"Sri Vyasadeva disse: Ugrasrava [Suta Gosvami], figlio di Romaharsana soddisfatto delle perfette domande dei brahmana, li ringrazia e si appresta a rispondere".
Prabhupada: Questi versi sono in sanscrito. La maggior parte di voi non conosce questa lingua, ma il significato è che semplicemente vibrandola, l'atmosfera sarà purificata. Così come quando c'è un tuono nel cielo: non è necessario comprenderlo con una lingua particolare. Quella stessa vibrazione... L'origine della creazione è il suono. Gli elementi più grossolani sono visibili, ma la creazione avviene a partire dagli elementi più sottili. Il suono è un sintomo del cielo, dal suono si può capire che esiste il cielo, l'etere. E dalla vibrazione sonora avviene la circolazione dell'aria. Abbiamo un'esperienza pratica: a volte, quando c'è un vento molto forte, c'è anche una forte vibrazione sonora. Così, grazie alle vibrazioni sonore si attiva il vento, e, grazie al forte vento, si produce elettricità. Dall'elettricità si produce acqua, traspirazione; e dall'acqua si produce la terra. Il suono è dunque l'elemento originale della creazione. In sanscrito è chiamato 'sabda-brahma'. Il Brahman, o la Verità assoluta, è apparso per la prima volta ed è conoscibile attraverso il suono.
Nella Bhagavad-gita il Signore dice 'raso 'ham apsu kaunteya prabhasmi sasi-suryayoh sabdah khe' (Bg. 7.8): "Io sono il sapore dell'acqua, la luce del sole e della luna, la sillaba om nei mantra vedici. Sono il suono nell'etere e l'abilità nell'uomo". Sabda significa 'suono'. Se si desidera vedere Dio, allora, prima di tutto si deve ascoltare la vibrazione sonora, perché questo è l'inizio. Anche nella Bibbia si legge: Il Signore disse, "Sia la creazione", e la creazione fu. Perciò la parola, "Sia la creazione", è un suono, un suono trascendentale; e pertanto chi pronuncia queste parole, "Sia la creazione", non è all'interno della creazione. E poiché è Dio che enuncia (Sia la creazione), significa che Egli esiste prima della creazione, perciò Dio non è all'interno della creazione. La letteratura vedica descrive il corpo di Dio come sac-cid-ananda-vigrahah. Vigraha significa "forma". 'Isvarah paramah Krishnah sac-cid-ananda-vigrahah' (Bs. 5.1). Dio non è senza forma; ha una Sua forma ma è diversa. Come possiamo capire? L' esperienza in questo mondo materiale è che non si può vedere nulla di sottile ma solo cose grossolane.
Pertanto si può comprendere, con il nostro pensiero, qual è la forma di Dio. Sac-cid-ananda-vigrahah (Bs. 5.1). Sat significa 'eterno', cit significa 'conoscenza' e ananda significa 'pieno di felicità'; e quindi se lo paragoniamo al nostro corpo si può capire che cos'è la forma sac-cid-ananda-vigrahah (Bs. 5.1). Sat significa eterno, ma il nostro corpo non è eterno—è distruttibile. Esso ha una storia: è prodotto in un certo momento, esiste per un certo periodo, si sviluppa, genera sotto prodotti, invecchia sempre più e infine scompare, cessa di esistere. Questa è la nostra esperienza pratica, lo sappiamo tutti. Ma il corpo di Dio è eterno e quindi è diverso dal corpo che conosciamo. Il corpo di Dio è eterno, sat, ed è pieno di conoscenza, cit. Anche noi abbiamo conoscenza, ma non la conoscenza completa. All'inizio del Bhagavatam (1.1.1) è spiegata qual è la natura di Dio, è descritta come 'janmady asya yatah'. Significa che Egli è la "fonte suprema di ogni cosa", questa è la natura di Dio. Janmady asya (SB 1.1.1)—janma significa 'ogni cosa', e adi significa 'a partire da janma'.
