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V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E
Sangita Dasi
Inserito il - 10/08/2025 : 16:25:47
RKC - RADIO KRISHNA CENTRALE PRESENTA:
Lezioni* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada su
Lo Srimad Bhagavatam
TRADUZIONE E TRASCRIZIONE IN ITALIANO A CURA DI SANGITA DEVI DASI
LEZIONE* di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada Tenuta a Roma, il 27 Maggio 1974
SRIMAD-BHAGAVATAM CANTO 1 CAPITOLO 2
VERSO 3
yah svanubhavam akhila-sruti-saram ekam adhyatma-dipam atititirsatam tamo 'ndham samsarinam karunayaha purana-guhyam tam vyasa-sunum upayami gurum muninam
TRADUZIONE
"Offro il mio rispettoso omaggio al maestro spirituale di tutti i saggi [Sukadeva], figlio di Vyasadeva, a lui che, nella sua infinita compassione per i bassi materialisti che lottano per superare le più profonde tenebre dell'esistenza, ha narrato questo meraviglioso Purana, crema dei Veda, di cui è complemento, dopo averlo egli stesso assimilato con l'esperienza".
LEZIONE
Prabhupada: Om namo bhagavate vasudevaya... Così Suta Gosvami offre rispetto al maestro spirituale, Sukadeva Gosvami. Quando si offre rispetto al maestro spirituale, o a chiunque altro, si glorifica la sua qualità trascendentale. Questa è glorificazione. Proprio come offriamo rispetto a Krishna, glorificandoLo. Così questo è un processo molto importante: glorificare il maestro spirituale attraverso le sue attività, ciò che sta effettivamente facendo. Questa è glorificazione. Quindi, cosa ha fatto Sukadeva Gosvami? Svanubhavam. Per prima cosa ha ascoltato lo Srimad-Bhagavatam da suo padre, Vyasadeva, e lo ha realizzato. Non era un recitatore professionista di Bhagavata; come oggi in India, specialmente a Vrindavana, c'è una classe di gosvami che fa affari con questa attività. Così ci sono tanti recitatori di Bhagavata molto creativi, ma non sono riusciti a convertire nemmeno un uomo alla coscienza di Krishna perché non sono spiritualmente realizzati, svanubhavam. Ovviamente noi abbiamo fatto del nostro meglio e in pochi anni tante persone coscienti di Krishna stanno arrivando. Questo è il segreto. A meno che uno non sia 'svanubhavam', realizzato nella vita bhagavata, non può predicare il Bhagavata. Non sarà efficace, né un grammofono servirà.
Pertanto il segretario di Caitanya Mahaprabhu, Svarupa Damodara, raccomandò 'bhagavata pora giya bhagavata-sthane': "Per ascoltare lo Srimad-Bhagavatam si deve avvicinare una persona che vive una vita Bhagavata"—bhagavata pora giya bhagavata-sthane. Altrimenti, non vi è possibilità di realizzare il Bhagavata. Quindi Sukadeva Gosvami imparò il maha-bhagavata da suo padre, Vyasadeva, e lo realizzò, svanubhavam. Di che tratta questo libro? Akhila-sruti-saram ekam; akhila significa "tutto, universale". Ci sono molte scritture religiose, soprattutto i Veda, che sono Sruti. Sruti significa che s'impara ascoltando, non leggendo. Ed è possibile comprendere i princìpi vedici anche se si è analfabeti, purché si ascolti—con la ricezione uditiva. Dio vi ha dato l'orecchio, e, se cercate di ascoltare in modo sottomesso e di ricevere qualcosa, allora avrete molti vantaggi. Perciò, sottomesso, 'sruti-gatam tanu-van-mano...' Questa e la realizzazione di Brahma quando incontrò Krishna e pronunciò questo verso: 'jnane prayasam udapasya namanta eva, namanta eva, san-mukharitam bhavadiya-vartam'. (SB 10.14.3) ["Colui che, con il corpo, le parole e la mente offre ogni rispetto alle Tue descrizioni e attività, dedicando la sua vita a tali narrazioni, ... certamente conquista Tua Signoria, sebbene Tu sia inavvicinabile per chiunque all'interno dei tre mondi].
