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 CORSI DI STUDIO
 La Bhagavad-Gita cosi' com'e'
 CAPITOLO 5 - Svolgimento Dialettico

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
RKC Mayapur Inserito il - 10/10/2004 : 00:38:50

Hare Krishna, eccoci arrivati allo svolgimento dialettico del 5° capitolo.


1) Rinunciare va bene, ma agire per Krishna e' piu' elevato.
KARMA-PHALA TYAGA: la rinuncia allo spirito di godimento dei propri sensi materiali e' la vera rinuncia.

a) La rinuncia esteriore, compiuta mantenendo interiormente il desiderio di gratificazione dei propri sensi, e' una falsa rinuncia, ed e' praticata dal simulatore (mithy acara).

b) La non-rinuncia esteriore, compiuta senza desiderio interiore di gratificazione dei sensi, e' la vera rinuncia, ed e' praticata dal devoto (bhakta) - Versi 1-3.


2) L'azione devozionale permette di liberarsi da ogni condizionamento e di rimanere attivi (come richiede la tendenza intrinseca dell'anima individuale) - Versi 4-12.


3) Si puo' essere felici anche vivendo a NAVA-DVARA, la citta' dalle nove porte (il corpo umano) - Versi 13-14.


4) Dio non e' mai responsabile delle azioni di qualcuno, pie o empie che siano (Verso 15).


5) L'effetto della luce sul buio: chi e' illuminato dalla conoscenza trascendentale non conosce piu' lo smarrimento (Versi 16-21).


6) Possibili ostacoli e soluzioni per superarli (Versi 22-25).


7) Come sconfiggere i 3 principali nemici: KAMA - LOBHA - KRODHA (Versi 26-29).

a) Kama, la lussuria, il desiderio di possesso, si sconfigge tenendo presente che Krishna e' BHOKTARAM YAJNA TAPASAM, il beneficiario ultimo di tutti i sacrifici e di tutte le austerita' (percio' ogni attivita' che possiamo compiere, porta alla fine un beneficio a Lui).

b) Lobha, l'avidita', si sconfigge tenendo presente che Krishna e' SARVA-LOKA-MAHESVARAM, il proprietario di tutti i pianeti e di tutti gli esseri che vi risiedono (percio' non e' veramente possibile accaparrarci i Suoi beni).

c) Krodha, la collera, si sconfigge tenendo presente che Krishna e' SUHRIDAM SARVA BHUTANAM, il miglior amico di ogni essere vivente (percio' e' inutile arrabbiarsi: tutto quello che accade, in ultima analisi, e' permesso da Lui, anche se attraverso i Suoi agenti).


Il 5° capitolo e' molto importante, anche perche' e' una spiegazione pratica della coscienza di Krishna, secondo il metodo detto karma-yoga. Ne approfondiremo ulteriormente lo studio in un paio di modi, prima di passare al questionario.

1) Per prima cosa, tenendo presente l'analisi dei capitoli 3, 4 e 5 pubblicata sul forum (che potete raggiungere cliccando qui: https://padasevanam.mediarama.com/rkcforum/forum/topic.asp?TOPIC_ID=509 ), scrivete i versi 3.1 e 5.1 e sviluppate il seguente
Tema: "Cosa e' cambiato ?"

2) Riferendovi al verso 5.15, sviluppate il
Tema: "E' colpa di Dio se io soffro ?"


La prossima volta ne discuteremo insieme, buono studio e a presto, Haribol !


Gokula Tulasi dasa
2   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
RKC Mayapur Inserito il - 09/11/2004 : 23:47:39
2) Saggio sul Tema: "E' colpa di Dio se io soffro ?"

Questo tema e' sempre attuale, infatti la maggior parte delle persone pensa generalmente che Dio sia un personaggio insensibile e senza cuore, a cui non importi di veder soffrire l'umanita', tra le guerre, le malattie, la poverta', i cataclismi e tutte le altre sciagure che regolarmente si abbattono su di essa.

La risposta a questa domanda si trova in molti punti delle scritture vediche, in particolare nella Bhagavad-Gita 5.15:

nadatte kasyacit papam
na caiva sukritam vibhuh
ajnanenavritam jnanam
tena muhyanti jantavah

"Il Signore Supremo non è mai responsabile delle attività pie o colpevoli di qualcuno. Gli esseri incarnati, invece, rimangono confusi a causa dell’ignoranza che copre la loro vera conoscenza".

