di perdere ogni guadagno, sia materiale che spirituale, in caso non riesca nell'intento di raggiungere la perfezione. (Versi 37-39) Krishna gli spiega allora che ci sono due possibilita': 1) La caduta dal sentiero dello yoga dopo breve pratica conduce ai pianeti celesti, dove lo yogi potra' godere dei sensi per innumerevoli anni. Infine, rinascera' sulla Terra in una famiglia benestante o religiosa. 2) La caduta dopo lunga pratica, in realta' molto rara, comporta la rinascita in una famiglia di saggi spiritualisti. In entrambi i casi, la persona e' facilitata a continuare il proprio cammino verso la coscienza di Krishna, quindi non vi e' perdita. (Versi 41-45)
19) Cita il mahavakya del 6° capitolo e spiegalo brevemente.
yoginam api sarvesam mad-gatenantar-atmana sraddhavan bhajate yo mam sa me yuktatamo matah
"E tra tutti gli yogi, colui che con grande fede dimora sempre in Me, pensa a Me e Mi offre il suo servizio con amore e devozione e' il piu' intimamente unito a Me nello yoga ed e' il piu' elevato di tutti. Questa e' la Mia opinione". (Verso 47)
Nel verso precedente (il 46) Krishna ha descritto l'ordine di importanza, relativo all'illuminazione spirituale, di alcune categorie di uomini: il jnani, lo speculatore filosofico, e' piu' elevato del karmi, il lavoratore interessato. L'asceta (tapasvi) e' piu' elevato del jnani, e lo yogi e' piu' elevato dell'asceta. In questo verso Krishna afferma l'assoluta superiorita' del bhakta tra tutti gli yogi, e questa e' l'affermazione piu' importante di tutto il capitolo (mahavakhya). SCALA SPIRITUALE (decrescente):