Chi si sforza di comprendere la Verità Assoluta in virtù della propria conoscenza arrogante, non ci riuscirà mai, jnane prayasam, non potrà mai farlo "con lo sforzo della conoscenza speculativa". Si deve dunque abbandonare questo illegittimo tentativo di comprendere la Verità Assoluta attraverso la propria conoscenza personale—ciò non è possibile. Krishna non è così a buon mercato, tanto che, esercitando il proprio cervello, si possa inventare un modo per comprenderLo. Krishna dice, naham prakasah sarvasya yogamaya-samavritah (Bg. 7.25): "Non mi rivelo mai agli sciocchi e agli ignoranti. Per loro rimango nascosto dalla Mia potenza interna [yoga-maya], perciò non sanno che Io sono non-nato e infallibile". Così Krishna dice: "Non sono esposto a tutti. Sono coperto da yogamaya e la gente non è in grado di conoscerMi". Perciò, i così tanti jnani, karmi e yogi potranno capire? No. Perciò Krishna dice, bhaktya mam abhijanati yavan yas casmi tattvatah: (Bg. 18.55): "Si può conoscere il Signore Supremo così com'è solo attraverso il servizio devozionale". Servizio di devozione significa sottomissione e abbandono. Prima di tutto bisogna arrendersi. Sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja (Bg. 18.66). "Non potete capirMi con il vostro cosiddetto karma, jnana, yoga o dhyana. Non è possibile". Bhaktya mam abhijanati (Bg. 18.55). Bhaktya significa "arrendersi".
Così qui si parla di 'sruti-saram ekam'—questo Bhagavata è 'sruti-saram', la crema dei Veda. Come la panna che si estrae dal latte e frullando la panna si ottiene il burro, saram, l'essenza. Si deve cercare l'essenza, questa è intelligenza. Lo Srimad-Bhagavatam è la crema della conoscenza vedica. Perciò è detto, nigama-kalpa-taror galitam phalam idam (SB 1.1.3): "O uomini d'intelligenza, gustate lo Srimad-Bhagavatam, il frutto maturo dell'albero dei desideri della letteratura vedica". Nigama kalpa-taror: i Veda, nigama, sono come un albero dei desideri, kalpa-taru. Significa che qualsiasi cosa si voglia, la si può ottenere dalla conoscenza vedica. Così come c'è l'Ayur-veda, che è una scienza materiale ma che è comunque presente nei Veda; e c'è il Dhanur-veda, la scienza militare. Ci sono così tanti insegnamenti nei Veda. Veda significa conoscenza. La conoscenza vedica è così perfetta che qualsiasi cosa si desideri, materiale o spirituale, si otterrà la conoscenza perfetta. Questo è Veda, non è qualcosa di ordinario e si impara ascoltando. 'Tad-vijnanartham sa gurum eva abhigacchet, srotriyam brahma-nistham' (Mundaka Upanishad 1.2.12). [Se si vuole conoscere la Verità Assoluta ci si deve rivolgere a un maestro spirituale, non c'è alternativa].
Conoscenza vedica... Un tempo non c'era bisogno di libri. Oggigiorno, al momento attuale, la nostra memoria non è così acuta a causa del Kali-yuga. Perciò Vyasadeva scrisse dei libri con le parole perché così prevedeva: "Le persone in quest'epoca saranno degli ottusi mascalzoni. Pertanto, mettendo per iscritto questa conoscenza, potranno trarne qualche beneficio". Altrimenti, in passato la conoscenza vedica non era mai stata una lettura di libri. No. Sruti. Sruti significa ascolto. Questo discepolo è così potente che, appena ascolta dal maestro spirituale, la sua memoria è immediatamente registrata. Memoria e brahmacari. Se si rimane brahmacari, il cervello sarà così eccellente che non appena si ascolta qualcosa, la si memorizza. Questo è il beneficio del brahmacari. E se agli studenti è permesso di essere sessualmente indulgenti, allora, il cervello funzionerà così bene? È un fatto scientifico: rimanere brahmacari e capire dal guru semplicemente ascoltando. E una volta ascoltato, si memorizza. C'è stato un caso... Un inglese rimproverò un indiano con molto insulti chiamandolo "mascalzone", "sciocco" e altro di simile. E questi si lamentò in tribunale: "Quest'uomo mi ha insultato". "Allora, dov'è il testimone?"