Come ho già spiegato, il mio e il vostro corpo ha una storia e una data di nascita, janma; perciò, 'janma adi' significa nascita, sostentamento e morte. Questo corpo ha una data di nascita, si mantiene per un certo periodo—sessanta anni o cento anni al massimo—e poi è di nuovo distrutto. Perciò, 'janma adi' significa che anche la nascita viene da Lui, è mantenuta da Lui e quando è distrutta, torna a Lui. Ciò è detto 'janma adi', significa nascita, mantenimento e annientamento. Janmady asya (SB 1.1.1). Tutto il mondo materiale subisce lo stesso processo: nascita, sostentamento e fine. Anche questo universo, tutto ciò che esiste, il corpo della formica, il mio e il vostro corpo, il corpo dell'elefante o dei molti esseri celesti. Come si apprende dalla Bhagavad-gita, il corpo di Brahma si mantiene per milioni e milioni di anni; non possiamo calcolarne un giorno. Esistono diversi tipi di corpi nel mondo materiale e così possiamo fare un paragone tra il corpo di una formica, di una mosca e il mio corpo.
Il corpo di una mosca può durare per poco tempo o poche ore, e il nostro corpo può durare per qualche decennio; allo stesso modo ci sono altri esseri viventi, come Brahma, che hanno corpi diversi, ma tutti sono soggetti alla stessa legge di natura: nascita, malattia, vecchiaia e morte. Eppure il corpo di Dio non è soggetto a tale legge perché il Suo corpo è eterno. Anche se nel mondo materiale è possibile avere un corpo che può esistere per milioni di anni, tuttavia non significa che sia eterno. Non è eterno; ma il corpo di Dio è eterno. Pertanto, nel linguaggio vedico, quando si dice nirakara—che significa "senza forma"—non dimostra che Dio non abbia forma. Egli ha una forma, ma è diversa da quella di cui abbiamo esperienza. La nostra esperienza è che qualsiasi forma cui possiamo pensare, anche quella di Brahma, è soggetta ad essere annientata. Ma non è così per la forma di Dio. Perciò nirakara—nir significa "non" e akara significa "forma"—significa che "la forma di Dio non è come la nostra". Non che Lui non abbia forma. Ha una forma, ma questa Sua forma è diversa dalla nostra. Inoltre, la nostra conoscenza è molto limitata.
Possiamo fare un po' di esperienza della nostra conoscenza attuale, ma non sappiamo cosa sia accaduto in passato e cosa accadrà in futuro; e anche nel presente abbiamo una conoscenza imperfetta. Possiamo vedere che il sole sorge ogni giorno, ma qual è la nostra esperienza? Il sole è quattordicimila volte più grande di questo pianeta. Quattordicimila parti del pianeta terrestre possono essere lanciati nel pianeta sole, tanto esso è grande. Se non fosse così grande, com'è possibile che il pianeta sole distribuisca calore e luce per milioni e milioni di anni, pur trovandosi a novantatré milioni di chilometri lontano? A una così grande distanza, fornisce regolarmente calore e luce. E il calore è così forte che a novantatré milioni di chilometri di distanza non riusciamo a tollerarlo. Tale è la situazione del mondo materiale; pertanto non possiamo avere alcuna conoscenza perfetta; ma la conoscenza di Dio è perfetta. All'inizio del Bhagavatam (1.1.1) è detto: janmady asya yatah anvayad itaratas ca arthesu abhijnah sva-rat. Questa è la descrizione di Dio: Dio è l'origine di ogni cosa. Così come ognuno di noi può capire che "il mio corpo è generato dal corpo di mio padre.
Il corpo di mio padre è generato dal corpo di mio nonno; e il corpo di mio nonno è generato..., e così continua, qualcuno deve esserci. Non perché non si può vedere il trisnonno, si può dire che il trisnonno non esiste. C'era o non c'era. Allo stesso modo, se continuiamo a cercare chi è il padre originale, quel padre è Dio. Il padre deve esserci. Pertanto, in ogni religione, Dio è accettato come il padre supremo. Anche nella religione cristiana è detto: "O padre, dacci il nostro pane quotidiano". Così Dio è accettato, e in realtà Egli è il padre. Deve esserci un padre originale. Non si può dire che non c'è Dio. Se tu esisti, è grazie a tuo padre. Tuo padre esiste grazie a suo padre, e suo padre esiste grazie a suo padre. Pertanto deve esserci un padre originario—questa è la conclusione logica. Non è che "io sono nato dall'aria" o "mio padre è nato dall'aria, mio nonno..." No, deve esserci un padre. Lo Srimad-Bhagavatam conferma che Egli è l'origine di tutto. Ogni cosa deve avere un'origine. Gli scienziati moderni non possono scoprire l'origine, semplicemente dicono: "Esisteva così". Ma da dove viene l'esistenza?