Dio ha creato e mantiene la manifestazione cosmica materiale, con le sue leggi, ma non e' responsabile di come gli esseri individuali si pongono verso di essa, usando il loro libero arbitrio.
Se il dharma, l'ordine cosmico stabilito fin dall'inizio della creazione, viene seguito, l'essere umano puo' vivere felicemente anche in questo mondo, e tornare a Dio, nella sua dimora originale, alla fine della vita.
Se invece il dharma viene violato, le leggi della natura materiale provocheranno delle reazioni proporzionali alle attivita' compiute, cosi' come un cittadino onesto puo' vivere tranquillamente nel suo Stato, ma se ne viola le leggi (coscientemente o meno), sara' punito secondo la gravita' delle sue azioni.

Il libero arbitrio dell'uomo gli permette di scegliere tra seguire o violare il dharma, percio' egli e' considerato il responsabile delle gioie e delle sofferenze che prova.

Il problema piu' grosso e' la mancanza della conoscenza di queste leggi nella societa' moderna, percio' l'Associazione Internazionale per la coscienza di Krishna si pone l'obbiettivo di diffondere questa conoscenza in tutto il mondo, allo scopo di far cessare definitivamente ogni sofferenza, del resto inutile e facilmente eliminabile, come stabilito nello Srimad Bhagavatam 1.7.6:

anarthopasamam saksad
bhakti-yogam adhoksaje
lokasyajanato vidvams
cakre satvata-samhitam

"Le sofferenze materiali dell'essere vivente, che gli sono superflue, possono essere direttamente mitigate con il processo del servizio devozionale. Ma la gente non lo sa, percio' l'esperto Srila Vyasadeva ha compilato la letteratura vedica, che e' in relazione alla Verita' Assoluta".


Ricercatori seriamente interessati possono rivolgersi all'Associazione, presso uno dei suoi numerosi centri, tra cui questi in Italia:

http://www.radiokrishna.com/centri_italia.php


Hare Krishna !

Gokula Tulasi dasa




RKC Mayapur Inserito il - 05/11/2004 : 09:19:37
1) Dal verso 3.1 al verso 5.1 - Tema: che cosa e' cambiato ?

3.1
"Arjuna disse:
O Janardana, o Kesava, perché vuoi che m’impegni in questa orribile battaglia se consideri l’intelligenza superiore all’attività interessata ?"

All'inizio del terzo capitolo Arjuna e' confuso su come agire, e chiede a Krishna di poter rinunciare ad una battaglia che non gli portera' alcuna felicita' (ricordiamo che inizialmente Arjuna credeva che ritirarsi a meditare nella foresta rinunciando ad ogni azione fosse un modo valido per evitare le reazioni alle proprie attivita').

5.1
"Arjuna disse:
Krishna, prima Tu mi chiedi di rinunciare all’azione, poi mi consigli di agire con devozione. Per favore, spiegami ora in modo definitivo quale delle due vie è la migliore".

All'inizio del quinto capitolo Arjuna pone una domanda apparentemente simile alla precedente, ma in realta' molto diversa, perche' la sua coscienza e' cambiata: grazie alla conoscenza trascendentale che Krishna gli ha impartito nel quarto capitolo, Arjuna adesso sa che dedicando al Supremo le sue attivita', potra' liberarsi da ogni reazione karmica ed ottenere la liberazione, percio' chiede direttamente a Krishna che cosa Lo soddisfi di piu', se la via impersonalista (dell'inazione) o la via personalista (dell'azione in coscienza di Krishna).

In risposta, Krishna stabilisce la superiorita' dell'azione in coscienza di Krishna, libera dall'attaccamento per i suoi risultati, in generale nel capitolo 5, e in particolare nel primo verso del capitolo 6:

6.1
"Dio, la Persona Suprema, disse:
Colui che non è attaccato al frutto delle sue attività, e agisce con senso del dovere, è situato nell’ordine di rinuncia ed è il vero mistico, non colui che non accende il fuoco e non compie alcun dovere".

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