Il denunciante disse: "Il testimone è un brahmana che stava facendo il bagno nel Gange". Fu così convocato, e il brahmana, che aveva una memoria molto acuta, ripeté esattamente ciò che era stato detto proprio come un registratore. Disse: "Non so che cosa significhi, ma queste parole sono state pronunciate". Così quella persona aveva un'ottima memoria. Questi è un brahmana. Una volta ascoltato dal maestro spirituale... Maestro spirituale significa 'srotriyam', anche lui ha ascoltato molto bene dal suo maestro spirituale. Pertanto la conoscenza vedica, di fatto, si riceve semplicemente ascoltando. Non c'è bisogno di essere letterati. Se si è analfabeti, non importa; perché, dopo tutto, è ricevuta attraverso la ricezione uditiva. Per questo si chiama sruti. E perciò sruti-saram ekam, di tutta la letteratura vedica, lo Srimad-Bhagavatam è l'essenza. Sri Vyasadeva ha innanzitutto condensato l'unico Veda in quattro Veda, e li ha descritti ulteriormente nelle Upanishad e nei Purana. Alcuni mascalzoni sostengono che i Purana non siano stati scritti da Vyasadeva. Sono dei furfanti. I Purana, come spiegato più avanti, sono anche supplementari. Purana significa "molto antico, storico, che completa". Quindi i Purana sono menzionati come "l'istruzione vedica attraverso la storia".
Come l'insegnamento vedico nel Mahabharata. Il Mahabharata è storia, ma tutta la letteratura vedica vi è presente: il re ideale, il regno ideale; e la politica, che in pratica è politica, ma si basa sulla letteratura vedica, e inoltre vi è introdotta la Bhagavad-gita, che è lo studio preliminare dello Srimad-Bhagavatam. Perciò lo Srimad-Bhagavatam è l'essenza di tutta la letteratura vedica. Sruti-saram ekam, questa è l'unica verità, ekam, non è possibile presentarne un'altra. Come Dio è uno, allo stesso modo, per comprenderLo, esiste una sola letteratura, e questa è lo Srimad-Bhagavatam—sruti-saram ekam, adhyatma-dipam (SB 1.2.3). Adhyatma-dipam significa "torcia trascendentale". Proprio come l'atma, l'anima, è all'interno di questo corpo, ma a causa della nostra conoscenza dell'oscurità o conoscenza insufficiente, non possiamo comprendere l'atma né il Paramatma. Non possiamo capire. Proprio come si ha bisogno di una torcia nell'oscurità, così lo Srimad-Bhagavatam è la luce della torcia che illumina; e allora si potrà vedere l'atma e il paramatma. Adhyatma-dipam—dipam significa luce. Perché è necessaria? Atititirsatam. Proprio come la luce di una torcia è necessaria a chi deve attraversare l'oscurità e andare verso la luce. Per trovare la luce alla fine di un tunnel, si ha bisogno di un po' luce per attraversare il tunnel e raggiungere l'altra parte dove c'è luce.