"C'erano delle sostanze chimiche come idrogeno e ossigeno mescolati, e c'era acqua". Ma chi ha messo là l'idrogeno e l'ossigeno? Non possono rispondere a queste domande, perché hanno una conoscenza imperfetta. Pertanto la conclusione logica è che deve esserci qualcuno, un'origine. Questi è Dio, da cui tutto emana, tutto prende nascita. Qual è la natura di questa origine? È come una pietra oppure è un essere vivente? Perché noi sperimentiamo due cose—la materia e la vita. Una pietra può essere molto grande, ma non ha vita; tuttavia una formica, anche se molto piccola, ha vita e movimento; ha la sua indipendenza nel muoversi. Questo si chiama vita. Quindi se qualcuno, Dio o quello che volete, è l'origine di tutto, qual è la natura di tale origine? È pietra o forza vitale? E se Dio non è vivente, allora da dove vengono le entità viventi? La mia esperienza è che sono un essere vivente e vengo da mio padre, anche lui un essere vivente; e mio padre viene da suo padre, che a sua volta è un altro essere vivente. Come può l'origine di tutto essere come una pietra? No. Questa è filosofia, è logica. Perciò il Bhagavatam spiega, janmady asya yato 'nvayad itaratas carthesv abhijnah (SB 1.1.1). Abhijnah significa che Egli è pieno di coscienza e conoscenza. Sat-cit.
Cit significa che è vivente, non è come pietra morta. Non può essere, perché non si ha esperienza che da una pietra morta possa nascere la vita. A volte mettono in discussione—in sanscrito è detto tandula-vriscika-nyaya. In India abbiamo esperienza che, a volte, da un cumulo di riso esce uno scorpione. Gli sciocchi penseranno che dal riso nascono gli scorpioni. Non è così. Chi conosce lo scorpione sa che è un animale molto intelligente. Depone le uova nei cumuli di riso e, grazie alla fermentazione del riso, ne escono fuori. Così, in realtà, non è il riso a produrre lo scorpione; ma esce fuori grazie a un processo di fermentazione chimica. Gli esseri viventi si manifestano in vari modi. Come gli alberi che nascono dal seme, ciò è detto udbhijja. Se il seme è posto nel terreno in condizioni favorevoli spunta il germoglio. Anche questa è vita. E alcune entità nascono dalle uova, o andaja. 'Anda' significa uovo. Sapete che gli uccelli prima depongono le uova e poi, per fermentazione, ne esce la vita. E alcuni esseri escono dal sudore. Avete esperienza dei molti diversi insetti.
Se tenete i vostri letti sporchi, con il sudore si sviluppano gli insetti. Si chiama 'svedaja', nati dal sudore. Svedaja, andaja, udbhijja e jara-yuja, nascere dall'embrione—proprio come noi. Così esistono diversi processi per generare o, per meglio dire, far nascere un'entità vivente; ma Dio è l'origine, janmady asya yatah (SB 1.1.1). Perciò Egli deve essere consapevole e conoscere ogni cosa. Altrimenti, come può essere il creatore e l'origine? La Sua conoscenza è perfetta. Così affermo che "questo è il mio corpo", ma quando nel corpo vi è un disturbo, non ne conosco la causa. So che mangio, il cibo va nello stomaco e dallo stomaco escono molte secrezioni, che vanno al cuore e si trasformano in sangue; e di nuovo il sangue si diffonde in tutto il corpo. È un processo automatico; ma non tutti lo sanno. Sebbene io affermi che "questo è il mio corpo", non so come si svolgono internamente tutte le mie funzioni corporee. Pertanto la mia conoscenza è imperfetta, nonostante dichiari che questo è "il mio corpo". Ma la conoscenza di Dio non è così. Janmady asya yatah anvayad itaratas ca arthesu abhijnah (SB 1.1.1).