Similmente il mondo materiale è pieno di oscurità. Questa è la differenza tra il mondo materiale e quello spirituale. Mondo materiale significa oscurità in cui non potete capire chi è Dio e chi voi siete—questo è il mondo materiale. E in questo mondo sono molto impegnati, ma non sanno dove stanno andando. Andha yathandhair upaniyamanah (SB 7.5.31), sono come ciechi guidati da un altro cieco. In realtà sono nell'oscurità. Il mondo materiale è oscurità. Anche i cosiddetti studiosi e insegnanti sono nell'oscurità e guidano altre persone nell'oscurità. Poiché si tratta di tenebre, abbiamo bisogno della luce del sole, della luna e dell'elettricità. E appena il sole è coperto si può sperimentare l'oscurità, di notte è buio. In realtà vi è oscurità, ma per Sua grazia Krishna ha predisposto la luce. Ma c'è un altro mondo, na tad bhasayate suryo na sasanko na pavakah (Bg. 15.6): "Quella Mia dimora suprema non è illuminata dal sole o dalla luna, né dal fuoco o l'elettricità". In quel mondo non c'è bisogno di agenti di illuminazione, né del sole né della luna. Ma Dio è così gentile che in ogni universo, che è pieno di tenebre, si può vedere quanto sia luminoso il sole. Questa è la Sua gentilezza. Yasya prabha prabhavato jagad-anda-kotih (Bs 5.40). Yac-caksur esa savita sakala-grahanam (Bs 5.52), il sole è descritto come l'occhio di tutti i pianeti.
Così avete un bel pianeta, una bella città, Roma, Londra e l'America, questo e quello. Va tutto bene, ma quando è buio non si può vedere nulla. La misericordia del sole o di Krishna è presente perciò potete vedere e gioire. Così il sole è descritto come l'occhio di questo mondo, yac-caksur esa savita. Savita significa sole. Yac-caksuh: in realtà savita è l'occhio. Yac-caksur esa savita sakala-grahanam. Senza sole non si può vedere, in nessuna parte dell'universo, in nessun pianeta. In realtà, il sole dovrebbe essere l'occhio dell'Assoluto, virad-rupa... I due occhi sono il sole e la luna. Quando Lui vede, allora anche noi vediamo. Senza la Sua visione, non possiamo vedere. Eppure siamo molto orgogliosi, "Puoi mostrarmi Dio?" "E cosa puoi vedere tu, furfante? Se Dio non vede, anche tu non vedi. Perché sei così orgoglioso? Chiedi se abbiamo visto Dio, dici che non abbiamo visto. E tu cosa puoi vedere?" Sono così mascalzoni che con questi piccoli occhi, di cui vanno fieri, credono di poter vedere Dio, di poter vedere qualcosa... Ma prima di tutto cercate di capire cosa potete vedere, senza vedere attraverso Dio. Dio vede attraverso il sole.
Allora potete vedere. Quindi la vostra capacità di vedere è dipendente, eppure siete così orgogliosi di vedere. Guardate quanto il mondo intero sia pieno di mascalzoni! Non dicono forse che "Non abbiamo visto Dio"? E voi cosa riuscite a vedere? Se non riuscite a vedere nemmeno voi stessi, cosa vedrete di Dio? Vedete vostro padre o vostra madre e quando muoiono, piangete: "Oh, mio padre se n'è andato". Dov'è andato? È qui sdraiato. Perché dici che tuo padre se n'è andato? Cosa intendi con "se n'è andato"? Hai sempre visto il corpo di tuo padre, che ora giace qui. Perché dici che se n'è andato? Significa che non hai mai visto tuo padre, non hai mai visto tuo fratello. Questa è la nostra posizione. Non possiamo vedere. Eppure, siamo orgogliosi: "Puoi mostrarmi Dio?" Ma non pensa alla sua incapacità, al fatto che "non posso vedere nemmeno le mie necessità quotidiane senza la luce del sole". Perciò qui è detto, adhyatma-dipam. Questa è la luce. Se volete vedere Dio, allora dovete vedere attraverso questa luce. E per chi è necessaria questa visione? I i comuni mascalzoni non ne hanno bisogno, atititirsatam tamo 'ndham, ma è necessaria per chi desidera superare la profonda oscurità dell'esistenza materiale.
È necessario per chi è sobrio pensare: Perché siamo stati messi nell'oscurità? Abbiamo bisogno di luce. Se Dio non ci dà la luce, la luce del sole, siamo sempre nella notte. Non possiamo vedere, tamo 'ndham. Quindi le persone intelligenti dovrebbero chiedersi: "Questo mondo materiale è per natura oscuro. Esiste forse un'altra natura, dove c'è solo luce?" Questa è intelligenza. Ogni giorno, nella parte settentrionale dell'emisfero, per sei mesi non c'è luce. E perché abbiamo bisogno di così tante luci elettriche? Perché cerchiamo la luce e questo mondo è per natura buio. Esiste un'altra natura dove c'è solo luce? Perciò è detto, atititirsatam tamo 'ndham, lo Srimad-Bhagavatam è necessario per la persona intelligente che desidera uscire dall'oscurità per raggiungere la luce. L'informazione vedica è 'tamasi ma jyotir gama': Non rimanere nelle tenebre, vai verso la luce. Jyotir gama. Jyoti significa luce. Così, quando ci si chiede come raggiungere la luce, è necessario consultare lo Srimad-Bhagavatam. Perciò è detto 'atititirsatam', che significa: desiderando superare l'oscurità dell'esistenza materiale, tamo 'ndham. Perché le persone sono nell'oscurità? Samsarinam, perché subiscono la punizione. Poiché hanno dimenticato Krishna, hanno sfidato la supremazia di Krishna, sono stati posti nelle tenebre.
Così come chi sfida le leggi del governo è un fuorilegge ed è messo in prigione, allo stesso modo, 'krishna-bahirmukha hana bhoga vancha kare' [Prema-vaivarta], questi furfanti che hanno dimenticato di servire Krishna, Dio, e vogliono rimanere indipendenti, sono resi schiavi nella prigione di maya. Proprio come i criminali, "Non ci interessa la legge del governo, facciamo ciò che vogliamo", e la legge dice, "Bene, allora vi costringo a rimanere qui a dormire", similmente questa è la nostra posizione. Se semplicemente sfidate dicendo, "Non mi interessa Dio", ebbene Maya vi colpirà e allora imparerete a interessarvi. Quindi l'ingiunzione vedica è: Non rimanete nell'oscurità, andate verso la luce. E quando si diventa curiosi di sapere come raggiungere la luce, lo Srimad-Bhagavatam è necessario. Questa è la posizione. Questi furfanti sono diventati senza Dio e soffrono giorno e notte di una triplice miseria: adhyatmika, adhidaivika, adhibhautika. Eppure, non riescono a rinsavire. Sono così ottusi... Quando si arriva a comprendere che "Non voglio tutte queste sofferenze. Perché mi sono imposte?", allora è possibile diventare un gentiluomo. Proprio come in prigione, nessuno vuole spaccare pietre; ma il sovrintendente del carcere ti costringe col bastone, "Devi spaccare tante pietre". E così continua e sempre Maya sferra calci: "Devi farlo".
Prakriteh kriyamanani gunaih karmani (Bg. 3.27): "L'anima sviata dal falso ego crede di essere l'autrice delle proprie azioni, che in realtà sono compiute dalle tre influenze della natura materiale". Così volevi mangiare qualsiasi cosa? Bene, allora prendi questo corpo di maiale e mangia escrementi". È tutto. Questa è maya, prakriti. Vi ha dato un corpo e dovete soffrire in base al corpo. Karanam guna-sango 'sya sad-asad-janma-yonisu (Bg. 13.22): "Dovuto al contatto con questa natura, l'essere vivente incontra allora piaceri e sofferenze nei vari tipi di corpi". E perché ci sono diversi tipi di corpi e diversi tipi di godimento? Sono tutti nel mondo materiale, ma perché qualcuno è diventato un maiale, qualcuno cane e un altro è diventato un uomo molto ricco o un essere celeste? Chi sta facendo accordi? Chi vuole diventare cane o gatto? Chi non vuole essere re? Ma perché questo accordo? Chi sta facendo questo? I furfanti non possono capire. E pertanto, per coprire tutta questa ignoranza, non credono nella prossima nascita. Ma da dove viene la varietà della vita? Non hanno cervello. I cosiddetti scienziati... Tutte teorie fasulle. Prakriteh kriyamanani gunaih karmani sarvasah... Se lo desiderate, prakriti vi darà questa possibilità.