Dio sa tutto. Questa è la distinzione tra Dio e noi. Nemmeno sappiamo cosa accade nel nostro corpo, come crescono i capelli, quanti capelli abbiamo, eppure i mascalzoni dichiarano: "Io sono Dio". Potete solo immaginare quanto siano mascalzoni. Ma Dio sa tutto. Questi è Dio. 'Anvayad itaratas ca', indirettamente e direttamente. Direttamente posso vedere che questo è il mio dito, ma indirettamente non conosco la composizione del dito. Si può avere qualche esperienza di percezione diretta; ma Dio ha la percezione sia diretta che indiretta. Non sappiamo come nasce un fiore, ma Dio lo sa. Se studiamo lo Srimad-Bhagavatam possiamo capire qual è la natura di Dio. Noi inventiamo nulla, è tutto spiegato nello Srimad-Bhagavatam secondo ragione, filosofia e autorità. Dovremmo quindi studiare con attenzione che tipo di corpo ha Dio. È spiegato in un linguaggio molto semplice, sac-cid-ananda, ananda significa eternamente beato. abbiamo visto quanto beato sia Krishna, mentre suona il flauto con la Sua consorte eterna Radharani. Non vi pare che sia supremamente beato? Anche a noi piace quella vita beata perché siamo parti integranti di Dio.
Una ragazza desidera un ragazzo, e il ragazzo desidera una ragazza per vivere insieme beatamente; ma non è possibile in questo mondo materiale. Eppure l'idea viene da Dio, janmady asya yatah (SB 1.1.1). Da dove viene questa idea se non da Dio? Perché in Lui c'è la stessa propensione. L'amore tra una ragazza e un ragazzo. Perciò è detto, janmady asya yatah. Qualsiasi cosa vediate nella vostra esperienza di vita, questa è in Dio. Siamo praticamente un esempio di Dio. Qualsiasi propensione è in Dio, l'abbiamo anche noi perché siamo parte integrante di Dio. Proprio come l'oceano Atlantico e una sua goccia d'acqua: dal punto di vista chimico sono la stessa cosa. Una goccia d'acqua dell'oceano è salata—la percezione è immediata e diretta. Analizzando l'intero oceano si scopre che è salato; ma la differenza è che l'oceano contiene milioni e trilioni di tonnellate di sale, mentre la goccia d'acqua ne contiene un granello. Similmente, qualsiasi propensione abbiate, è anche in Dio. Se potete analizzarvi—questa è meditazione—scoprirete di essere fatti a immagine di Dio—una Sua copia.
Ma Dio è grande, vibhu, e noi siamo piccoli. Questa è la differenza. Perciò la nostra conoscenza è imperfetta.
E la conoscenza di Dio è perfetta, abhijnah. Abhijnah significa "pienamente consapevole". Egli sa tutto. Nella Bhagavad-gita è detto, 'vedaham samatitani vartmanani bhavisyata' (Bg. 7.26), Egli conosce il passato, il presente e il futuro di ogni cosa, e ve lo ricorda. Poiché Dio è il padre supremo, vuole che tutti i Suoi figli—noi siamo Suoi figli—tornino a Lui, a casa da Dio. Proprio come il figlio di un un padre ricco che se ne va da casa e soffre per la mancanza di tante cose; e il padre è dispiaciuto che il figlio stia soffrendo e desidera che torni a casa da lui. "Ho i mezzi per mantenerlo, che sia felice". Questa è la missione di Dio e questo è il Suo naturale affetto. Non che Dio diventi più povero perché i Suoi figli si sono smarriti. No. Per Suo desiderio Egli può produrre milioni e trilioni di figli. Questo è il Suo affetto e la Sua gentilezza. È ansioso di riportarci a casa, da Lui, di riportarci a Dio. Perché? Sac-cid-ananda-vigrahah (Bs. 5.1). Ananda significa beatitudine, piacere. Non si può godere del piacere da soli, perciò devono esserci altri.