"L'anima sviata dal falso ego crede di essere l'autrice delle proprie azioni, che in realtà sono compiute dalle tre influenze della natura materiale". (Bg. 3.27 )
Così pensa di essere indipendente, ma è vimudha, mascalzone. Pensa di essere l'autore, kartaham, ma non lo è. E quando la morte arriva, non vuole morire. Perché c'è la morte? Perché si è costretti a morire? Cosa diranno gli scienziati? "Oh, è naturale", ma non potete opporvi né lottare, la morte è forzata. Non volete morire, ma dite: "Oh, è naturale". Non possono spiegare perché la morte e la nascita sono forzate. Janma-mrityu-jara-vyadhi (Bg. 13.9). Non volete diventare vecchi. Perché siete costretti a invecchiare? Non volete ammalarvi. Perché siete costretti ad accettare la malattia? Sono privi di buon senso, sono così ottusi. Non vogliono alcuna soluzione, ma la soluzione c'è. Per questo sono chiamati 'samsarinam', ottusi e mascalzoni. Subiscono il processo della natura una vita dopo l'altra—tutte condizioni miserabili. Per uscire da questa condizione miserabile, Sukadeva dice: 'karunaya aha'. Karunaya significa "per compassione". Questo è vaishnava. Le persone soffrono. I vaishnava si sforzano di parlare della coscienza di Dio ai mascalzoni e agli ottusi. Perché? Per compassione. Sono molto compassionevoli. "Oh, tante persone soffrono per mancanza di conoscenza. Proverò a dare loro un po' di conoscenza".
Karunaya, questa è la qualifica del vaishnava. È molto gentile, titiksavah karunikah (SB 3.25.21). Così come il Signore Gesù Cristo che fu crocifisso, eppure diceva: "Padre mio, non sanno quello che fanno". Non è vero? Era così compassionevole da dire: "Signore, non sanno quello che fanno, ma Ti chiedo di perdonarli". Questi è un vaishnava. Personalmente sta soffrendo, ma è comunque compassionevole. C'è un articolo in cui si legge che Gesù Cristo, sebbene sia stato crocifisso, non è morto. Sì, è andato in Kashmir, ci sono riferimenti storici. Quindi, in realtà, quando era rappresentante di Dio, figlio di Dio, come hanno potuto ucciderlo quei mascalzoni? Era solo una farsa. In ogni caso, i devoti sono così compassionevoli, titiksavah, che soffrono ogni sorta di avversità in questo mondo materiale, eppure cercano di dare informazioni: "State soffrendo qui, ma Dio esiste, il regno di Dio esiste. Per favore, fate questo per poter tornare a casa da Dio". Questi è il vaisnava, karunaya, per compassione. 'Karunayaha purana-guhyam'. Vi sono diciotto tipi di Purana e tra questi il Bhagavata è un Purana molto confidenziale, non è ordinario, è senza macchia, è detto il "Purana immacolato", perché in questo Purana, supplemento di conoscenza vedica, vi è solo la descrizione del servizio devozionale—dharmah projjhita.
Questo tipo di religione, o dharma, la religione Bhagavata, è così perfetta che ogni sorta di religione ingannevole è stata rifiutata. Dharmah projjhita-kaitavah (SB 1.1.2) [Rifiutando completamente ogni attività religiosa motivata da desideri materiali] Le religioni ingannevoli non sono accettate, ce ne sono così tante, non hanno una conoscenza perfetta e persino loro disobbediscono... Non possono fare a meno di disobbedire. Non potendo educare le persone alla perfezione, rimangono sempre imperfette. I grandi sacerdoti e i grandi cardinali cosa fanno? Disobbediscono. Cristo dice: "Non uccidere", ma si limitano a mangiare carne. Tutto qui. "Niente intossicanti", eppure li prendono. Anche i cosiddetti sacerdoti non sono educati, non possono accettarlo. Perciò il principio del Bhagavata è così attraente che perfino con una semplice istruzione, valpam apy asya dharmasya trayate mahato bhayat [Un piccolo passo su questa via ci protegge dalla paura più temibile (Bg. 2.40)], con una semplice pratica, anche il più caduto può essere elevato alla posizione più elevata. Questo è il Bhagavatam, è perfetto: Purana-guhyam.
Chi l'ha pronunciato? Sukadeva Gosvami per primo spiegò lo Srimad-Bhagavatam davanti a Pariksit Maharaja. Questo è l'inizio dell'insegnamento del Bhagavata. Così lo apprese ascoltando da suo padre, sravanam, e poi kirtanam. Sri-visnoh sravane pariksid abhavad vaiyasakih kirtane. Anche questo è kirtana. Sri-visnoh sravane pariksit: "Maharaja Pariksit raggiunse la più alta perfezione, il rifugio ai piedi di loto del Signore Krishna, solo ascoltando di Lui". Pariksit Maharaja ha semplicemente ascoltato. Kirtana non significa come solitamente lo intendiamo; no, anche la recitazione del Bhagavata da parte del devoto è kirtana. Perciò, abhavad vaiyasakih kirtane, anche questo è descritto come kirtana da Sukadeva. Vaiyasaki significa "figlio di vyasa", vyasa-sunum. Tam vyasa-sunum upayami gurum muninam (SB 1.2.3). Vyasa-sunum significa Sukadeva Gosvami, il figlio di Vyasadeva. Upayami: 'lasciate che offra i miei rispettosi omaggi'. Gurum muninam: 'egli è il guru, non solo il mio guru, ma è il guru di grandi, grandi uomini di pensiero'. Muninam. Muni significa riflessivo, filosofo. Gurum muninam.
(Spiegazione del verso SB 1.2.3:) "In questa preghiera, Srila Suta Gosvami riassume tutta l'introduzione dello Srimad-Bhagavatam. Lo Srimad-Bhagavatam è il commento e il complemento dei Vedanta-sutra. I Vedanta-sutra, o Brahma-sutra, furono compilati da Vyasadeva con lo scopo di presentare soltanto la crema del sapere vedico, e lo Srimad-Bhagavatam ne costituisce il commento originale".
Come già detto, in origine c'era un solo Veda, l'Atharva-veda, che poi Vyasadeva ha diviso in base ai diversi percorsi di comprensione... Sama-veda, Atharva-veda, Yajur-veda e Rig-veda. Poi ha spiegato i Veda nei Purana e ha riassunto il tutto nel Vedanta-sutra. L'intera conoscenza del Vedanta è stata così codificata. Janmady asya yatah (SB 1.1.1), athato brahma jijnasa. Anandamayo 'bhyasat (Vedanta-sutra 1.1.12). Ci sono tanti codici [regolamenti e definizioni]. Anche questi sono stati spiegati nello Srimad-Bhagavatam. Perciò i versi del Vedanta-sutra, o Brahma-sutra, sono compilati da Vyasadeva con l'intento di presentare soltanto la crema o l'essenza della conoscenza vedica, di cui lo Srimad-Bhagavatam è il commento naturale.
Srila Sukadeva Gosvami era un maestro di Vedanta-sutra pienamente realizzato e, di conseguenza, ne realizzò personalmente anche il commento, lo Srimad-Bhagavatam. E proprio per mostrare la sua sconfinata misericordia, karunaya, nei confronti dell'uomo materialista disorientato che vuole superare completamente la nescienza, ha recitato per la prima volta questa conoscenza confidenziale, che è molto difficile. Pertanto non è destinata a uomini non ordinari—perché gli uomini comuni non sono adatti a comprendere lo Srimad-Bhagavatam—ma è destinata soprattutto alle persone che desiderano uscire da questa oscurità. Non è per alcuni in particolare perché, in ogni caso, tutti sono nell'oscurità. E noi ci stiamo provando con il nostro movimento per la coscienza Krishna, è un tentativo...
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Altro sull'autore, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
DISCLAIMER * Le lezioni, a volte sono riportate sottoforma di estratto, per una presentazione adatta anche ai lettori estranei agli argomenti trattati, o in generale al metodo del bhakti yoga, la coscienza di Krishna. Cio' allo scopo di evitare possibili fraintendimenti, sul significato di alcuni termini e concetti espressi, non sempre corrispondenti alle accezioni linguistiche attuali, e quindi talvolta, causa di una comprensione errata o distorta delle vere intenzioni, del maestro spirituale fondatore.
Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.