Finché un uomo non si assume il rischio di diventare padre di famiglia, vive da solo e non ha fastidi; eppure si assume la responsabilità di mantenere moglie e figli e lavora duramente per questo. Perché rischiare un tale fastidio? In realtà non c'è fastidio, ma piacere. Fastidio significa che non può mantenere moglie e figli; allora è un fastidio. Altrimenti l'uomo desidera vivere in una bella casa con la sua famiglia e un buon reddito, e "sarà molto felice". Per questo motivo corre il rischio di sposarsi. Il piacere c'è. E pertanto Dio non è mai solo. Desidera godere del piacere con i Suoi figli, i membri della Sua famiglia. Noi apparteniamo alla famiglia di Dio. Ma poiché siamo fuori dal regno di Dio e vediamo gli esseri viventi in questo mondo materiale, non possiamo immaginare quanti esseri ci siano, quanti milioni e trilioni di universi e quanti milioni e trilioni di pianeti in ogni universo, e quanti milioni e trilioni di esseri viventi in ogni pianeta—l'insieme dei quali sono solo una parte dei figli di Dio. Gli altri figli vivono nel Regno di Dio e il loro numero è molto, molto più grande. Così questa è la nostra posizione.
Pertanto il movimento della Coscienza di Krishna predica il bhagavata-dharma. Ho già spiegato che c'è Bhagavan, il Signore Supremo, ci sono i bhakta e la cultura bhagavata, e c'è la nostra relazione con Lui. Si tratta dunque di una scienza molto vasta destinata a comprendere Dio. Abbiamo così deciso di discutere di questa grande scienza. Approfittatene. Cercate di capire questa grande scienza, come si può entrare in relazione con Dio ed essere felici. Perché Dio è sac-cid-ananda-vigrahah (Bs. 5.1), è pieno di conoscenza, eternità e beatitudine. E noi siamo Sue parti integranti. Lo stesso esempio della goccia d'acqua e dell'oceano: anche se è solo una goccia, deve avere la stessa composizione chimica dell'oceano. Quindi, pur essendo molto piccoli rispetto all'esistenza di Dio, abbiamo le stesse qualità di eternità, beatitudine e conoscenza—che ora sono ricoperte dalla nostra esistenza materiale, e così, invece dell'eternità, dobbiamo accettare la morte. La morte non mi appartiene. Sono un'anima spirituale, la morte appartiene al corpo.
La morte è un cambio d'abito, non di persona. Cambiare abito non significa che la persona che lo indossa sia uccisa. No. 'Na hanyate hanyamane sarire' (Bg. 2.20), l'essere vivente non è distrutto o annientato dopo la distruzione del corpo, ma semplicemente cambia corpo. Tale cambiamento avviene perché noi lo vogliamo. E poiché c'è una vita futura, questa vita è un'opportunità. Questa forma di vita umana è l'opportunità di accettare nella prossima vita un corpo sac-cid-ananda, proprio come Dio—questo è il nostro vero corpo originale che ora è coperto. Si dovrebbe così tentare e utilizzare la propria energia in modo tale che, dopo aver abbandonato questo corpo, si possa ottenere il nostro corpo originale sac-cid-ananda-vigrahah (Bs. 5.1), come quello che Dio possiede, ed entrare quindi nel regno di Dio, dove saremo eternamente felici. Questa è la cultura bhagavata. Grazie mille.
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Altro sull'autore, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Svami Prabhupada
DISCLAIMER * Le lezioni, a volte sono riportate sottoforma di estratto, per una presentazione adatta anche ai lettori estranei agli argomenti trattati, o in generale al metodo del bhakti yoga, la coscienza di Krishna. Cio' allo scopo di evitare possibili fraintendimenti, sul significato di alcuni termini e concetti espressi, non sempre corrispondenti alle accezioni linguistiche attuali, e quindi talvolta, causa di una comprensione errata o distorta delle vere intenzioni, del maestro spirituale fondatore.
Il testo integrale originale (in Inglese) delle lezioni, e' comunque reperibile in rete su vari siti esteri.